8. Someone Like Me

Eudial aprì gli occhi con un brivido e si guardò intorno per qualche secondo prima di rendersi conto che si trovava sul materasso steso nel retro del furgone.
Faceva caldo, ma Spike, ancora addormentato accanto a lei era freddo.
Come un vampiro.
Come un cadavere.
Si alzò senza svegliarlo e scivolò fuori dal veicolo in silenzio. Si sentiva dolorante per i colpi che aveva preso da Tera il giorno prima, ma quello che le bruciava di più era la sensazione di essere stata completamente inutile.
Se fosse stato per lei Tera avrebbe potuto tranquillamente uccidere Donovan e poi scappare via per sempre.
"Sono diventata così debole da farmi sconfiggere da una donna incinta?" Si chiese guardando Tera e Giles che parlavano mentre Midnight svolazzava per il prato intorno a loro.
Istintivamente si sfiorò con una mano il ventre piatto e si chiese se lei avrebbe mai avuto figli.
Sicuramente non con Spike. I morti non possono dare la vita.
E forse con nessun altro. In fondo lei non era un essere umano, era diversa da tutti gli altri.
Spike, Valerius, persino Xinuxunil, erano più simili a Giles, a Tera e al resto dell'umanità di quanto non lo fosse lei.
Appartenevano tutti allo stesso mondo e lei no.
Improvvisamente si sentì incredibilmente sola e si stupì della fitta di invidia che provò nel vedere Giles che abbracciava Tera.
La ragazza si lasciò abbracciare dall'Osservatore per qualche secondo, poi alzò lo sguardo e vide Eudial. Si staccò da Giles e le andò incontro guardandola in viso con un'espressione strana, quasi imbarazzata.
Tera alzò una mano a sfiorarle appena il lato graffiato del viso e distolse lo sguardo.
- Ti fa male? - Le chiese con un tono forzatamente indifferente ed Eudial si rese conto che quella era la cosa più simile a una scusa che potesse uscire dalle labbra di Tera. Il rendersi conto che l'altra ragazza era dispiaciuta per averla colpita la fece sentire furiosa e patetica.
- Non è niente. Non ho bisogno della tua pietà. - Le disse più bruscamente di quanto avesse voluto e lo sguardo sorpreso e ferito di Tera la fece sentire meglio per un attimo.
- Ehi, ma cosa ti prende?! - Iniziò Tera rispondendole a tono, poi sembrò rendersi conto che probabilmente Eudial ce l'aveva con lei per quello che era successo il giorno prima e si interruppe.
Giles guardò le due ragazze, stupito dalla reazione di Eudial e dall'insolita remissività di Tera, ma non disse nulla. Era un momento confuso e complicato per tutti, era normale che le ragazze fossero nervose.
Infilò una mano in tasca a sfiorare il ciondolo di Xini, ma la sua vicinanza non lo calmò.
Finché era intrappolata nel medaglione era come se si trovasse dall'altra parte del mondo e quella situazione lo faceva sentire frustrato.
Seihoshi era prigioniera come Xini, un nuovo pericolo si stava avvicinando e lui non sapeva che fare.
Si costrinse a pensare alle parole rassicuranti di Sofia e si rilassò un po': erano sopravvissuti a tante cose, avrebbero passato anche quel momento.
Voleva crederci, doveva crederci se voleva andare avanti.

Seihoshi guardò il mare che scorreva veloce accanto al motoscafo e socchiuse gli occhi godendosi il sole sulla pelle dopo tanto tempo passato all'interno della grotta dei Lug.
Si voltò a guardare il professor Donovan che dormiva profondamente sui sedili della barca e si chiese chi fosse quell'uomo. Aveva detto di conoscere Rupert Giles, ma l'inglese non le aveva mai parlato di lui, ne era certa.
Dopo essere saliti sul motoscafo non avevano avuto occasione di parlare: Donovan aveva parlato col capitano e aveva noleggiato la barca per un lungo giro turistico delle coste prima di tornare in porto, poi si era steso sul sedile e si era addormentato, apparentemente stremato.
Seihoshi si era chiesta del motivo di quel comportamento, poi si era resa conto che i Lug li avrebbero cercati lungo le strade che portavano lontano dall'Argentario. Alla sera, quando loro sarebbero tornati in porto, i Lug li avrebbero cercati più lontani, non si sarebbero certo aspettati di trovarli così vicini, in mezzo ai turisti a godersi una gita in barca lungo le coste.
Aveva paura che quei fanatici riuscissero a catturarla nuovamente, ma si disse che doveva fidarsi di Donovan. Giles non lo avrebbe mandato a salvarla se non si fosse fidato di lui, perciò doveva avere fiducia anche lei.
Per il momento era libera ed era già più di quanto non avesse osato sperare. Doveva stare calma e sarebbe andato tutto bene.

Eudial voltò le spalle a Giles e a Tera e fece per entrare in casa, quando sentì la presenza di qualcuno nella sua mente, la presenza di qualcuno simile a lei. Trattenne il respiro nel riconoscere che si trattava di Mimete e alla sorpresa iniziale subentrò l'odio, un'ira ardente verso la persona che tanto tempo prima era quasi riuscita a ucciderla.
Se Mimete entrava in contatto con lei, Eudial sarebbe sicuramente riuscita a trovarla! E finalmente avrebbe avuto l'occasione di ripagarla per quello che le aveva fatto e forse sarebbe riuscita a sfogare la rabbia che sentiva in sé contro qualcuno che la meritava davvero.
Prima che potesse tentare di localizzarla, Mimet le trasmise un messaggio e interruppe il contatto.
"Tornate subito a Tokyo, Hope è in pericolo."
L'irritazione per aver perso l'occasione di trovare la sua nemica si trasformò in sorpresa e poi in preoccupazione quando Eudial si rese conto del significato del messaggio.
Come diavolo faceva Mimete a conoscere Hope? Forse li aveva spiati quando aveva messo la bomba sulla macchina di Giles, ma perché ora la contattava per dirle che Hope era in pericolo?
Che l'avesse rapita per continuare a tormentare Eudial? Però il tono del messaggio non sembrava minaccioso, quanto disperato e pieno di paura.
Era forse una trappola?
Si girò verso Giles e gli riferì quello che era successo.
L'Osservatore impallidì e tentò di telefonare ad Anya, ma, come era già successo l'ultima volta che aveva provato a chiamare in Giappone, le linee erano isolate. La volta precedente aveva pensato a un guasto sulla linea, ma ora le cose gli sembravano molto più preoccupanti.
- Cosa vuoi fare, Giles? - Gli chiese Eudial.
- Torniamo immediatamente a Tokyo. -
- Potrebbe essere una trappola. Anzi, quasi sicuramente lo è, non ci si può fidare di Mimete. -
- Lo so, ma se conosce Hope, molto probabilmente l'ha rapita o qualcosa del genere. Devo tornare a casa e salvarla. So che può essere pericoloso, ma non posso abbandonarla. Avrei dovuto portarla con noi sin dal principio... -
- Fallito, cosa farai con Seihoshi? - Chiese Tera e Giles la guardò con un'espressione angosciata.
- I Lug non le faranno del male. Per il momento non è in pericolo. Dovrà aspettare. -
Giles chiamò il Consiglio degli Osservatori e parlò al telefono per qualche minuto, poi tornò a rivolgersi alle due ragazze.
- Fra poche ore avremo a disposizione un aereo privato che partirà da Roma, nel frattempo riporterò Herta da Donovan e mi farò dare quello che ha tradotto finora, poi proseguiremo per l'aeroporto. Eu, puoi occuparti tu dei preparativi? Ora devo parlare con Sofia. Tera, tu vieni con me. -
L'Osservatore prese la ragazza per un polso e la trascinò in casa con sé.
- Ehi, fallito, che ti prende? Così mi fai male! -
- Non sei una Cacciatrice? -
- Ok, ok, non mi fai male, ma non sei affatto gentile! - Protestò Tera. - E poi perché mi hai trascinata in casa, non devi parlare con Sofia? Io che c'entro? -
- Credo di intuirlo. - Disse Sofia aprendo la porta della sua camera da letto. Sia Giles che Tera si fermarono a guardarla, sorpresi, e la donna riprese a parlare. - Stai per partire, non è vero Rupert? -
Giles fece per rispondere, ma Tera lo interruppe.
- Si, ok, ma ancora non capisco io cosa c'entro. -
- Rupert sta per chiedermi se puoi restare qui con me. -
- Cosa?! Che diavolo sta dicendo?! Io sono una Cacciatrice, non può lasciarmi qui se a Tokyo ci sono nemici da affrontare, non è vero fallito? -
- Aspetti un bambino, Tera. Qui sarai al sicuro. -
- Ma sei impazzito?! Non puoi abbandonarmi qui! -
- Sono disposto a lasciare Seihoshi in mano a una setta di cultisti psicopatici, prova a immaginare se non posso lasciare te qui, perfettamente al sicuro, con una persona di cui mi fido ciecamente. -
- Non esiste! -
Giles la ignorò e si rivolse a Sofia.
- Mi dispiace di non avertene parlato prima. -
- Avevo immaginato che mi avresti chiesto una cosa del genere. E la mia risposta è sì. -
- Nemmeno a me hai chiesto nulla, fallito! E io non sono d'accordo, scordati di potermi trattare così! -
Giles si costrinse a non guardarla.
- Vado a svegliare Herta, non abbiamo molto tempo. -
Giles si affrettò ad allontanarsi e Tera si voltò verso Sofia, furiosa.
- E lei non dice nulla?! Le va bene essere lasciata sola da un giorno all'altro?! -
- Deve andarmi bene. Sapevo fin dall'inizio che sarebbe stato così. Sarebbe ingiusto lamentarmi per una cosa che era chiara sin dal principio. -
- A me non va bene invece! Lo ama vero? -
Sofia si lasciò sfuggire un breve sospiro.
- Si, anche se è stupido da parte mia. -
- Perché non lo segue allora? Come può accettare che lui entri ed esca dalla sua vita solo quando gli fa comodo? -
- Sarei un peso e metterei in pericolo sia le nostre vite che quella di Lyra. Se fossi sola forse lo farei, ma non potrei mai rischiare che possa accadere qualcosa a mia figlia per colpa del mio egoismo. E' per questo che anche tu devi restare qui. Rupert non te lo avrebbe mai imposto, altrimenti. -
- Ma non posso lasciarlo andare a combattere chissà quale nemico da solo! -
- Non lo stai già facendo? Non è solo Eudial a cacciare i vampiri ora? -
- Ma sono solo semplici vampiri, non sappiamo cosa possa aspettarlo a Tokyo! -
- Fidati di Eudial, non permetterà che gli succeda qualcosa di brutto. -
- Ma... -
- E poi se resti qui potrai comunicargli i risultati delle traduzioni del professor Donovan e avere accesso all'archivio di Roma del Consiglio degli Osservatori. Puoi aiutarlo anche da qui, forse più di quanto potresti fare a Tokyo. E poi potresti conoscere meglio tuo padre e tua sorella. -
- Non me ne importa niente! Mi ha abbandonato in mezzo alla guerra! -
Sofia scoppiò a ridere e Tera la fissò allibita e irritata.
- Ora cosa c'è da ridere? -
- Non trovi buffo il fatto di essere arrabbiata con tuo padre perché non ti ha portato al sicuro e con Rupert perché non vuole metterti in pericolo? E' un po' contraddittorio, non trovi? -
Tera sorrise suo malgrado e in quel momento Giles tornò tenendo per mano Herta, ancora insonnolita.
- Se vuoi puoi andare con lui da Donovan. - Disse Sofia, rivolgendosi a Tera. - Poi verrò a prenderti io alla biblioteca. -
- No. Resterò qui, se proprio devo. Voglio parlare con Eudial prima che parta. -
- Tornerò. E' una promessa. - Disse Giles guardando sia Tera che Sofia.
- Cerca di stare attento, razza di scemo. -
L'Osservatore le sorrise.
- Farò del mio meglio. -
Tera lo abbracciò e Giles la tenne stretta, poi si staccò da lei e andò via, seguito da Herta.
La ragazza rimase a guardare la porta finché non sentì il rumore dell'auto che partiva, poi si girò verso Sofia, rendendosi conto che Giles non aveva nemmeno salutato la donna.
- Non è giusto, non le ha detto nulla! Nemmeno una parola! -
Sofia le sorrise, un po' tristemente.
- Non ce n'era bisogno. A volte le parole sono inutili quando conosci il cuore di qualcuno. Va bene così. -