14. I Know How You Feel

Giles chinò la testa, incapace di sostenere lo sguardo delle tre ragazze.
- Ripper... - Xini si avvicinò a lui e fece per prendergli la mano, ma l'Osservatore fece un passo indietro.
- No. Lasciatemi solo. -
Eudial, Xini e Tera lo guardarono entrare in casa, ma non osarono seguirlo e si rivolsero a Spike per avere ulteriori spiegazioni. Il vampirò spiegò loro quello che aveva visto, ma nemmeno lui riusciva ancora a spiegarsi la situazione.
- Xini, è possibile quello che ha detto? - Chiese Eudial preoccupata. - Che sia stato riportato in vita in modo sbagliato o incompleto? Io sono morta per evocarti, ma non mi sono mai sentita in quel modo... -
- Non lo so. - Sospirò la ex-dea. - Dovrei sapere chi è stato a resuscitarlo, oppure poter entrare nella sua mente, ma temo che Ripper non me lo permetterà. -
- Io li ho visti. Erano due creature luminose.-
- Posso... posso entrare nella tua mente? Devo vederli. -
Eudial annuì e le due ragazze si diressero verso la casa. Anche Tera rientrò con loro, ma mentre Eudial e Xini salirono in soffitta per prepararsi all'incantesimo, lei andò a bussare alla porta di Giles.
- Fallito? Posso entrare? -
Silenzio.
Poi quando stava per bussare nuovamente le arrivò alle orecchie un ?no? soffocato.
La ragazza girò la maniglia ed entrò lo stesso.
Giles era steso sul letto e fissava il soffitto.
- Credevo di aver detto che non potevi entrare. - Disse in tono piatto.
- E io credevo che ormai avessi capito che non sono educata. - Rispose Tera trascinando una sedia accanto al letto e sedette restando a guardarlo in silenzio.
- Cosa vuoi, Tera? -
- Non ti illudere, non ho intenzione di chiederti come ti senti o cose del genere. Per quello ci penseranno le altre due mentecatte. È solo che non so se ti sei accorto che hai mezza faccia a brandelli. Sono venuta a metterti qualche cerotto e a evitare che tu sparga il tuo sangue in tutta la casa. -
- Non è nulla di grave. -
La ragazza indicò le tracce di sangue sul cuscino e sul pavimento.
- Vuoi passare il resto della tua vita a fare il bucato e a lavare per terra? -
Giles guardò le macchie senza rispondere e Tera lo costrinse a sollevarsi a sedere sul letto. L'Osservatore non fece nulla per opporsi e la ragazza iniziò a pulirgli le ferite con un panno bagnato.
- Ti faccio male? Non che faccia molta differenza perché comunque devo pulirle... -
- Come puoi essere così tranquilla? - Chiese Giles dopo un po'.
- Uh? Cosa intendi, fallito? -
- Dovresti odiarmi. -
- E per quale motivo? -
- Per quello che ho detto. Per quello che provo. -
- Fallito... Non credi di avere già abbastanza casini per conto tuo anche senza aggiungerci colpe inesistenti? Sei stato tu a volere quello che è successo? No. E allora perché continui a tormentarti in questo modo? -
Giles la guardò.
- Perchè so di aver tutti i motivi per essere felice di essere vivo. -
- Ma non lo sei. -
- No. E continuo a pensare che non vi meritate questo, che dovrei darvi tutto il mio amore, ma non ci riesco più. Non sento nulla, Tera, forse non ho nemmeno più un anima! -
La ragazza gli passò una mano fra i capelli in un gesto quasi tenero.
- Sei proprio stupido, lo sai? Ti fai tanti problemi inutilmente. Dici che non senti nulla, ma poi il tuo cuore è spezzato per i sensi di colpa. Il dolore lo senti, no? E la tua anima è sempre lì dove è sempre stata, razza di scemo. Credimi, ne ho visti di vampiri, zombie e non morti assortiti e tu non rientri in nessuna di queste categorie. E ho visto anche tanta gente senza anima, e stai tranquillo, nessuna di quelle persone si faceva il minimo senso di colpa. Se mi vieni a dire che il tuo capo, Travers, non ne ha una potrei anche crederti, ma se mi dici che tu hai perso l'anima e se me lo dici con quello sguardo, posso solo riderti in faccia. -
- Ma perché non mi importa più di nulla? -
- Accidenti, fallito, sei morto. Non è che ti sei rotto un dito, sei morto, credo che sia comprensibile un minimo di trauma. E non uscirtene con cavolate tipo ?era la mia ora? o ?non dovrei essere qui?. Sono solo parole. Sei qui ora, sei vivo e per quello che mi riguarda ne sono contenta. Tu non lo sei? Pazienza, ti passerà. Non stare a tormentarti su quello che possiamo provare noi nel vedere che stai male, piuttosto cerca di stare meglio, perché tanto non puoi farci nulla. Ah, a proposito, se scopro che hai di nuovo messo a rischio la tua vita in un modo tanto idiota come hai fatto stasera, sarà mia cura fartene pentire amaramente. E si, questa è una minaccia. -
- Cosa devo fare, Tera? -
- Per il momento evita di grattarti il viso. -
- C-cosa? -
- Dove ti ho appena medicato se non vuoi che ti restino le cicatrici. -
- Oh. -
- Questo per quello che riguarda le tue ferite. Per il resto non c'è molto che puoi fare. -
La ragazza sedette sul letto accanto a lui e gli prese una mano.
- Sei vivo. Senti il tuo sangue che scorre, il tuo cuore che batte? Sei vivo e c'è solo una cosa che puoi fare ora ed è continuare a vivere. Anche se non senti nulla ora, vai avanti e cerca di comportarti in modo normale. Fai quello che sai fare senza pensare ai sensi di colpa, non ti arrendere e vedrai che pian piano le cose miglioreranno. Tornerai ad essere quello di prima. -
- Come puoi esserne certa? -
- Perchè se io ho ancora un'anima e un cuore, tu non puoi averli persi. -
- Tera... -
- Promettimi che non ti arrenderai. Non ora, non in questo modo. Lascia passare il tempo e vedrai che starai meglio. Se non sai a cosa aggrapparti, ricordati che sei un Osservatore, hai un lavoro e una missione. Impegnati nel tuo lavoro, fai le cose che sai fare meglio e che sai che sono giuste e vedrai che alla fine andrà tutto bene. Non pensare ai sentimenti che provi per noi, non farti sensi di colpa inutili, noi siamo felici di averti qui. -
La ragazza lo guardò con affetto.
- Me lo prometti? -
Giles annuì debolmente e Tera gli sorrise.
- Così va già meglio. Ora stenditi un po' e rilassati. Da quanto è che non dormi? No! Non dirlo, preferisco non avere ulteriori prove della tua stupidità. Meglio che chiudi gli occhi, ora. È un ordine. -
L'Osservatore obbedì con un sorriso appena accennato e si rilassò un po'. Le parole di Tera avevano un senso, dopotutto. Non avrebbe perso nulla a provare a comportarsi come gli aveva suggerito e la Cacciatrice aveva ragione, qualunque cosa gli fosse successa, lui era sempre un Osservatore e sarebbe stato capace di fare il suo lavoro.
Si sentiva stanco. Da quando era tornato in vita non era riuscito a dormire molto per i sensi di colpa e per il peso di quel segreto, ma ora che tutti sapevano quello che era successo, lui si sentiva un po' più sereno.
Tera lo guardò addormentarsi, poi uscì dalla stanza in silenzio.
Eudial e Xini stavano scendendo dalle scale della soffitta e la guardarono con sospetto.
- Eri con Giles? -
- Gli ho curato le ferite, ora si è addormentato. -
- Come... come sta? - Chiese Xini, preoccupata. - Ho visto nella mente di Eudial le immagini degli esseri che lo hanno riportato in vita, ma non so chi siano. Non so cosa gli abbiano fatto. -
Tera lanciò un'occhiata alla porta della stanza di Giles.
- È a pezzi e si sente in colpa nei nostri confronti, ma credo che i suoi timori siano infondati. Dopo un'esperienza tanto traumatica è normale che i suoi sentimenti siano come addormentati. Credo che abbia solo bisogno di tempo. -
- Come puoi esserne certa? -
- Non lo sono, ma so quello che prova. -
Le due ragazze la fissarono come in attesa di ulteriori spiegazioni, ma Tera non aggiunse altro.