6. The Slayer and the Cat

Tera sedette sul ramo dell'albero con Valerius in braccio e osservò il cimitero deserto mentre il gatto giocherellava con l'estremità della sua treccia.
- Non ci sono molti vampiri da queste parti, forse dovremmo spostarci da qualche altra parte. -
- Se ho imparato una cosa da quando vi conosco è che i vampiri sono ovunque e che se c'è qualche guaio possibile, prima o poi ci troverà di sicuro. Non potremmo riposare un po' quando ne abbiamo l'opportunità? -
Tera gli pizzicò leggermente la punta delle orecchie, senza fargli male.
- Se sei stanco di questa vita, posso rimandarti da Eudial. -
- E lasciarti tutto il divertimento? Scordatelo! Ora sono il gatto di una Cacciatrice, un gatto Cacciatore, direi! -
- Ma se non sei capace di prendere nemmeno un topo, pulcioso. - Disse Tera e il gatto scorse l'ombra di un sorriso sul suo volto.
- Ho ucciso un vampiro! -
- Si, rovesciandogli addosso per sbaglio una boccetta di acqua santa mentre fuggivi... -
- Faceva parte di un piano premeditato. -
- Si certo, come no. -
Valerius soffiò senza molta convinzione e la guardò, improvvisamente pensieroso.
- Cosa faremo? Non ti sono rimasti molti soldi... -
- Dovrò trovare qualche altro lavoro temporaneo da fare. -
- Potresti chiamare Eudial. -
- Dopo che le ho praticamente ucciso il padre? -
- Non lo hai ucciso tu. - Disse Valerius stancamente, come se quella fosse una conversazione già affrontata molte volte.
- È come se lo avessi fatto. Se è morto è colpa mia e lo sai anche tu. -
- Potresti chiamare il Consiglio allora. - Cambiò discorso il gatto.
- Preferisco morire di fame che dovermi abbassare a chiedere qualcosa a quelli! -
- Ma io non voglio morire di fame! -
- Tranquillo, ho ancora un paio delle tue scatolette. E poi puoi sempre mangiare i topi. -
- Che schifo! -
- Sei un gatto, ricordi? -
- Io non mangio topi! -
- Zitto! Guarda lì! -
Tera indicò una figura sinistra che si aggirava tra le tombe.
- Vampiro? -
La ragazza annuì e si alzò in piedi sul ramo dell'albero, estraendo la spada senza fare rumore. Impugnò l'arma con una mano e sollevò il gatto con l'altra.
- Sei pronto? - Sussurrò e Valerius annuì, tendendo i muscoli.
Tera lo lanciò contro il vampiro e il gatto tirò fuori le unghie soffiando e gonfiando il pelo. La ragazza saltò giù dall'albero alle spalle del vampiro e roteò la spada, decapitandolo mentre Valerius balzava agilmente a terra.
- È stato facile. - Disse Tera. - Hai trovato qualcosa? -
Il gatto le andò incontro con un fascio di banconote in bocca e le lasciò cadere ai suoi piedi.
- Siamo stati fortunati, era un vampiro ricco. -
La ragazza raccolse i soldi e lasciò che il gatto le salisse sulla spalla.
- Bel lavoro, sicuro di non essere stato un ladro invece che un mago nella tua vita precedente? -
- Spiritosa. Se non avessi avuto l'idea di rapinare i vampiri che uccidi avremmo fatto la fame. -
- Non ti farebbe male un po' di dieta, stai diventando pesante. -
- Ma se sono in perfetta forma! -
- Si, forma sferica. -
- Ah ah ah. Dovrei ridere? -
- Fai come ti pare. -
Tera mise via la spada nascondendola nello zaino e uscì dal cimitero.
- Fine della caccia per stanotte? - Chiese Valerius, curioso.
- Non credo che ci siano altri vampiri in giro da queste parti, sembra un posto tranquillo. E poi dobbiamo ancora trovare un posto dove dormire. -
- Credi di trovare alberghi aperti a quest'ora in un paese di campagna come questo? -
- No, ma è campagna ed è bel tempo, possiamo anche accontentarci di un granaio o di una stalla. -
Valerius sbadigliò, stiracchiandosi.
- Beh sarà sempre meglio di quando siamo rimasti sotto la pioggia tutta la notte. -

Giles addentò la sua fetta di pane abbondantemente ricoperta di marmellata che Lyra aveva insistito per preparargli e sorrise nel vedere l'entusiasmo della ragazzina mentre preparava i panini per il pranzo.
- Vuoi una mano? -
Lyra gli sorrise e scosse la testa.
- No, oggi voglio essere io a preparare il pranzo. Di solito sei tu a farlo, ma oggi è un giorno speciale. Ti piace la colazione? -
- Una delle migliori che abbia mai mangiato. -
La ragazzina scoppiò a ridere.
- Certo, perché te ne ricordi tante, vero? - Lo prese in giro affettuosamente, poi lo guardò intensamente, tornando seria. - Dimmelo ancora, ti prego, sennò non riesco a crederci. Verrai davvero a scuola con me oggi? -
- Certo, te l'ho promesso, no? Tua madre avrebbe voluto poter venire lei, ma dovrai accontentarti di me. - Rispose Giles con un sorriso divertito.
Lyra gli gettò le braccia al collo e lo baciò sulla guancia d'impulso.
- Sono così contenta, Shad! Grazie, grazie ancora! Ora i miei compagni crederanno che esisti davvero! Continuano a dire che mi invento un sacco di storie, ma ora vedranno che è tutto vero! -
Lanciò un gridolino vedendo l'orologio e si affrettò a finire i panini e a infilarli nello zaino.
- Sei pronto? Dobbiamo sbrigarci o faremo tardi! Sai? Oggi passeremo la giornata in campagna, alla fattoria vicino alla scuola. Sarà come una specie di gita e organizzeranno gare e giochi a cui partecipare insieme ai genitori! Gli anni scorsi ero costretta a restare a guardare, ma stavolta ci sei tu! - Si bloccò di colpo, esitando leggermente prima di proseguire. - Certo, sempre che tu ne abbia voglia... ma anche se non ti va di giocare non importa. Sono già contenta che tu venga. -
- Perchè non dovrebbe andarmi? -
- Pensavo che forse potresti non sentirtela, sei stato così male... -
Giles le sorrise, rassicurante.
- Mi sento in ottima forma, te lo assicuro. A parte la memoria non c'è nulla che non vada in me. -
- Però non stancarti troppo, ok? Me lo prometti? -
- Promesso. -

Tera aprì gli occhi, svegliata dalle grida allegre di decine di voci di ragazzini e spostò la paglia che le aveva fatto da letto, alzandosi a sedere.
- Che succede pulcioso? Cosa è tutto questo rumore? -
Valerius guardò fuori dalla finestrella del soppalco della stalla dove avevano dormito quella notte.
- Sembra che il prato qua fuori sia pieno di ragazzini con i loro genitori. Mi chiedo perché. -
Tera si avvicinò anche lei alla finestra e guardò fuori.
- Sembra una specie di gita scolastica. Con tutte le fattorie nei dintorni dovevano scegliere proprio questa... Vieni gatto, andiamo via prima che a qualcuno venga in mente di curiosare nella stalla. -
Fece per avviarsi verso la scala quando si accorse che Valerius non si era mosso dalla finestra e continuava a fissare la gente nel prato.
- Non è possibile. - Sussurrò il gatto e Tera notò che aveva il corpo rigido per la tensione.
- Cosa? - Chiese, tornando a inginocchiarsi accanto a lui.
- Guarda lì, accanto a quell'albero. -
- La ragazzina bionda? -
- L'uomo accanto a lei. Ora è nascosto dal tronco dell'albero, ma quando si sposta, guardalo e dimmi se sono pazzo. -
Tera guardò nella direzione indicata dal gatto e dopo un po' riuscì a vedere il viso dell'uomo. Impallidì di colpo ed ebbe la netta impressione che sarebbe caduta se non fosse stata già seduta in terra.
- Non... non può essere lui. È morto. -
- Lo so, ma è identico a lui... -
- Non può essersi salvato da quell'incendio, non c'erano altre uscite... Forse quell'uomo gli somiglia soltanto... Forse siamo noi a volerlo vedere a tutti i costi... -
- E se fosse un fantasma?! -
- Uno spettro che parla con la gente? Non essere ridicolo, pulcioso. -
- Ma se è Rupert Giles perché non è tornato da noi? -
- Forse non è lui... Ma gli somiglia così tanto...
Valerius corse verso la scala.
- Dove vai?! - Gli chiese Tera, senza muoversi. Si sentiva tremare le gambe a tal punto che non osava alzarsi.
Il gatto la guardò febbrilmente.
- Vado a vedere se è lui. Aspettami qui. -
Tera annuì debolmente e tornò a fissare quell'uomo identico a Giles.