4. Always in Your Heart

Giles vide le fiamme che lo circondavano e cercò disperatamente una via di fuga, senza successo. Si appoggiò al muro, ansimando e attese la morte, ma improvvisamente sentì una voce che lo chiamava e aprì gli occhi, svegliandosi.
Si guardò intorno, terrorizzato, ma le fiamme erano sparite e accanto a lui c'era Lyra che lo guardava preoccupata.
- Stai bene? -
- S-si credo di si. Era un incubo, credo. -
La ragazzina si lasciò cadere sulla sedia accanto al letto con un piccolo sbuffo.
- Devi smetterla di farmi prendere certe paure, sembrava che stessi soffocando! -
- Scusa. -
Lyra sorrise.
- Non importa, l'importante è che non fosse nulla di grave. Ti senti meglio oggi? -
- Un po'. Adesso riesco a stare sveglio anche per due ore di fila, è un miglioramento, no? -
- Dopo aver dormito per una settimana intera non riuscirei a prendere sonno. - Disse seria strappando una risatina all'Osservatore.
- Sembri più giovane quando sorridi. A proposito, ti sei ricordato come ti chiami? -
Giles scosse la testa.
- No. Non ricordo nulla. -
- Non essere triste, lo ricorderai. Nel frattempo ti ho trovato un nome! -
- Si? -
- Ho cercato su internet, su un sito per scegliere i nomi dei bambini e ne ho trovato uno che è perfetto per te. Visto che sei inglese ho cercato fra i nomi inglesi, è l'abbreviazione inglese del nome di un ragazzo scampato alle fiamme per miracolo: Shad. -
- Shadrach, uno dei tre giovani ebrei portati a Babilonia e condannati ad essere bruciati vivi in una fornace... -
Lyra lo guardò a bocca aperta.
- Come fai a saperlo?! -
Giles scosse la testa, stupito anche lui.
- Non... non lo so. Mi è venuto in mente e basta. È strano... mi ricordo una cosa del genere e non riesco a ricordare come mi chiamo... -
- Te ne ricorderai. - Lo rassicurò la ragazzina. - Allora ti piace Shad? - Chiese guardandolo con occhi speranzosi.
L'Osservatore annuì con un sorriso.
- Grazie. Sei stata molto gentile a cercarlo per me. -
- Ma non dire a mamma che l'ho trovato su internet, non vuole che usi il computer quando lei non c'è. A proposito, ti ho riportato una cosa. Questi credo che siano tuoi. - Gli disse porgendogli gli occhiali. - E ti ho portato anche un libro e qualche rivista. Ti annoierai da morire a dover restare a letto tutto il giorno. Mi dispiace di non aver trovato nulla in inglese, spero che non avrai problemi a leggere in italiano visto che lo parli così bene. -
La ragazzina appoggiò i libri sul comodino e guardò i pochi oggetti contenuti dentro una ciotolina: una croce d'argento legata a un cordoncino nero e due sferette di cristallo luccicanti.
- Cosa sono? -
- Tutto quello che ho attualmente. Avevo quelle sferette in tasca quando mi hanno portato qui e la croce intorno al collo. Ma non so a cosa servano quella specie di biglie, forse sono portafortuna. -
- Beh, in tal caso hanno funzionato... -
Giles ridacchiò, ma una fitta di dolore lo fece impallidire.
Lyra lo guardò preoccupata.
- Ti senti male? -
- N-non è niente. I dottori hanno detto che è normale. -
- Vuoi che chiami l'infermiera? -
Giles scosse la testa.
- No. Mi darebbe altri antidolorifici e non ne voglio. Mi stordiscono e mi sento già abbastanza confuso. Finchè il dolore è sopportabile posso farne a meno. -
La ragazzina gli prese la mano sinistra e la strinse fra le sue.
- Se vuoi puoi piangere, non lo dirò a nessuno. Da piccola sono caduta dalla bicicletta e mi sono rotta una gamba. La mamma restava seduta accanto al mio letto, mi teneva la mano quando piangevo e cantava per me. Forse è una sciocchezza, ma mi faceva sentire meglio. Visto che la tua mamma non c'è, puoi tenere la mia mano. Vuoi che ti canti qualcosa? -
Giles le sorrise, riconoscente e annuì, poi chiuse gli occhi e la ascoltò, cercando di non pensare al dolore che lo tormentava.
Lyra continuò a canticchiare finché non lo sentì rilassarsi e scivolare in un sonno profondo. Liberò la mano da quella di Giles facendo attenzione a non svegliarlo e lo guardò, dispiaciuta nel vederlo ancora tanto debole e sofferente, ma i medici avevano assicurato a sua madre che sarebbe guarito completamente, almeno per quello che riguardava le ferite fisiche. Non potevano garantire nulla per la memoria, ma per il resto si sarebbe ripreso presto.

Eudial spinse la porta e Lili le corse incontro, miagolando.
La ragazza prese in braccio la gattina e sospirò: Anya aveva tenuto in ordine la casa e si era occupata degli animali, ma in quelle settimane aveva assunto lo stesso un aspetto abbandonato e vagamente spettrale. Il cane che avevano trovato e che non aveva ancora un nome si era adattato a vivere in giardino e a lasciare la casa regno incontrastato di Lili e cane e gatta avevano stabilito una convivenza abbastanza pacifica.
- Spike, questa casa sembra così vuota... - Sussurrò Eudial, mentre le lacrime ricominciavano a scenderle sul viso. Da quando Giles era morto, Eudial aveva l'impressione che non sarebbe più riuscita a smettere di piangere. Se Spike non fosse stato al suo fianco per sostenerla e condividere quel dolore, sarebbe crollata.
Lili le leccò il viso ed Eudial sorrise tristemente tra le lacrime, poi depose a terra la gattina e si avviò al piano di sopra.
- Eu... - La chiamò Spike e lei annuì.
- Devo... devo far avere i suoi diari agli Osservatori. -
- Vuoi che venga con te? -
- No, grazie Spike. Vorrei restare sola. -
Il vampiro annuì ripensando al pomeriggio di quasi un anno prima, quando era stato Giles a doversi occupare delle cose di Eudial e a piangere per la sua morte.
Guardò la ragazza che saliva le scale stancamente seguita da Lili e sospirò.
- Ovunque tu sia, Rupert, spero che tu sia in pace. -

Eudial entrò nella stanza di Giles, addolorata nel ricordare che l'ultima volta che era entrata in quella stanza Giles era lì con lei e, pur essendo spaventato, aveva accettato di lasciarsi possedere di nuovo da Gauk, affidandosi completamente a lei. A lei che non era riuscita a salvargli la vita.
L'ultima volta che avevano parlato era stato proprio in quel punto accanto alla finestra. Giles le aveva detto di volerle bene e lei gli aveva tenuto la mano.
Eudial cercò di non pensare che non avrebbe più potuto farlo e si concentrò nella ricerca del diario. Lo trovò quasi subito nel cassetto della scrivanie e lo raccolse, ma, nel sollevarlo, alcune buste caddero in terra ai suoi piedi.
Appoggiò il diario sul piano del tavolo e si chinò a raccogliere le buste, trasalendo leggermente nel notare che erano indirizzate a lei e agli altri.
Appoggiò le altre buste sopra al diario e sedette sul letto per aprire la sua con le mani che le tremavano.
Giles le aveva scritto una lettera lunga e piena di affetto, ma lei fu costretta a leggerla almeno tre volte per rendersi conto di quello che significavano quelle parole e, quando quel significato penetrò del tutto nel suo animo, scoppiò di nuovo in lacrime.
Spike entrò nella stanza sentendola piangere e la abbracciò.
- Lui lo sapeva! - Singhiozzò Eudial. - Lo sapeva e ha accettato lo stesso di chiamare Gauk! -
- Cosa sapeva? -
- Che sarebbe morto. Aveva avuto una visione e lo sapeva! Lo ha accettato serenamente perché sapeva che Xini e Tera si sarebbero salvate... - Eudial indicò le lettere e Spike prese la sua.
La lesse in silenzio e sorrise leggermente leggendo il punto in cui Giles gli diceva di prendersi cura di Eudial anche per lui.
?Non c'era bisogno di dirlo, Rupert.? Pensò. ?Sai già che lo farò, su questo puoi stare tranquillo.?
Il vampiro passò un braccio intorno alle spalle della ragazza e la attirò a sé, asciugandole le lacrime con un bacio.
- Non piangere più, Eu. Rupert vorrebbe vedere che stai bene, dovremmo cercare di essere sereni quando pensiamo a lui, fare in modo che il suo ricordo sia felice e non una causa di dolore. -
- Mi manca così tanto... - Sospirò la ragazza.
Il vampiro le posò una mano sul petto all'altezza del cuore.
- È qui, Eu. Finchè ti ricorderai di lui sarà sempre qui con te. -
La ragazza annuì e cercò di trattenere le lacrime.
Guardò le lettere pensierosa.
- Dovremo consegnarle... Ho sentito che Xini è tornata anche lei a Tokyo, dovrebbe essere facile rintracciarla, ma mi chiedo che fine abbiano fatto Tera e Valerius... -
- Forse è tornata al Consiglio... -
- È possibile. Quando spedirò loro i diari e la lettera di Giles, chiederò se sanno come contattarla.-