20. A Flower on My Grave

Eudial sedette sul bordo del letto e sorrise con affetto all'Osservatore mentre gli sistemava le coperte.
- Come ti senti? Fa ancora male il polso? -
- Con tutti gli antidolorifici che mi hanno dato in ospedale, credo che non potrebbe farmi male nemmeno se me lo tagliassero di netto. Mi sento stordito però... -
- Credo che sia normale. Cerca di riposare e vedrai che guarirai presto. -
- Eu, non è così semplice, lo sai anche tu. Non è andato via, è ancora dentro di me e prima o poi tornerà a controllarmi e a farmi fare cose orribili... - Disse Giles, avvilito. - Non sono abbastanza forte per resistergli, lo hai visto no? -
Eudial gli prese la mano sana e la tenne stretta tra le sue.
- Passerà anche questo, te lo prometto. Lo supereremo insieme e andrà tutto a posto. -
Giles sospirò tristemente.
- Sono così stanco, Eu. Non ce la faccio, non posso combattere ancora... -
La ragazza gli carezzò i capelli con tenerezza.
- Non pensarci Giles, andremo avanti un passo alla volta e io ti sosterrò quando non riuscirai a proseguire. Ora chiudi gli occhi e rilassati, non sei solo. Io sono qui con te e non permetterò che ti succeda nulla di male. -
Rimase a confortarlo finché il respiro di Giles non si fece più lento e regolare facendole capire che finalmente l'Osservatore si era addormentato.
Lili era salita sul letto, ma Eudial la lasciò fare: se Giles si fosse svegliato, sarebbe stato contento di trovarsela accanto.

Valerius distese la zampa che gli faceva male e provò ad appoggiarvi il peso. Il dolore era ancora notevole, ma sopportabile ed era migliorato rispetto ai giorni precedenti, quindi forse non era rotta. Saltò un po' goffamente sul letto e si arrampicò sul torace di Tera, accostando il muso al viso della ragazza. A sentire i discorsi dei dottori, le ferite si stavano rimarginando molto in fretta, ma lei ancora non si era ancora svegliata.
Il gatto le leccò il viso, senza capire se quel gesto serviva più a incoraggiare lei o a calmare lui. Improvvisamente, la ragazza mosse un braccio e lo colpì, facendolo volare sul pavimento. Il gatto si rialzò subito e saltò di nuovo sul letto.
- Tera?! -
La ragazza aveva aperto gli occhi e si stava guardando intorno.
- Pulcioso... - Disse debolmente. - Cosa è successo? -
- Ti sei svegliata! Meno male! I dottori credevano che saresti morta! Come ti senti?! -
Tera guardò Valerius, confusa. Non lo aveva mai visto tanto agitato e preoccupato per lei, di solito non faceva altro che insultarla.
Le ferite le facevano male, ma era un dolore sopportabile e aveva la sensazione che ormai stessero guarendo. Invece si sentiva molto confusa e agitata: decine di pensieri e di sentimenti si affollavano nella sua testa e non riusciva a calmarli. L'ultimo ricordo che aveva era quello di Giles che la pugnalava senza pietà e una voce rassicurante che le diceva di non essere sola. Provava una forte rabbia e un grande dolore contemporaneamente: Giles si era lasciato possedere da quel demone senza nemmeno lottare e le parole che le aveva detto mentre la colpiva la facevano sentire tradita. Possibile che lui la odiasse davvero? Che l'affetto che le aveva mostrato fosse solo una finzione per potersi vendicare?
La voce di Valerius la distrasse da quei pensieri e la ragazza si rese conto di colpo che la voce che l'aveva confortata era la sua.
- Perchè sei qui? -
Il gatto si leccò una zampa, ostentando una calma che non provava affatto.
- Non avevo niente di meglio da fare e a casa attualmente c'è troppo casino per i miei gusti. -
- Cosa... cosa è successo al fallito? -
- Quel cretino si è fatto possedere dal demone, ma Eudial lo ha catturato. Ora sembra aver recuperato la ragione, ma il demone è sempre dentro di lui ed Eudial sta cercando un modo per farlo tornare come prima. Se non si butta dalla finestra prima. Ci ha già provato una volta. -
Tera lo guardò, incredula.
- Dici sul serio? Perchè lo ha fatto? -
- Quando si è reso conto di quello che aveva fatto ha tentato di uccidersi per distruggere il demone, ma Eudial lo ha fermato in tempo. -
- Stupido fallito. - Disse la ragazza sottovoce, poi richiuse gli occhi, si sentiva stanca e sentiva il bisogno di dormire.
Valerius fece per andare ad acciambellarsi sulla poltrona accanto al letto, ma Tera lo trattenne afferrandolo per la coda e il gatto si stese accanto a lei, addormentandosi anche lui, finalmente tranquillo.

- Non posso chiedergli una cosa del genere! - Disse Eudial con le lacrime agli occhi.
Il vampiro la guardò, addolorato.
- Eppure temo che sia l'unico modo. Giles non può fare nulla per combattere il demone né per liberare Xini e lei tra poco agirà, hai sentito anche tu la tv, no? Ha organizzato un concerto a sorpresa. Mi chiedo che intenzioni abbia. -
- Ma come posso dire a Giles che deve lasciare il controllo a Gauk? Lo so anche io che abbiamo bisogno dell'aiuto del demone, ma ferirei Giles se glielo dicessi e si sente già così male per quello che è successo a Tera... -
- Lo so, ma è importante convincere il demone ad aiutarci. Guarda qui, - indicò un volume antico aperto sul tavolo davanti a lui - questo è un rituale per aprire il portale di una dimensione demoniaca e può essere effettuato solo tra due giorni a mezzanotte. -
- La sera del concerto di Xini! -
- Esatto. Probabilmente intende sacrificare il pubblico per aprire il passaggio. Bisogna trovare il modo per fermarla. -
Eudial sospirò.
- Parlerò con Giles. -

Giles si girò nel letto, ancora semi addormentato. L'effetto degli antidolorifici doveva essere passato perché il polso stava ricominciando a fargli male e il dolore lo aveva svegliato. In compenso la febbre doveva essere calata perché si sentiva più forte e meno confuso. Ed era ancora se stesso, pensò con sollievo. Si sollevò cautamente a sedere per prendere il bicchiere d'acqua sul comodino, quando avvertì una sensazione di calore intensa alla schiena, come se una fiamma gli ardesse a contatto della pelle senza fargli male.
Era il punto dove il demone lo aveva ferito qualche giorno prima e si chiese se stesse avvenendo qualche cambiamento al marchio che gli aveva lasciato inciso sulla schiena.
Fece per sbottonarsi la giacca del pigiama per controllare, quando la vista gli si annebbiò per qualche secondo, costringendolo a chiudere gli occhi. Quando li riaprì, stava fissando una scena totalmente diversa: un prato di un verde tenero come l'erba primaverile, costellato di lapidi candide. Numerosi gatti ben nutriti erano stesi sulle tombe, nel sole tiepido della mattina. L'Osservatore camminò per un po' in quel prato immerso nel silenzio e, nel vedere la lapide di John Keats si rese conto di conoscere quel luogo, di averlo già visitato in passato: era a Roma, nel cimitero acattolico vicino alla Piramide Cestia. Attraversò il prato, fino a giungere nella parte più moderna del cimitero e vi scorse un gruppo di persone radunato intorno a una bara. Riconobbe subito i morbidi riccioli ramati di Xinuxunil che sfuggivano dal velo nero che le nascondeva il viso. Accanto a lei c'erano Eudial e Tera. Quest'ultima era viva e sembrava stare bene anche se sul suo viso si notava ancora l'ombra di un livido. In braccio a lei c'era Valerius che guardava la bara con aria malinconica. Essendo giorno, Spike non era presente, ma Giles aveva la sensazione che non fosse distante.
L'Osservatore si avvicinò alla tomba per vedere di chi fosse, ma quando si sporse per leggere la scritta sulla lapide, con un brivido si rese conto di sapere già cosa vi avrebbe letto: Rupert Giles.