19. Back from Hell

Gauk si passò una mano sul viso, incredulo nel vederla bagnata di lacrime. Non era possibile che stesse piangendo, doveva essere colpa di quello stupido corpo umano, si disse, così come dal corpo dovevano dipendere i brividi di freddo che lo coglievano quando pensava a Glasya.
Le sue parole, ogni suo gesto, erano impressi a fuoco nella sua mente e sembravano fargli sanguinare qualunque cosa un demone avesse al posto del cuore. Glasya che voleva ucciderlo... Glasya che diceva di aver sbagliato a riportarlo in vita... Glasya che non avrebbe più camminato al suo fianco...
Ogni volta che pensava a lei si sentiva soffocare e alla fine si abbandonò a quello che gli suggeriva di fare quel corpo umano, rannicchiandosi sul letto e scoppiando in singhiozzi disperati.

- Stai bene, Eu? - Spike la guardò, preoccupato e si avvicinò a lei per abbracciarla. - Mi hai spaventato, se aveste iniziato a combattere, saresti riuscita a sconfiggerla? -
Eudial si appoggiò al corpo del vampiro, inclinando la testa per poggiarla sulla sua spalla.
- Forse si, ma non ne sono certa. Probabilmente sarei riuscita a coglierla di sorpresa, ma avrei dovuto uccidere Xini. Per fortuna lo ha capito anche lei, ci contavo. Se avessi dovuto ucciderla, Giles ne sarebbe stato distrutto. -
- Ma ora lei vorrà vendicarsi di certo. Dobbiamo aspettarci un attacco feroce. -
- Però ha fatto quello che volevo. Ora i legami tra quei due sono strappati. Dobbiamo convincere Gauk a mettersi contro di lei, forse non ci vorrà molto, credo che ci sia rimasto molto male per quel tradimento. -
- Sei stata brava, ma ora riposati un po' Eu,devi essere esausta... -
Spike sedette sul divano e fece stendere Eudial accanto a lui, in modo che potesse appoggiare la testa sulle sue gambe. La ragazza chiuse gli occhi e si addormentò quasi subito, tranquilla nel sapere che Spike era accanto a lei e avrebbe vegliato sul suo sonno.

Quando si svegliò qualche ora dopo, Eudial chiamò l'ospedale per avere notizie di Tera, poi tornò dal vampiro in salotto.
- Nessuna novità? -
- No. E non so se sia un bene o un male. -
- Perlomeno Valerius non si è fatto scoprire. -
- Già, almeno quello. Meglio che vada a vedere in che condizioni è il nostro demone. -
Spike annuì e la ragazza salì le scale.
Eudial entrò nella stanza di Giles e scorse subito l'uomo profondamente addormentato, col viso affondato nel cuscino e ancora umido di lacrime.
Con un sospiro andò a sedere sul bordo del letto e gli sfiorò una guancia con la mano trovandola calda di febbre. Si sentiva in colpa per aver fatto soffrire il corpo dell'Osservatore, ma non poteva permettersi di essere tenera con il demone, se voleva annientarlo.
L'uomo si svegliò al suo tocco e si mosse, girandosi sulla schiena. Eudial si allontanò prudentemente di qualche centimetro.
- Eu... sei tu? Cosa è successo? - Chiese con un filo di voce.
La ragazza spalancò gli occhi, sorpresa.
- Giles? -
- Sei riuscita a sconfiggerlo? No... lo sento, è ancora dentro di me... -
Eudial lo abbracciò forte.
- Come hai fatto a riprendere il controllo, Giles? Sono così felice di rivederti! -
L'Osservatore scosse la testa.
- Non ne ho idea... Io non ho fatto nulla, ero in una specie di oblio, poi ho aperto gli occhi e c'eri tu. - Si fermò un attimo, tremando e la guardò, quasi spaventato. - Tera. Come sta Tera? -
- Meglio, starà bene presto. -
Giles si appoggiò a lei, abbattuto.
- La verità, Eu. Ti prego non mentirmi. -
- È in coma. I dottori non possono dirci nulla. Valerius è rimasto con lei. -
Eudial lo tenne stretto e piansero insieme per un po', poi Giles si staccò da lei.
- Devo vederla... Ti prego lasciami andare da lei... -
- Giles, non puoi muoverti da qui. Sei ferito, hai la febbre e poi... -
- Il demone mi ha lasciato libero per il momento e non hai detto tu stessa che puoi controllarlo? -
La ragazza riflettè per un attimo, triste per il dolore che leggeva negli occhi di Giles. Inoltre il polso dell'Osservatore era gonfio e sembrava peggiorato.
- Va bene. Verrai con me in ospedale, ma prima di vedere Tera ti farai visitare il braccio, ok? -
Giles annuì ed Eudial lo baciò sulla guancia.
- Ok, allora preparati e andiamo. -

Valerius sentì la porta che si apriva e si precipitò a nascondersi sotto il letto, poi si rese conto che la persona appena entrata aveva un odore familiare e balzò fuori soffiando e gonfiando il pelo.
- Non finirai il tuo lavoro, mostro! -
Giles lo guardò tristemente, chinando la testa senza rispondere ed Eudial si affrettò a raggiungerlo e gli posò una mano sulla spalla, poi si rivolse al gatto.
- Va tutto bene, Valerius. È Giles. Non farà del male a Tera. Vieni.- Disse, chinandosi a prenderlo in braccio. - Lasciamoli soli per qualche minuto. No, non temere. Anche se tornasse sotto l'influenza del demone non potrebbe farle nulla. Giles, noi ti aspettiamo fuori. -
L'Osservatore non rispose, fissando il viso di Tera, come ipnotizzato dal pallore della ragazza.
Si avvicinò al letto, senza osare toccarla e rimase immobile a guardarla.
- Mi dispiace Tera... - Sussurrò. - Non ti meritavi tutto questo... È tutta colpa mia... -
Chiuse gli occhi in preda al dolore che gli opprimeva l'anima ed ebbe la certezza che avrebbe perso i sensi, invece riaprì gli occhi sentendosi sostenere e vide Eudial al suo fianco.
La ragazza lo condusse fuori dalla stanza e lo fece sedere su un divanetto nel corridoio.
- Stai bene Giles? Quando sono entrata eri immobile e pallido come un cadavere. Non ti ho visto fare il minimo movimento almeno per un minuto. -
- Cosa? Ma sono stato solo pochi secondi nella stanza... -
Eudial lo fissò, preoccupata.
- Giles, sei rimasto lì dentro almeno per dieci minuti. -
- Non... non ricordo di esserci stato così tanto... Non avrò fatto del male a Tera?! -
Eudial gli asciugò il viso con un fazzoletto.
- Stai tranquillo, non le hai fatto niente. Non avresti potuto. -
- Certo, niente a parte pugnalarla... -
- Smettila di parlare così! È stato il demone, non tu. -
- È colpa mia, Eu. Quando... quando il demone mi ha preso... - rabbrividì al ricordo - ...non ho fatto nulla per difendermi. Avrei potuto lottare, almeno provarci... ma non ho fatto nulla... S-se avessi resistito forse ora Tera... -
Eudial lo abbracciò.
- Non pensarci, Giles, ormai è inutile. Tormentarti in questo modo non può cambiare il passato, non farti male in questo modo, ti prego... -
- Come puoi dirmi di non pensarci?! Tera è in quelle condizioni a causa mia! Se morirà sarò io ad averla uccisa, con le mie mani! Avresti dovuto uccidermi, Eu! -
Eudial lo colpì con uno schiaffo secco, non tanto forte da fargli male, ma abbastanza forte per farlo calmare. Giles la guardò quasi sorpreso per un attimo, poi scoppiò a piangere sommessamente fra le braccia della ragazza.
Eudial lo lasciò piangere a lungo, carezzandogli i capelli in modo rassicurante, poi, quando le lacrime iniziarono a fermarsi, si alzò e lo lasciò solo per qualche minuto per permettergli di riprendere il controllo. Prese una bottiglietta di succo di frutta al distributore automatico e tornò dall'Osservatore. Era rimasto seduto sul divanetto con aria abbattuta, pallido e con gli occhi arrossati, ma sembrava essersi calmato.
Eudial gli premette la bottiglietta fresca sul viso e gli carezzò la guancia con l'altra mano.
- Bevi questo, ti farà sentire meglio. Poi ti riporto a casa. -
Giles fece per scuotere la testa, ma Eudial alzò una mano in un gesto severo.
- Niente obiezioni, Giles. Ti sei già scordato che meno di un'ora fa volevano ricoverarti per la frattura al polso? Hai anche la febbre e hai avuto un vuoto di dieci minuti. Bevi il tuo succo di frutta e poi vieni con me senza discussioni altrimenti chiamo gli infermieri e ti faccio ricoverare davvero. -