18. Betrayal

Spike scattò in piedi, alzando la testa dal libro che stava leggendo.
- Forse ho trovato qualcosa! - Gridò, facendo trasalire Eudial che stava sfogliando un giornale in cerca di notizie su ulteriori omicidi.
- È un modo per liberare Giles? -
- No, ma potrebbe esserci utile. È un'antica leggenda che parla di Gauk e Glasya. Se è vera, potrebbe darci qualche idea su come sconfiggerli. -
La ragazza avvicinò la sua sedia a quella di Spike.
- Cosa dice? -
- La prima parte parla delle stragi compiute da quei due: Glasya amava fare a pezzi i cadaveri delle vittime, mentre Gauk era più discreto, limitandosi a risucchiare la vita e le energie dei malcapitati. Se Gauk fosse stato da solo nessuno lo avrebbe mai scoperto, ma la sua compagna amava le uccisioni scenografiche. In ogni caso quei due seminavano il terrore nei villaggi che infestavano, fino a due secoli fa... -
- Deve essere la storia di cui parlava Anya! -
- Due secoli fa apparve un terzo demone, chiamato Morfran, non si sa se fosse stato generato da loro due, ma sembrava avere un legame molto forte con Glasya. Per un certo periodo seminarono la distruzione tutti e tre insieme. Poi le cronache diventano confuse e contraddittorie, ma a quanto pare l'equilibrio si ruppe e Morfran affrontò e sconfisse Gauk intrappolandolo in una sfera di cristallo, e da quel momento si incrinarono anche i suoi rapporti con Glasya che sembrò svanire dalla faccia della Terra. La cosa interessante è che questa storia è stata scritta da un monaco che afferma di averla sentita narrare dall'uomo che era stato posseduto da Guak. -
- Quindi è sopravvissuto! -
- Esatto! -
- Allora noi forse non sappiamo come tirare fuori quegli esseri da Giles e da Xini, ma loro lo sanno! Se riusciamo a trovare il modo di farli parlare, scopriremo come aiutare Giles. -
- Insieme sono molto forti, ma se potessimo metterli uno contro l'altra potrebbero annientarsi a vicenda. -
In quel momento un'esplosione di potere fece tremare la barriera intorno alla casa.
Eudial guardò fuori dalla finestra.
- È lei. -
La ragazza si alzò, avviandosi al piano di sopra.
- Dove vai, Eu? -
- È tempo di far fare un giretto al nostro demone. -

Gauk era in piedi davanti alla finestra rotta, attento a non sfiorare la barriera, ma quando Eudial entrò si voltò a guardarla con un sorriso cattivo.
- Te lo avevo detto, lei è qui, è venuta a salvarmi! Tra poco ti vedrò piangere e supplicare, ma mi toglierò il gusto di strapparti gli organi interni uno ad uno prima di lasciarti morire! -
- Si, si, come no. Ora vieni! - Disse afferrandolo per il braccio ferito e costringendolo a seguirla verso la porta. -
- Cosa vuoi fare?! - Chiese il demone, stringendo i denti per resistere al dolore. Il corpo di quello stupido umano lo faceva sentire debole e oltre al dolore aveva l'impressione di bruciare di febbre. Gauk sentì un terrore sottile che si insinuava nella mente e gli faceva temere che Eudial fosse lì per ucciderlo proprio quando Glasya era sul punto di liberarlo.
La ragazza recitò un altro incantesimo e il terrore aumentò quando il demone si rese conto che lo aveva bloccato dentro quel fragile corpo.
Se lo avesse ucciso ora, Glasya non avrebbe potuto fare nulla per salvarlo.
- Che intenzioni hai?! -
Eudial lo spinse verso la porta, aprendo la barriera per un attimo per farlo passare.
- È ora di fare una passeggiata. Andiamo. -
Lo trascinò giù per le scale verso la porta di casa. Spike li raggiunse sulla soglia.
- Cosa vuoi fare, Eu? -
- Una chiacchierata con l'amichetta di questo qui. -
Abbassò la seconda barriera per il tempo sufficiente a uscire e spinse fuori Gauk tenendolo davanti a sé.
- Sei venuta! Non ne avevo dubbi! -
- Avresti dovuto raggiungermi subito dopo aver ucciso quella ragazzina. Come hai fatto a farti catturare?! - Disse Glasya, gelida.
Gauk abbassò lo sguardo.
- Sono... sono stato colto di sorpresa... -
- Si, da un gatto. - Disse Eudial scoppiando a ridere. - Il tuo amico qui si è fatto fregare da un essere che pesa pochi chili e che non è capace nemmeno di catturare i topi. -
- È vero? - Chiese la demonessa e il suo volto avvampò di rabbia nel leggere la conferma alle parole di Eudial sul volto del suo compagno. - Come hai potuto essere tanto inetto?! -
- Io... - Iniziò a dire debolmente Gauk, ma Eudial lo zittì torcendogli il braccio dietro alla schiena.
- Il tuo amico e io abbiamo fatto delle chiacchierate interessanti. - Disse, soddisfatta nel vedere che Glasya sembrava arrabbiarsi sempre di più.
- Cosa le hai detto?! - Ringhiò.
- Niente, lo giuro amore! -
- Si, in effetti non voleva parlare, Glasya. - Disse Eudial, sottolineando l'ultima parola.
Le sue parole ottennero l'effetto voluto: il volto di Glasya si contorse in una maschera di rabbia, mentre Gauk aveva un aspetto totalmente infelice e sembrava terrorizzato.
- Gli hai detto i nostri nomi, razza di idiota?! - Gridò. - Cosa altro le hai raccontanto, imbecille?! Magari le hai detto come sconfiggerci! -
- Oh, ancora no, ma sono certa che riuscirò a trovare il modo di farmi raccontare quello che gli ha fatto Morfran. -
Glasya sorrise gelida.
- Non credo proprio. Ho fatto un errore a riportarlo in vita. Me ne rendo conto solo ora, ma me lo ricordavo meno cretino. Non importa, rimediamo subito. -
Gauk la guardò, senza capire.
- Liberami, Glasya, e la uccideremo insieme! -
- Per permetterti di raccontare i nostri segreti a qualcun altro? Morfran aveva ragione. Sei troppo stupido per vivere, razza di demone fallito! -
Lanciò verso di lui una palla di potere oscuro e lo avrebbe incenerito se Eudial non lo avesse gettato di lato, bloccando l'attacco col suo stesso potere.
- Provaci di nuovo! - La sfidò Eudial. - Posso distruggere il tuo corpo e ucciderti. Sai che lo farò se non mi lascerai scelta! -
Glasya la guardò con odio, ma decise di ritirarsi per il momento e si trasportò via con la magia.
Eudial guardò Gauk: il demone era ancora seduto per terra con lo sguardo fisso nel vuoto e tremava.
- Allora, dov'è il vostro grande amore? -
- Mi avrebbe ucciso... Lei voleva uccidermi... - Disse quasi meccanicamente. - Glasya... -
Eudial lo afferrò per un braccio e lo fece alzare, sollevandolo quasi di peso e lo spinse in casa.
Il demone si lasciò riportare nella stanza di Giles, troppo sconvolto per reagire.
- È colpa tua. - Sussurrò, guardando Eudial. - Sei stata tu! La pagherai per questo! - Concluse gridando e avventandosi su di lei, solo per crollare a terra in preda al dolore.
Eudial lo guardò, impassibile.
- Io non ho fatto nulla, carino. Le ho solo detto la verità, poi ha fatto tutto lei. Io casomai ti ho evitato di finire arrosto. -
La ragazza uscì dalla stanza, lasciandolo solo in ginocchio sul pavimento, in preda a un turbinio di emozioni che raramente aveva provato nella sua vita di Demone.