18. Little Star

- C'era una volta una piccola stella sconosciuta.
Era una stellina minuscola e insignificante e passava inosservata in mezzo allo scintillio delle altre stelle.
La sua luce non era forte, il suo colore non era brillante, non aveva nulla di speciale, era solo un misero puntino luminoso nel cielo scuro.
Non aveva pianeti e non faceva parte di nessuna costellazione. Gli astronomi si erano limitati a osservarla, segnarla sulla mappa delle stelle e ad assegnarle un nome, una specie di sigla alfanumerica tanto per catalogarla. Nessuno si era degnato di trovarle un nome bello e significativo come quello delle altre stelle più importanti. Lei non era Sirio, Aldebaran o Mizar, lei era RD05 e nessuno ricordava il suo nome.
Le piaceva osservare la luce delle altre stelle, anche se un po' le invidiava.
Le sarebbe piaciuto essere ammirata e amata come loro, ma non poteva farci niente: non era colpa loro se erano più luminose di lei.
Una sola cosa aveva in più rispetto alle altre stelle: lei era una vera stella dei desideri.
Le stelle dei desideri sono molto rare ormai.
Ne restano pochissime, però quelle poche stelle hanno un potere straordinario: se qualcuno esprime un desiderio guardando proprio quella stella, il desiderio si avvera. Sempre.
RD05 era davvero una stella dei desideri, però nessuno la guardava.
Tutti preferivano affidare i loro sogni alle stelle più brillanti, senza sapere che invece lei, piccola stella sconosciuta, avrebbe potuto renderli reali.
E così continuava a cercare di brillare un po' di più e ad aspettare.
Prima o poi qualcuno la avrebbe notata e sarebbe diventato felice per merito suo.
RD05 era una stellina minuscola, sconosciuta e insignificante e non sapeva che ogni stella ha un nome sin dalla nascita. Un nome non assegnato da nessuno, un nome che è parte del proprio essere e che solo poche stelle riescono a scoprire nel corso della loro vita.
Il suo nome era Hope. -
Giles rimboccò le coperte alla bambina e la baciò sulla fronte.
- Dormi bene, stellina. -
La bambina gli sorrise assonnata e indicò la donna che li guardava dalla soglia della stanza.
- Papà, - sussurrò - ti sbagli. È lei la stella. -
Giles si girò di scatto, accorgendosi solo in quel momento della presenza di Xinuxunil e tornò a fissare la bambina, stupito per quella frase. Avrebbe voluto chiederle come faceva a sapere che Xini era davvero una stella dei desideri, ma Hope si era addormentata serenamente, abbracciando un peluche.
L'Osservatore uscì in silenzio dalla stanza e chiuse la porta senza fare rumore.
- Hai sentito? Come faceva a saperlo? Glielo hai detto tu? -
Xini gli sorrise scuotendo la testa.
- No. Forse Eudial, oppure è semplicemente in grado di guardare oltre le apparenze. -
- È sorprendente. Non parla molto, ma quando lo fa continua a stupirmi. Non è incredibile quello che può passare nella mente di una bambina di quattro anni? -
La ragazza gli sfiorò il viso con una carezza.
- Io so esattamente quello che passa nella tua, Ripper. -
- Che ti amo? -
- Che sei felice. Prenderti cura di Hope ti preoccupa e ti spaventa, ma ti rende felice. Lo vedo nei tuoi occhi, Ripper, quella bambina è con noi solo da pochi giorni, ma nel tuo cuore è già tua figlia. -
Giles la abbracciò da dietro, appoggiando la guancia a quella di Xini.
- Hai ragione. Non avrei mai creduto di potermi sentire così. Ho sempre pensato che il mio lavoro di Osservatore, che la lotta contro i vampiri fossero la parte più importante della mia vita, ma ora è diverso. Amo Eudial come se fosse davvero mia figlia, ma lei fa parte di questa lotta, lei è una Cacciatrice, Hope no. Lei non ha nulla a che fare con i vampiri, lei è innocente e non posso permettere che tutto questo la coinvolga. Per Hope io non sono un Osservatore, sono solo il suo papà. Non so come spiegarlo, ma questo mi fa sentire diverso, mi fa stare bene. -
- Con Hope anche tu smetti di essere un Osservatore, quando sei con lei puoi dimenticare le cose orribili che devi affrontare tutti i giorni. È una piccola isola di normalità e forse ne sentivi il bisogno. Sai Ripper, forse è davvero una stellina, ha acceso una luce nuova nella tua anima e ne sono contenta. -
Xinuxunil si girò verso di lui e Giles le sorrise guardandola con calore.
- Sai cosa sto pensando ora? - Le sussurrò e Xini gli sorrise maliziosamente.
- Qualcosa di molto interessante, ne sono certa. -
L'Osservatore la baciò e la sollevò tra le braccia portandola in camera.


- Come sarebbe a dire "ancora no"?! E perché mai?! -
Giles guardò Tera, dispiaciuto: la ragazza era furiosa e lo guardava come se avesse voluto incenerirlo con gli occhi.
- L'arrivo di Hope è stata una sorpresa anche per me, non ho avuto molto tempo per pensare ad altro... -
- Non hai avuto tempo?! Che razza di scusa idiota è?! Hai tempo per raccontare stupide favole a una mocciosa e non trovi qualche minuto per cercare di capire quello che mi sta succedendo?! Ti rendi minimamente conto di cosa significhi continuare a vedere cadaveri sanguinolenti che ti guardano, che sembrano accusarti con le loro lacrime?! E ormai succede sempre più spesso! Guarda, vedi qualcosa laggiù? No, vero? E invece c'è una donna con un braccio maciullato e la testa spaccata che continua a fissarmi! Io sto impazzendo e non te ne frega niente! - Gridò la ragazza scoppiando a piangere.
L'Osservatore le mise una mano sulla spalla, sinceramente preoccupato.
- Scusami. Hai perfettamente ragione, sono uno stupido. Vieni, andiamo in soffitta, mi metterò subito al lavoro. -
- Non hai la mocciosa a cui badare? -
- No, Eudial l'ha portata a conoscere Usagi e le sue amiche. Troverò una soluzione, te lo prometto. -
- Fallo in fretta. - Disse Tera, con una voce debole che Giles non le aveva mai sentito. - Fallo in fretta perché è troppo orribile, non ce la faccio più. -
- Li vedi anche se tieni gli occhi chiusi? -
- No, ma so che sono lì. La cosa più brutta è che loro continuano a fissarmi, ma io non riesco a capire cosa vogliono da me. Mia madre piangeva e gli altri sembravano accusarmi di qualcosa, ma non lo capisco. Sono così orribile? Mi odiano anche gli spettri per quello che sono? -
Giles le asciugò le lacrime col dorso della mano e la guardò, serio.
- Tu non fai nulla per farti amare, Tera. Anzi fai di tutto per essere sgradevole, irritante e irrispettosa e ci riesci in pieno. Ma non sei orribile. E io so che sei diversa da come vuoi apparire, so che in te c'è molto di più di quello che fai vedere agli altri e ti sono grato per avermi lasciato intravedere questi lati di te. Ti ammiro, Tera, ti ammiro moltissimo per la tua forza e per il tuo orgoglio. -
- E come sarei forte? Mettendomi a piangere come una cretina? -
- Quando mi hanno sparato, sarei morto senza di te. E anche dopo, io avevo perso completamente la testa, ma tu sei rimasta sempre calma e padrona di te stessa. E anche ora stai affrontando questa situazione con un coraggio che probabilmente io non avrei. E poi sei intelligente, forte e hai una cultura invidiabile per la tua età. Come Osservatore posso affermare di essere fiero di te. -
Tera si appoggiò a lui, chiudendo gli occhi e riposando la testa sulla sua spalla con un sospiro.
- E come Rupert Giles cosa pensi? -
- Che è piacevole guardare la tv insieme. -
La ragazza sorrise leggermente.
- Scemo. -