15. A Little Hope

La ragazza dai capelli scuri entrò in casa con un fascio di lettere in mano e si lasciò cadere sul divano accanto a Giles.
- Ciao Tera. -
La ragazza lanciò uno sguardo alla tv.
- È già iniziato? -
- Ancora no. - Rispose Giles passandole una ciotola di patatine. - Hai già fatto i bagagli? -
- Non è che abbia molto da portarmi dietro. - Rispose Tera, esaminando le buste e porgendone una a Giles. - Questa sembra importante, credo che sia del Consiglio. -
L'Osservatore la prese, stupito.
- Mi chiedo cosa vogliano. -
- Non gli avrai mica detto di quello che ho visto?! Quelli aspettano solo una scusa per rinchiudermi! -
- No, stai tranquilla, non ne ho parlato con nessuno, lo sappiamo solo io e Valerius. -
- Valerius?! Lo hai detto al gatto?! -
- Tera, lui era presente quel giorno anche se sul momento me ne ero dimenticato. In ogni caso non può parlarne con nessuno. -
- Meglio per lui. - Disse la ragazza, minacciosa.
Giles aprì la lettera e la lesse attentamente.
- Vogliono parlarmi urgentemente. Devo andare in Inghilterra, da solo. Hanno allegato anche un biglietto aereo per domani. -
- Ma non dovevamo partire per Tokyo domani? -
- Voi potete partire, io andrò a Londra e vi raggiungerò appena possibile. Forse vogliono discutere con me del nuovo Osservatore per Buffy. -
Giles sospirò.
- Non si è più fatta sentire dopo la scena isterica dell'altro giorno? -
- No. Ho parlato con Joyce, ma Buffy non vuole rivolgermi la parola. Non so cosa fare, davvero. -
Tera si strinse nelle spalle.
- Sono solo capricci di una ragazzina viziata. Le passerà. -
- Forse hai ragione. La chiamerò tra qualche giorno. Che succede, Tera?! -
La ragazza era impallidita di colpo e gli aveva afferrato una mano, trattenendo il respiro.
Giles la guardò, preoccupato.
- Un'altra visione? Dove? -
Tera annuì, indicando un punto della stanza con un cenno della testa.
- Ora è sparito. -
- Sempre tua madre? -
- No. Era un bambino. Era in piedi laggiù... Gli mancava metà della faccia... C'era solo sangue... -
- Se hai visto un fantasma anche qui, allora non era la casa abbandonata ad essere infestata... -
- Visto? Ci avviciniamo sempre di più alla malattia mentale! -
Giles si lasciò sfuggire un gemito.
- Le mie ossa si stanno avvicinando sempre di più a una frattura, invece. -
Tera lo guardò senza capire, poi si rese conto che gli stava ancora stringendo la mano e lo lasciò andare di colpo.
Giles se la massaggiò cautamente.
- Hai decisamente la forza di una Cacciatrice, Tera. - Le sorrise. - Non preoccuparti, riuscirò a capire perché vedi queste cose. Andare a Tokyo potrebbe aiutarti, potrebbe dipendere da qualche demone di Sunnydale. Anche per questo è meglio che partiate domani come stabilito. -
- E se il Consiglio volesse un rapporto su di me?! Cosa dirai?! -
- Non accennerò alle visioni, non preoccuparti. -
- Non mi riferivo a quelle. Ti ricordi cosa avevano detto? Che era la mia ultima possibilità... -
Giles sorrise divertito.
- Tranquilla, non ho intenzione di perdere un'altra Cacciatrice. Non posso permettermi di perdere un altro stipendio, no? -
- Scemo. - Disse Tera, ma gli sorrise leggermente porgendogli la ciotola delle patatine e alzando il volume della tv. - Ora stai zitto, comincia Babylon 5. -
- Pensi che lo trasmetteranno in Giappone? -
Tera si strinse nelle spalle.
- Esistono i dvd, potresti comprarli. -

Giles spinse la pesante porta di quercia ed entrò nella stanza di Quentin Travers. Si sentiva stanco per il lungo volo, ma l'Osservatore più anziano aveva voluto vederlo subito e Giles si chiese cosa potesse essere tanto importante da non poter aspettare fino al giorno dopo.
Sedette sulla sedia di fronte alla scrivania dell'uomo ed attese che fosse l'altro a parlare.
- Benvenuto Rupert, era da molto che non ti facevi vedere alla sede del Consiglio. -
- Ora sono qui, ma non credo che tu mi abbia chiamato qui solo per dirmi questo. Cosa succede? -
L'altro gli porse una fotografia e Giles la guardò con un brivido di orrore.
- È orribile. -
- È stata scattata sulla scena del delitto. Ancora non sappiamo chi o cosa sia stato a fare una cosa del genere, ma di sicuro non bisogna sottovalutarlo. -
- Perchè mi fai vedere la foto delle vittime? Da quello che posso capire, non li conoscevo. E se si tratta di un demone sono certo che avete gente più esperta di me. -
- Non li conoscevi infatti. Proprio per questo ti ho chiamato. Erano entrambi Osservatori, ma lavoravano in una sede lontana da qui, non c'è bisogno che tu sappia dove. La persona o la cosa che li ha uccisi li ha massacrati, ma non è riuscita ad ottenere quello che voleva. -
- E cosa voleva? - Chiese Giles senza capire dove volesse andare a parare Travers con quel discorso.
- Le due vittime erano sposate da alcuni anni, cosa rara tra due Osservatori, e avevano una bambina. Noi pensiamo che l'assassino volesse uccidere lei. Secondo i genitori, la piccola era una potenziale Cacciatrice. -
- Ma io che c'entro? -
- La bambina sarà affidata a te. -
Giles lo guardò come se fosse impazzito.
- Stai scherzando vero? Mi avete sempre criticato per come mi comporto con le mie Cacciatrici, lo hai detto tu stesso che l'affetto che provo per loro può intralciare il mio lavoro, e ora vuoi affidarmi una bambina?! -
- Proprio per questo, Rupert. La piccola ha bisogno di un padre. Chi la vuole uccidere cercherà per prima cosa tra gli Osservatori, non tra padri di famiglia. -
- Quentin... Dimentichi una cosa. Io sono un Osservatore. -
- Non più. Sei licenziato. -
- Cosa?! -
- Solo ufficialmente, Rupert. Potrai continuare ad occuparti delle tue Cacciatrici se vuoi. Ovviamente anche loro sono fuori dal Consiglio, ci basta Buffy Summers come Cacciatrice ufficiale. Ma non temere, voi avrete libertà assoluta. Potrai fare quello che ti pare e il tuo stipendio, una cifra adeguata ovviamente ti sarà versato su un conto segreto. -
- E credi che nessuno si insospettirebbe del mio licenziamento? -
- No Rupert, nessuno. Forse non te ne sei reso conto, ma a molti non piace il tuo comportamento. Le tue Cacciatrici non sono proprio convenzionali e fai troppo di testa tua per essere considerato affidabile. Nell'ultimo anno sei sparito per mesi, sei stato sospettato di aver abusato della magia nera e sei stato accusato di omicidio. No, direi che nessuno si stupirà. -
- State dando per scontato che io farò come volete, e se mi rifiutassi? -
L'altro lo guardò freddamente.
- Allora Hope morirà. -
- Hope? È il nome della bambina? -
- Si. Ha quattro anni. -
- Hope e poi? Come si chiamavano i suoi genitori? -
- Non hai bisogno di saperlo. Meno informazioni circolano, meno rischhttp://www.buffymaniac.it/forum/index.php?showtopic=4888&view=getnewposti ci sono che venga scoperta. Quanto al nome da scrivere su passaporto... -
Travers gli porse un foglio e Giles notò che era un certificato di nascita.
- Hope... Giles? Figlia di Rupert Giles e di Jenny Calendar?! Ma siete impazziti?! -
- Scambiare i certificati di nascita non è stato un problema. Hope è davvero tua figlia, legalmente-
- Ma quattro anni fa neanche conoscevo Jenny! Come potete giocare in questo modo con le vite degli altri?! -
- Quello che vorrei farti capire, Rupert, è che la signorina Calendar non ha parenti in vita che possano confutare questo fatto. Ed essendo Hope tua figlia dal punto di vista legale, potremmo costringerti a farlo. Dovresti essere grato che ti abbiamo offerto un indennizzo adeguato. -
Giles si alzò in piedi, furioso.
- No, mi rifiuto di sottomettermi a questo modo di fare! -
Giles si girò per andarsene e si bloccò di colpo nel trovarsi davanti una bambina minuta che lo guardava spaurita.
- Papà? - Lo chiamò con un filo di voce.
Giles impallidì e si voltò a guardare Travers.
L'Osservatore anziano sorrise mellifluo.
- Non la vuoi, Rupert? Bene, allora spiegalo a lei. -
- Le... le avete detto che sono suo padre? -
- Esattamente. Dovevi vedere come era felice di sapere che il suo vero papà sarebbe venuta a prenderla per portarla a vivere con lui. Chissà se capirà perché non la vuoi... -
Giles guardò Travers furiosamente, pensando seriamente di prenderlo a pugni, quando la bambina gli tirò un lembo del cappotto.
- Papà? - Chiamò di nuovo e Giles tornò a guardarla, colpito dal tono triste, quasi disperato di quella vocina.
La bambina lo guardava tristemente mentre grosse lacrime le scorrevano sul viso e sembrava quasi aspettarsi di essere abbandonata anche da lui.
Giles sospirò e si inginocchiò accanto a lei.
- Non piangere, Hope. Sono qui. - Le disse dolcemente e il viso della bambina si illuminò di gioia, mentre si rifugiava tra le braccia dell'uomo che credeva essere suo padre.
Giles si rialzò tenendola in braccio e Hope gli baciò la guancia con affetto.
L'Osservatore guardò con odio Quentin Travers.
- Siete... siete degli schifosi bastardi. - Sibilò, prima di lasciare la stanza con la bambina.