10. To Die, To Sleep, Perchance to Dream

Giles si mosse nel letto, disturbato dal rumore della televisione che proveniva dal piano di sotto e aprì gli occhi per guardare l'ora sul display della sveglia. Era tardi, quasi ora di pranzo. Quella mattina si era svegliato abbastanza presto, ma, dopo aver passato parecchio tempo sotto la doccia calda, era tornato a stendersi sul letto e si era riaddormentato profondamente.
Si vestì in fretta, chiedendosi chi fosse stato ad accendere la tv: probabilmente si trattava di Valerius, ma forse Eudial era tornata a casa.
Con una fitta di rimorso si chiese se fosse stato troppo duro con lei, Buffy e Xini la sera prima. Non aveva avuto intenzione di cacciarle via, ma la stanchezza e la tensione degli ultimi giorni gli avevano fatto saltare i nervi. Ora invece si sentiva quasi sperduto, non gli sembrava quasi vero che l'incubo che lo aveva ossessionato da quella che gli sembrava un'eternità fosse svanito. Il non dover lottare per non cedere alla disperazione gli sembrava quasi incredibile e Giles si chiese se era così che si sentivano i sopravvissuti di un naufragio o di un disastro aereo quando finalmente venivano salvati.
Scese le scale, leggermente stupito nel vedere la ragazza dai capelli neri che mangiava una fetta di pizza mentre guardava la tv seduta sul suo divano.
- Tera. -
La Cacciatrice si voltò a guardarlo.
- Ah, allora sei vivo, fallito. Non davi segni di vita. -
- Come hai fatto a entrare? Avrei giurato di aver chiuso la porta a chiave stavolta... -
La ragazza si strinse nelle spalle.
- Ho i miei mezzi. Nel motel la tv era rotta. -
- Non devi più vivere in quel posto! Scegli un albergo o un appartamento migliore e poi ci penso io. -
- Ma guarda, un Osservatore che si sente in debito con me. -
Giles sorrise leggermente all'ironia della ragazza.
- Lo sono. -
Tera gli rivolse uno sguardo penetrante, poi scosse la testa con aria rassegnata.
- Sei proprio scemo. Hai già dimenticato tutto quello che ti ho fatto solo perché ti ho rattoppato una spalla. No! Stai zitto. Risparmiati tutte le sdolcinatezze sull'averti salvato la vita e roba del genere. Se ti fa sentire bene, pagami pure l'albergo, a me schifo non fa. A proposito, dov'è finito il resto della banda di mentecatti? La parte non felina intendo. - Aggiunse guardando Valerius.
Giles sedette mestamente sul divano accanto a lei, senza rispondere e Tera scoppiò a ridere.
- No, non mi dire! Tante storie per tornare dai tuoi amici e poi te ne stai qui solo come un cane? Non avete fatto in tempo a ritrovarvi che avete già litigato! -
Giles sospirò, triste, e Tera gli porse la scatola della pizza.
- Non te la prendere, fallito. Fame? -
L'Osservatore prese uno spicchio di pizza.
- Grazie. Cosa guardi? -
- Babylon 5. È un telefilm di fantascienza. Ah, dovremmo anche passare a parlare con quel poliziotto di ieri più tardi, mi accompagni tu? La macchina che avevo noleggiato è rimasta vicino alla caverna. -
Giles annuì prendendo un altro pezzo di pizza.
Dopo avrebbe dovuto parlare anche con Eudial e con Xini, ma per il momento l'idea di restare seduto sul divano a mangiare pizza e guardare la tv con i due gatti in braccio gli sembrava troppo attraente per rinunciarvi.

Xinuxunil guardò il sole che cominciava ad arrossarsi nel cielo e scostò con una mano i capelli che il vento continuava a sbatterle sul viso. Ripper non era in casa e lei temeva che se ne fosse andato dopo quello che era successo il giorno prima. Doveva ammettere che lei ed Eudial si erano comportate in modo vergognoso. Erano entrambe sconvolte per l'omicidio di Kain e tutto quello che implicava, ma Ripper aveva ragione, invece di litigare avrebbero dovuto restare unite. Provò un'ondata di risentimento verso la ragazza dai capelli rossi, ma si rimproverò, costringendosi ad ammettere che anche lei era stata egoista. Che quel lato del suo carattere fosse una conseguenza del potere nero? Xini scosse la testa con un sospiro. No. Anche prima di ottenere quel potere aveva provato quei sentimenti. Anche prima di diventare un essere umano, ammise. Tristemente si chiese se Ripper si sarebbe stancato di lei per colpa di quel comportamento e il solo pensiero la fece scoppiare in lacrime.
- Xini! -
La ragazza sollevò il viso nel sentire la voce che la chiamava e vide Giles che correva verso di lei. Un attimo dopo era stretta fra le sue braccia.
- Ripper! Allora non sei andato via! -
L'Osservatore le carezzò il viso con un gesto tenero e le asciugò le lacrime con la mano.
- È per questo che piangi? Temevi che me ne fossi andato? -
La ragazza annuì e Giles la tenne stretta, commosso.
- Non potrei mai andarmene senza di te, Xini. Io ti amo, sei la mia vita. -
- Ehi, fallito! -
Giles trasalì ricordandosi che Tera era ancora lì e le rivolse un'occhiata infastidita.
- Se mi lasci i soldi per il taxi, mi tolgo di torno. Vedere un Osservatore che si comporta come un ragazzino innamorato è un po' troppo per i miei gusti. -
Giles arrossì leggermente, ma scoppiò a ridere.
- Giusto. - Disse porgendole la carta di credito con un sorriso divertito. - Tieni. E ora, come dici tu, togliti di torno. -
Tera prese la carta e lo salutò alzando una mano mentre si allontanava.
- Ciao fallito. Divertiti, ma non esagerare, alla tua età rischi un infarto. -
Giles ridacchiò, tornando a voltarsi verso Xini.
- Sono finiti i bei tempi in cui le Cacciatrici rispettavano il loro Osservatore, non credi? Credi che dovrei... - Non finì la frase: i suoi occhi avevano incontrato quelli di Xinuxunil e lo sguardo della ragazza gli fece dimenticare quello che stava dicendo. Come incantato, si avvicinò a lei finché le loro labbra non si unirono in un bacio dolce e incredibilmente appassionato allo stesso tempo.
- Ti amo. - Ripetè, pronunciando quelle due parole come avrebbe fatto con un incantesimo o con una preghiera, poi la baciò di nuovo mentre la sollevava fra le braccia per portarla in casa.

Xini sfiorò con un dito la ferita sulla spalla di Giles, poi distolse lo sguardo, fissando le stelle fuori dalla finestra e sospirò tristemente.
- Hai sofferto così tanto, Ripper... Perdonami. -
Giles la tenne stretta fra le braccia, baciandole delicatamente la pelle morbida del collo.
Ancora non riusciva a credere che il dolce calore della donna che stringeva a sè fosse reale, e non osava lasciarla andare per timore che svanisse come un sogno.
- E di cosa? - Le chiese con un sorriso. - Anzi, sei tu che devi scusarmi. Non volevo cacciarti in quel modo ieri... Non so cosa mi abbia preso... -
- Avevi ragione, ci siamo comportate come delle sciocche egoiste. Capisco come ti sei sentito, eravamo tutti sconvolti ieri sera, vedere la polizia che ti sparava è stato orribile... - Xinuxunil lo guardò e Giles vide le lacrime che brillavano nei suoi occhi. - ...credevo che fossi morto. Ho pensato che ti avevo perso per sempre e che non avrei potuto fare nulla per evitarlo... Poi, quando sei apparso all'entrata della cripta, ho pensato che dovevo essere impazzita o che stavo sognando. Finchè non ho sentito la tua mente che si univa alla mia non riuscivo a crederci. -
- Io mi sento così ora. - Disse Giles, scoppiando a piangere anche lui. - Ancora non riesco a credere che sia tutto finito... Se sapessi quante volte ho sognato questo momento... e ogni volta che mi svegliavo mi sentivo morire... Ho il terrore che anche questo sia un sogno, Xini! Ma stavolta è così bello, è così reale, che sento che se dovessi svegliarmi di nuovo in quella caverna, stavolta morirei davvero... Sento il tuo calore, il tuo profumo, la tua pelle che brucia contro la mia... Può un sogno essere così intenso? Così vivo? Ti prego, Xini, se è un sogno, dimmelo ora! Dimmelo mentre mi tieni stretto! Non voglio scoprirlo svegliandomi, non potrei sopportarlo... Se devo morire, dimmelo ora, mentre sono fra le tue braccia! -
Xini lesse la paura e il dolore nel suo sguardo ed ebbe l'impressione che anche la sua anima stesse sanguinando per quelle ferite. Lo abbracciò strettamente e protese la sua mente ad avvolgere dolcemente quella dell'Osservatore.
- Non stai sognando, Ripper, io sono qui, sono davvero qui. Non avere paura, amore, non è un sogno. Quello che ti è successo era un incubo e ora è finito. Va tutto bene, Ripper, te lo giuro. -
Giles chiuse gli occhi, affidandosi a quelle parole rassicuranti e all'abbraccio della mente della ragazza e, senza nemmeno accorgersene, scivolò in un sonno tranquillo.