14. The Power I Didn't Notice

Giles ebbe l'impressione di metterci un'eternità a svegliarsi, come se il sonno lo avesse invischiato in una ragnatela da cui non riusciva a liberarsi.
Si sentiva le palpebre troppo pesanti per riuscire ad aprirle e la testa gli faceva male in modo insopportabile, inoltre non riusciva a ragionare in modo coerente e ogni minimo movimento gli provocava una forte nausea.

Eudial gli sfiorò la fronte sudata, guardandolo preoccupata, poi si girò furiosa in direzione dell'altro Osservatore e del medico che era con lui.
- Che ha? Perchè non riesce a svegliarsi? Cosa gli avete fatto?! -
Il medico prese un polso di Giles e sorrise in modo rassicurante.
- Nulla di serio, solo qualche effetto collaterale dei sedativi, probabilmente avete usato una dose troppo forte. Ma non si preoccupi, tra qualche ora si riprenderà completamente. -
Eudial guardò rabbiosamente gli Osservatori.
- Sedativi di cui non c'era assolutamente bisogno. - Commentò, gelida.
Il medico applicò l'ago di una flebo al dorso della mano di Giles e gli controllò di nuovo il battito.
- Con questa non correrà il rischio di disidratarsi. Quando si sveglierà avrà molta sete, ma non dategli nulla per il momento oppure starà male. Al massimo può bagnargli un po' le labbra per dargli un po' di sollievo. - Spiegò il dottore, rivolgendosi direttamente a Eudial. - Non si preoccupi, tra poco starà molto meglio. -
- Ora se avete eretto tutte le vostre stupide barriere magiche, potete anche andarvene e lasciarlo riposare in pace. - Disse rivolta agli Osservatori che annuirono ed uscirono dalla stanza, seguiti dal medico.
- Se avete bisogno di qualcosa, c'è il campanello. - Disse il più giovane dei due prima di chiudere a chiave la porta.
Eudial lanciò un'ultima occhiataccia alla porta chiusa, poi tornò accanto al letto di Giles, carezzandogli delicatamente il viso.
La stanza in cui li avevano rinchiusi era lussuosa e c'era tutto quello di cui potevano aver bisogno, ma Eudial si sentiva furiosa per come avevano trattato Giles. Chissà cosa gli avevano iniettato per essere certi che non potesse usare i poteri, si chiese guardandolo. L'Osservatore si stava svegliando, ma sembrava ancora molto stordito e sofferente.
Eudial gli rinfrescò il viso con un asciugamano umido, augurandosi che potesse farlo sentire un po' meglio, e Giles mosse una mano ad afferrare la sua.
- Xini... - Mormorò debolmente.
- No, Giles. Sono io, Eudial. -
L'Osservatore aprì gli occhi a fatica, cercando di mettere a fuoco la vista.
- Eu... Sei stata tu a colpirmi? -
Eudial scoppiò a ridere suo malgrado.
- Ma che dici? Non essere sciocco, ti pare che potrei farti del male? -
- Ho l'impressione di avere la testa spaccata in due... -
- La tua testa è tutta intera, se ti fa male è colpa delle schifezze che ti hanno iniettato i tuoi colleghi Osservatori per timore che potessi incenerirli con il potere oscuro. -
- Non ho più il potere... -
- Lo so, e spero che si decideranno a capirlo anche loro. Ora stai tranquillo, tra poco l'effetto dei sedativi passerà e ti sentirai meglio. -
Giles riabbassò le palpebre, si sentiva girare la testa e tenere gli occhi chiusi aiutava leggermente.
- Scusami, Eu, mi dispiace... - Mormorò un attimo prima di riaddormentarsi.
Eudial gli baciò la fronte con tenerezza e si stese sull'altro letto chiudendo gli occhi: quella notte praticamente non aveva dormito e si sentiva esausta.
- Scusami tu, Giles. - Sussurrò all'Osservatore addormentato e scivolò anche lei in un sonno tranquillo.

Giles guardò la porta chiusa con irritazione e la colpì con un calcio. Gli effetti dei narcotici che gli avevano somministrato erano svaniti quasi completamente, a parte un mal di testa leggero ma fastidioso, e ora era furioso con i suoi ex-colleghi per il modo in cui lo avevano trattato.
Eudial era seduta sul bordo del letto e lo guardò leggermente stupita da quello scatto nervoso.
- È intollerabile! - Sbottò Giles. - Con quale diritto possono venire a casa mia, drogarmi e poi rinchiuderci in questo posto per ore?! -
La ragazza si guardò intorno, sicuramente li stavano controllando in qualche modo anche se non vedeva telecamere in giro.
Si alzò in piedi e raggiunse Giles, afferrandogli il braccio e trascinandolo verso il letto senza parlare. L'Osservatore la guardò perplesso, ma lei lo spinse leggermente obbligandolo a sedersi accanto a lei e appoggiò la sua fronte a quella di Giles, cercando un contatto telepatico.
"Sicuramente stanno cercando di esasperarti per spingerti a usare i poteri. "
"Possono provare quanto vogliono, ma non ne ho. Non per questo intendo sopportare questo trattamento. Ma... perché stiamo comunicando in questo modo?"
Eudial rimase silenziosa per qualche secondo.
"Ho un dubbio, Giles, ed è meglio che gli altri Osservatori non ne sappiano nulla... Sei assolutamente certo che in te non sia rimasto nemmeno un residuo del potere oscuro?"
"Come ti viene in mente una cosa del genere?! Ne sento la mancanza ogni minuto che passa, giorno dopo giorno devo costringermi a pensare che è meglio così, che mi avrebbe ucciso, quando invece una parte di me non vorrebbe altro che annullarsi in quel potere! Come puoi chiedermi se ne sono certo?!"
Eudial si scostò bruscamente da lui, come scottata dalla veemenza della risposta e si portò le mani alla testa con una smorfia di dolore.
- Che hai, Eu? - Chiese Giles, preoccupato.
La ragazza si appoggiò a lui, ristabilendo il contatto mentale e l'Osservatore potè percepire gli echi del dolore bruciante che l'aveva attraversata poco prima.
"Giles... Lo vedi che ho ragione? Non hai mai avuto tanta forza mentale, prima."
"Cosa?! Sono stato io?"
"La tua rabbia. Mi ha colpito come una frustata e ha spezzato il contatto telepatico."
Giles era allibito.
"Io... non... non volevo..."
"Lo so che non mi hai fatto male intenzionalmente, non ti preoccupare. Però questo dimostra che in qualche modo hai ancora del potere in te. Non so quanto sia forte, ma gli Osservatori potrebbero ancora considerarti una minaccia. Devi nasconderlo."
"Come lo hai capito? Io non me ne sarei mai accorto."
"L'ho sospettato quando ho visto che potevi parlare con Valerius. Non ti ho detto nulla perché temevo che se lo avessi saputo avresti potuto correre il rischio di tornare ad usarlo e poi non ne ero certa nemmeno io, ma vista la situazione ho dovuto avvisarti."
"Cosa... cosa facciamo ora?"
"Non è detto che lo scoprano, ma non dobbiamo permettere che ti esaminino se io non sono presente. Io posso confonderli e bloccare il tuo potere se ce ne fosse bisogno. E soprattutto devi mantenere la calma. Non lasciarti provocare."
"Ok."
Eudial gli sorrise, interrompendo il contatto mentale e si alzò in piedi, avvicinandosi alla finestra.
- Sta tramontando il sole. -
- Di già? Ma per quanto ho dormito? -
- Tutta la mattina e buona parte del pomeriggio. Va meglio ora? -
- Più o meno. Ti hanno dato qualcosa da mangiare mentre dormivo? -
- Ora che ci penso no, ma ho dormito anche io, non ci ho fatto molto caso. -
- Ma cosa hanno in mente?! - Disse Giles, irritato. - È da ieri sera che non mangi nulla, stamattina non hai nemmeno fatto colazione... -
Eudial continuò a guardare fuori della finestra, distogliendo il volto da quello di Giles, ma l'Osservatore si accorse delle lacrime che stavano scivolando sul suo viso.
- Ehi, che c'è, Eu? - Le chiese dolcemente. - Non piangere, va tutto bene. -
- Mi dispiace, Giles! Sono stata una stupida stamattina e ti ho detto cose orribili! E nonostante tutto, tu ti preoccupi per me! -
- Non è quello che fa un padre? - Le chiese Giles con un sorriso, asciugandole le lacrime con una carezza. - Ti voglio bene, Eu. E non saranno di certo un litigio o il ritorno di Buffy a cambiare le cose. Non dubitarne più, ti prego. Ora ti va di vedere se riusciamo a convincere i miei ex-colleghi a darci qualcosa da mangiare? -