19. No One Can Stop the Tide

Tera avanzò lungo la strada deserta. Ai suoi lati si scorgevano le sagome scure dei padiglioni abbandonati e cadenti del luna park, mentre il vento freddo faceva rotolare ai suoi piedi foglie secche e cartacce. Nessun rumore spezzò il silenzio, ma la Cacciatrice si voltò con un movimento rapido colpendo la demone che era apparsa alle sue spalle, poi saltò indietro e infilzò col paletto l'altra demone che si era materializzata. I due mostri svanirono in uno sbuffo di fumo, lasciando a terra il guscio spezzato di due uova deformi.
Tera si spinse una ciocca di capelli dietro le orecchie, raddrizzandosi fieramente e parlò ad alta voce al buio che la circondava.
- Allora è questo il meglio che sapete fare? Mandate qualcuno che sia almeno in grado di parlare, ho delle informazioni per voi. -
Attese per qualche minuto e finalmente udì dei passi provenire da tre direzioni diverse. Si guardò intorno e scorse le sagome di tre uomini che la guardavano dall'ombra dei padiglioni.
Tera fissò il più vicino senza mostrare alcun timore.
- Fatevi vedere! -
L'uomo fece un passo avanti e lei potè scorgere i capelli violetti lunghi sul collo e gli occhi che scintillavano come ametiste sul suo viso pallido.
- Cosa vuoi, umana? - Sibilò con disgusto.
- Siete i Death Busters, vero? -
L'uomo sembrò esitare sentendo quel nome e gli altri due uscirono dall'ombra permettendole di vedere che uno aveva un aspetto aristocratico con capelli biondi lunghi fino alle spalle e occhi di un blu profondo, mentre l'altro aveva capelli di un azzurro chiaro e occhi di un grigio cangiante. Tutti e tre la fissavano con sospetto e con una certa agitazione.
Il primo si fece avanti, minaccioso.
- Come fai a saperlo? Come puoi conoscere quel nome, umana?! -
Tera sorrise maligna.
- Ve l'ho detto, ho informazioni per voi. E credo proprio che possano interessarvi... -
I tre si scambiarono un'occhiata e quello biondo annuì.
Il giovane dai capelli viola riprese la parola.
- Cosa vuoi da noi, umana? -
- Il mio nome è Tera, usalo. O devo dedurre che sul vostro pianeta non insegnano l'educazione? -
L'uomo la guardò rabbiosamente, come se volesse aggredirla, ma un altro rapido scambio di occhiate con gli altri due lo convinse a desistere.
- Bene... Tera. Cosa chiedi in cambio delle tue informazioni? E soprattutto convincimi sul perché dovremmo ascoltare le tue richieste invece di estorcerti a forza con la tortura quello che vogliamo sapere. -
- Intanto dovreste dirmi il vostro nome. Per quanto riguarda la tortura... non otterreste niente da me, il dolore non mi spaventa, è nel mio destino da sempre, ormai non lo temo più. -
L'uomo sorrise leggermente.
- Sei coraggiosa. Mi ricordi una persona... -
- Ah si? E chi? -
Gli occhi del giovane si oscurarono.
- È morta. Molto tempo fa. In ogni caso non ti riguarda. - Rispose bruscamente. - Il mio nome è Rodocrosite e loro sono Quartz e Silver. Ora abbiamo finito con i convenevoli? Ti decidi a parlare? -
Tera gli rivolse un sorriso crudele.
- So dove si nasconde una persona proveniente dal vostro stesso pianeta. -
- Bugiarda! Quelli venuti prima di noi sono tutti morti! -
- Una no. Se volete trovarla, chiedete a Rupert Giles, questo è l'indirizzo. - Disse porgendo un biglietto da visita a Rodocrosite. - Ora me ne vado, salutate Giles da parte mia. -
Rodocrosite fece scattare una frusta argentata con un movimento rapido del polso e la avvolse intorno al braccio di Tera, tirandola indietro con uno strattone.
- Dove credi di andare?! Conosci il nostro nascondiglio, credi di potertene andare così? Quartz?-
Il giovane biondo si fece avanti allungando una mano verso il viso di Tera mentre le sue dita si illuminavano di un bagliore azzurrino. Quando la sua mano sfiorò il viso della ragazza, Tera perse i sensi e Rodocrosite la sollevò fra le braccia, scomparendo nell'ombra con lei.

Spike guardò la ragazza rannicchiata contro il suo fianco e la tenne stretta assaporando il calore del suo corpo contro il suo. Sentiva ancora sulle labbra il sapore del sangue e delle lacrime di lei e il collo gli doleva piacevolmente nei punti in cui lei lo aveva morso.
- Eudial. - Sussurrò, e in quel nome mise tutto l'amore che provava per lei.
La ragazza aprì gli occhi a guardarlo, lo sguardo offuscato da un'ombra di tristezza e il vampiro la baciò dolcemente sulle labbra.
- Non piangere, Eudial, non piangere più... - Le sussurrò, scostando appena le sue labbra da quelle di lei. - Non avere paura di quello che vuoi davvero, non sacrificarti per paura di ferire gli altri. -
- Cosa intendi, Spike? -
- Se vuoi tornare sul tuo pianeta, se lo desideri davvero, fallo. Non pensare a quello che potrebbero dire gli altri, fai quello che ti rende felice. -
- Ma come posso abbandonare le persone a cui voglio bene? Come posso anche solo pensare di lasciarti? E Giles? Lo lascerei da solo con Tera... -
- Se decidi di partire, io verrò con te. Sono un vampiro, non ho tanti legami qui. Le persone che ho amato come William sono morte da secoli oppure perdute per sempre e gli altri... nessuno è importante come te, nessuno. -
Eudial si strinse a lui, commossa da quelle parole e Spike la baciò sul collo, con delicatezza. Ora veniva la parte più difficile, si disse, la parte in cui avrebbe dovuto mentire.
- Rupert starà bene. - Proseguì, cercando di suonare convincente. - Certo, gli mancherai, ma avrà Xini al suo fianco. E poi sarà contento di saperti felice e lontana dal pericolo del lavoro di Cacciatrice, anche se sarai lontana. Se deciderai di partire lo accetterà, non è quello che ti ha detto anche lui? -
- Si, ma... -
- Non ti manca il tuo pianeta? -
- Si, moltissimo, ma... -
- E allora pensa bene alla tua scelta. Forse la possibilità di tornarvi non si presenterà più. Decidi tranquillamente quello che vuoi fare... Io resterò sempre al tuo fianco e Rupert capirà qualunque sia la tua decisione. -
Eudial annuì pensierosa e Spike la tenne abbracciata, sentendosi in colpa per averle appena mentito. Non era affatto certo che Giles sarebbe stato bene, anzi temeva che ormai l'Osservatore fosse perduto, avviato su una strada senza uscita, senza la minima possibilità di tornare indietro. Quel pensiero lo addolorava, ma lo rendeva ancora più determinato ad evitare quel dolore a Eudial: se la ragazza avesse deciso di tornare sul sul pianeta, non avrebbe mai saputo dell'oscurità che avvolgeva Giles, non avrebbe dovuto vederlo soccombere al potere nero che lo consumava.
Il vampiro era dispiaciuto per lui, avrebbe voluto poterlo aiutare, ma se la scelta era tra Rupert ed Eudial, lui non aveva dubbi su chi proteggere.
Più tardi avrebbe tentato di parlare ancora con l'Osservatore, in un ultimo tentativo di salvarlo, ma temeva che non sarebbe servito a nulla.

Giles tenne gli occhi chiusi cercando di dormire un po' disteso sul divano. Quella notte aveva faticato parecchio a calmare le ondate di potere che si agitavano dentro di lui. Era rimasto sulla spiaggia per ore, cercando di placare il dolore che gli opprimeva l'anima e che si irradiava da lui sotto forma di potere incontrollato. Quella notte gli era stato molto più difficile del solito recuperare abbastanza controllo sulla magia per poter tornare da Xini senza che lei se ne accorgesse e la cosa lo aveva spaventato. Per tutta la notte aveva sentito l'enorme energia magica che si gonfiava dentro di lui come un mare in tempesta e non aveva osato dormire, riuscendo a trattenerla a fatica.
Ora quell'agitazione sembrava essersi placata un po', ma non riusciva a prendere sonno pur sentendosi stanco, pensieri e sensazioni continuavano a turbinare nella sua testa in un vortice ininterrotto e gli impedivano di rilassarsi.
Lo squillo del telefono lo fece desistere da ogni tentativo di dormire e si alzò per andare a rispondere. Incontrò Eudial che scendeva le scale e si sforzò di sorriderle. Si sentiva stordito e non si rese conto subito del significato delle parole dell'uomo dall'altra parte del filo.
- So che nascondi uno dei Death Busters... - Disse Rodocrosite seccamente. - Digli di venire da noi subito oppure uccideremo la ragazza. -
- I Death Busters... - Mormorò Giles, confuso, ed Eudial lo guardò allarmata. - Quale ragazza? -
- Si chiama Tera. Se il nostro compagno non verrà al vecchio Luna Park, la uccideremo. -
- Cosa? Tera?! -
L'alieno riattaccò e Giles scosse la testa. Tera? Che diavolo aveva a che fare Tera con i Death Busters? L'avrebbero uccisa e si sarebbero presi Eudial? Avrebbe perso di nuovo entrambe le sue Cacciatrici? L'ondata di potere nero crebbe dentro di lui fin quasi a soffocarlo e Giles lottò disperatamente per mantenere il controllo.
Eudial lo fissava preoccupata.
- Vogliono me, vero? Ma che c'entra Tera? -
- L'hanno catturata e minacciano di ucciderla... - Disse lentamente, cercando di respirare a fondo e restare calmo.
- Quella cretina! - Sbottò Eudial. - Non ci ha mai procurato altro che guai! Guarda se ora mi tocca anche andare a salvarla! -
- No! Tu non andrai da nessuna parte. - Disse Giles con decisione. - Non rischierai la tua vita in questo modo. Non te lo permetterò. -
Eudial lo guardò, sconcertata.
- Ma Giles... Lo so che è odiosa, ma non possiamo lasciarla morire... -
- Non morirà! Ci penso io. Io non lascio morire le mie Cacciatrici! -
Eudial alzò gli occhi su di lui, preoccupata dal tono della sua voce, e trasalì nel vedere l'espressione di Giles: in quel momento non sembrava nemmeno lui e le fece quasi paura vedere gli occhi verdi dell'Osservatore che, pur offuscati da ombre oscure, mandavano scintillii minacciosi. Lili era aggrappata alla sua spalla e la fissava col pelo gonfio, soffiando all'aria.
Eudial ricordò di averlo visto solo una volta in quelle condizioni: quando era apparso nella foresta del sogno col viso sporco di sangue e lei lo aveva scambiato per un demone.
Ma quella era solo una manifestazione onirica, si disse, e ora non stava sognando. Allora cosa aveva Giles? Cosa gli stava succedendo?
- Giles... - Lo chiamò, esitando leggermente. - Che hai? Non... non ti agitare, lascia che ci pensi io a Tera... Calmati, andrà tutto bene... -
Fece un passo avanti per toccargli un braccio, ma una barriera invisibile la respinse indietro, facendola cadere a terra.
Eudial fece per rialzarsi, ma l'Osservatore tese una mano verso di lei mormorando una parola incomprensibile e la ragazza si sentì bloccare a terra da una forza invisibile.
- No. - Disse Giles col tono rassegnato di chi si arrende al destino, lasciando il potere nero libero di turbinare intorno a lui. - Non lascerò che ti prendano. E non lascerò morire Tera. A nessun costo. -
Strinse le dita intorno alla croce d'argento e svanì davanti agli occhi di Eudial.