12. The Secret

Eudial si chinò sul letto di Spike, baciandolo con dolcezza.
Il vampiro stava migliorando a vista d'occhio, ma era ancora debole e aveva bisogno di molto riposo.
- Come stai? - Gli chiese, con le labbra ancora premute sulle sue.
Il vampiro le mordicchiò il mento e spostò il viso verso il collo di lei.
- Affamato. - Disse con un sorriso carico di sottintesi.
Eudial si staccò da lui ridendo.
- Stai meglio. Decisamente. -
Gli porse una sacca di sangue da trasfusioni in cui aveva infilato una cannuccia.
-Tieni, te l'ho riscaldata nel microonde. -
Spike la guardò un po' deluso.
- Ma io... -
- Lo so cosa volevi, - sorrise lei - ma Tomoe ha detto che devi riposare. E poi ora devo andare, Tera è tornata ad allenarsi con Giles e voglio tenerla d'occhio. -
Spike annuì bevendo il sangue tiepido.
- Dalle una lezione se ne hai la possibilità. E ricordati che appena starò meglio non avrai scampo! Non mi sfuggirai Cacciatrice! -
Eudial sorrise.
- Ci conto! -
Salutò Spike con un altro bacio e raggiunse Giles in soffitta.

Tera era già arrivata ed era seduta sul tappeto imbottito ad occhi chiusi. L'Osservatore era in piedi al centro della stanza e stava prendendo appunti su un quaderno, mentre Xini era sulla poltrona accanto alla libreria e leggeva un volume antico. Giles smise di scrivere sentendola entrare.
- Sei in ritardo, Eudial. Quello che ho detto ieri a Tera vale per entrambe: se volete che sia il vostro Osservatore, dovete rispettare le mie regole e fare quello che vi dico. -
Eudial gli rivolse un'occhiata stupita, poi annuì, andando a sedersi vicino alla Cacciatrice. Giles non era mai stato tanto severo con lei, ma probabilmente quel comportamento era necessario per via di Tera ed effettivamente era sorprendente vedere la ragazza obbedire all'Osservatore.
Tera le rivolse un sorrisino cattivo.
- Benvenuta in castigo. Mr Fallito lì ha deciso di non aspettare che le sue cacciatrici crepino di morte violenta, ma di farle morire di fatica prima del tempo. -
- Tera! - Le disse seccamente Giles. - Ti ho detto di concentrarti, non di chiacchierare. Soprattutto se non hai nulla di intelligente da dire. -
- È assurdo! Io me ne vado! Non puoi impedirmelo! -
Gridò la ragazza alzandosi in piedi.
Giles la guardò negli occhi senza scomporsi.
- No? -
Tera abbassò lo sguardo e tornò a sedersi in silenzio e Giles sorrise riprendendo a parlare.
- Ora chiudete gli occhi entrambe e cercate di capire da dove attaccherò. -

Eudial si stiracchiò e si lasciò cadere sul divano accanto a Giles, spazzolandosi i capelli ancora umidi dopo la doccia.
- Ehi, Giles, sei stato fantastico oggi! Non credevo che Tera avrebbe mai accettato di obbedirti. Quando è andata via era furiosa! Ma come hai fatto a costringerla ad ascoltarti? Hai usato un incantesimo? -
L'Osservatore la guardò, un po' offeso.
- Credi che sia completamente incapace di farmi rispettare? È questo che pensi delle mie capacità di Osservatore? -
- No, certo che no. Non dubiterei mai di te, lo sai. -
- Nella foresta lo hai fatto. -
Eudial lo guardò, colpita da quelle parole dure e Giles scosse la testa dispiaciuto.
- No, scusa, non avrei dovuto dirlo. È stato ingiusto da parte mia. -
- Mi dispiace, avrei dovuto capire che eri tu e invece... -
Giles sospirò.
- No, non è colpa tua. Stavi male, quel virus stava per ucciderti. Scusami ancora, non volevo essere cattivo. È che ho avuto paura di perderti. Quando mi hai colpito con quel ramo ho temuto che non sarei riuscito a salvarti. Ma mi rendo conto che lo hai fatto pensando di difendermi. Grazie. -
Eudial gli sorrise e alzò il braccio per continuare a spazzolarsi i capelli, ma il movimento le strappò un gemito di dolore e Giles la guardò preoccupato.
- Che c'è? -
- Niente, devo aver preso uno strappo muscolare mentre mi allenavo con Tera. Sai, quel movimento che ho fatto con la spada per bloccare il suo affondo. Non è niente di grave, ma adesso mi fa un po' male alzare il braccio. -
L'Osservatore annuì togliendole la spazzola dalle mani.
- Tienilo fermo allora. Qui ci penso io, se a te va bene. -
Giles le passò la spazzola sui capelli, facendo attenzione a non farle male e lei sorrise, contenta che non fosse più offeso.
- Devo averti spaventata arrivando in quel modo, vero? Nel sogno intendo. -
- Un po' si. Quel potere che ti avvolgeva faceva paura. Era una rappresentazione onirica della tua forza mentale, vero? In ogni caso meno male che è tutto finito. -
Giles si bloccò, sorpreso. Eudial non si era accorta che quel potere oscuro era reale e che si trovava tuttora in lui? Se se ne fosse resa conto cosa avrebbe detto? Lo avrebbe temuto? Forse avrebbe dovuto dirle la verità, ma come avrebbe reagito? Si sarebbe allontanata da lui? Lo avrebbe disprezzato per quello che aveva fatto?
- Giles? Che succede? Perchè ti sei fermato? -
- No, niente. - Disse riprendendo a pettinarle i capelli. Non poteva dirglielo. Non ora. - Scusa, mi ero distratto un attimo. Come sta Spike? -

Giles sedette sullo scoglio circondato dal mare, incurante della pioggia e del vento che agitavano le onde accanto a lui. Il potere invisibile che teneva le gocce d'acqua e gli spruzzi lontano dal suo corpo lo riparava anche dal vento gelido e aveva esteso la sua protezione anche su Lili.
La gattina era acciambellata sulle gambe dell'Osservatore, per nulla intimorita dal potere oscuro che scorreva nel suo sangue e faceva le fusa. "La gatta ideale per una strega" Giles l'aveva definita così una volta, ed era esattamente quello che era diventata, il familiare di un mago nero. Giles aveva preso l'abitudine di portarla con sè quando usciva da solo e Lili restava sulla sua spalla, immobile come una sfinge, con gli occhi che brillavano di riflessi verdi, non troppo dissimili da quelli dell'Osservatore.
Eudial, Xini e Spike non si erano ancora resi conto di quanto quel potere lo avesse cambiato, della forza enorme che si celava in lui e Giles aveva deciso di non parlarne. Non avrebbero capito, questo lo sapeva, avrebbero tentato di sottrargli quella forza, di farlo tornare il patetico uomo di una volta, il debole bibliotecario che riusciva solo a prendere botte in testa e a farsi umiliare dalla sua stessa Cacciatrice. No, quello non lo avrebbe sopportato, non poteva tornare ad essere una persona incapace di proteggere le persone che amava, non sarebbe riuscito ad accettarlo.
Si sentiva in colpa per quel segreto, per le menzogne che sarebbe stato costretto a dire per mantenerlo, ma non era disposto a rinunciarvi. A nessun costo.
Si alzò in piedi sullo scoglio e allungò una mano verso il breve tratto di mare che lo separava dalla riva. L'acqua iniziò a ribollire sempre più velocemente, poi iniziò ad abbassarsi e a dividersi, lasciando scoperto il fondale e permettendo a Giles di raggiungere la riva camminando.
Lili saltò giù dalla sua spalla, afferrò con la bocca un pesce che era rimasto a dibattersi sulla sabbia e si affrettò a raggiungere Giles prima che il mare si richiudesse alle sue spalle.