11. Dark Shadow of Magic

Giles chiuse gli occhi e appoggiò la testa allo schienale del divanetto della sala d'aspetto del laboratorio. Xini era rannicchiata contro di lui e lo teneva abbracciato in silenzio, mentre Eudial era stesa sul resto del divano e si era addormentata con la testa appoggiata alle sue ginocchia.
Erano ore che aspettavano che Tomoe preparasse una cura per Spike e Giles iniziava a sentirsi stanco, ora che si era permesso di rilassarsi. Il potere magico che aveva usato lo faceva sentire ancora elettrizzato, ma il suo corpo aveva bisogno di riposo.
Ripensò sorridendo che per una volta era riuscito a fare la differenza, che aveva potuto cambiare attivamente le cose invece di essere una vittima delle circostanze come lo era di solito. E tutto questo grazie a quel potere che si sentiva scorrere nel sangue, quel potere che aveva avuto tanto timore di risvegliare. Chissà perché lo aveva temuto tanto, si chiese mentre scivolava nel sonno.

Eudial si svegliò dolcemente, ma non si mosse, restando appoggiata ad occhi chiusi alla gamba dell'Osservatore, una mano di lui posata sulla testa che le sfiorava i capelli in un gesto protettivo.
E ora si sentiva davvero al sicuro. Giles l'aveva protetta, aveva lottato per lei quando era stata a un passo dall'arrendersi. Si chiese come avesse potuto scambiarlo per un demone e si sentiva terribilmente in colpa per il livido che gli aveva provocato colpendolo.
Aveva sognato, ma non aveva più visto il lago in mezzo alla foresta e capì che quel sogno non sarebbe più tornato.
Si alzò a sedere spostando delicatamente il braccio di Giles, facendo attenzione a non svegliarlo, e guardò l'Osservatore addormentato.
Aveva l'impressione che in lui fosse avvenuto un leggero cambiamento, ma non riusciva a capire esattamente di cosa si trattasse. Da qualunque lato lo esaminasse, era lo stesso Giles di sempre, con il suo sorriso dolce, sempre pronto a preoccuparsi per loro, ma allo stesso tempo dava la sensazione di essere più forte, più sicuro, più potente.
Eudial si fissò la mano fasciata chiedendosi cosa avesse dovuto fare per poterla raggiungere nel suo sogno. Quando lo aveva visto arrivare col viso segnato da strisce di sangue, pieno di un potere oscuro e uno sguardo spietato, si era spaventata e lo aveva scambiato per un demone. Solo una volta tornati in soffitta lo aveva riconosciuto, quando lui le aveva sorriso e le ombre erano svanite dai suoi occhi.
Forse era solo un lato di Giles che ancora non conosceva, come non si sarebbe mai aspettata che alla festa di Halloween si vestisse da Frank'n'Furter, del resto.
Sorrise ripensando alla faccia che avevano fatto tutti quando aveva iniziato a cantare, poi si alzò di scatto vedendo Tomoe uscire dal laboratorio.

- Allora?! - Chiese Eudial ansiosamente e anche Giles e Xini si svegliarono nel sentire la voce della ragazza.
Tomoe sorrise porgendole una provetta chiusa e un foglio con una formula chimica.
- Ho trovato la cura e funziona. Il contenuto della fiala è per Spike. La formula invece... beh, decidete voi cosa farne. -
Eudial abbracciò il professore con un grido di gioia e si voltò verso Giles.
- Non è meraviglioso? Vieni, andiamo a darlo a Spike! -
L'Osservatore le sorrise con dolcezza, ma nei suoi occhi c'era una luce strana.
- È fantastico, ne sono felice. Ma... ora non posso venire da Spike. Ho una faccenda da sbrigare. Andate voi, vi raggiungerò presto. -
Uscì dalla stanza senza aggiungere altro ed Eudial e Xini si scambiarono uno sguardo perplesso.

Giles attese nell'ombra lasciando che il vento pungente gli scompigliasse i capelli. Non aveva freddo, anzi si sentiva accaldato al punto da doversi aprire il cappotto. Sfiorò con una mano la pesante croce d'argento che aveva legato al collo con un cordoncino di seta nera e che mandava riflessi freddi alla luce della luna e sentì il potere fluire dalla punta delle sue dita e concentrarsi nel ciondolo.
La croce non era necessaria, ma Giles trovava utile un oggetto su cui focalizzare gli incantesimi e quel pendente si addiceva al suo abbigliamento.
Da quando aveva aperto quel libro, trovava naturale vestirsi con abiti neri, di foggia vagamente gotica. Forse era un retaggio dell'autore del libro, del potente mago che gli aveva trasmesso il potere, ma in fondo non era importante. Si sfiorò la sommità del naso, come per rimettere a posto gli occhiali e sorrise non trovandoli: continuava a dimenticarsi che non ne aveva più bisogno.
Il rumore di un inseguimento nel vicolo lo distolse dai suoi pensieri e Giles si concentrò socchiudendo gli occhi. Lili scivolò giù dalla sua spalla, ubbidendo al suo ordine e si inoltrò nel vicolo buio. Giles osservò la scena attraverso gli occhi del felino e le sue labbra si incresparono in un sorriso soddisfatto: la Cacciatrice stava inseguendo un vampiro.
L'Osservatore aspettò che arrivassero vicini a lui e, con un passo, uscì dall'ombra e rimase immobile nel vicolo.
Il vampiro ringhiò vedendolo e si preparò ad aggredirlo, ma Giles toccò appena la croce carica di potere, scatenandolo su di lui e il vampiro esplose in una nuvola di cenere.
Tera si fermò, sorpresa dall'improvvisa scomparsa del suo avversario, poi scorse Giles fermo in mezzo alla strada.
- Ma guarda, un Osservatore fallito. Non eri in malattia a farti passare la fifa che ti ho messo addosso? -
Giles la fissò con un sorriso enigmatico.
- A quanto pare sono guarito. - Disse quietamente facendo un passo avanti. - Cercavo te, Cacciatrice. -
Tera lo guardò stupita. L'Osservatore le sembrava diverso dal solito, aveva un aria tetra e vagamente inquietante che non gli aveva mai visto addosso.
- Ok, mi hai trovata, che diavolo vuoi? -
- So cosa hai fatto. -
Tera non potè impedirsi di trasalire nel sentire qualcosa di soffice e peloso che le passava accanto sfiorandole le gambe e arrossì avvampando di rabbia nel vedere la gatta nera che saltava sulla spalla dell'Osservatore e la fissava con i suoi occhi verdi.
- E allora? Cos'è che avrei fatto? Sei passato da Osservatore a guardone per caso? -
Giles la guardò duramente.
- Il virus. So che sei stata tu. -
- Ah, quello. E allora? Ammazzare i vampiri è il mio lavoro e modestamente sono la migliore. -
- Stavi per ammazzare degli innocenti. -
- Impossibile. Il mio virus è studiato apposta per attaccare esclusivamente i vampiri. E nessuno di essi merita di vivere. -
- Dimentichi Spike. E in ogni caso avrei dovuto sapere quello che stavi combinando! Sono il tuo Osservatore! -
Tera gli rivolse un sorrisino acido.
- Potevi chiedere. E potresti chiedere perché gli altri Osservatori te lo hanno tenuto nascosto. -
- Lo sapevano? -
- Certo. Chi credi che abbia finanziato le mie ricerche? -
La ragazza scoppiò a ridere.
- Povero illuso! Pensi che il Consiglio mi abbia affidato a te perché hanno fiducia nelle tue capacità? Dovrebbero fidarsi di uno che sparisce per mesi e che si fa rivedere in tacchi a spillo a cantare a una festa di vampiri? Sei davvero un cretino se la pensi così. Mi hanno mollata a te perché nessuno di quei vecchi gufi riesce a farsi rispettare da me e non vogliono essere messi in ridicolo ulteriormente. Sei solo il loro capro espiatorio, Osservatore. -
Giles la guardò serio.
- Dunque è così... Lestat! Mostrati, so che sei qui! -
Tera lanciò uno sguardo preoccupato a Giles nel vedere il vampiro biondo che era apparso accanto all'Osservatore. Lei non si era accorta della sua presenza, come aveva fatto l'Osservatore a sapere che era lì?
Giles porse una busta al vampiro.
- È la cura. Te la affido, fai quello che ritieni più opportuno. -
- Ma sei scemo?! - Gridò Tera. - Non ti rendi conto di quello che stai facendo?! È un vampiro e tu vuoi dargli la cura? Così tutto quello che ho fatto sarà stato inutile! Sei un traditore! -
- Ho intenzione di continuare a combattere i vampiri, ma questi metodi sleali non mi piacciono. Tu sei la mia Cacciatrice e sei tenuta ad obbedirmi. -
- Illuso. -
Giles si avvicinò a lei, irritato e la ragazza fu costretta ad indietreggiare, improvvisamente intimorita dallo sguardo dell'Osservatore e dal potere oscuro intorno a lui.
- Ora ascoltami, ragazzina, - le disse in tono gelido. - ho provato ad essere gentile con te e vedo che non è servito a nulla. Tu mi obbedirai, oh ti garantisco che lo farai, stai tranquilla. Non sono più disposto a farmi umiliare da te. Con le buone o con le cattive sta a te deciderlo, ma farai quello che ti dirò io. Ora sparisci. Ti aspetto domani per l'allenamento. Puntuale. -
- Non oseresti mai alzare un dito su di me. Non mi toccheresti mai! -
Giles sfiorò leggermente la croce e Tera fu sbattuta contro il muro, spinta da una forza invisibile.
- Non ne ho bisogno. - Disse con un sorriso cattivo.
Tera lo guardò sbalordita, restando per una volta senza parole, poi indietreggiò lentamente, scomparendo nell'oscurità del vicolo.
Lestat prese la busta e annuì con un sorriso.
- Ci vediamo, Osservatore, stai attento. -
- Ai vampiri? - Chiese Giles ironicamente.
- A te stesso. -