10. Missing a Part of Me

Eudial continuava a camminare avanti e indietro lungo il corridoio dell'ospedale, incapace di calmarsi. Spike era appoggiato a un muro e la guardava con aria tetra, preoccupato.
Finalmente un medico venne verso di loro e la ragazza si precipitò verso di lui. Spike si staccò dal muro e la raggiunse evitando i raggi di luce che penetravano dalle finestre.
Il medico sorrise per rassicurarli.
- Non è niente di grave, potete tranquillizzarvi. -
- Ma cosa gli è successo? Perchè non riusciva a respirare? -
- Ha perso parecchio sangue, era molto disidratato e lei mi ha detto che ha visto morire una persona cara, penso che tutto questo sia sufficiente a mettere fuori combattimento chiunque, non crede? Suo padre ha subito uno shock molto forte, ma fisicamente sta bene. Il cuore sta benissimo e si riprenderà presto. Probabilmente potrebbe avere bisogno di un aiuto psicologico dopo un trauma tanto forte, ma quello si vedrà quando riprenderà conoscenza. -
Eudial scoppiò a piangere di nuovo, stavolta come reazione all'allentarsi della tensione e per il sollievo e Spike le passò un braccio intorno alle spalle attirandola a sè.
- Possiamo vederlo? -
Il dottore annuì.
- Certo, gli farà bene vedervi quando si sveglierà. Se avete pazienza di aspettare qualche minuto, un infermiera vi porterà da lui, ora scusatemi, ma devo andare, il mostro che ha attaccato la città ha causato molti feriti. Per fortuna le sailor senshi lo hanno sconfitto. -

Eudial entrò nella stanza in silenzio e sedette sulla sedia accanto al letto, osservando Giles, preoccupata.
L'Osservatore sembrava profondamente addormentato e aveva l'ago di una flebo fissato al dorso della mano sinistra. Sul collo, una grossa medicazione nascondeva i segni del morso di Emmessen.
Era ancora piuttosto pallido, ma aveva un aspetto molto migliore rispetto a poche ore prima ed Eudial si tranquillizzò leggermente.
Prima, nella caverna di Birurugatesu, aveva temuto che stesse morendo, ma adesso non sembrava affatto in pericolo di vita.
Eudial gli prese la mano destra e la tenne fra le sue ascoltando il battito regolare del cuore di Giles.
Non voleva pensare al dolore che avrebbe provato quando si sarebbe svegliato, lei stessa si sentiva a pezzi per la scomparsa di Xinuxunil. Poco prima di svenire, Giles aveva detto che era morta, probabilmente era ancora in contatto con lei quando era successo e lei temeva che fosse vero. Sentiva un vuoto tremendo dentro di sè, non si sarebbe mai aspettata che l'assenza della dea le sarebbe pesata tanto e non osava immaginare il dolore che doveva provare Giles.
Si sentiva in colpa per come si era comportata con lui, aveva capito solo troppo tardi quanto fosse forte l'amore che lo legava alla dea e lo aveva trattato malissimo. Lui e Xini avevano avuto così poco tempo per stare insieme e lei glielo aveva rovinato.
Si sporse sul letto per baciarlo sulla fronte e, quando si allontanò da lui, si accorse che Giles aveva aperto gli occhi e le sorrideva.
- Cosa è successo per meritarmi addirittura un bacio? Sto morendo forse? -
Eudial trasalì leggermente.
- Giles! Ti sei svegliato! Come ti senti? -
L'Osservatore la guardò tranquillo.
- Un po' debole, ma abbastanza bene, direi. -
Eudial lo guardò lievemente stupita, si era aspettata che fosse a pezzi e invece le stava addirittura sorridendo. Forse stava sforzandosi per non farla sentire in colpa.
- Giles, non devi sforzarti di essere allegro, se non te la senti. So quali sono le mie colpe e posso sopportarne il peso. -
Giles la guardò con dolcezza.
- Non preoccuparti, so perché hai preso i talismani. Non sentirti in colpa per Setsuna, probabilmente sarebbe finita lo stesso prima o poi. Non sono in collera con te per quello che è successo. -
Eudial e Spike lo fissarono sbalorditi.
- Giles? Che c'entrano ora i talismani? -
L'Osservatore fece una smorfia di dolore portandosi una mano al collo, poi tornò a guardare Eudial, sereno.
- Non stavamo fuggendo dalle senshi perché tu e Spike avete preso i loro talismani? L'ultima cosa che ricordo è stata di aver lanciato l'auto contro la vetrata della stazione, è così che mi sono ferito, no? Haruka e Michiru ci hanno raggiunti, vero? Sono state molto dure con te? -
- Vado a chiamare un medico. - Disse Spike uscendo dalla stanza.
Eudial carezzò i capelli di Giles con delicatezza, cercando di non fargli capire quanto fosse sconvolta. Lo baciò nuovamente in fronte.
- Non preoccuparti, va tutto bene. Le senshi non ci faranno nulla, non temere. Ora riposati un po', ci sono io con te. -
Giles le sorrise nuovamente e chiuse gli occhi serenamente.

Eudial accettò la tazza di the e guardò tristemente l'uomo che gliela aveva offerta.
- Capisce, professor Tomoe? Non ricorda più assolutamente nulla di quello che è successo! Xini, il viaggio in Italia, Birurugatesu, ha rimosso tutto! -
Tomoe annuì.
- Può succedere in caso di traumi molto forti. Dopo il combattimento con Pharaoh 90 anche io non ricordavo nulla. È per questo che sei venuta da me, no? -
- Non so cosa fare, professore. Sembra così sereno, ora. Forse per lui sarebbe meglio non recuperare la memoria, ha sofferto talmente tanto negli ultimi tempi... Non voglio che soffra ancora! -
- Anche io avrei preferito dimenticare il male che ho fatto ad Hotaru, ma quando ho iniziato a ricordare, mi sono reso conto che avevo scordato anche tante cose bellissime. Avevo dimenticato di aver visto crescere la mia bambina, il suo sorriso, la dolcezza con cui mi chiamava "papà", tanti piccoli momenti felici, anche se frammisti a quelli dolorosi. -
- Ricordare gli spezzerà il cuore. -
- Ma prima o poi succederà, i ricordi torneranno. Non lo hanno detto anche i medici? -
- Si.- Sussurrò Eudial tristemente. - Cosa devo fare? Come posso aiutarlo? -
- Stagli vicina e dagli tutto il tuo affetto, è l'unica cosa che puoi fare. -

Spike aiutò Giles a scendere dal furgone, mentre Eudial apriva la porta di casa.
- Sto bene, ce la faccio da solo, grazie. Ma Spike, come mai sei così gentile ultimamente? Non sembri nemmeno un vampiro spietato. -
Eudial gli sorrise. - È perché sa che se non si comporta bene lo prendo a calci sui denti. -
Spike sospirò mentalmente: il medico aveva sconsigliato di raccontare tutto a Giles e lasciare che la memoria tornasse da sola, senza forzare le cose.
Giles entrò in casa e Lili accorse, strofinandosi sulle gambe dell'Osservatore con affetto, felice di rivederlo.
- Eudial, non mi avevi detto di aver preso un gatto. -
La ragazza si chinò a prendere in braccio la gattina, sforzandosi di apparire naturale, anche se le veniva da piangere.
Aspettò che Giles si fosse seduto sul divano e gli depose Lili in grembo.
- È una gatta, si chiama Lili. -
- È un nome carino. E sembra affettuosa. -
"Lo hai scelto tu, Giles." Pensò Eudial. "E Lili ti adora, solo che non te lo ricordi..."
Eudial si chinò a baciarlo sulla guancia e gli sistemò un cuscino dietro la schiena.
- Sono certa che andrete d'accordo. Ora ti porto un libro, poi vado a preparare qualcosa da mangiare. Non devi affaticarti, ok? -
Giles sorrise carezzando la gatta.
- Sto bene, Eudial, ti preoccupi troppo. -
- Il dottore ha detto che per qualche giorno devi riposarti, quindi tu ora resti seduto su quel divano e leggi, dormi, guardi la tv, fai quello che vuoi, ma non ti alzi, chiaro? -
- Va bene, va bene, mi arrendo. -
Eudial gli porse un paio di libri e gli sfiorò i capelli con una carezza.
- Bravo. -

Eudial si affrettò verso la cabina telefonica più vicina, correndo per evitare di prendere più pioggia del necessario. Si rifugiò all'interno della cabina e tirò fuori dalla tasca il fascio di carte telefoniche che aveva comprato, le telefonate intercontinentali costavano care. Ne inserì una del telefono e compose il numero scritto sull'agenda di Giles. Attese per un po' mentre gli squilli suonavano a vuoto, poi una voce assonnata rispose al telefono.
- Chiunque tu sia, spero che sia una cosa importante, altrimenti ti chiudo in una bara e ti seppellisco vivo! Ma lo sai che ore sono?! -
Eudial sorrise nel sentire la voce del vecchio guardiano del cimitero e si ricordò che a quell'ora in Italia doveva essere notte fonda.
- Sono Eudial. Ed è importante. -
Parlò a lungo, spiegando quello che era successo da quando erano partiti.
Il vecchietto emise un fischio di stupore.
- ...e dopo che la dea è svanita, lui è svenuto e al risveglio non ricordava più nulla, ho capito bene? -
- Si. Non so cosa fare. Ora sta bene, ma cosa succederà quando ricorderà Xini? -
- Xini? Ah, Xinuxunil, intendi? -
- Mi manca. - Disse Eudial scoppiando a piangere. - Quando era nel mio corpo, non vedevo l'ora di liberarmene, ma ora mi manca tantissimo. E non posso nemmeno piangere perché devo essere forte per Giles. -
Il guardiano si grattò la testa, pensieroso. Se non avesse conosciuto Giles ed Eudial, non avrebbe creduto a una sola parola di quella storia assurda. Ma sapeva che Eudial non avrebbe mai mentito su una cosa del genere. Si sentì triste per lei sentendola piangere al telefono.
- Sei certa che sia davvero morta? -
Un silenzio dall'altra parte del cavo gli fece capire che Eudial stava riflettendo su quelle parole.
- Giles sembrava esserne certo. - Disse incerta. - Lei pensa che possa essersi sbagliato? -
- Xinuxunil è una dea millenaria. Non sono certo che possa davvero morire. Secondo me dovresti cercare di capire cosa le sia successo davvero. -
- Quindi... se... se la ritrovassi prima che Giles recuperi la memoria, lui non soffrirebbe più! -
- Ricordati che è solo una possibilità. Per quello che ne sappiamo potrebbe anche essere svanita nel nulla per sempre, oppure potrebbe non importarle più nulla di voi. -
- Una possibilità è sempre meglio di nessuna speranza! Mi aspetti, arriverò appena posso!

Spike scosse la testa, non riusciva a credere alle sue orecchie.
- Hai capito bene Spike, - ripetè Eudial continuando a infilare vestiti in un borsone - parto per l'Italia. Prenderò il primo volo disponibile. -
- Ma sei impazzita tutta di un colpo?! E Giles? Vuoi lasciarlo solo ora che ha bisogno di te?! -
Eudial si fermò a guardare il vampiro con uno sguardo triste.
- Lo sai che vorrei stargli sempre vicina in questa situazione, ma non sarà solo. Lo affido a te, Spike, so che ti saprai prendere cura di lui. E poi lo faccio per il suo bene, se riesco a trovare Xinuxunil potrò renderlo felice. Non sopporto di vederlo soffrire, Spike. Se penso a quello che gli ha fatto Emmessen mi sento male... e poi veder morire Xini davanti ai suoi occhi... -
Eudial rabbrividì, incapace di continuare.
- Già. Non mi sorprende che la sua mente non abbia retto. - Commentò Spike tristemente. - Forse hai ragione. Valla a cercare. O forse preferisci che vada io? Così puoi restare con Rupert, se vuoi. -
Eudial scosse la testa.
- Devo farlo io, lei è stata in me, abbiamo condiviso il corpo e alla fine anche la mente. Ho qualche possibilità in più di trovarla se vado io. -
Spike annuì e si chinò a baciarla con dolcezza.
- Vai tranquilla, ci penso io a Rupert. -

Eudial prese il borsone e scese al piano inferiore. Giles spense la tv sentendola arrivare e la guardò, un po' stupito.
- Dove vai? -
- Usagi e le sue amiche vanno a fare una gita fuori città per qualche giorno e mi hanno chiesto di andare con loro, non ti dispiace vero? Spike resterà con te, ma non preoccuparti, gli ho fatto promettere di comportarsi bene. -
Giles sorrise.
- Certo, anzi sono felice che ti abbiano invitato, è una buona occasione per fare amicizia. Mi dispiace vederti sempre sola. Vai pure, io riuscirò a sopravvivere anche a Spike. -
Eudial si chinò ad abbracciarlo e rimase per qualche secondo stretta a lui, poi lo baciò in fretta sulla guancia e corse fuori dalla porta prima che lui si accorgesse che le veniva da piangere.