21. Storm

Spike guardò la tempesta che infuriava all'esterno della casa, sbirciando tra le fessure delle imposte sbarrate.
- Cosa facciamo? Eudial potrebbe essere in pericolo là fuori! -
Giles scosse la testa.
- Non sappiamo dove possa essere. Tokyo è troppo grande per cercarla a caso e non abbiamo nemmeno un'auto... I poteri di Xinuxunil dovrebbero essere in grado di proteggerla... -
Spike gli puntò una torcia elettrica in faccia, indicando il sangue secco sul volto di Giles.
- Oh si, abbiamo visto quanto sia affidabile quella dea. Sarei molto più tranquillo se Eudial fosse da sola là fuori. Quanto all'auto... beh posso pensarci io, in qualche secolo di malvagità ho imparato qualcosa. -
Giles esitò per un istante, poi lo schianto secco dell'ennesimo fulmine lo fece trasalire e annuì.
- Va bene, procurati un'auto. -
Spike sparì fuori dalla porta, ingoiato dalla notte e dalla tempesta.

Giles spinse la porta, riuscendo a richiuderla nonostante il vento che gli sbatteva l'acqua addosso e cercò di calmarsi e pensare coerentemente.
Sia Xinuxunil che Eudial erano forti, non doveva preoccuparsi troppo, in ogni caso se la sarebbero cavata. Probabilmente Eudial aveva già trovato riparo da qualche parte.
Ma allora perché non si faceva viva almeno con una telefonata?
Forse Xinuxunil aveva ancora il controllo, e quello era già più preoccupante, visto il comportamento che aveva avuto poche ore prima.
Sempre che non ci fossero di mezzo i demoni.
Giles sperò che almeno loro avessero il buon senso di restarsene nelle loro tane quella notte.
Aprì il rubinetto dell'acqua calda, ma lo scaldabagno era fuori uso per la mancanza di elettricità e l'Osservatore si sciacquò il viso con l'acqua gelida, cercando di togliersi dal viso il sangue secco. Le minuscole ferite bruciavano, ma non era nulla di serio, la dea avrebbe potuto ferirlo molto più gravemente se avesse voluto, probabilmente intendeva solo dargli una lezione.
Eudial sarebbe andata su tutte le furie se avesse saputo quello che era successo e Giles decise che non le avrebbe detto nulla. Se già le cose erano complicate così, lui non osava immaginare cosa sarebbe potuto accadere se Eudial avesse deciso di dichiarare guerra a Xinuxunil.
Sospirò. Avrebbe dovuto far capire anche a Spike che era meglio non dire nulla e non sarebbe stato facile.

Il vampiro bussò alla porta e Giles uscì di casa e si diressero correndo verso la macchina parcheggiata subito fuori dal cancello. L'Osservatore mise la grossa borsa che aveva portato sul sedile posteriore e si mise al posto di guida della decappottabile gialla.
Guardò l'auto con aria critica.
- Spike, non potevi rubare qualcosa di più adatto e meno appariscente? -
- Perchè, non trovi che sia un'auto di classe? -
- Si, ma per affrontare una tempesta sarebbe stato meglio qualcosa di più solido, magari un auto con un vero tetto e non una capote di stoffa, che ne dici? -
- Questo ho trovato. Se non ti va bene puoi anche andare a piedi. Ora ti decidi a mettere in moto? -
- Va bene, va bene. Hai il cellulare? Nel caso in cui Eudial chiamasse. -
Giles avviò il motore e premette prudentemente l'acceleratore.

Spike si mise a frugare nell'auto: erano ore che giravano senza trovare traccia di Eudial mentre la tempesta continuava ad infuriare. Sia lui che Giles erano preoccupati per la ragazza, ma a un certo punto l'Osservatore era stato costretto a fermare l'auto in un vicolo tra due palazzi, impossibilitato a proseguire dalla furia degli elementi. Erano fermi da almeno mezzora e Spike si era messo a cercare qualcosa che li aiutasse a passare il tempo e spezzasse un po' la tensione.
Scovò un album da disegno sul sedile posteriore e si mise a sfogliarlo distrattamente.
- Non rovinare nulla. - Gli disse Giles. - Quando avremo trovato Eudial restituiremo questa macchina al legittimo proprietario nelle stesse identiche condizioni in cui la abbiamo trovata. -
Spike annuì guardando un disegno, poi alzò l'album e lo mostrò all'Osservatore.
- Dì un po', Rupert, ma questa non è casa nostra? -
Giles esaminò lo schizzo accigliandosi. La casa disegnata su quell'album era inequivocabilmente la loro! Sfogliò le altre pagine dell'album, colto da un presentimento, poi aprì il cassetto del cruscotto e cercò i documenti dell'auto. Quando lesse il nome del proprietario si lasciò sfuggire un'imprecazione.
Spike lo guardò sorpreso.
- Che ti prende, Rupert? -
Giles gli tirò il libretto di circolazione e appoggiò la testa al volante.
- Accidenti, Spike, di tutte le migliaia di auto che potevi scegliere, dovevi rubare proprio la macchina di Haruka Tenou?! -

Eudial rabbrividì e cercò di ripararsi contro il muro di un palazzo senza troppo successo. La pioggia gelida la sferzava senza tregua e lei indossava soltanto uno dei ridicoli abiti di seta leggera pretesi da Xinuxunil che continuava ad appiccicarsi alla sua pelle.
Maledisse la dea, prima decideva di andarsene a spasso sotto la tempesta e poi, al minimo accenno di disagio e freddo, fuggiva lasciandole il controllo del corpo. Per giunta Xinuxunil l'aveva mollata in una zona industriale, senza alcuna traccia di abitazioni o negozi.
Eudial camminava da ore in cerca di un posto dove ripararsi o di un telefono e si sentiva congelare. Giurò che se fosse riuscita a non morire assiderata, l'avrebbe fatta pagare a Xinuxunil in qualche modo. Scorse una cabina telefonica in lontananza e si diresse in quella direzione.

Giles trasalì nel sentire lo squillo del cellulare e guardò Spike ansiosamente. Il vampiro rispose, sollevato nel sentire la voce di Eudial, poi passò il telefono a Giles.
L'Osservatore riuscì a capire il posto in cui si trovava la ragazza e le disse di restare nella cabina, al riparo e loro sarebbero arrivati il più presto possibile, poi la linea si interruppe e restituì il telefono a Spike.
Mise in moto l'auto, avviandosi prudentemente, ma il più in fretta possibile verso la zona industriale.

Eudial sedette in terra, appoggiandosi con la schiena al vetro della cabina e chiuse gli occhi. Si sentiva male, era scossa da brividi di febbre e le stava venendo un forte mal di testa. Non era giusto che quella dea prepotente facesse il suo comodo con il suo corpo, ma la cosa che la faceva arrabbiare di più era che continuasse a trattare male Spike e Giles. Xinuxunil trattava il vampiro come un essere immondo e costringeva l'Osservatore ad accontentarla in ogni suo capriccio, come se fosse stato il suo schiavo, mentre lei non poteva fare nulla per riprendersi il controllo del corpo.
Eudial si chiese se sarebbe riuscita almeno a fare la cosa opposta, ovvero rinchiudersi nel suo sonno e costringere la dea a restare nel corpo anche quando non voleva. Xinuxunil poteva lasciarle il corpo, ma se lei si fosse rifiutata di riprenderlo allora forse la dea sarebbe stata costretta a restarci.
Aprì gli occhi e guardò la pioggia che scorreva lungo il vetro della cabina. Si accorse che una macchina gialla si era fermata lì davanti e in pochi secondi Giles spalancò la porta della cabina, sollevandola tra le braccia e stringendola forte.

L'Osservatore depose Eudial sul sedile posteriore dell'auto e rimase al suo fianco, abbracciandola per riscaldarla. La ragazza era fradicia e tremava di freddo e Giles la avvolse in una coperta asciutta.
Spike la guardava, preoccupato, ma non osava toccarla per timore di risvegliare Xinuxunil.
Giles lo rassicurò con un gesto.
- Spike, puoi guidare tu? Va tutto bene ora, non è ferita. -
Il vampiro annuì e mise in moto l'auto di Haruka.
Giles si permise di rilassarsi un po'. Alla fine erano riusciti a ritrovare Eudial e tutto quello che era successo non avrebbe avuto conseguenze gravi. Di fronte a questo, la sofferenza inflittagli da Xinuxunil perdeva importanza, non contava più nulla.
Eudial si aggrappava a lui con forza. Gli faceva un po' male a causa dei lividi provocatigli dalla dea quando lo aveva sbattuto contro il muro, ma anche quello non era importante.
Passò una mano fra i capelli bagnati di Eudial in un gesto di conforto e la ragazza alzò la testa di scatto, guardandolo negli occhi.
Giles la fissò preoccupato, raramente aveva visto un'espressione tanto furiosa negli occhi di Eudial. Ricordò la prima volta che si erano incontrati, quando lui aveva creduto che fosse un demone e aveva tentato di ucciderla.
- La odio. - Sussurrò la ragazza. - Ma la pagherà. -
L'Osservatore aprì la bocca per parlare, ma Eudial lo interruppe.
- No Giles, non cercare di calmarmi, ne ho abbastanza. Sarà pure una dea, ma sono stufa della sua arroganza! Da quando è apparsa non ha fatto altro che pretendere, chiedere, esigere. Ha abusato del mio corpo, non fa che maltrattare Spike e ti ha anche ferito. Finchè si tratta di indossare questi stupidi vestiti, posso anche lasciar perdere, ma se fa male alle persone a cui tengo non ho intenzione di tollerarlo! - Si bloccò, notando le piccole ferite sulla pelle di Giles e alzò una mano a carezzargli il viso.
- Ma sei ferito... Santo cielo, Giles, sei pieno di taglietti... -
- No... no, ti assicuro che non è nulla. -
- È stata lei, vero? - Chiese, gelida. - Lo ha fatto di nuovo? Ti ha ferito ancora?! Cosa voleva stavolta, gioielli? O uno schiavo personale? -
- Non è successo niente di grave... te lo assicuro. Non è niente. Eudial, calmati ora. Credo che tu abbia la febbre, se ti agiti così, poi starai peggio. -
Eudial lo guardò, con un sorriso crudele che gli fece venire i brividi.
- Oh, ma esattamente quello che spero. Te lo assicuro, non chiedo di meglio, Giles. -
L'Osservatore la guardò preoccupato, temendo che stesse delirando.
Eudial scoppiò a ridere.
- Non sono pazza, Giles, non guardarmi così. È solo che stavolta Xinuxunil avrà una bella lezione. È stata lei a farmi ammalare, mi sembra giusto che ora sia lei a subirne le conseguenze. -
Gli spiegò brevemente quello che intendeva fare.
- Puoi davvero bloccarla e costringerla a mantenere il controllo del corpo? -
Eudial annuì.
-Credo di si. Mi dispiace per voi che dovrete sopportarla più a lungo, ma stavolta ha esagerato, deve pagare per quello che ha fatto. -
Sfiorò la guancia di Giles con le labbra, poi appoggiò la testa alla sua spalla e chiuse gli occhi, rinchiudendosi nell'oblio.