22. Grateful for a Wish

Giles si stese sul divano, cercando di dormire un po'. Si sentiva stanco e aveva bisogno di riposare prima che Xinuxunil lo chiamasse di nuovo.
La dea non aveva preso bene quello che aveva fatto Eudial, costringendola a restare in un corpo malato e a sopportarne i disagi come una comune mortale, ma non aveva potuto farci nulla. Incarnandosi in un essere umano, i suoi poteri erano molto legati alle condizioni del corpo e attualmente il corpo in cui si trovava era troppo debole per poterle permettere di spezzare le difese di Eudial.
Non appena si era accorta di quello che era successo, Xinuxunil si era infuriata, gridando e minacciandoli per ore, ma Spike si era limitato a riderle in faccia e Giles l'aveva semplicemente lasciata sola finché non si era calmata, rassegnandosi.
Giles era contento che Eudial e Xinuxunil non potessero affrontarsi fisicamente: dopo gli ultimi avvenimenti, si sarebbero sicuramente massacrate a vicenda.
Chiuse gli occhi, avvolgendosi nella coperta. Non faceva freddo, ma da qualche tempo sentiva il bisogno di calore, come se intorno a lui ci fosse il gelo. Era una sensazione che era iniziata quando Eudial era morta, allora gli sembrava di essere diventato di ghiaccio lui stesso, e che credeva di aver superato quando lei era tornata. Ma da quando Xinuxunil era entrata nella sua mente la sensazione di freddo era tornata ad assalirlo di tanto in tanto anche se in modo attenuato. La dea aveva fatto riemergere vecchi ricordi dolorosi che gli facevano sentire la mancanza delle persone che aveva perduto. Si sentiva solo. Forse era soltanto questo che gli faceva sentire freddo.
Di solito la compagnia di Eudial e Spike lo faceva stare bene, si sentiva sereno ed era felice che la sua Cacciatrice fosse viva anche se col piccolo inconveniente di dover ospitare Xinuxunil. Nonostante l'arroganza della dea, le settimane passate dal ritorno di Eudial per Giles erano state quasi perfette, si sentiva scoppiare di gioia solo guardando la ragazza, grato che lei fosse ancora viva quando aveva pensato di averla perduta per sempre.
Quasi perfette. Perchè c'erano quei momenti di malinconia e di freddo che lo assalivano di tanto in tanto e che gli facevano quasi invidiare Spike per il modo in cui Eudial lo guardava.
Da tanto, troppo tempo, lui non aveva nessuno che lo guardasse in quel modo. Con Setsuna ci era andato vicino, molto vicino, ma poi il loro rapporto si era spezzato. Non aveva avuto il tempo per soffrire molto di quella rottura, trascinato dagli eventi, ma Giles sapeva che anche quella delusione aveva lasciato un segno profondo nel suo cuore. L'ultima donna che aveva amato con tutto il suo cuore era stata Jenny Calendar, Jenny che ora riposava nel sonno eterno della morte.

Si svegliò da solo qualche ora più tardi e si sorprese del fatto che Xinuxunil non si fosse fatta sentire in tutto quel tempo.
La dea non era una paziente tranquilla, per tutto il giorno non aveva fatto altro che lamentarsi e chiamarlo per dargli ogni tipo di ordini. Quella mattina lo aveva insultato, accusandolo di essere complice di quello che le stava facendo Eudial e aveva minacciato di vendicarsi non appena avesse recuperato i poteri.
Giles prese del ghiaccio dal freezer, forse la dea si era calmata perché la febbre era salita.
L'Osservatore entrò nella camera di Eudial e sedette accanto al letto, toccando la fronte della ragazza per verificarne le condizioni. La febbre era ancora alta, ma non era nulla di preoccupante, un semplice raffreddore.
Giles le rinfrescò il viso con un asciugamano bagnato nell'acqua fredda e Xinuxunil aprì gli occhi, fissandolo con ostilità.
L'Osservatore sostenne il suo sguardo senza scomporsi e la salutò tranquillamente.
- Come ti senti? Vuoi mangiare qualcosa? -
- Vi odio. Un tempo gli esseri umani erano molto più rispettosi, è inconcepibile quello che mi state facendo. Tu poi sei il più ipocrita di tutti, con quella tua falsa gentilezza. Mi dai ai nervi quando ti comporti in questo modo! -
Giles la guardò, leggermente stupito.
- Cosa intendi? -
- "Come ti senti?" "Vuoi mangiare qualcosa?" Come se te ne importasse qualcosa! Se ti prendi cura di questo corpo è solo perché è di Eudial! Ma ora lei non c'è quindi piantala di fare finta di essere gentile! -
- Come hai appena detto, Eudial in questo momento è profondamente addormentata, non potrebbe nemmeno sentire quello che dico. -
- Appunto. Ti prendi cura di questo corpo solo perché temi che lei possa morire. -
Giles scosse la testa sorridendo.
- Eudial ha affrontato demoni, spettri e vampiri ed è sopravvissuta. Se mi preoccupassi per un banale raffreddore sarei uno sciocco. -
- Un banale raffreddore?! Ma se non riesco a respirare, tremo dal freddo anche se la mia pelle scotta e la mia testa sembra che stia per esplodere?! -
- Appunto, tipici sintomi di un normalissimo raffreddore. Qualche giorno di riposo e passerà. -
Xinuxunil lo guardò rabbiosa.
- E allora perché diavolo perdi tempo con me? Mi odi per quello che ti ho fatto, no? È perché temi la mia vendetta se non ti dovessi prendere cura di me? Il vampiro non mi pare che abbia certe preoccupazioni, sei dunque un vigliacco? -
Giles la guardò negli occhi, serio.
- Mi hai detto cose orribili in tutti questi giorni. Mi hai colpito, mi hai ferito e ha frugato nella mia mente senza ritegno, costringendomi a riaffrontare ricordi molto dolorosi che mi hanno fatto soffrire. Hai fatto piangere Spike, non riesco a sopportare il modo in cui abusi del corpo di Eudial e mi fa star male vedere come tratti le persone a cui tengo. Ma tutto ciò non ha importanza. Non posso odiarti. Qualunque cosa tu possa fare, in qualunque modo tu decida di umiliarmi, c'è una cosa che non posso dimenticare e che mi impedisce di odiarti. Tu hai riportato in vita Eudial. Hai esaudito il mio desiderio più grande senza che io te lo chiedessi e mi hai restituito la persona che amo come una figlia. Quando mi costringi ad ubbidire ai tuoi ordini è questo quello a cui penso. Non è per paura che faccio tutto quello che vuoi, ma perché ho un debito che non potrò mai estinguere. Qualunque cosa io possa fare, non sarà mai abbastanza rispetto al dono enorme che mi hai fatto. Forse non te l'ho mai detto, ma credevo che lo sapessi. Io ti sono grato per quel dono, Xinuxunil, immensamente grato. -
La dea lo guardò, sorpresa da quelle parole.
Nessun umano, mai nessun essere mortale le aveva rivolto parole di quel genere. Tutti quelli che erano venuti a cercarla avevano avuto interesse solo per i loro desideri, dimenticandosi completamente di lei una volta ottenuto quello che volevano. Già una volta Giles e Spike l'avevano stupita, desiderando che la vittima del sacrificio tornasse in vita, di solito nessuno sprecava il proprio desiderio per un'altra persona, di solito nemmeno veniva loro in mente che fosse possibile far tornare in vita la vittima del sacrificio.
E ora questo umano le era addirittura grato, nonostante lei lo avesse sfruttato e torturato?
Per la prima volta da quando esisteva, Xinuxunil provò curiosità nei confronti di un essere mortale, rendendosi conto che praticamente lei non sapeva nulla degli esseri umani anche se da millenni esaudiva i loro desideri.
Desiderò di capirli meglio, voleva sapere perché quell'umano l'avesse ringraziata, ma si rese conto che quello era un desiderio che non era capace di far avverare con i suoi poteri. Se avesse voluto conoscere gli esseri umani, avrebbe dovuto farlo in un altro modo. Forse vivere nel corpo di Eudial avrebbe potuto aiutarla a capire, se lei avesse cercato di comportarsi come un essere umano e non come una dea.

Giles la vide chiudere gli occhi e pensò che volesse riposare. Fece per alzarsi, ma Xinuxunil gli afferrò un polso delicatamente.
- No. Resta qui. -
L'Osservatore tornò a sedere, leggermente stupito dal tono della voce della dea, tanto diverso da quello che aveva usato poco prima.
- D'accordo, se è quello che desideri. -
Xinuxunil gli rivolse un sorriso velato di amarezza.
- Quello che desidero... Lo sai, umano, che una dea dei desideri può esaudire solo i desideri degli altri? -
- Non puoi esaudire i tuoi desideri? Perchè? -
- È così. È nella mia natura. Non so come potrei spiegarlo a un mortale, ma è giusto che sia così. Se fosse in un altro modo, sarebbe profondamente sbagliato, sarebbe innaturale. -
Giles annuì.
- Quale sarebbe il tuo desiderio, se fosse possibile esprimerlo? -
La dea lo guardò, disorientata.
- A dire il vero, non lo so. Non ci ho mai pensato. -
Giles sorrise e Xinuxunil lo fissò con aria interrogativa.
- Ora che hai da ridere? -
- È buffo. Da quando sei arrivata non hai fatto che chiedere e pretendere, eppure non sai quello che vuoi davvero. -
- Ti stai burlando di me? -
- No, no te lo assicuro. È solo che non mi aspettavo una risposta del genere da una dea. Di solito siamo noi umani a non sapere quello che desideriamo veramente. -
- Deluso? Ma in fondo cosa pretendi da una dea col raffreddore? - Xinuxunil sorrise leggermente e richiuse gli occhi con un'espressione sofferente. - Ora al massimo potrei desiderare un'aspirina. -
Giles rispose al sorriso, divertito, e si alzò in piedi.
- Questo è un desiderio che posso esaudire facilmente. -
Xinuxunil lo fissò con uno sguardo penetrante.
- Che c'è, non pensavi che una dea potesse avere il senso dell'umorismo? -
- In effetti è una sorpresa. E devo dire che non mi dispiace affatto. -
Giles le porse l'aspirina e un bicchiere d'acqua, poi si avviò verso la porta, fermandosi sulla soglia per rivolgerle un sorriso gentile.
- Ora riposati, se hai bisogno di qualcosa chiamami pure. -
Xinuxunil chiuse gli occhi, rilassandosi contro il cuscino. La testa le pulsava dolorosamente, ma l'ira che l'aveva fatta ribollire fino a poco prima era scomparsa. Le parole gentili di quell'essere umano la facevano sentire bene e lei era decisa a scoprirne il motivo.