15. Death and the Wishing Star

Spike si guardò intorno, disorientato e furioso.
- Dove sono? Dove sono quei bastardi? Li troverò! E allora il chip non potrà fermarmi se non fa­ranno qualcosa per salvarla! -
Sparì nella vegetazione, frugando in ogni cespuglio alla ricerca dell'ingresso della caverna.
Giles rimase nella radura, inginocchiato accanto a Eudial.
- Come ti senti? -
La ragazza sorrise debolmente.
- Non fa male. -
- Non ti preoccupare, troverò un incantesimo, riuscirò a salvarti, vedrai. Ora ti porto al furgone, mi servono dei libri che sono a casa, poi... -
- No. -
- Cosa? -
- È inutile Giles. Non puoi evitare che il sacrificio si compia. Lo sento. Sento il potere di Xinuxunil dentro di me, è come un fuoco che mi consuma dall'interno. -
Giles scosse la testa senza capire ed Eudial vide la negazione negli occhi dell'uomo. L'Osservatore ancora non riusciva a rendersi conto di quello che stava accadendo, non voleva ancora rendersene conto.
- Perchè... perché lo hai fatto? -
- Non potevo scegliere. Proprio non potevo. -
Eudial chiuse gli occhi e per un attimo il suo corpo divenne trasparente. Giles trasalì come se lo avessero colpito all'improvviso: solamente in quel momento aveva capito che Eudial stava davvero morendo e che lui non avrebbe potuto fare nulla per salvarla.
Strinse la ragazza tra le braccia quasi con violenza ed Eudial vide la disperazione farsi strada nei suoi occhi.
- Non lasciarmi, ti prego! Ci sono ancora tanta cose che dobbiamo fare, non puoi andartene così! C'è la barca che ci aspetta al molo domani, poi ti avevo promesso che sarei venuto ad allenarmi con te in Feniglia. Non l'ho ancora mai fatto! E poi voglio portarti a Sunnydale e in Inghilterra... poi... poi torneremo a Tokyo, nella nostra casa, e tamponeremo di nuovo l'auto di Haruka... E c'è una cosa a cui sto pensando da qualche tempo... voglio adottarti legalmente, voglio che tu diventi davvero mia figlia! Quando quell'uomo ha detto che è come se tu non esistessi, avrei voluto picchiarlo, non pote­vo sopportare l'idea che ti considerasse diversa... Voglio che tu sia mia figlia, lo desidero con tutto il cuore. Ti prego. -
Eudial scoppiò a piangere.
- Non sarei una buona figlia, ti faccio sempre soffrire. Perdonami. -
Giles la tenne stretta e le asciugò le lacrime.
- No, non piangere, troverò il modo di salvarti. Ma certo! Il desiderio! Sarà Xinuxunil a riportarti in vita! Non avere paura, le chiederò di salvarti. -
- No Giles. Devi promettermi che non lo farai. Devi giurarmelo. Se salvi me invece di invocare la forza della dea, Birurugatesu distruggerà il mondo. Moriremo tutti lo stesso e sarà stato tutto inutile. Lascia che il mio sacrificio possa salvare l'umanità. È il mio ultimo desiderio, ti prego giuramelo. -
Eudial avrebbe voluto abbracciare Giles, poterlo stringere forte mentre gli diceva quelle parole che gli avrebbero spezzato il cuore, ma il suo corpo non le obbediva, non aveva più la forza di muoversi.
- Non posso. Ti prego, non chiedermi questo! Non posso lasciarti morire in questo modo senza fare nulla, non posso! -
- Devi. Non potrei vivere sapendo che la mia vita è costata la distruzione del mondo. -
- Troveremo un altro modo per sconfiggere Birurugatesu! Ci riusciremo anche senza Xinuxunil! -
- Giles... - Gli parlò con dolcezza, come per convincerlo e consolarlo allo stesso tempo. - Non c'è un altro modo, lo sai. Ti prego, salva questo mondo, fallo per me. -
Parlarono a lungo, piangendo entrambi, ma alla fine Giles dovette cedere: pronunciò le due parole che lo avrebbero costretto a distruggere tutti i suoi sogni.
- Lo giuro. -

Spike prese a calci un albero, sfogando la sua rabbia: quella maledetta porta sembrava essere svanita nel nulla!
Tornò alla radura pregando che Giles fosse riuscito a trovare un modo per salvare Eudial, ma quando lo vide, capì subito che aveva fallito. L'Osservatore era seduto in terra accanto a Eudial e si teneva la testa fra le mani. Spike si rese conto che probabilmente stava piangendo e, con un tuffo al cuore, capì la gravità della situazione. Non aveva mai visto Giles in quelle condizioni, nemmeno dopo la storia di Lili. In quell'occasione era a pezzi, ma di fronte al vampiro aveva sempre mantenuto una certa compostezza.
Spike si sentì invadere da un terrore profondo, che cercò di scacciare con la rabbia.
Si inginocchiò vicino ad Eudial e colpì il prato con un pugno, vicino al viso di lei.
- Cretina! Si può sapere cosa ti è saltato in mente?! Sono io il vampiro fallito, quello malvagio e che non serve a nulla! Dovevi scegliere me! Nessuno avrebbe sentito la mia mancanza, nessuno avrebbe pianto per me! Guarda cosa hai fatto invece... -
- Spike, io avrei pianto per te. Come potevo uccidere la persona che amo? -
- Cosa... cosa hai detto? -
- Ti amo, Spike. -
Eudial chiuse gli occhi ed il suo viso si contrasse come in preda a una fitta di dolore e il suo corpo divenne nuovamente trasparente.
Spike la guardò inorridito per qualche istante, poi il panico lo assalì.
Scosse violentemente Giles, come per chiedergli aiuto.
- Osservatore! Cosa le sta succedendo?! Devi fare qualcosa! Aiutala! Non puoi permettere che fini­sca così! -
Giles alzò la testa, ma il suo sguardo era vuoto e assente, come se non vedesse nemmeno il vampiro.
- Spike... non lo so. Non so cosa fare... -

Eudial li chiamò debolmente.
- Giles... vieni qui, stenditi al mio fianco. Anche tu Spike. Tenetemi stretta, vi prego. È così che vo­glio morire, tra le braccia delle due persone che amo di più. Non piangere Giles, non sto soffrendo, è un modo dolce di morire. E tu Spike, comportati bene anche se non ci sarò più io a minacciarti. Vi voglio bene. -
Un attimo dopo era scomparsa.

Spike e Giles fissarono per qualche secondo lo spazio vuoto rimasto fra loro prima di rendersi conto che lei non c'era più.
Rimasero stesi a terra, troppo sconvolti e storditi dal dolore per muoversi.
Non si accorsero nemmeno della luce che era apparsa alle loro spalle finché una voce risuonò tra gli alberi.
- Chi invoca il mio nome? Chi desidera Xinuxunil la Sacra? -

Giles e Spike si alzarono da terra, voltandosi di scatto e furono costretti a chinare lo sguardo davanti alla luce abbagliante emanata dalla dea, non riuscivano a distinguerne la forma.
- Affidate i vostri desideri a me. Ho accettato il sacrificio e se li giudicherò degni, sarete accontentati. -
La luce si spostò davanti a Giles.
- Parla, umano. Quale desiderio è tanto importante da venire a disturbare il mio riposo? -
- Lascia che Eudial... - Si interruppe ricordando il giuramento che aveva fatto alla ragazza. Desidera­va con tutto il cuore che lei potesse tornare in vita, ma aveva fatto una promessa e sapeva che quella era la cosa giusta da fare anche se la sua anima si ribellava a quell'idea con tutte le sue forze.
- Desidero che l'essere che minaccia di distruggere il mondo, Birurugatesu, venga annientato. -
Xinuxunil si avvicinò a Spike.
- Creatura dell'Ombra, perché osi avvicinarti a una luce tanto intensa? Potrei bruciarti se lo volessi, semplicemente guardandoti. Che desiderio tanto grande ti spinge a rischiare l'annientamento? -
Spike strinse i denti, sopportando il dolore. La luce gli scottava la pelle, ma non gli importava. Quello era il momento che aveva sognato da molto tempo, ma ora gli sembrava tutto sbagliato. Sa­rebbe tornato ad essere un vampiro temibile, ma cos'era quel vuoto che sentiva dentro, quel dolore che gli soffocava le parole in gola? Che vantaggi c'erano a non avere un'anima se poi doveva soffrire così?
- Al diavolo il chip! - Gridò - Ridammela! Riporta in vita Eudial! Ho bisogno di lei, la amo! -
Giles guardò Spike, incredulo, non avrebbe mai pensato che il vampiro potesse essere capace di un gesto del genere. Ancora non osava sperare che Eudial potesse tornare da loro.
Xinuxunil rimase in silenzio per qualche attimo, poi si rivolse a Giles.
- Tu avrai quello che vuoi. Avrai il potere di sconfiggere Birurugatesu. -
- Tu, invece, vampiro, - proseguì parlando a Spike - non sarai accontentato. Non posso realizzare il tuo desiderio. -
- È perché sono un vampiro?! Sono un essere indegno, lo so, ma lei è importante, molto più di me! Se è per la faccenda del sacrificio prendi la mia vita oppure quella di Giles, ma lascia che lei possa tornare in vita! -
- È impossibile. Questo è un desiderio che non si può esaudire. Creatura Oscura, sei stato ammesso alla mia presenza e voglio farti un dono: il pezzo di metallo che ti causa tanto dolore non esiste più. Sei libero dalla tua prigione, questo è quello che posso fare per te. -
Spike imprecò, scoppiando in lacrime.
Non era giusto! Finalmente si era liberato di quel maledetto chip, ma ora non gliene importava più nulla. Aveva perso l'unica persona a cui teneva davvero e non poteva farci niente. Nemmeno una dea poteva restituirgli la donna che amava.
Giles e Spike avevano espresso i loro desideri, ma Xinuxunil era ancora lì davanti a loro.
- C'è un ultimo desiderio da esaudire. Il desiderio della Prescelta. Riguarda te, vampiro. -
Spike non riusciva a capire. La Prescelta era Eudial... Aveva espresso un desiderio che la riguardava?
Una luce azzurra lo avvolse, facendolo gridare di sofferenza.
- Riavrai la tua anima, vampiro. -

Xinuxunil svanì, facendo piombare la radura nuovamente nell'oscurità.
Spike cadde in ginocchio ai piedi di Giles e si nascose il viso fra le mani. Il dolore per la morte di Eu­dial gli sembrava insopportabile e il rimorso per tutte le vite che aveva stroncato lo opprimeva. Un gemito gli sfuggi dalla gola e si tramutò in un grido disperato.

Giles continuava a fissare il punto dove fino a poco prima era Xinuxunil. Si sentiva come distaccato dalla realtà, non sentiva niente. Era come se il mondo non esistesse davvero, come se tutto fosse solo uno stupido sogno. Spike stava gridando. Giles aveva l'impressione di dover dire qualcosa per farlo smettere, qualsiasi cosa.
Gli mise una mano sulla spalla.
- Andrà tutto bene, Spike. -
Si irrigidì. "Andrà tutto bene"? Perchè aveva detto una cosa del genere? Improvvisamente ricordò che Eudial gli aveva detto quella stessa frase solo la sera prima. Lo aveva baciato sulla guancia e gli aveva detto che sarebbe andato tutto bene. Quel ricordo spezzò il senso di distacco che gli impediva di provare emozioni, fece crollare quel muro invisibile che lo proteggeva dal dolore.
Si aggrappò a Spike come se il dolore del vampiro fosse l'unico punto di riferimento rimastogli, come se confortare Spike potesse portare sollievo anche alla sua sofferenza.