16. Two Lonely

Giles si svegliò con un gemito. Il momento in cui Eudial era svanita fra le sue braccia era impresso nella sua mente come un marchio a fuoco, ma il resto della notte era solo un ricordo confuso. Xinuxunil era apparsa e aveva distrutto ogni speranza che lei potesse resuscitare, ma di quello che era successo dopo Giles aveva solo frammenti di ricordi.
Era steso sul pavimento del furgone e Spike era immobile accanto a lui, seminascosto da una coperta scura. Il volto del vampiro era umido di lacrime.
L'Osservatore si sentiva confuso e aveva un forte mal di testa. Aveva bevuto insieme a Spike fino a stordirsi e quel dolore che minacciava di spaccargli il cranio ne era la diretta conseguenza, ma non aveva importanza. Del resto cosa aveva importanza ormai?
Eudial non c'era più.
Si trascinò fuori dal furgone e la luce gli ferì gli occhi. Doveva essere pomeriggio inoltrato a giudicare dalla posizione del sole.
Solo il giorno prima, meno di ventiquattro ore prima, lei era ancora insieme a loro e a Giles sembrava ancora impossibile accettare il fatto che non la avrebbero più rivista. Dopo la morte di Buffy il dolore lo aveva tormentato per mesi, ardente come una fiamma che gli aveva torturato l'anima, ma ora il fuoco sembrava sparito, dentro di sè sentiva solo un gelo agghiacciante.
Avrebbe dovuto soffrire, piangere per Eudial come aveva fatto Spike per tutta la notte, ma non sentiva nulla. Era come se non ci fosse più nulla al mondo per cui valesse la pena di preoccuparsi, tutto era spento, come se la vita avesse perduto ogni colore.

Spike guardò il riflesso vuoto dello specchio del bagno. Si sentiva solo, terribilmente solo, e quello specchio vuoto lo faceva sentire ancora peggio. Nei giorni precedenti quel riflesso era stato riempito dalla figura di Eudial che si divincolava ridendo quando lui la abbracciava da dietro cercando di morderla sul collo, da Eudial che rispondeva ai suoi baci con quel calore che lo faceva sentire bene. Guardando Eudial nello specchio, Spike aveva quasi l'impressione di potersi vedere anche lui, ora invece si sentiva inesistente.
- Perchè hai voluto ridarmi l'anima? Perchè hai voluto condannarmi alla sofferenza? -
Continuava a pensare alle parole che gli aveva detto la ragazza prima di svanire. Lo amava.
Lo amava e lui non se ne era mai reso conto. Aveva sempre creduto di non contare nulla per lei, che Eudial fosse soltanto attratta dal suo corpo e dal suo sangue, non avrebbe mai potuto immaginare che una Cacciatrice potesse innamorarsi di un vampiro crudele come lui senza che lui avesse fatto nulla per meritarselo.
E lui, stupido, non le aveva mai detto quanto la amasse. Ormai non avrebbe mai più potuto farlo, lei non avrebbe mai saputo che il suo amore era ricambiato.
Spike si sciacquò il viso. La luce di Xinuxunil gli aveva scottato la pelle come se si fosse esposto al sole per un breve periodo e le scottature gli facevano male, aggiungendo dolore fisico alla sofferenza che provava.
Ascoltò i rumori nella stanza accanto: Giles stava facendo i bagagli, presto sarebbero andati via da quella casa. L'Osservatore non gli aveva praticamente rivolto la parola dalla sera precedente, sembrava completamente assente, sperduto in un altro mondo.
Spike si sentiva spinto ad avvicinarsi a lui, era l'unica altra persona che aveva amato Eudial con la sua stessa intensità, l'unica con cui avrebbe potuto condividere il dolore, ma Giles sembrava aver eretto un muro intorno a sè e teneva a distanza il resto del mondo. Probabilmente era solo una reazione allo choc, ma contribuiva a peggiorare la solitudine provata da Spike.
Un rumore di vetri infranti attirò l'attenzione del vampiro e Spike uscì dal bagno per controllare cosa fosse successo.

Giles si chinò meccanicamente a raccogliere i cocci del vaso rotto. I fiori bianchi, identici a quelli che lui ed Eudial avevano deposto sulla tomba di Lili solo poco tempo prima, erano sparsi sul pavimento e la gattina li guardava con aria incuriosita.
- Che succede, Osservatore? -
Giles trasalì sentendo la voce del vampiro alle sue spalle e un dolore acuto gli attraversò la mano. Lasciò cadere il pezzo di vetro che lo aveva tagliato e portò istintivamente il dito ferito alla bocca.
- Niente. Il gatto ha fatto cadere un vaso. -
Spike raccolse un fiore e osservò la goccia di sangue che era caduta su uno dei petali.
- Li aveva comprati Eudial? -
- Già. -
Giles guardò il fiore per qualche secondo, poi tornò a raccogliere i vetri sul pavimento.
- Non è orribile? - Disse in tono neutro. - Quei fiori non sono ancora appassiti e lei invece non esiste più. -
- Cosa faremo ora? -
- Elimineremo quel maledetto demone, che altro possiamo fare? -
- Non intendevo questo... - La voce del vampiro era incerta, come se esitasse ad affrontare l'argomento. - Volevo dire... cosa faremo per Eudial? Non dovrebbe avere una tomba? -
Giles continuò a raccogliere i vetri senza rispondere.
- Perchè non rispondi? Non ti interessa fare qualcosa per lei? Non vuoi almeno fare in modo che sia ricordata?! -
Giles si alzò di scatto afferrando il vampiro per la camicia e sbattendolo contro il muro.
- Fare qualcosa per lei? E cosa potremmo fare noi, eh?! È morta, non lo hai ancora capito? A cosa le servirebbe un pezzo di pietra con il suo nome sopra? A farsi ricordare? E da chi?! A chi altri è mai importato di lei oltre a noi? Chi l'ha mai amata? Noi siamo la sua tomba, Spike. Noi. Tutto quello che resta di lei sono solo i nostri ricordi. Quelli e le vite della gente che ha salvato uccidendo i vampiri. Nient'altro. -
L'Osservatore lasciò andare il vampiro e gettò via i vetri che aveva raccolto.
Spike guardò la schiena dell'inglese e sospirò. Fino al giorno prima non avrebbe mai pensato di poter provare dispiacere per Giles, ma ora lo sguardo che aveva visto nei suoi occhi lo aveva fatto rabbrividire: se possibile, l'Osservatore stava ancora peggio di lui.
Lo seguì in cucina.
- Sei ferito. Dovresti fare qualcosa per quel taglio prima di morire dissanguato. -
Giles guardò distrattamente il sangue che gli colava lungo la mano e gocciolava in terra, ma non si mosse. Spike notò una luce febbrile accendersi nel suo sguardo mentre si voltava a guardarlo.
- Spike... - Giles si avvicinò al vampiro, avvicinandogli al volto la mano ferita. - Vorresti berlo vero? Sangue umano, dopo tanto tempo... -
- Che diavolo dici, Giles, sei diventato scemo? -
- Ti tenta vero? Non puoi rinnegare la tua natura, il tuo corpo ha sete e questo è quello che brama. -
Spike arretrò, a disagio, trovandosi con le spalle al muro.
- Smettila, non è divertente. -
- Fallo, Spike. Bevi il mio sangue, non è quello che hai minacciato di fare centinaia di volte? Fallo ora! -
Spike lo spinse indietro, irritato.
- Stai delirando, Rupert. Vuoi diventare un vampiro? -
Giles gli restituì uno sguardo gelido.
- È esattamente quello che desidero. Fammi diventare un vampiro oppure uccidimi, decidi tu. -
Spike lo fissò sbalordito, poi prima ancora di rendersi conto di quello che stava facendo, il suo braccio scattò all'indietro e colpì l'Osservatore con un pugno, gettandolo a terra.
- Credi di essere l'unico ad averla persa, Rupert?! Pensi di essere il solo a stare male perché lei non c'è più?! - Gridò Spike con tutta la rabbia e la frustrazione che aveva nel cuore. - E vieni a cercare la soluzione nella morte! Ma si, c'è un vampiro a portata di mano, sfruttiamolo! Togliamoci l'anima, così il dolore se ne andrà! Cosa credi, che se lei non mi avesse ridato l'anima, non avrei sofferto per lei, non avrei sentito la mancanza della donna che amo? Se proprio vuoi crepare, Osservatore, fallo da solo, non venire a scaricare la responsabilità sul vampiro! -
Prese un tovagliolo pulito dal tavolo e lo avvolse intorno alla mano di Giles per fermare il sangue.
L'Osservatore non reagì, limitandosi a fissarlo con uno sguardo sperduto.
- Non farlo, Rupert. Se lei avesse sentito quello che hai detto, le avresti spezzato il cuore. Lo hai detto tu, io e te siamo la sua tomba. Se ti arrendi adesso, chi la ricorderà? -
Giles chinò la testa, rendendosi conto di essersi comportato come un pazzo. Spike aveva ragione, stava solo cercando un altro modo di sfuggire a quel dolore che in quel momento non sentiva, ma che prima o poi lo avrebbe raggiunto.
Spike sospirò e porse una mano all'Osservatore, aiutandolo a rialzarsi, poi aprì il frigorifero e passò a Giles una confezione di surgelati.
- Tieni, mettila sul viso. Il livido ti resterà lo stesso, ma almeno non sembrerà che tu abbia fatto a botte con un vampiro. -