13. Two Kinds of Love

Eudial rientrò in casa in silenzio, facendo attenzione a non disturbare Giles: dalla sera precedente l'Osservatore stava lavorando ininterrottamente alla traduzione del libro acquistato al mercatino.
Era un po' preoccupata per lui e si augurava che non si stancasse troppo, ma comprendeva il suo entusiasmo e lo condivideva. Mentre lui lavorava alla traduzione, Eudial ne aveva approfittato per andare ad allenarsi correndo lungo la strada che passava all'interno della pineta della Feniglia.
La Feniglia era una delle due strisce di terra che collegava il promontorio alla terraferma e ospitava sia una lunga spiaggia che una pineta rigogliosa e piena di animali selvatici.
Eudial aveva perso i poteri, ma non intendeva arrendersi. In passato se l'era cavata piuttosto bene anche senza di essi e sapeva di poterlo fare di nuovo. Ma non per questo avrebbe trascurato la sua preparazione atletica e dove non avrebbe potuto usare la potenza, avrebbe fatto ricorso alla velocità e all'agilità.
La Feniglia era un ottimo posto per allenarsi ed era anche molto piacevole: il canto delle cicale sugli alberi era quasi assordante e ogni tanto si intravedevano daini e cinghiali tra gli alberi.
Si era allenata tutto il giorno e ora era stanca, ma ancora piena di energia.

Spike era in camera e stava sfogliando una rivista scandalistica. Quando la sentì rientrare depose il giornale sul letto e scivolò alle spalle di Eudial, abbracciandola da dietro e affondando il viso tra i suoi capelli. Aspirò il profumo della pelle di lei e la baciò sul collo leccandola delicatamente.
- Così mi fai il solletico! -
Eudial rise e si girò verso di lui, guardandolo in faccia. Era strano, Spike in quel momento aveva un'espressione che non gli aveva mai visto. Lo sguardo del vampiro era quasi dolce, come se in lui fosse ancora presente quella natura umana perduta secoli prima.
Lui la strinse a sè con forza, quasi con disperazione.
- La tua pelle conserva ancora il calore del sole. - Sussurrò carezzandole la schiena con una mano. -Era da tanto che non lo sentivo. La mia pelle non può più essere scaldata dal sole in questo modo, ma abbracciando te mi sembra quasi che sia ancora possibile. Cosa mi hai fatto, Cacciatrice? - Chiese scostandola leggermente da sè per guardarla in faccia. - Cosa mi hai fatto? In momenti come questo mi sento quasi... felice. -
Si chinò su di lei e la baciò con tutta la dolcezza di cui era capace. Di solito i baci che si scambiavano erano quasi violenti, ma da quando Eudial aveva perso i suoi poteri, tenerla fra le braccia gli suscita­va una sensazione strana. Temeva di farle male e il suo istinto principale era quello di proteggerla. Inizialmente ad attirarlo era stata la forza della Cacciatrice, ma ora sentiva di adorare anche quella fragilità che sentiva in lei. La strinse fra le braccia continuando a baciarla.
Un vampiro innamorato era una vergogna per tutti i vampiri, lo sapeva benissimo, ma in quel mo­mento non gliene importava niente.

Giles chiuse il volume antico e rilesse in fretta quello che aveva tradotto. Si guardò intorno febbrilmente, stupito che il sole fosse già tanto alto nel cielo. Da quando aveva iniziato a tradurre aveva perso completamente la cognizione del tempo, ma quello che aveva scoperto era entusia­smante.
Chiamò Eudial e Spike e, non ricevendo risposta, corse al piano superiore. Bussò leggermente alla porta della camera di Eudial, e spinse la porta.
La ragazza era profondamente addormentata fra le braccia di Spike e il vampiro la fissava intensa­mente. Spike si accorse di Giles e trasalì leggermente.
- Cosa vuoi Osservatore? Non ti hanno insegnato a bussare? -
- L'ho appena fatto. In ogni caso non importa. So come trovare Xinuxunil! -
- Dici sul serio, Osservatore? - Spike scosse Eudial, svegliandola. - Sa come trovare Xinuxunil! -
Eudial guardò Giles.
- Non sto sognando, vero? Hai davvero detto che possiamo trovare Xinuxunil? -
Giles annuì e la ragazza saltò giù dal letto e gli gettò le braccia al collo.
- Ma è fantastico! Ora potremo annientare Birurugatesu! L'ho sempre detto che sei il miglior Os­servatore del mondo! -
- Forse il più fortunato, - sorrise Giles ? se quell'artigiano non avesse usato le immagini del libro per fare le sue collanine, avremmo potuto continuare a cercare per anni. -
- Ma tu conoscevi il simbolo di Xinuxunil e sei riuscito a tradurre tutto in poche ore! Non è una cosa meravigliosa, Spike? -
Il vampiro sorrise.
- Finalmente non sarò più un mezzo vampiro. -

Giles spiegò sul tavolo una mappa dell'Argentario e fece un riassunto del testo che aveva tradotto.
- Molti secoli fa, ai tempi della dominazione spagnola, un gruppo di monaci si trasferì da queste parti, ritirandosi in un monastero nascosto tra la vegetazione del promontorio. Quello che non tutti sanno è che tra questi monaci ce n'erano alcuni che appartenevano a una specie di circolo segreto che teneva d'occhio spiriti e demoni, registrando ogni dettaglio delle loro apparizioni sin dall'antichità: il Talamasca. Questo libro viene proprio da una delle antiche biblioteche dell'ordine. I monaci apparte­nenti al Talamasca avevano seguito sull'Argentario i membri di una setta che risiedeva da queste parti da tempi antichi e che si facevano chiamare Lug. I Lug adoravano quella che il Talamasca definiva ?una potente semi divinità azteca? e conoscevano i segreti per invocarla. I membri del Talamasca te­nevano d'occhio i Lug nella speranza di poter vedere la dea con i propri occhi. -
- E la videro mai? -
- In questo libro non è narrata nessuna apparizione di Xinuxunil, ma il Talamasca scoprì l'ingresso del posto in cui si incontravano i Lug e descrive accuratamente il modo per trovarlo. -
Giles tracciò un percorso sulla mappa e descrisse un cerchio intorno a un punto in alto sul promonto­rio.
- La base segreta è sicuramente all'interno di questa zona, ora sappiamo dove cercare l'ingresso. -
- Ma se non trovassimo niente di utile? - Obiettò Spike. - In fondo sono passati secoli da quando il li­bro fu scritto. -
- In quel caso contatteremo il Talamasca. Quasi sicuramente avranno altre informazioni su Xinuxu­nil.-

Eudial guardò il sole che cominciava ad abbassarsi sul mare, mentre Giles guidava lungo la strada Panoramica. L'Osservatore arrestò il furgone in una piazzola a lato della strada, dove un sentiero scendeva verso una piccola spiaggia isolata.
Giles seguì il sentiero con cautela ed Eudial lo imitò: a quell'ora sul piccolo tratto di sabbia non c'era nessuno e loro sedettero su un grande scoglio lambito dalle onde.
- Perchè mi hai portata qui? - Chiese Eudial, seria. - Hai lavorato tutta la notte, dovresti riposarti. -
L'Osservatore aveva un'espressione assorta e sembrava un po' malinconico. Eudial aveva notato la sua stanchezza, ma intuiva che era anche preoccupato per qualche motivo.
- Volevo parlarti. Senza avere Spike intorno. -
Esitò come se non riuscisse a trovare le parole adatte ed Eudial lo fissò in silenzio, attendendo pa­zientemente.
- Sei... sei davvero sicura di voler evocare Xinuxunil? -
Eudial lo guardò stupita, non era quello il discorso che si era aspettata.
- Perchè non dovrei volerlo? Ci permetterebbe di eliminare i nostri nemici e di salvare vite innocenti!-
- Dobbiamo essere in tre ad evocarla. Quindi sono tre desideri. Non temi gli effetti del desiderio di Spike? Non hai paura che una volta libero dal chip, lui tornerà ad essere un feroce assassino? -
- Si. Ne ho paura. Molta. -
- E nonostante tutto vuoi evocare lo stesso Xinuxunil insieme a Spike? -
Eudial annuì.
- Ci ho pensato spesso. Quando sarà libero, Spike potrà fare quello che vorrà. Potrebbe andare via, oppure ucciderci entrambi ora che non ho più la mia forza. Ma potrebbe anche restare. Potrebbe es­sere cambiato sul serio. Se non gli permettessi di liberarsi del chip non lo saprò mai. E non voglio che resti accanto a me solo perché non ha altra scelta. Forse sono una sciocca, lo so. -
Giles sospirò. La risposta di Eudial lo aveva commosso e terrorizzato allo stesso tempo, non voleva che lei soffrisse ancora e non riusciva ad avere fiducia nel vampiro. Aveva paura che Spike potesse ucciderla, ma ancora di più temeva che le avrebbe spezzato il cuore. Anche Buffy aveva amato un vampiro ed aveva sofferto enormemente a causa sua, nonostante Angel avesse avuto un'anima.
Spike non aveva nemmeno quella.
- Giles, qualunque cosa succeda, non lascerò che Spike ti faccia del male, te lo giuro. Non ho più i miei poteri, ma saprò difenderti a ogni costo! -
L'Osservatore le rivolse un sorriso dolce, ma colmo di tristezza.
- Non è per me che ho paura, sciocchina. -
- Io ho paura per te. Se solo avessi i miei poteri... -
- Volevo parlarti anche di questo. Non ho buone notizie, purtroppo... -
- È una cosa irreversibile? -
Giles scosse la testa.
- Non lo so. Pensavamo che fosse successo a causa di quella creatura marina che abbiamo incontrato, ti ricordi? Nel libro si parla anche di un'antica leggenda ormai dimenticata. Le popolazio­ni antiche che vivevano in questa zona raccontavano questa storia ai loro figli e il Talamasca l'ha re­gistrata. Pare che un tempo l'isolotto che vediamo davanti a noi non fosse lì. Le barche dei pescatori spesso naufragavano perché in questo tratto il mare era particolarmente insidioso per quelle imbarca­zioni rudimentali. I villaggi dei pescatori erano tanto spesso afflitti dai lutti che iniziarono a pregare tutte le divinità che conoscevano perché risparmiassero le loro vite, ma d'altronde la pesca era la loro maggiore risorsa alimentare quindi non potevano fare a meno di uscire in mare. Un giorno degli stra­nieri, che il Talamasca identifica con i Lug, arrivarono in queste terre e furono colpiti dalla potenza magica del luogo e si interessarono della situazione della popolazione locale. Strinsero un patto con i pescatori: loro avrebbero risolto il problema delle morti in mare e in cambio avrebbero potuto avere i boschi del promontorio e stabilirsi in quei luoghi inospitali. I pescatori non avevano nulla da perdere e accettarono l'accordo. Da questo punto le storie diventano confuse, a volte contraddittorie, ma un punto in comune a tutte è l'arrivo di un'enorme creatura marina simile a una tartaruga che si fermò davanti alla costa, creando un canale di mare calmo dove le barche potevano passare senza pericolo. Con gli anni la polvere si accumulò sul dorso della creatura addormentata e la vegetazione iniziò a spuntare su di essa, trasformandola in un isolotto. In quell'isolotto. -
- I Lug avevano evocato Xinuxunil per esaudire quel desiderio?! -
- È possibile. Certo, potrebbe anche essere soltanto una leggenda, ma le cronache del Talamasca sembrano considerarla una storia possibile. Pare anche che in tempi successivi siano state avvistate creature simili a quella che dorme sotto l'Isolotto, ma più piccole, forse discendenti di essa. Proba­bilmente la creatura che hai visto tu è una di quelle. -
- È una bella storia, ma in che modo è legata alla perdita dei miei poteri? -
- In nessun modo. È questa la brutta notizia. Da quello che dice il Talamasca, quelle creature non sono altro che tartarughe troppo cresciute, completamente innocue e senza alcun tipo di potere. Non è stato quell'essere a rubarti i poteri. Non so come sia successo, non ne ho il minimo indizio. Potresti averli persi per qualsiasi motivo e non so da dove iniziare a cercare per poterteli restituire. I libri non possono aiutarmi in nessun modo, tu non sei di questo pianeta, non esistono casi simili in passato. Ti ho promesso che ti avrei fatto tornare come prima, ma non so nemmeno da dove cominciare. Non smetterò mai di cercare, ma potrebbe essere tutto completamente inutile. Non so cosa fare, mi dispiace. È così frustrante, accidenti! Io... -
Eudial lo interruppe abbracciandolo.
- Non importa Giles. Davvero. Non essere triste per me. Non hai nessuna colpa per quello che è successo e non voglio che ti tormenti per questo. I poteri non sono importanti. -
- Non è vero, lo sai bene. Vorrei poter fare qualcosa, mi sento così inutile...-
- Va bene, per me sono importanti. Però tu lo sei di più. Ti voglio bene, Giles, non voglio che tu soffra perché ho perso i poteri. Se tu e Spike non foste stati al mio fianco, allora sarei sprofondata nella disperazione più assoluta, ma se penso che vicino a me ci sono persone che mi vogliono bene, la perdita mi sembra molto meno grave. Non sei inutile Giles, sei l'unica famiglia che ho e non so cosa farei se non potessi contare sulla tua presenza. Quando ho bisogno di te, tu ci sei sempre. -
Giles la tenne stretta in silenzio, cercando di respingere l'ondata di commozione che minacciava di sopraffarlo. L'affetto che provava per Eudial era un sentimento strano, spesso doloroso, ma che riu­sciva a farlo sentire felice.
Aveva amato Buffy come un padre, ma la sua ex Cacciatrice non si era mai legata a lui come era successo con Eudial. Anche Buffy gli aveva voluto bene, ma spesso non lo capiva, lo trattava come un vecchio padre un po' noioso e a volte lui si era sentito di troppo nella vita della Cacciatrice.
Se Buffy non fosse morta, prima o poi se ne sarebbe andata, prima o poi non avrebbe più avuto biso­gno di lui. Lo aveva sempre saputo e lo aveva accettato ed era stato pronto ad andare via quando sa­rebbe diventato solo un ostacolo per Buffy.
Con Eudial era diverso, lo sentiva. Dopo la storia di Lili si era reso conto che non sarebbe più riusci­to ad abbandonarla. Si sarebbe potuto allontanare da lei solo se fosse stata Eudial a volerlo.

Eudial lo sentì tremare e si scostò leggermente da lui per guardarlo in faccia.
- Giles, stai piangendo... -
L'Osservatore si passò una mano sugli occhi e osservò leggermente stupito le lacrime che gli avevano bagnato il viso senza che se ne rendesse conto.
- Scusa... Non... non so cosa mi abbia preso. -
Eudial lo baciò sulla guancia umida e sorrise.
- Andrà tutto bene. -
Osservò le stelle che nel frattempo erano spuntate in cielo dopo che il sole era tramontato e in quel momento fu certa che tutto sarebbe andato per il meglio.
- Troveremo Xinuxunil. Sarà presto. E allora se lo vorrò potrò chiedere che mi restituisca i poteri.