1. A Night Too Beautiful to Be Sad

Il cielo stellato, di uno strano colore blu tendente al violetto, era l'unico muto testimone di quella notte silenziosa. Le cime dei cipressi, neri e imponenti come colonne di basalto, si agitavano sopra le file disordinate delle tombe, frusciando nel silenzio della notte.
Il rumore di passi in corsa spezzò la quiete del piccolo cimitero immerso nel verde.
Il demone saltò una fila di lapidi e si appiattì contro il muro esterno di una cripta antica. Ascoltò trattenendo il respiro: forse ce l'aveva fatta, era sfuggito ai suoi inseguitori.
Lasciò passare i minuti, poi si mosse, certo di essere solo.
Si bloccò, terrorizzato: la ragazza dai capelli rossi era apparsa davanti a lui, implacabile e feroce come gli spiriti delle antiche leggende.
Eudial venne avanti impugnando un'arma antica, simile a una corta falce ricurva e istoriata.
Il demone corse nella direzione opposta, solo per trovarsi davanti il vampiro biondo, vestito di nero come la Morte e ugualmente spietato.
La fuga a destra gli era impedita dall'alto muro di cinta e il mostro valutò se sarebbe riuscito a raggiungere la fila di tombe alla sua sinistra prima che la Cacciatrice e il vampiro gli fossero addosso.
Con un ringhio di frustrazione vide l'umano spuntare tra due delle cripte a sinistra. Era vestito di nero come gli altri due e impugnava minacciosamente una motosega.
Il demone si preparò a combattere.

Eudial porse una mano a Giles e lo aiutò a salire sul tetto della cripta. Sedettero sulle tegole ai piedi della croce in ferro posta sulla sommità del tetto inclinato, Spike era in piedi poco più giù e stava os­servando il punto in cui avevano combattuto.
- Sono rimaste tracce? - Chiese Eudial.
Spike scosse la testa.
- No, abbiamo recuperato tutti i pezzi. -
- Bene. Quel demone se lo è meritato. Non avrebbe dovuto uccidere quella ragazza. -
Giles allungò una mano verso il viso di Eudial e le pulì uno schizzo di sangue dalla guancia.
Il vampiro li raggiunse sul tetto con un balzo e sedette dalla parte di Eudial, cercando di tenersi lontano dalla croce, prese una mano della ragazza e le mordicchiò il polso, incidendo appena la pelle coi denti e succhiando le poche gocce di sangue che ne uscivano.
Eudial lo lasciò fare.
Giles distolse lo sguardo, infastidito: l'idea che un vampiro si nutrisse del sangue di Eudial lo turbava ancora profondamente, anche se sapeva che lei era in grado di bloccare Spike in qualunque momento se il vampiro avesse esagerato. Sapeva che anche Eudial beveva il sangue di Spike ogni tanto, ma lei almeno era abbastanza discreta da non farlo davanti a lui.
Spike invece non si faceva molti scrupoli. In fondo era sempre un vampiro, si disse Giles, e, anche se li aiutava a cercare i manoscritti, non dovevano dimenticare che lo faceva per puro interesse perso­nale. Se ne avesse avuto la possibilità, Spike non avrebbe esitato a ucciderlo e a succhiargli il sangue, ne era certo.
Non capiva perché Eudial fosse tanto attratta dal vampiro e lui temeva che prima o poi avrebbe sofferto per questo, ma per il momento la ragazza sembrava serena e in ottima forma e lui non vole­va interferire nelle sue decisioni.
Eudial sembrò intuire i suoi pensieri e gli passò un braccio intorno alle spalle, appoggiando la testa a quella dell'Osservatore.
- Va tutto bene. - Sussurrò. - Non trovi che sia una notte stupenda? -
Giles lasciò vagare lo sguardo su quel cielo di velluto nero ricamato di brillanti e sulle chiome degli alberi che circondavano il cimitero, fremendo nella leggera brezza notturna. I versi degli animali notturni rompevano la tranquillità della notte.
- È vero. - Ammise. Improvvisamente si sentiva sereno. ? È una notte troppo bella per essere tristi. -

Quando l'alba si fece strada tra le chiome dei cipressi, Giles si svegliò, disturbato dal sole sul viso. Eudial dormiva ancora, appoggiata alla sua spalla, mentre Spike era sparito, probabilmente si era na­scosto in una delle cripte quando il cielo aveva iniziato a schiarirsi.
Lui ed Eudial erano ancora sul tetto della cripta, dovevano essersi addormentati mentre guardavano le stelle la sera prima, appoggiati con la schiena alla croce del tetto.
L'ultima volta che avevano guardato le stelle insieme era stato in Giappone, poco prima della rottura con le senshi. Gli sembrava che fossero passati secoli da allora, ma in effetti era passato meno di un mese.
Erano cambiate così tante cose, ma per fortuna non aveva perso la cosa più importante, pensò guardando Eudial.
La ragazza si mosse nel sonno, anche lei disturbata dalla luce del sole e Giles le fece ombra con una mano, schermandole il viso. Eudial si svegliò e gli sorrise assonnata.
- Mi sono addormentata? - Si accorse di essere ancora appoggiata alla spalla dell'Osservatore e si alzò in piedi stiracchiandosi. - Scusa, ti ho usato come cuscino. -
- Mi sono addormentato anche io. - Si guardò intorno. - Forse è meglio scendere, tra poco inizierà ad arrivare gente, se ci trovassero sul tetto di una cripta sarebbe un po' strano no? -
Eudial rise.
- Effettivamente è un posto insolito per dormire. -
Saltò giù dal tetto, seguita subito dall'Osservatore.
Raccolse le armi sparse tra le lapidi dalla battaglia della sera prima e le ripose nel borsone nero, poi scrisse una nota per Spike e la attaccò all'entrata di una cripta.
- Ci raggiungerà al tramonto. - Passò la sacca all'Osservatore. - Che ne dici di andare a fare un giro in città? Da quando siamo arrivati non abbiamo avuto ancora tempo di vedere nulla. -
- Ma certo. Oltretutto ho sentito che c'è una biblioteca con libri molto antichi, forse potremmo anche trovare informazioni su Xinuxunil. -
Giles le porse il braccio e si incamminarono fra le tombe.

Eudial si sentiva bene.
Allontanarsi da Tokyo in fondo aveva migliorato le cose: ora non era più costretta a nascondersi e a mentire e la convivenza forzata tra Spike e Giles stava andando meglio di quanto si aspettasse.
Erano una squadra e avevano trovato un ritmo perfetto nell'uccidere i demoni e i vampiri.
Le senshi non li avevano seguiti e lei si sentiva molto più rilassata. Anche Giles sembrava in forma, il continuo viaggiare e affrontare vampiri lo aveva rinvigorito e finalmente non c'erano più segreti e bu­gie tra di loro a creare tensione.
La ricerca di Xinuxunil era un compito difficile , ma appassionante e in fondo si divertivano ad affrontarlo tutti e tre insieme.
Raggiunsero l'auto: un furgoncino nero che avevano comprato un paio di settimane prima e che ave­vano usato per spostarsi da allora. Era molto comodo per trasportare ogni tipo di armi e una tenda scura permetteva di riparare il retro del furgone dalla luce del sole, cosa molto utile considerando che viaggiavano con un vampiro.
Giles lanciò le chiavi a Eudial: se era sopravvissuto alla guida di Spike, poteva affrontare anche quella della ragazza.
- Ricordati che qui si guida a destra.. -

Il sole di Agosto ardeva rovente in cielo, accendendo le antiche case del borgo medievale di riflessi dorati. La cittadina sembrava immersa nella luce quella mattina e il caldo afoso distorceva l'aria; Eu­dial si riparò all'ombra di una casa mentre aspettava Giles.
L'Osservatore uscì dal bar con due bottigliette di the freddo e ne porse una alla ragazza. Per strada stava passando un corteo funebre e guardarono in silenzio il passaggio del carro funebre: conteneva una bara bianca.
- È la ragazza uccisa dal demone? - Chiese Eudial sottovoce.
Giles annuì tristemente.
- Se solo fossimo arrivati un giorno prima... -
- Ormai non farà più male a nessuno! -
C'era una nota spietata nella voce della ragazza e Giles sospirò. Non era giusto che Eudial fosse co­stretta ad assistere a orrori del genere quasi ogni giorno, che dovesse essere sempre lei a eliminare i demoni. Avrebbe meritato la serenità, non il doversi trasformare in una macchina di morte per demo­ni e vampiri notte dopo notte. E anche lui avrebbe voluto poter vivere serenamente, senza dover portare sulle spalle il peso di tanta responsabilità, ma non potevano farci nulla. Loro erano in grado di proteggere la gente dai vampiri ed era loro dovere farlo.
Se il loro sacrificio poteva salvare delle vite, allora ne valeva la pena.
- Non credevo che i demoni fossero arrivati anche da queste parti, forse il pericolo è più grande di quanto pensassi. Se Birurugatesu può contare sull'aiuto di tutti questi demoni, allora potrebbe sve­gliarsi prima di quanto pensassi. -
- Allora dobbiamo trovare quei manoscritti, hai detto che c'è una biblioteca no? Andiamo! -
- Non volevi visitare la città? -
- Non importa, lo faremo dopo. Trovare Xinu-coso è più importante. -
- Sempre che non sia solo una leggenda. - Disse Giles, tetro. - E se mi fossi sbagliato? Se stessimo inseguendo una fantasia? -
- Stiamo facendo del nostro meglio, no? I demoni che uccidiamo non danneggeranno più nessuno, giusto? Allora va bene così. Anche se quello che cerchiamo non esiste, avremo fatto lo stesso la differenza per qualcuno e questo mi basta. -
- Hai ragione. - Giles le sorrise, anche se nel suo sguardo rimase una traccia di tristezza. - Andiamo, la biblioteca dovrebbe essere da quella parte. -

Spike esaminò attentamente la cripta nella quale si era rifugiato: non era spaziosa come quelle in cui aveva vissuto a Sunnydale, ma aveva una certa classe. Era antica e si notava. I sarcofagi erano di vero marmo e alcuni di essi erano scolpiti con gusto, mentre le tombe più recenti erano segnate con lettere di bronzo di ottima qualità.
Il vampiro si stese comodamente nel sarcofago che aveva scelto: quel posto gli piaceva. Indubbia­mente i cimiteri italiani erano migliori di quelli giapponesi, almeno dal punto di vista di un vampiro.
Spike cercò di addormentarsi, ma era inquieto: era affamato.
Da due notti non aveva avuto occasione di nutrirsi, a parte le poche gocce del sangue di Eudial che aveva assaggiato dopo la battaglia. Non appena il sole fosse tramontato avrebbe dovuto procurarsi del sangue assolutamente: doveva trovare un macellaio che gli vendesse del sangue, o qualche ani­male da mordere.
Per il momento non poteva fare nulla: se fosse uscito dalla cripta il sole lo avrebbe incenerito in po­chi secondi.
Tirò un calcio rabbioso a una delle lapidi antiche e guardò stupito la pietra che, anzichè spezzarsi, si era spostata da una parte, rivelando un buco profondo.
Il vampiro spostò del tutto la lastra di marmo e fissò il passaggio che sprofondava sottoterra: su una delle pareti del pozzo erano scavati dei gradini che sparivano nell'oscurità. Lasciò cadere una pietra e poco dopo ne sentì il tonfo sul fondo del buco: non doveva essere molto profondo, solo pochi metri.
Con un movimento fluido si calò nell'apertura.
- Tanto non ho niente di meglio da fare. -