9. Just Wait

Eudial si avvicinò a Lestat, esitante e il vampiro la strinse come per impedirle di tirarsi indietro.
Il corpo del vampiro era simile a quello di una statua, completamente diverso da quello dei vampiri che era abituata a combattere.
- È perché esistono differenti specie di vampiri. - Le rispose, leggendole la domanda nella mente. - Di vampiri simili a noi non ne esistono moltissimi. Il tuo Spike invece sembra essere speciale per quelli della sua specie. Di solito quelli che combattete voi sono solo mostri crudeli senza anima, è difficile che riescano a provare passioni o amore. -
Eudial sorrise leggermente.
- Ora lui un'anima ce l'ha. Ma hai ragione, era speciale anche prima. -
- Vieni ora, hai bisogno del mio sangue. Non avere paura. -
Eudial annuì e accostò le labbra al collo del vampiro, mordendolo con forza per trapassare la sua pelle, dura e fredda e raggiungere le vene.
Il sapore del sangue di Lestat la colpì come una scossa elettrica: era così diverso da quello di Spike e di Mikorsot! Poteva sentire l'antichità nel sangue del vampiro e la sua potenza le riscaldò le vene, facendola sentire meglio di quanto non le fosse capitato di sentirsi da giorni. Il suo cuore batteva all'unisono con quello di Lestat e la presenza della mente del vampiro nella sua era confortante. Sentendola, non ebbe più timore di lui e seppe di stare facendo la cosa giusta.
Il vampiro la staccò da sè, delicatamente ma con decisione e la guardò ansimando leggermente.
- Sei forte, Cacciatrice e ora il mio sangue ti darà ancora più potere. Ora devi lottare per sopravvivere, a tutti i costi, sei l'unica speranza per tutti noi. -
Eudial vacillò, sentendosi improvvisamente debole e Giles si avvicinò a lei, prendendola fra le braccia.
- Cosa le succede?! -
- Bere il sangue deve aver accelerato il moltiplicarsi del virus, fra poco dovrà affrontare la malattia. - Lestat lanciò uno sguardo penetrante a Giles. - Osservatore, fai che il rischio che stai correndo serva a qualcosa, cerca di trattenerla in questo mondo, riportala indietro, se puoi, ma cerca di non perdere la strada. -
Un attimo dopo Lestat era sparito.

Giles riportò Eudial in casa e salì in soffitta, facendola stendere sul tappeto imbottito e la coprì con una coperta.
L'Osservatore chiuse a chiave la porta, staccò un pugnale dalla rastrelliera sulla parete e si fece scorrere leggermente la lama affilata all'interno del polso, procurandosi un graffio sanguinolento. Usò il suo stesso sangue per disegnare un cerchio intorno a loro, tracciando simboli arcani lungo tutto il perimetro, poi sedette in terra a gambe incrociate accanto a Eudial.
Non aveva dubbi su quello che stava facendo, da quando aveva aperto quel libro, ogni timore era sparito, non si era mai sentito tanto sicuro di sè in vita sua.
Prese una mano di Eudial e e con la punta del pugnale le incise cinque linee incrociate a formare una stella sul palmo. La ragazza contrasse i muscoli con un gemito quando la lama le incise la pelle, ma Giles non esitò, continuando quello che stava facendo per poi ripetere la stessa cosa sul palmo della sua stessa mano.
Strinse la mano ferita di Eudial con la sua, lasciando che il loro sangue si mescolasse, poi lo usò per tracciarsi delle righe sul viso iniziando a recitare le parole dell'incantesimo.
- Stille intrecciate di una fonte aperta, rosso come la volpe ardente, sfuggente come l'ala dell'uccello del tuono, per il sangue versato, ti invoco! Len'rek Valdotrs Sinul 'kde! Anima nell'anima, cuore nel cuore, sogno nel sogno, squarcia le tenebre, solleva il velo! -
Giles chiuse gli occhi, continuando a recitare queste parole e lentamente il mondo intorno a lui sembrò perdere consistenza, l'unica cosa che sentiva era la mano di Eudial, il sangue di lei che pulsava all'unisono con il suo, poi, improvvisamente, un'esplosione di luce abbagliante lo investì con violenza, costringendolo a lasciare la mano della ragazza.
In un primo momento temette che l'incantesimo non avesse funzionato, nonostante l'enorme potere che si sentiva scorrere nelle vene, poi riaprì gli occhi e si rese conto che qualcosa doveva essere successo perché non era più nella soffitta.
Si guardò intorno: alle sue spalle c'era una specie di distorsione dimensionale che si apriva in cielo come una finestra su un altro mondo e attraverso di essa riusciva a intravedere la soffitta e il suo stesso corpo, addormentato e inerte che respirava debolmente. Il resto del paesaggio era strano in un modo che non riusciva a definire: sembrava un comune prato, ma qualcosa di esso gli sembrava stonato, come innaturale e Giles se ne chiese il motivo. Poi se ne rese conto all'improvviso: quel paesaggio assomigliava a un semplice prato, ma nessuna delle piante che vedeva era conosciuta! Si chinò a raccogliere uno stelo d'erba e lo esaminò: una pianta normalissima, non aveva nulla di strano, a parte il fatto che non esisteva sulla Terra.
Che posto era quello? Un'altra dimensione? L'aldilà? O forse... Forse quella era la mente di Eudial? Quel prato alieno era uno dei suoi ricordi del suo pianeta?
Giles si rialzò da terra. In ogni caso non importava, doveva ritrovare la ragazza e riportarla indietro, tenerla ancorata alla vita con tutte le sue forze.

Spike si agitò nel sonno, la fame lo tormentava anche mentre dormiva, e cercò conforto nel corpo caldo di Eudial, svegliandosi di colpo nel non trovarla accanto a sè. Il letto era freddo, come se non ci avesse dormito nessuno ed Eudial non c'era. Preoccupato il vampiro si guardò intorno cercandola con gli occhi, ma la stanza era deserta.
Con uno sforzo enorme si alzò dal letto: i dolori insopportabili erano passati, ma la denutrizione lo tormentava e lo aveva reso debolissimo. Appoggiandosi alla parete si trascinò verso la porta e la aprì, trovandosi davanti Xinuxunil che stava per entrare.
La ragazza lo guardò sorpresa.
- Dov'è Eudial? È con Rupert? Perchè non è qui? - Le chiese ansiosamente e Xini gli rivolse uno sguardo incerto e preoccupato.
- Ma come, Ripper non è qui? Non è tornato a letto e pensavo che fosse rimasto a vegliare Eudial...-
- Come? Non sono nel resto della casa? -
- Mi manca solo la soffitta da controllare. -
- Vengo con te. -
- Spike, dovresti restare a letto, sei malato... -
- Nemmeno Eudial è in condizioni di andare in giro. Potrebbe essere in pericolo e preferisco morire cercando di aiutarla che restare a spegnermi in un letto. -
Xinuxunil annuì e lasciò che il vampiro si appoggiasse a lei, aiutandolo a camminare.
Salirono le scale della soffitta solo per trovare la porta sbarrata.
- È strano. Di solito è sempre aperta... -
Xini accostò un orecchio alla porta cercando di sentire qualche rumore, ma nella stanza regnava il silenzio.
Spike la scostò di lato e colpì la porta con un calcio: lui era debole, ma il legno era vecchio e tarlato e la porta si spalancò.
Xini e il vampiro guardarono increduli lo spettacolo che si presentò ai loro occhi: Eudial stesa a terra e Giles, pallidissimo e immobile accanto a lei che le teneva la mano, il volto segnato da strisce di sangue fresco. Xini guardò inorridita il sangue che gocciolava dalle loro mani intrecciate e si mosse in avanti per andare da loro, ma Spike la trattenne.
- Ferma! Qualunque cosa stia accadendo qui, non è una buona idea interromperla! -
- Cosa... cosa stanno facendo? Perchè c'è tutto quel sangue?! -
Spike guardò i segni tracciati a terra, il pugnale insanguinato accanto a Giles, il sangue sul viso dell'Osservatore e scosse la testa, preoccupato.
- Sembra un rito di magia nera, potente. Non credevo che Giles fosse tanto stupido da tentare una cosa del genere, queste cose portano sempre più guai di quanto siano utili. -
- È pericoloso, vero? Non dovremmo fermarli? -
- Xini, c'è solo una cosa più pericolosa di un rituale del genere... Un rituale interrotto a metà. Possiamo solo sperare che Giles sappia quello che sta facendo e che sia in grado di portarlo a termine. Possiamo solo aspettare. -