4. Don't Tell Him

Spike si girò nel letto, ancora semi addormentato, e sorrise nel sentire il corpo di Eudial accanto al suo, morbidamente rilassato nel dolce abbandono del sonno. La strinse fra le braccia senza svegliarla e aprì gli occhi per guardarla.
Ancora gli sembrava quasi impossibile che lei potesse essersi innamorata di lui. In tutta la sua vita, forse quella era la prima volta che qualcuno lo avesse amato sul serio. Forse Drusilla era quella che ci si era avvicinata di più, ma il suo era un sentimento nato dalla comune crudeltà e sete di sangue, non si poteva nemmeno paragonare all'amore di Eudial. Lei era stata l?unica a guardare oltre la sua natura di vampiro, l?unica che era riuscita a intuire quel minuscolo pezzettino di William che era rimasto in lui anche dopo essere diventato un mostro. E quella briciola di umanità lei l'aveva afferrata con tutte le sue forze. Innamorarsi di lei era stato sorprendentemente facile, come se un incantesimo lo avesse colpito in pieno. E la passione e l?amore di Eudial alla fine gli avevano restituito l?anima.
Faceva male, disperatamente male ritrovarsi con un anima dopo essere stato un vampiro crudele per secoli. In questo lui e Xinuxunil erano simili: entrambi soffrivano per quello che avevano ottenuto, ma la sua anima e il corpo umano della dea erano ciò che permetteva loro di amare Eudial e Giles in modo totale. Ne valeva la pena.
L?odore della pelle di Eudial, calda contro il suo corpo freddo, gli fece desiderare il suo sangue così pieno di calore e di vita. Lentamente le passò la lingua sul collo e lei aprì gli occhi, sorridendogli assonnata.
Spike sollevò la testa dal collo di Eudial e la baciò con dolcezza, senza fretta finché non fu lei a staccare le labbra dalle sue e ad affondargli i denti nel collo con un morso appassionato. Il vampiro cercò le vene sotto la pelle morbida del collo di lei e la morse, cercando di non farle male e assaporando il suo sangue con un gemito di piacere.

Xinuxunil tirò le tende senza fare rumore e si voltò a guardare con un sorriso dolce l?Osservatore che dormiva di un sonno profondo come quello di un bambino. Doveva essere esausto e Xini pensò con una punta di rimorso che in parte era anche colpa sua. Gli carezzò delicatamente i capelli umidi, sfiorandogli anche la guancia prima di allontanare la mano e sorrise nel sentirlo così rilassato e caldo.
Rabbrividì leggermente, sfiorata da una corrente di aria fresca, e si chinò a raccogliere il maglione di Giles, abbandonato in terra dove lui lo aveva gettato togliendoselo poche ore prima, e lo indossò sulla pelle nuda, sorridendo nel sentirsi addosso l?odore della pelle di lui.
Sedette sul bordo del letto e rimase a guardarlo mentre dormiva.
In momenti come quello, Xini si sentiva scoppiare il cuore di gioia e di commozione e sentiva di aver fatto la scelta giusta. In millenni vissuti come dea non si era mai sentita così, non aveva mai provato sensazioni simili e le sembrava incredibile che gli esseri umani fossero in grado di sentire passioni e sentimenti tanto forti ed inimmaginabili per una divinità come lo era stata lei.
Si sentiva emozionata e si sentì spuntare negli occhi lacrime che non erano di dolore, ma che sembravano consumarle l?anima pur essendo terribilmente dolci. Quello che sentiva per Ripper era un desiderio bruciante di unire la sua anima alla sua, una specie di fame insaziabile che le faceva rimpiangere di non poter più fondere la sua mente con quella dell?Osservatore.
- Questo è l?amore? - Disse a sè stessa in un sussurro. - E io ti amo, Ripper. Ti amo. -

Eudial addentò un biscotto, poi ne intinse un altro nella tazza piena di sangue caldo e lo porse a Spike che lo prese sfiorandole la mano con le labbra.
Xinuxunil entrò in cucina e li guardò arricciando il naso.
- È disgustoso! - Commentò prendendo una scatola di cereali e sedendo anche lei a tavola.
Eudial le sorrise porgendole il vassoio con i biscotti.
- A dire il vero sono molto buoni, ne vuoi uno? Li ha fatti Makoto. -
- È disgustoso intingerli nel sangue, intendevo! -
- Ehi, bella, io sono un vampiro, non è che possa farci molto. -
Xini assaggiò il biscotto e concesse un piccolo sorriso a Spike.
- Ti sopporto solo perché ti ho fatto l'enorme dono di restituirti l'anima. -
- Credevo che fosse il desiderio di Eudial... - La stuzzicò Spike.
- Se non fossi stata una dea poteva desiderarlo finché voleva ma non l'avresti mai riavuta! -
Eudial ridacchiò.
- È bello vedervi andare d'accordo. A proposito, Giles dorme ancora? -
Xini annuì.
- Era stanco, è stato tutta la notte sui libri. -
Eudial addentò un biscotto, pensierosa. Lei sapeva perché Giles aveva passato la notte a leggere e si sentì in colpa perché lo faceva preoccupare tanto. Eppure non si sentiva male, solo debole. Quella mattina per esempio quella specie di languore era stato quasi piacevole mentre Spike la teneva fra le braccia. E poi bere il sangue del vampiro le aveva dato forza, adesso si sentiva meglio.
Il telefono inizio a squillare ed Eudial si alzò per andare a rispondere.

Giles aprì gli occhi, svegliato dallo squillo del telefono e li richiuse subito, abbagliato dalla luce che filtrava da uno spiraglio delle tende. Si stiracchiò allungandosi sotto le coperte: si sentiva piacevolmente indolenzito, ma non aveva più sonno.
In compenso stava letteralmente morendo di fame. Si alzò dal letto e raccolse i vestiti dal pavimento indossandoli in fretta. Più tardi avrebbe fatto una doccia calda e sorrise pensando che forse Xini avrebbe voluto unirsi a lui.
Scese le scale in fretta e lanciò un'occhiata in direzione del telefono prima di dirigersi in cucina, ma si fermò di colpo, accigliandosi. Dal punto in cui si trovava poteva vedere solo un angolo del tavolino su cui era appoggiato il telefono, il pavimento della stanza e la parte inferiore del tavolo erano nascosti dal divano, ma aveva notato che la cornetta era staccata e penzolava dal bordo del tavolo, nascosta alla vista.
Entrò nella stanza per riattaccare il telefono, ma si bloccò, spaventato nel vedere Eudial in terra.
Si riscosse e corse da lei, inginocchiandosi in terra accanto a lei per verificare le sue condizioni.
La scosse delicatamente chiamandola per nome e fortunatamente la ragazza aprì gli occhi dopo qualche secondo e lo guardò un po' confusa.
- Che c'è, Giles? Cosa è successo? -
- Dimmelo tu, Eudial! Eri a terra svenuta! Ti senti male? -
- Ho risposto al telefono, era Usagi, e stavo per riattaccare la cornetta, poi devo aver chiuso gli occhi per un attimo e quando li ho riaperti tu eri qui... -
Giles le rivolse uno sguardo spaventato.
- Ti porto in ospedale. -
Eudial si rialzò a sedere di scatto.
- No! -
- Come no?! Non stai bene, accidenti sei svenuta! -
- No. Quello che mi sta succedendo non è una cosa normale, i medici umani non saprebbero farci nulla. -
- Ma non possiamo stare qui senza fare niente! Non puoi chiedermi di restare qui e vederti stare male, non puoi! -
Eudial si rialzò da terra e gli prese una mano, tenendola stretta tra le sue.
- Non sto morendo, Giles. E non sto soffrendo. Mi sento solo debole. Stai tranquillo, riusciremo a capire da cosa dipende e troveremo un rimedio. -
L'Osservatore la strinse a sè con un sospiro.
- Ho paura Eudial. -
- Accompagnami dal professor Tomoe. Gli chiederò di esaminarmi di nuovo e vedrai che capiremo quello che mi sta succedendo. - Lo baciò sulla guancia con affetto. - Andrà tutto bene, vedrai. -
In realtà non ne era tanto sicura, spesso da sola si era trovata in lacrime per il terrore, ma in quel momento l'unica cosa che le sembrava importante era riuscire a cancellare quello sguardo spaventato dagli occhi dell'Osservatore.
Gli sorrise e si staccò da lui, voltandosi a riagganciare la cornetta del telefono.
La voce di Spike alle loro spalle fece trasalire entrambi.
- Eudial, chi era al telefono? Ah, Rupert, sei sveglio allora. -
- Era Tomoe. - Mentì Eudial con un sorriso. - Rivuole indietro un libro che mi aveva prestato, più tardi Giles mi darà un passaggio. -
- Ah, ok. - Disse il vampiro voltandosi per tornare in cucina. - Se non vi sbrigate non resterà nemmeno un biscotto. Quella ex-dea è magrolina ma mangia tanto. -
Giles la guardò e fece per parlare, ma lei lo zittì con un gesto.
- Non dirgli nulla. - Disse in un sussurro che Giles udì appena.
- Ma... -
- No. Basti tu a preoccuparti. Finchè non sapremo di che si tratta non voglio che gli altri lo sappiano. Andiamo a mangiare ora, ho fame. -
Lo prese per un braccio e Giles si lasciò trascinare in cucina con un sospiro.
Ora Eudial sembrava perfettamente normale, ma solo pochi minuti prima aveva perso i sensi e lui si sentiva terribilmente preoccupato per lei.