19. The Love of a Daughter

Giles sorrise e allungò una mano per sfiorare i capelli di Eudial in una carezza leggera. La ragazza lo aveva vegliato per tutto il tempo che era rimasto in coma e ora dormiva profondamente nella poltro­na accanto al suo letto.
Lui si sentiva debole e la ferita alla testa gli faceva ancora male, ma il medico gli aveva assicurato che si sarebbe ripreso completamente.
"È fortunato ad avere una figlia che le vuole tanto bene." Aveva concluso il dottore.
Giles era rimasto un po' stupito sentendo quelle parole, ma doveva ammettere che gli avevano fatto molto piacere.
Lo sguardo che aveva visto negli occhi di Eudial quando si era svegliato era stato sufficiente a ripa­garlo di tutta la sofferenza che aveva dovuto affrontare; Buffy aveva avuto ragione, non era ancora pronto a morire.
In silenzio le disse addio: forse era stato solo un sogno, ma era felice di aver potuto parlare ancora con lei e ora sentiva che lei era in pace e che prima o poi l'avrebbe rivista. Ma non ora, adesso era il momento di smettere di rimpiangere il passato e di guardare avanti.
Eudial si mosse nel sonno, allungando una mano a cercarlo e lui la tenne stretta nella sua, poi chiuse gli occhi addormentandosi serenamente.

Spike spinse la finestra e scivolò nella stanza in silenzio.
Aveva pensato di trovare la Cacciatrice ancora in lacrime, ma sia lei che l'Osservatore dormivano tranquilli. I monitor e le apparecchiature mediche erano sparite dalla stanza, quindi presumibilmente l'inglese stava meglio.
"Meglio così," si disse Spike "come vampiro sarebbe stato un rompiscatole. E forse ora quella sciocca si concentrerà sull'uccisione dei demoni."
Si chinò su di lei, come per svegliarla, poi cambiò idea e uscì dalla stanza svanendo nella notte.

Eudial sistemò un altro cuscino sul letto e aiutò Giles a mettersi più comodo, poi gli passò il libro appoggiato sul comodino.
- Non dovresti leggere troppo, sarebbe meglio che ti riposassi. -
- Non faccio altro da quando sono qui. -
- Ah beh, fino a due giorni fa eri in coma, scusa tanto se mi preoccupo per te. -
Giles sorrise.
- Stai tranquilla, ora sto bene. E poi ci pensa l'infermiera a farmi riposare. -
Eudial ridacchiò pensando alla donna che si occupava del reparto in cui era ricoverato l'Osservatore.
- Ci credo, è peggio di un mastino. Voleva costringere a riposare anche me! In ogni caso più tardi dovrebbe passare Setsuna. -
- Piuttosto credi che sia prudente andare a caccia di vampiri da sola? -
Eudial avrebbe voluto rassicurarlo dicendogli che non sarebbe stata sola, ma, se gli avesse parlato di Spike, Giles si sarebbe preoccupato ancora di più.
- Non ti preoccupare, sono perfettamente in grado di occuparmene. Del resto non ho eliminato il de­mone che ti ha colpito? -
Giles le sfiorò i graffi sulla guancia con un'espressione ansiosa negli occhi.
- Ti ha ferita...-
- Senti chi parla. Guai a te se mi fai prendere di nuovo uno spavento simile! -
Giles chinò la testa dispiaciuto nel ricordare che era stato a un passo dall'arrendersi. Che avrebbe fatto Eudial se lui fosse morto?
- Perdonami... - sussurrò con voce soffocata.
Eudial si commsse nel vedere quello sguardo triste e lo abbracciò con affetto.
- Che sciocco sei, non devi scusarti. - Gli disse dolcemente. - Stai tranquillo e pensa a guarire, torne­rò presto. -
Lo baciò sulla guancia e si staccò da lui, avviandosi verso la porta.
- Stai attenta. -
Eudial gli sorrise.
- Certo. E tu non farti scoprire dall'infermiera mentre leggi oppure i vampiri saranno il minore dei no­stri problemi! -

Eudial si affrettò verso il parco pubblico vicino all'ospedale: a quell'ora era deserto e i giochi per i bambini proiettavano ombre spettrali.
Spike le arrivò alle spalle facendola sussultare.
- Finalmente ti degni di venire. - Le disse, scontroso. - Ti sei già dimenticata dei demoni? -
- Beh, ora sono qui. Vogliamo perdere tempo a litigare oppure cerchiamo di combinare qualcosa di utile? -
Spike represse la voglia di risponderle male, voglia che andava di pari passo con quella di morderla e baciarla ogni volta che si trovava vicino a lei.
- Hai scoperto qualcosa? - Le chiese.
- Non molto. Oggi pomeriggio sono tornata a casa per qualche ora e ne ho approfittato per sfogliare qualcuno dei libri di Giles. In uno ho trovato un disegno che rappresentava un demone simile a quello che abbiamo ucciso, ma il testo era scritto in una lingua che non conosco. -
- Lo hai portato? -
Eudial gli porse un fascio di fogli.
- L'ho fotocopiato. Ci capisci qualcosa? -
Spike scosse la testa.
- Non puoi fartelo tradurre dall'Osservatore? -
- Se capisse che abbiamo a che fare con quei demoni, insisterebbe per venire con me a tutti i costi. Si farebbe ammazzare, senza contare che se scoprisse che sono alleata con un vampiro saremmo nei guai. Per il momento non deve saperlo. -
- Ah, abbiamo un papino ansioso...- Ghignò Spike.
- Piantala! -
Eudial gli puntò addosso una croce e Spike fece un salto indietro imprecando.
- Ma che fai, cretina?! -
- Smettila di parlare così di Giles o ti pianto un paletto nel cuore. -
- Ok, ok, ora metti via quella roba! -
- Bene. - Disse Eudial rimettendo in tasca la croce. - Che si fa coi demoni? -
Spike guardò il disegno.
- Guarda qui. Il cavaliere ha in mano qualcosa e il demone sembra arretrare. E l'altro cavaliere lo tra­figge con una strana spada. Solo che non riesco a capire cosa sia l'oggetto che spaventa il demone. -
Eudial studiò meglio il disegno e rimase senza fiato per la sorpresa. Lei conosceva quegli oggetti, li aveva tenuti in mano, ne aveva sentito il potere, era quasi morta per impossessarsene!
- Questi sono i talismani di Sailor Uranus e Sailor Neptune! -
- Sono vostre alleate no? fatteli prestare. -
- Non è così semplice... -
Eudial gli raccontò quello che era successo cinque anni prima.
- ...capisci che se adesso dovessi anche solo provare ad avvicinarmi a quei talismani per me sarebbe la fine? -
Spike scoppiò a ridere.
- Ti sto rivalutando. Sei decisamente diversa dalle altre Cacciatrici che ho incontrato! -
- Cosa facciamo per i talismani? Le senshi non sanno come usarli per sconfiggere i demoni e di sicuro quelle due non ascolteranno i miei consigli. -
- Non c'è molta scelta. Dovremo rubarli. -
- Scordatelo! Dobbiamo trovare un altro modo di sconfiggere i demoni. L'ultima volta lo abbiamo ucciso, no? -
- Si, ma è stata dura. Era molto forte. -
Eudial lo guardò decisa.
- Lo abbiamo fatto una volta, possiamo farlo ancora. Basterà impegnarsi di più. Se uno di noi lo distrae mentre l'altro attacca dovremmo essere posto. -
Spike annuì.
- Lasciami questi fogli, se riesco a trovare il modo di decifrarli, potrebbero esserci di aiuto. -
- Va bene. Ora devo controllare se in giro ci sono vampiri da eliminare... esclusi i presenti ovvia­mente. Vuoi farmi compagnia? -
Spike la guardò con un'espressione strana, quasi famelica. La attirò a sè, sfiorandole il collo con le labbra.
- Solo se ti lasci mordere. -
Eudial si lasciò sfuggire un piccolo grido di sorpresa, ma lo lasciò fare, mordicchiandolo a sua volta.

Setsuna si chinò a baciare Giles sulle labbra, un bacio inizialmente delicato a cui ne seguì un altro più appassionato.
- Mi sei mancato. - Sussurrò la ragazza con un sorriso.
- Anche tu. -
- Stai meglio? -
- Miglioro ogni giorno. Ormai la testa non mi fa più male. Credo che presto mi lasceranno tornare a casa. -
- Sono sicura che non ne vedi l'ora. -
- Puoi scommetterci! Sono stanco di stare a letto senza fare nulla. -
Entrambi sorrisero, ripensando all'ultima volta che erano stati insieme nella camera di Giles.
- Quando starò meglio, ti va di uscire con me? - Le propose un po' timidamente. - Vorrei portarti a cena fuori. -
- Ne sarei felice. - Rispose Setsuna sorridendo. - Cosa dirai a Eudial? Non so se sarebbe molto contenta di sapere che esci con una senshi. -
- Non so se approverebbe, in effetti, ma non è necessario che lo sappia, per il momento. Proprio ieri mi ha detto chiaro e tondo che per un bel pezzo dovrò scordarmi di andare con lei a caccia di vampiri e il suo tono non ammetteva repliche. - Disse ridendo. - Quindi ho un bel po' di tempo libero da occupare mentre lei stermina i mostri. -
- Sei preoccupato per lei? -
- Lo sono sempre stato, ma ultimamente sembra così sicura di sè e così forte... Probabilmente ora se andassi con lei sarei più un peso che un aiuto. -
- Ti vuole molto bene. Quando eri in pericolo di vita, credevo che sarebbe impazzita o morta se ti fosse successo qualcosa. Ha mentito ai medici pur di restarti accanto, ha detto di essere tua figlia.-
- Credimi, vorrei che lo fosse davvero. È stata la sua voce a farmi uscire dal coma. Non oso pensare a come sarebbe la mia vita ora se non l'avessi mai incontrata... -
Setsuna sorrise, ma il tono di Giles la feriva. Lei piaceva molto all'Osservatore, ne era certa, ma si era resa conto che tra lui e Eudial c'era un legame speciale da cui lei era esclusa. Giles non era inna­morato di Eudial, questo lo sapeva, ma la amava con un affetto forse più intenso di quello che può esserci tra amanti, simile a quello che esisteva tra genitori e figli o tra sopravvissuti alla stessa trage­dia. Setsuna lo capiva, ma non poteva fare a meno di provare fitte di gelosia verso la Cacciatrice. Per quanto lei e Giles potessero legarsi, la senshi sapeva che lui non avrebbe mai parlato di lei col tono che aveva appena usato e che certi lati della sua personalità li avrebbe mostrati solo a Eudial.
Si sentiva meschina per questo e cercava di scacciare quei pensieri, ma prima o poi si riaffacciavano alla sua mente. E il fatto che Eudial fosse una sua ex nemica non aiutava.