20. Sadness All Around

Valerius senti` trasalire Eudial e si accorse con dispiacere di averle affondato le unghie nella spalla per la tensione.
Allento` immediatamente la presa e chino` il muso per leccare via le poche goc­ce di sangue uscite dalle minuscole ferite.
- Scusa. - Disse, ma la ragazza non lo stava ascoltando.
Guardava l'ingresso della torre trattenendo il fiato, come ipnotizzata, poi fece un respiro profondo e fece un passo avanti, varcando la soglia.
Spike e Giles la imitarono e, immediatamente, una pesante grata di acciaio si materializzo` alle loro spalle, bloccando ogni via di uscita.
- Ho come l'impressione che sappiano del nostro arrivo. - Disse Spike.
- Lo credo anche io. In ogni caso non cambia molto, non avevo intenzione di tornare indietro per il momento, non senza Hope. - Giles strinse la presa sulla spada che impugnava e mormoro` un breve incantesimo per rinforzare la lama, poi si guardo` intorno, leggermente stupito. - A proposito, le sailor non dovreb­bero essere gia` arrivate? Qui non c'e` nessuno... -
Eudial guardo` la porta dell'ascensore, spalancata come una bocca demoniaca pronta ad azzannarli.
- Forse sono gia` salite, oppure non sono riuscite a raggiungere la torre... -
- Di qui non entreranno di sicuro. - Commento` Spike, saggiando la resistenza della grata di acciaio che bloccava l'ingresso con uno scossone. - Tanto vale sa­lire, non mi pare che possiamo fare altro. -
- Fate attenzione, molto probabilmente e` una trappola. -
L'Osservatore infilo` una mano in tasca a sfiorare gli oggetti che aveva preso prima di uscire di casa e spero` di non avere bisogno di usarli.
Erano l'ultima risorsa e con ogni probabi­lita` avrebbero finito per rivoltarsi contro di loro, ma aveva deciso lo stesso di portarli con se'.
Non ne aveva parlato ne' a Eudial ne' a Spike e aveva preferito tenere all'oscuro di tutto anche Valerius, certo che tutti e tre avrebbero disap­provato un'idea tanto folle.
Giles lascio` scorrere per un'ultima volta le dita sulle sfere di cristallo che tene­vano intrappolati i demoni Gauk e Glasya, poi si incammino` verso l'ascensore.

Seihoshi inizio` a raccogliere da terra i cocci delle stoviglie cadute quando Sera­phina aveva sfondato la finestra, ma rinuncio` quasi subito: tra rottami, pezzi di vetro e farina sparsa ovunque, la cucina era un vero disastro.
Per fortuna Herta aveva smesso di piangere, era gia` qualcosa.
La bambina cercava di rendersi utile, ma senza grandi risultati e fu ben felice di abbandonare le pulizie nel vedere Lyra che passava in giardino accanto allo squarcio nella parete con le braccia ingombre di vecchie lenzuola strappate.
- Lyra! - La chiamo` affacciandosi. - Cosa fai? -
L'amica le sorrise.
- Seraphina si e` fatta male, queste servono per bendarle le ferite. -
- Chi e` Seraphina? -
- Il drago rosso, quello che e` caduto sulla casa. -
Herta si lascio` sfuggire un grido di spavento.
- Ma non hai paura?! -
- Ce l'avevo, ma ora so che e` gentile, non ci farebbe mai male. -
- Ne sei sicura? -
Lyra annui`.
- Vuoi conoscerla anche tu? Potresti aiutarmi a preparare le bende. Mamma e` gia` andata nella sua tana per portare acqua pulita e le medicine per curarla. -
Herta esito` e si volto` a guardare Seihoshi come per chiederle consiglio.
- Vai pure. Non conosco bene Seraphina, ma so che Rupert Giles si fida di lei e quindi non c'e` pericolo. Poi se c'e` anche Sofia e` tutto a posto, no? -
Herta annui` e poi usci` cautamente dal buco nella parete per seguire Lyra: il drago la spaventava, ma era anche terribilmente curiosa di vederne uno vero.
Seihoshi guardo` le due bambine che si allontanavano verso il giardino e penso` che era un bene che riuscissero a distrarsi in qualche modo e a non pensare a quella situazione strana e spaventosa.
Sospiro`. Avrebbe voluto riuscirci anche lei e invece continuava a rimuginare sulle parole di Sofia. Qualche ora prima, la donna aveva spiegato a lei e al pro­fessor Donovan una parte di cio` che sapeva e, anche se non c'era stato tempo per approfondire i dettagli, era piu` che sufficiente ad angosciarla.
Era spaventata e triste. Sofia le aveva detto cosa era successo a Xinuxunil, che la dea era stata costretta a disincarnarsi e Seihoshi aveva l'impressione di non essere altro che un residuo, un avanzo di anima rimasto in un corpo abbando­nato.
Ora capiva perche' non ricordava nulla del passato: non ne aveva uno.
Dentro di se' aveva voglia di gridare, di ribellarsi a quella situazione, ma sapeva benissimo che non sarebbe servito a nulla, se non a peggiorare le cose per chi le stava intorno.
Non che ci fosse molto da stare allegri, comunque.
Intorno a se' vedeva solo tristezza: Sofia con il suo amore fatto di attese e ras­segnazione, Tera che non faceva altro che nascondere il suo dolore dietro un muro di scortesia, Seraphina e Midnight, ultimi della loro specie e Earh Dono­van, che sembrava solo capace di farsi odiare...
Da quando aveva parlato con Sofia, Seihoshi aveva l'impressione di aver aperto gli occhi come se, scoprendo di non essere mai realmente nata, avesse acquisi­to la capacita` di vedere gli altri e capire i loro sentimenti piu` di quanto non si fosse mai curata di fare prima.
Bene o male andavano tutti avanti e lei avrebbe fatto lo stesso, si ripete' per darsi coraggio.
In fondo, riflette', a lei non era andata poi cosi` male, Xinuxunil avrebbe anche potuto lasciar morire il suo vecchio corpo e allora lei non sareb­be proprio esistita.
"Forse non saro` nessuno, forse saro` solo uno scarto, ma chi mi obbliga a restar­lo per sempre? Se non ho un passato sono sempre in tempo a costruirmi un fu­turo."
Rinuncio` del tutto a occuparsi della cucina, dopotutto era stupido perdere tem­po a riordinare se c'era la possibilita` che il mondo venisse distrutto.
Se fossero sopravvissuti, sarebbe stata ben contenta di fare le pulizie dopo.
Senti` la voce di Tera che gridava contro qualcuno, poi passi veloci su per le scale e una porta che sbatteva.
"Mi sa che il professore si e` fatto di nuovo prendere a parolacce..." Penso` avvi­cinandosi alla porta per sbirciare in corridoio. "Chissa` se quei due riusciranno a parlarsi normalmente prima o poi."
Le dispiaceva un po' per Donovan, ma del resto anche lui non faceva nulla per rendersi gradevole, bisognava ammetterlo...
Seihoshi decise di raggiungerlo per tirarlo un po' su di morale, lei era certa che il professore tenesse davvero a Tera anche se non era capace di dimostrarlo e poi gli era grata per essere stata salvata dalle mani dei Lug.
Si stupi` sentendolo parlare con qualcuno e la sua sorpresa aumento` nel sentire che stava prendendo accordi con il drago azzurro per andare ad aiutare Rupert Giles.
La ragazza rimase nascosta a guardare cosa succedeva e fu costretta a repri­mere una risata nel vedere Earh Donovan che spingeva Midnight con tutte le sue forze per liberarlo dalla porta in cui si era incastrato, finendo lungo disteso a terra quando alla fine il drago era riuscito a sbloccarsi e a tirarsi indietro.
Vide Donovan rialzarsi e raggiungere Midnight all'aperto.
Seihoshi attese che il professore fosse salito sulla schiena del drago per spicca­re una corsa e arrampicarsi agilmente alle sue spalle.
Donovan la guardo`, prima stupito, poi furioso.
- Cosa diavolo credi di fare?! -
- Questo dovrei chiederlo a lei, professore. - Rispose la ragazza con aria imper­tinente.
- Scendi subito, non sono affari tuoi. -
Seihoshi lo ignoro`, rivolgendosi direttamente al drago.
- Ce la fai a portare entrambi? -
Midnight si giro` a scoccarle un'occhiata perplessa.
"Uh, si`, per quello non c'e` problema, ma..."
- E allora decolla subito. Guarda, Sofia sta tornando verso casa, se perdiamo tempo andra` a chiamare tua madre e ci impediranno di partire. -
Midnight guardo` Donovan, interrogandolo con lo sguardo. Il professore si lascio` sfuggire un'imprecazione, ma sapeva che Seihoshi aveva ragione e annui` al drago.
- Vai, vola. -
"Va bene. Tenetevi stretti."
Il drago prese la rincorsa e allargo` le ali mentre Donovan e Seihoshi si aggrap­pavano alle scaglie e agli spuntoni della sua schiena e poco dopo si alzo` in volo.
Fece un cerchio sulla casa, poi punto` verso l'alto, superando la barriera di pro­tezioni magiche.
- Allontanati un po', poi atterra. - Disse Donovan dopo qualche secondo.
"Perche'?"
- Perche'? - Chiesero allo stesso tempo Midnight e Seihoshi.
- Tu adesso scendi e torni a casa. - Donovan si rivolse alla ragazza in tono seve­ro.
- Non ci penso nemmeno. -
- Ci tieni cosi` tanto a farti ammazzare? -
- Ancora una volta potrei farle la stessa domanda, professore. -

L'ascensore sali` lentamente e si fermo` con un leggero sussulto, immediata­mente le porte si aprirono e una luce abbagliante riempi` la cabina.
Spike fece un balzo indietro istintivamente, coprendosi il viso con un lembo del cappotto prima di rendersi conto che si trattava di luce artificiale.
Ora che ci pensava era strano: erano partiti da casa poco dopo l'alba, ma quan­do erano scesi dal furgone, la luce del sole non lo aveva ferito.
Lascio` andare il cappotto e si guardo` intorno prima di azzardarsi a uscire dalla cabina dell'ascensore, ma la luce era troppo intensa per permettergli di vedere alcunche'.
Lancio` uno sguardo esitante a Eudial, ma la ragazza sembro` non ac­corgersene e rimase rigidamente in piedi accanto a Giles con lo sguardo fisso sulla cortina di luce e una mano serrata intorno al ciondolo a forma di croce che portava al collo.
Sembrava quasi ipnotizzata dal bagliore palpitante che li avvolgeva, come un coniglio di fronte ai fari di un'automobile. Sulla sua spalla, Valerius aveva il pelo gonfio e dritto per la tensione.
Fu Giles a muoversi per primo e fece un passo avanti, entrando nella luce. Eu­dial si riscosse nel vederlo sparire e si affretto` a seguirlo, subito imitata da Spi­ke.
Fu come attraversare una tenda: la luce non era piu` abbagliante e l'interno del­l'osservatorio della torre era completamente diverso da come lo ricordavano, come ricoperto da una qualche sostanza indefinita che ondeggiava, pulsava e mutava continuamente colore. Solo le pareti esterne conservavano un vago ri­cordo della loro forma originale e su un lato le finestre panoramiche lasciavano ancora vedere la citta`.
Spike guardo` il cielo e capi` perche' la luce del sole non lo aveva scottato: intor­no alla torre era di un colore livido, offuscato dalla cappa di potere oscuro che si allargava ad avvolgere la citta`.
Il vampiro distolse lo sguardo dalle finestre ed esamino` la situazione: la cabina dell'ascensore alle loro spalle sembrava essere svanita nel nulla e la stanza in cui si trovavano sembrava essere molto piu` grande di quanto apparisse dall'e­sterno.
- Deve essere una specie di distorsione dimensionale. - Disse Eudial. - Anche il laboratorio delle Witches 5 era cosi`: c'erano dei punti di accesso che portavano in un altro luogo, non necessariamente di questo mondo. -
Giles la guardo`, leggermente stupito. Di solito Eudial non amava ricordare il suo passato nei Death Busters e preferiva parlarne il meno possibile.
- Eu, pensi di poterti orientare in questo posto? -
- Non lo so, ho l'impressione che continui a cambiare. Possiamo intravedere le pareti, ma credo che non siano veramente li`, potremmo camminare per ore e ritrovarci nello stesso punto. Guarda. -
Infilo` una mano in tasca e prese una monetina che lancio` il piu` lontano possibi­le senza pero` riuscire a colpire la parete della stanza.
- Avrei dovuto colpire il vetro, ma non mi ci sono nemmeno avvicinata. -
Valerius scese cautamente dalla spalla di Eudial e balzo` a terra per esaminare piu` da vicino la sostanza che ricopriva il pavimento. La annuso` attentamente, poi provo` a colpirla con le unghie, ma non riusciva a capire di cosa si trattasse esattamente.
All'improvviso divenne liquida sotto le sue zampe e il gatto sprofondo` di colpo senza nemmeno avere il tempo di miagolare.
Eudial lo vide sparire all'improvviso e si getto` in ginocchio, immergendo il brac­cio nella pozza di liquido cangiante senza la minima esitazione. Tasto` alla cieca in cerca del gatto, perfettamente consapevole che il pavimento avrebbe potuto inghiottire anche tutti loro e alla fine la sua mano sfioro` qualcosa di peloso. Lo afferro` saldamente e tiro` fuori il braccio velocemente, constatando con sollievo di aver afferrato proprio la coda di Valerius.
Il gatto le balzo` in braccio, terrorizzato, ancorandosi con le unghie ai vestiti del­la ragazza.
- Tutto ok, Val? - Gli chiese Giles, leggermente preoccupato, era avvenuto tutto troppo in fretta per rendersi davvero conto del pericolo corso dal gatto.
- Ti sembra ok tutto questo? - Sbraito` Valerius agitando la coda. - Questa schi­fezza e` ovunque e potrebbe ingoiarci in un attimo! -
- Meglio restare uniti, allora. -
Eudial si guardo` la mano che aveva immerso per recuperare Valerius e poi esa­mino` attentamente anche il pelo del gatto, arruffato ma perfettamente asciut­to.
- Qualunque cosa sia, non bagna ne' sporca. Valerius, quando sei sprofondato, avevi la sensazione di annegare? -
Il gatto scosse la testa stupito. Ora che ci pensava, poteva respirare benissimo.
- Deve essere una specie di illusione. - Disse Giles e Spike ed Eudial annuirono.
- Cosa facciamo ora? Non possiamo restare fermi qui in eterno... -
Eudial aveva appena finito di parlare, che la sostanza che li circondava cambio` colore, assumendo varie tonalita` di rosa e un'enorme girasole affioro` dal pavi­mento, come una zattera.
- Credo che questo risponda alla tua domanda... - Disse Spike, guardando il fio­re.
Eudial lancio` uno sguardo preoccupato a Giles.
- È di sicuro una trappola... -
- Probabile. E significa che sanno perfettamente che siamo qui, pero` non vedo altre alternative. Il potere oscuro e` troppo forte in questo posto per poter capi­re dove andare. Se non accettiamo questo invito, rischiamo di vagare in eterno senza trovare la strada. -
La ragazza sospiro` e sali` per prima sul fiore galleggiante: sentiva che se avesse esitato, il terrore l'avrebbe paralizzata. Il potere malvagio era ovunque ed era troppo forte. Eudial lo sentiva premere ai confini della sua mente, forte e tu­multuoso come un fiume in piena. Il ciondolo di Tera era l'unica cosa che riusci­va ancora a tenerlo a freno e, se quella fragile diga avesse ceduto, lei sarebbe stata perduta.
Doveva sbrigarsi, si disse, agire finche' ne aveva ancora la forza e la possibilita`.
Ma ne aveva davvero la forza?
Bella domanda, penso`.
Giles e Spike la raggiunsero quasi subito e l'enorme corolla non mostro` il mini­mo cedimento sotto il loro peso, anzi, inizio` a muoversi lentamente verso un enorme portone di legno circondato da un arco fiorito che era apparso improv­visamente al centro della stanza.
Eudial strinse a se' Valerius, aggrappandosi a lui con disperazione: presto la sua domanda avrebbe avuto una risposta e lei aveva paura di scoprire quale fosse.