18. Back Home

Tera capi` di essere sola prima ancora di aprire gli occhi.
Quando si era addormentata, con lei c'erano Eudial, Valerius e Midnight, men­tre ora non c'era piu` nessuno.
Sapeva che il giovane drago non doveva essere molto lontano e infatti guar­dando fuori dalla finestra scorse la punta della sua coda che sbucava da un fol­to cespuglio, ma allo stesso modo era certa che gli altri fossero andati a com­battere senza di lei.
Represse l'ondata di rabbia che monto` in lei a quel pensiero e torno` a sedere sul letto, triste.
Non sarebbe potuta andare con loro anche se l'avessero avvisata, se ne rende­va conto, ma non poteva fare a meno di sentirsi inutile.
E se non fossero piu` tornati?
Quel pensiero la terrorizzava, non riusciva nemmeno a pensare all'eventualita` di perdere ancora una volta le persone che amava.
Scosse la testa, immaginare il peggio non l'avrebbe aiutata, avrebbe solo reso l'attesa piu` penosa.
Si sfilo` la camicia da notte e frugo` nell'armadio di Eudial per trovare un vestito largo che le entrasse, i suoi ormai le stavano stretti e non aveva ancora avuto l'occasione di comprarne di nuovi.
Ne scelse uno azzurro, di stoffa morbida e lo infilo` per provarlo: le andava ab­bastanza bene, anche se non era il tipo di abito che avrebbe scelto lei, troppo frivolo e poco adatto al combattimento. In un certo senso adesso le si addiceva, penso` sfiorandosi leggermente la pan­cia in un gesto protettivo. Si alzo` per uscire dalla stanza per cercare Sofia, sapeva che le sue parole sa­rebbero riuscite a darle coraggio, e si fermo` di colpo nell'incontrare la propria immagine nello specchio.
"Mamma..."
Quando Earh Donovan l'aveva scambiata per Admina, Tera non aveva dato peso alle sue parole, accecata dalla rabbia, ma ora, nel cogliere di sorpresa il suo riflesso, era costretta ad ammettere che suo padre aveva ragione, somi­gliava davvero a sua madre.
E ora la somiglianza era accentuata anche dalla penombra della stanza, dai ca­pelli lasciati sciolti, dal vestito inusuale, ma sopratutto dall'espressione dello sguardo che per un attimo aveva visto nello specchio.
Tera ricordava fin troppo bene quello sguardo a meta` tra la tristezza profonda e la speranza fiduciosa, lo sguardo di una persona che attende qualcuno in cui crede e che allo stesso tempo soffre per la sua mancanza.
Con un gesto brusco raccolse i capelli in una lunga treccia e la sua espressione si induri`.
Sapeva fin troppo bene come era andata a finire allora, quanto le speranze di Admina fossero state deluse.
Usci` in fretta dalla stanza di Eudial, senza degnare lo specchio di un'altra oc­chiata.
Scese le scale e si diresse verso la cucina, era sicura che Sofia fosse li`, ma si fermo` appena fuori dalla porta, irritata nel sentire la voce di suo padre.
Gli ultimi giorni erano stati talmente frenetici che Tera non aveva avuto l'occa­sione di parlargli e, anche se ne avesse avuto il tempo, non aveva affatto vo­glia di farlo.
Rimase per un attimo sulla soglia, poi decise di tornare in camera. Aveva fame, ma non aveva voglia di vedere Donovan e tanto meno di parlargli, percio` avrebbe aspettato che se ne andasse per poter fare colazione e parlare con So­fia.
- Spostati. - Disse una voce sgarbata alle sue spalle e Herta la spinse di lato per entrare in cucina.
- Brutta maleducata! - Sbotto` Tera rivolta alla bambina, ma si interruppe bru­scamente nell'accorgersi che la sua intenzione di andarsene inosservata ormai era sfumata e che suo padre, Seihoshi e Sofia la stavano guardando.
Sofia le sorrise e aggiunse un piatto per lei e uno per Herta.
- Le frittelle saranno pronte fra poco. - Disse Sofia, ignorando il silenzio teso che era calato nella stanza, e osservo` le persone sedute intorno al tavolo: Tera e Donovan evitavano di guardarsi, Herta fissava il piatto con aria imbronciata e ogni tanto lanciava occhiate furiose al padre e alla sorella, mentre Seihoshi era l'unica a sembrare a proprio agio, ma era persa nei suoi pensieri.
Poco prima Sofia aveva raccontato a lei e a Donovan tutto cio` che sapeva, ma mentre la reazione del professore era stata perlopiu` di rabbiosa incredulita`, Seihoshi non aveva dubitato affatto delle sue parole e si era limitata ad annuire con aria assorta. Ora probabilmente stava riflettendo e assimilando cio` che aveva saputo.
Sofia inizio` a trovare pesante quel silenzio e decise di sbloccare la situazione.
- Tera, potresti aiutarmi a preparare la carne per Midnight? Non sono certa del­la quantita` da dargli... -
Tera la guardo` stupita, ma capi` subito che quella di Sofia era solo una scusa e annui` mentre la donna continuava a parlare.
- Professore, se non le dispiace, finisca lei di preparare la colazione. - Disse de­cisa, porgendogli la ciotola con la pastella delle frittelle. Donovan inizio` a prote­stare e si alzo` per andarsene, ma Sofia ne approfitto` per infilargli in mano il mestolo e per sussurrargli un consiglio. - Le sto dando l'occasione per passare un po' di tempo con sua figlia, non vede che Herta ha bisogno di lei? Se non ne approfitta e` uno sciocco. -
Non gli lascio` il tempo di replicare e usci` dalla cucina in fretta, seguita da Tera.
La ragazza la segui` in silenzio fino alla parte di cantina che era stata trasforma­ta in cella frigorifera dopo l'arrivo di Seraphina e la aiuto` a scegliere un pezzo di carne da far scongelare per il giovane drago.
Passando davanti alla cripta di Spike non aveva potuto fare a meno di notare che era deserta. Se lo aspettava, ma una improvvisa fitta di delusione le fece capire che in fondo al suo cuore aveva avuto la minuscola speranza che Eudial fosse li` insieme al vampiro, che tutto stesse andando come al solito.
- Quando sono partiti? - Chiese a Sofia.
- Poco dopo l'alba. Non lo hanno detto a nessuno. -
Tera sospiro`.
- Mi sento cosi` inutile... Sapere che stanno rischiando la vita e non poter fare nulla mi fa impazzire. -
- Lo so, anche io mi sento cosi`. Ma dobbiamo avere fiducia in Rupert, e poi con lui ci sono Spike, Valerius ed Eudial, non permetteranno che gli succeda nulla di male. -
Tera scosse la testa.
- É questo il punto. Non e` per il fallito che sono preoccupata, non piu` del solito almeno. -
Sofia la guardo`, stupita, ma non disse nulla e aspetto` che fosse Tera a prose­guire.
- Il problema e` proprio Eudial... - La ragazza sfioro` inconsciamente con le dita la croce d'argento che aveva al collo, poi si decise a raccontare a Sofia dell'incantesimo parassita dei Lug e del­l'amuleto che aveva creato per Eudial con l'aiuto di Valerius.
Quando fini` di parlare, Tera poteva vedere la propria paura riflessa nello sguar­do di Sofia, ma l'altra donna non si permise di perdersi d'animo.
- L'incantesimo era corretto? -
- Valerius ha detto di si`. -
- E sei certa di poterti fidare del suo giudizio? In fondo sono passati cinquecen­to anni da quando era un mago... -
- É un idiota, ma per quanto riguarda la magia e` piu` in gamba di quello che sembra. Il fallito si fida di lui. -
"E anche io." Penso`, ma non lo disse.
- Dobbiamo sperare che l'amuleto regga, allora. Non c'e` molto altro che possia­mo fare, purtroppo. -
- Odio aspettare. - Si lamento` Tera, ma fu interrotta da un forte rumore che proveniva dal piano di sopra o forse dal giardino, una specie di schianto seguito da urla di terrore.

Seraphina aveva sentito chiaramente il cambiamento nel potere maligno che avvolgeva la citta`, una specie di pulsazione, un richiamo oscuro che non pro­metteva nulla di buono.
Anche il drago nero lo aveva percepito e sembrava impazzito di rabbia. Aveva smesso di tentare di accoppiarsi con lei e la costringeva a volare in alto, in lar­ghi cerchi che si stringevano lentamente, avvicinandosi sempre di piu` alla fonte di quel potere.
Il drago oscuro voleva attaccare la creatura maligna con cui si era gia` scontrato una volta, ma questo Seraphina poteva solo intuirlo, invece era ben attenta a notare ogni minima distrazione che le permettesse di fuggire.
Non avrebbe voluto avvicinarsi alla fonte di quel potere, ma il drago nero la co­stringeva a seguirlo, pronto a morderle o a bruciarle la pelle sensibile delle ali non appena lei accennava ad allontanarsi da lui anche solo di pochissimo.
La sua unica consolazione era sentire la presenza di Rupert Giles nella sua mente, sapere per certo che era vivo e stava bene, anche se anche lui si stava avvicinando alla creatura maligna che emetteva quel potere oscuro.
Era ben attenta a non farsi notare da lui, non voleva distrarlo dal suo difficile compito, ma anche quel semplice contatto la faceva sentire meglio.
Il drago nero aumento` la velocita`, deciso ad attaccare e Seraphina decise che quella era la sua unica possibilita`: allargo` le ali di scatto per rallentare il piu` possibile, poi le ripiego` contro i fianchi, lasciandosi cadere.
Mentre precipitava si contorse per girarsi nella direzione opposta e riprese a sbattere le ali appena prima di toccare terra, muovendole freneticamente per acquistare velocita`.
La sua unica speranza era di volare basso, quasi rasoterra e di infilarsi tra i pa­lazzi alti per confondere il drago nero e riuscire a sfuggirgli.
Sapeva che non sarebbe riuscita a guadagnare molto vantaggio su di lui, ma non poteva fare altro che infilarsi a tutta velocita` nello spazio ristretto delle strade, schivando gli ostacoli senza il minimo errore.
Senti` il battito delle ali del suo oppressore dietro di lei e raddoppio` gli sforzi, decisa a sfuggirgli o a morire nel tentativo.
Improvvisamente Seraphina vide sotto di lei la casa di Giles e la sorpresa la fece esitare: non aveva avuto intenzione di mettere in pericolo i suoi amici, ma inconsciamente si era diretta verso l'unico rifugio sicuro che conoscesse.
Prima che potesse decidere di allontanarsi, di portare il pericolo lontano da li`, una fiammata ardente la investi` in pieno, facendola gridare di dolore: il drago nero aveva approfittato di quell'attimo di esitazione per raggiungerla e attac­carla.
Seraphina precipito` verso la casa e fu solo con un'enorme sforzo di volonta` che riusci` a contorcersi in modo da non colpirla in pieno. Con un'ala colpi` una vetra­ta che esplose in centinaia di pezzetti di vetro scintillanti e si schianto` sul pul­mino fornito dal Consiglio degli Osservatori, schiacciandolo, per poi rotolare sul prato, priva di energie.
Il drago nero l'avrebbe uccisa subito, ne era sicura, ma il colpo fatale esitava ad arrivare e Seraphina non poteva fare a meno di chiedersene il motivo, poi capi` che la casa e il giardino dovevano essere protetti da una rete di incantesi­mi che l'altro drago non poteva attraversare.
Sospiro` di sollievo e chiuse gli occhi, esausta.