13. Home is the Safest Place

Il cielo era terso, di un azzurro pulito che faceva quasi male agli occhi. E al cuore, pensò Seraphina guardandolo con desiderio.
Si mosse appena, le ali frementi per il desiderio di prendere il volo, di scattare all'improvviso e fuggire senza farsi più riprendere, ma non osò spostarsi nemmeno di un millimetro. Ormai aveva imparato che a ogni sua iniziativa corrispondeva il dolore bruciante e immediato dei denti del drago nero stretti sui punti più sensibili delle sue ali.
Era sua schiava e, anche se ancora non era riuscito a costringerla ad accoppiarsi con lui, non le permetteva di andare via e la teneva in pugno senza che lei riuscisse a trovare la forza di ribellarsi.
C'era qualcosa di innaturalmente forte in quel drago nero come una notte senza luna che la terrorizzava. Era così ai vecchi tempi, quando la stirpe dei draghi proliferava sulla Terra? Era un drago che aveva mantenuto l'antica forza della sua razza oppure era qualcosa di completamente diverso, un demone scaturito dagli abissi dell'Inferno?
Seraphina non lo sapeva, ma aveva paura.
Se, per rinascere, i draghi dovevano diventare tutti come il drago oscuro che la teneva prigioniera, meglio che la loro stirpe si estinguesse, che finisse con lei e con il suo cucciolo.
Una fitta di doloroso rimpianto le attraversò il cuore mentre ricordava con tenerezza il delicato blu delle scaglie di suo figlio. Lo aveva visto solo per pochi minuti prima di partire e le mancava immensamente, ma ora più che mai non poteva tornare da lui.
"Piccolo mio, dove sei? Cosa ne sarà di noi?"
Chiuse di nuovo gli occhi, infelice, sperando di poter tornare a dormire in eterno, quando sentì nuovamente la presenza di Giles in un angolo della sua mente e una piccola briciola di speranza tornò a riaccendersi nel suo cuore.
L'uomo di cui si fidava come di un fratello era di nuovo vicino a lei!
Quando era tornata a Tokyo e non aveva sentito la sua presenza nella sua mente, aveva seriamente temuto che fosse morto, ma ora sapeva che non era così.
Non lo avrebbe chiamato e non si sarebbe messa in contatto con lui, non poteva esporlo a un pericolo tanto enorme, non mentre la città era in preda dell'aura maligna che la isolava dal resto del mondo, ma la sua vicinanza la confortava: Rupert Giles era riuscito ad annientare nemici terribili e a salvare la Terra più volte, forse lo avrebbe fatto di nuovo e prima o poi sarebbe riuscito a liberare anche lei.
"Sii forte, fratellino." Pregò fra sè "Io saprò aspettarti."

Eudial strinse il cuscino, girandosi sul fianco per cercare un po' di sollievo dal mal di testa che le era rimasto dopo che Giles aveva usato il suo potere in quel modo brusco per raggiungere l'aereo. Il dolore l'aveva tormentata per tutto il viaggio e aveva l'impressione che invece di passare, peggiorasse sempre di più.
Spike avrebbe voluto restarle accanto, le aveva offerto il suo sangue per farla sentire meglio, anche se era da troppo che lui stesso non si nutriva, ma Eudial aveva voluto restare sola, rifugiarsi nella sua stanza al buio senza nessuno intorno.
La porta che si apriva di colpo e la luce che veniva accesa, le provocarono una serie di fitte al cervello ed Eudial si rivolse rabbiosamente a Tera, che era appena entrata, seguita da Midnight e da Valerius.
- È questo il modo di entrare nelle camere altrui?! Lasciami stare, Tera, vattene. -
Con un gemito si tirò le coperte sulla testa.
- Wow, sei proprio messa male, eh? - Tera si lasciò cadere a sedere sul letto con un sospiro e scostò il lenzuolo per sfiorare con la mano la fronte di Eudial in un gesto quasi gentile. - Però non sei calda, non hai febbre. Anzi, è quasi il contrario direi... -
- Perchè dovrei avere la febbre?! Se sto male è perché Giles mi ha strappato il potere in quel modo, non certo per la febbre. -
- Ehi, ma sei ancora arrabbiata con lui? Il fallito si sente terribilmente in colpa per quello che è successo, ma non poteva fare altrimenti, avete rischiato di cadere entrambi in mano ai Lug... -
- Cos'è, Giles non ha più il coraggio di venire a scusarsi di persona e deve mandare te a difenderlo?! -
Tera lanciò uno sguardo perplesso a Valerius: non era da Eudial comportarsi in quel modo rabbioso, soprattutto nei confronti di Giles. Spesso si era trovata a invidiare segretamente il rapporto affettuoso che c'era tra Eudial e l'Osservatore e a volte avrebbe voluto essere in grado di esprimere i propri sentimenti chiaramente come faceva Eudial invece di mascherarli dietro un comportamento brusco.
- Se proprio vuoi saperlo, il fallito ha cose più importanti per la mente che non consolare la povera bambina col mal di testa. Se non fossi tanto impegnata ad autocompatirti, avresti saputo che Hope è prigioniera dell'entità maligna che avvolge la città. -
Eudial si tirò a sedere sul letto e guardò Tera.
- Cosa?! Dici sul serio? -
- Ti pare che potrei scherzare su una cosa simile? Ce lo ha detto quella cretinetta bionda che è venuta a rifugiarsi qui con la coda fra le gambe quando i giochetti magici in cui si è fatta coinvolgere insieme a Hope sono diventati incontrollabili. -
- La cretinetta bionda... Mimete? -
- Sì, qualcosa del genere. La conosci? -
- Anche troppo. - Disse Eudial con un gemito. - Se è coinvolta anche lei temo che il mio mal di testa potrà solo peggiorare... -
Tera guardò il gatto con aria interrogativa e Valerius annuì, intuendo la richiesta della ragazza prima ancora che potesse aprire bocca.
- Vuoi che le faccia passare il dolore in qualche modo, giusto? È strano che soffra ancora così tanto, ormai dovrebbe essere passato quasi del tutto, forse i Lug le hanno fatto qualcosa di strano quando li ha affrontati... Chiediglielo. -
Tera ripetè le parole del gatto ed Eudial raccontò quello che era successo durante il combattimento, cercando di ricordare ogni attacco dei Lug finché Valerius la interruppe miagolando forte.
- Ha parlato di un incantesimo parassita? Chiedile se ha ancora l'amuleto creato da Donovan. -
- Sì, eccolo. - Eudial gli mostrò il biglietto dell'autostrada su cui Donovan aveva usato un incantesimo di protezione.
- Sta svanendo, ecco perché. L'incantesimo usato dai Lug l'ha lasciata estremamente vulnerabile agli attacchi magici, probabilmente è anche per questo che Rupert Giles le ha fatto tanto male usando il suo potere... E di sicuro tutto il potere malvagio che c'è nell'aria la sta facendo soffrire ora. Lo sento anche io nonostante tutte le protezioni che avvolgono la casa, a lei deve arrivare molto forte. È interessante... -
- Poche chiacchiere micio, puoi fare qualcosa? - Lo interruppe bruscamente Tera.
- Serve un amuleto, qualcosa di più adatto di un foglietto di carta. L'ideale è qualcosa a cui sia molto legato chi pronuncia l'incantesimo. -
- La tua ciotola, micio? -
- Io non posso pronunciare l'incantesimo. Deve farlo qualcun altro. Potrebbe essere Giles... -
- Lascialo riposare. Avrebbe voluto precipitarsi a salvare Hope e io e Sofia abbiamo dovuto lottare per costringerlo a dormire un po', prima. Era sfinito, non avrebbe resistito mezzo minuto in caso di attacco nemico. Non può farlo Eudial?-
- Cosa? - Intervenne la ragazza dai capelli rossi, che non riusciva a capire i miagolii di Valerius.
- Un amuleto protettivo. - Spiegò Tera. - Dovrebbe farti passare il dolore. -
Il gatto scosse la testa.
- Anche lei è troppo debole in questo momento. E poi non è altrettanto efficace farlo per se stessi. Dovrai farlo tu. -
- Io?! Ma io non ho poteri magici e non ci tengo affatto ad averli! - Protestò Tera - L'ho sempre detto anche al fallito, non cercate di coinvolgermi in incantesimi e stregonerie! -
- Non serve avere i poteri, devi solo recitare alcune parole su un oggetto a cui tieni e poi affidarlo a Eudial, nient'altro. Se potessi parlare lo farei io, te lo giuro. -
Tera esitò, incerta, la magia la metteva sempre a disagio, ma Eudial la guardò, furiosa.
- Se non ho capito male, il gatto conosce un modo per aiutarmi e tu non vuoi collaborare... Se non lo farai ti giuro che non appena ne avrò la forza ti prenderò a calci fino alla Luna. -
- Ehi, calmati mentecatta, non ho mai detto che non voglio. -
Valerius guardò perplesso le due ragazze.
- Siete sicure che non ci sia stato anche uno scambio di personalità, vero? -
- Piantala, cretino. - Tera lo gelò con uno sguardo. - Hai detto che serve una cosa a cui tengo, vero? -
La ragazza si affrettò a sfilarsi dal collo la catenina con la croce d'argento che le aveva regalato Giles, identica a quella che indossava Eudial e la guardò con un sospiro al pensiero di doversene separare.
- Questa andrà bene, ma in cambio dovrai darmi la tua e poi la rivoglio indietro quando non ti servirà più, chiaro? - Disse rivolta a Eudial, poi parlò al gatto. - Ora dimmi cosa devo fare prima che cambi idea... -

Seihoshi si aggirò silenziosa per quella che aveva sempre considerato la sua casa da quando aveva memoria.
Essere tornata in un luogo familiare era confortante, ma era molto spaventata da tutto ciò che aveva scoperto sul proprio conto.
Davvero lei era stata una dea? E perché non ricordava più di esserlo stata?
Da quando il professor Donovan era riuscita a liberarla dalla prigionia dei Lug, non c'era stato il tempo di farsi spiegare da Rupert Giles come stavano le cose e chissà quando sarebbe riuscita ad avere una spiegazione completa.
Sospirò.
Ora tutti stavano riposando, ma lei aveva dormito durante tutto il viaggio e non aveva più sonno.
La gatta, Lili, oziava sullo schienale di un divano, mentre il cane si alzò scodinzolando per farle le feste non appena la vide.
La ragazza sorrise, chinandosi per accarezzarlo sotto il mento, e lasciò che le saltasse in braccio sporcandole il vestito.
- Ancora nessuno ha trovato il tempo di darti un nome, eh? - Gli disse affettuosamente notando il collare ancora senza medaglietta. - Io e te ci assomigliamo, piccolino, sai? Non siamo importanti, dobbiamo attendere il nostro turno. -

- Ti senti meglio? - Chiese Tera, allacciandosi al collo la croce d'argento di Eudial.
L'altra ragazza annuì.
- Va meglio. Grazie Tera. -
- Eri troppo insopportabile col mal di testa, l'ho fatto solo per non sentirti più gridare come un'oca isterica. -
Eudial sorrise.
- Grazie lo stesso. Anche a te, Valerius. - Aggiunse, notando il gatto che si era acciambellato ai piedi del letto, tra i pupazzi di peluche. - Ma ora ditemi di Hope. Che c'entra Mimete? -
- Non ci ho capito moltissimo, quella ragazza non faceva altro che piagnucolare, ma a quanto pare lei e Hope si sono fatte raggirare da un certo Ethan Rayne e si sono messe a usare la magia. Ti ricordi quei mostri strani che abbiamo incontrato? -
- Quelli simili a pupazzi? -
- Esatto! Pare che fossero loro ad evocarli. -
- Giusto Mimete avrebbe potuto creare obbrobri del genere... E questo spiega anche perché le sailor abbiano trovato uova di Daimon quando hanno sconfitto quei mostri, evidentemente Mimete sapeva dove trovarne o come realizzarle... -
- Da ciò che ha detto la biondina cretina, lei e Hope obbedivano agli ordini di questo Rayne e avrebbero dovuto evocare un drago infernale e controllarlo, ma nel bel mezzo dell'incantesimo è apparso un altro essere malvagio che ha preso Hope, mentre il drago è volato via... -
- Quindi ora a spasso per Tokyo ci sono sia un'entità malvagia sconosciuta e indefinita che un drago infernale fuori controllo?! -
- Bel casino eh? -
Eudial si accigliò.
- Devi andare via, Tera. È troppo pericoloso per il tuo bambino restare qui. -
- Lo so, ma temo che non ci sia modo di lasciare la città ormai, il fallito mi ha detto che siamo riusciti a tornare quasi per miracolo. Per ora questa casa è il posto più sicuro a cui possa pensare. E anche uno dei più affollati, direi. -
- In effetti abbiamo qualche ospite in più del solito... -
- Infatti. Fammi spazio sul letto. Midnight può dormire sul tappeto, sempre che non se lo mangi... -
- Cosa?! -
- Ehi, ho dovuto cedere la mia stanza a Sofia e alle bambine, non vorrai mica lasciar dormire per terra una donna incinta? -
- Ma abbiamo un sacco di stanze vuote! -
- Sì, certo, ma ti ricordi in che condizioni sono? In alcune ci sono strati di polvere risalenti al medioevo... -
- Ma perché devi trasferirti proprio in camera mia? Seihoshi ha un sacco di spazio... -
Tera sbuffò.
- Per carità, quella passa tutto il tempo a canticchiare. E poi tu spesso passi la notte col succhiasangue, il letto in teoria non ti serve nemmeno... Inoltre ti ho appena guarita dal mal di testa, saresti davvero ingrata a cacciarmi via... -
- E va bene, smettila, puoi restare! - Si arrese Eudial con un mezzo sorriso, facendole posto nel letto. - Ma ti riterrò direttamente responsabile di tutti i danni provocati dal tuo drago. -