02. Nothing Else Than You

Giles chiuse gli occhi rabbrividendo. Anche se era completamente bagnato non era il freddo che lo faceva tremare.
Si sentiva esausto dopo aver pianto tanto a lungo e fu grato a Sofia che lo aveva fatto sedere sul tronco di un albero caduto. Appoggiato stancamente con la testa sulla spalla della donna, Giles non era certo di essere in grado di reggersi in piedi. Ora che il suo dolore si era sfogato si sentiva sfinito, quasi svuotato, ma anche più leggero.
Quando le lacrime e i singhiozzi avevano iniziato a diradarsi, l'Osservatore era riuscito a trovare la forza di raccontare a Sofia tutto quello che era successo da quando aveva combattuto contro le sfere aliene.
- ...ora non so cosa fare. Se Xinuxunil potesse tornare da me lo avrebbe già fatto, ma anche se la ritrovassi non sarebbe più la stessa cosa. Lei ora è una dea e poi i Lug non ci lascerebbero in pace... Hanno preso Seihoshi e lei è innocente, non posso permettere che la tengano prigioniera... E poi c'è quell'essere malvagio che ho incontrato a Tokyo... Era orribile. Ma non ho la minima idea di cosa possa essere e di come possa essere affrontato... Non so che fare, Sofia, davvero non lo so. -
La donna gli carezzò i capelli bagnati con un gesto affettuoso e si stupì nuovamente del fatto che credeva ciecamente alle parole di Giles anche se tutto quello che le aveva raccontato era assurdo.
Non aveva alcun dubbio che tutto quello che era successo all'Osservatore fosse vero e ciò non mancava mai di spaventarla: quante cose orribili si nascondevano nell'ombra e minacciavano il mondo senza che nessuno lo sapesse?
- Ti capisco Rupert, anche io so quanto sia duro perdere una persona amata. - Disse Sofia con un'ombra di tristezza nella voce e Giles non capì se si stesse riferendo a lui o al padre di Lyra. - Ma per il resto dovresti smettere di preoccuparti tanto. -
- In che senso? -
- Me lo hai appena raccontato. Non ti rendi conto di aver sconfitto un invasore alieno, una minaccia da cui nessun pianeta era mai riuscito a salvarsi? Come può essere un qualunque pericolo peggiore di ciò che hai già affrontato? -
- Non sono riuscito a salvare né Xini né Seihoshi... -
- Da quello che mi hai detto, nessuna delle due corre pericoli per il momento. Troverai una soluzione, io so che puoi farlo. -
L'Osservatore la abbracciò, grato per il suo sostegno. Già il solo parlarne con Sofia aveva ridimensionato le sue paure e la donna era tanto sicura che lui fosse in grado di affrontare ogni problema, che cominciavano a sembrargli un po' meno impossibili da superare.
Forse avrebbe potuto farcela, si permise di credere. Doveva solo affrontare una cosa alla volta senza farsi prendere dal panico.
- Rupert? - Lo chiamò Sofia sfiorandogli una guancia. - Forse sarebbe meglio tornare a casa, sei gelato... -
Giles annuì e si alzò in piedi, porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi.
- Anche tu sei bagnata. - Osservò Giles toccandole i capelli fradici, come se solo in quel momento si fosse accorto della pioggia di poco prima. - Starai morendo di freddo. -
Sofia sorrise.
- Tra poco spunterà il sole. Non importa quanto sia forte la pioggia, il sole ritorna sempre, ricordatelo, Rupert. -
- Non lo dimenticherò. - Disse Giles e Sofia capì che non si riferiva solo alla sua frase, poi l'Osservatore la sollevò tra le braccia all'improvviso e la baciò.
La donna trasalì per la sorpresa ma non si sottrasse al bacio e lasciò che Giles la portasse in braccio fino a casa.
Non protestò quando lui le tolse di dosso i vestiti bagnati e lo sorprese spingendolo nella doccia insieme a lei.
Era una follia, ne erano entrambi consapevoli, ma in quel momento non importava.

Seraphina allargò le ali, scendendo leggermente di quota ora che stava venendo la notte e che non poteva essere avvistata tanto facilmente. Era quasi arrivata a casa di Giles, ma ancora non si decideva a scendere.
C'era qualcosa che non andava.
Tutta la città sembrava brulicare di energia negativa e Seraphina aveva l'impressione che fosse successo qualcosa di molto grave.
"Fratellino?" Chiamò con la mente, cercando un contatto con Giles, ma senza ottenere risposta.
Ora era seriamente preoccupata.
A quella distanza l'Osservatore avrebbe dovuto rispondere, se era vivo e in città.
Sperò ardentemente che fosse andato via.
Si tuffò in picchiata, ansiosa di arrivare a casa per accertarsi della salute di Giles, ma interruppe la rapida discesa nel percepire un'energia maligna che si avvicinava a lei in volo.
Si girò in fretta e spalancò gli occhi per la sorpresa nel vedere l'enorme drago nero che si dirigeva verso di lei. Come era possibile? Aveva cercato un drago in tutto il mondo senza trovarlo e ora che era tornata a Tokyo ne spuntava uno all'improvviso?
Batté le ali per portarsi di fronte a lui e gli girò intorno cautamente.
C'era qualcosa che non andava in quel drago nero: era grande, molto più di lei e i suoi occhi rilucevano di bagliori di fuoco, ma non era questo a preoccuparla, il drago emanava un'aura malvagia e in lui c'era qualcosa di innaturale.
Non era come lei, era come se provenisse direttamente dall'inferno.
Improvvisamente ebbe paura e si voltò per fuggire, ma il drago nero la seguì senza fatica.
Volarono a lungo, Seraphina con tutte le sue forze e il drago nero apparentemente senza il minimo sforzo e infine lei si rese conto che l'avrebbe raggiunta di sicuro.
Si fermò e lanciò una fiammata contro il drago nero, ma lui sembrò non sentirla nemmeno e la colpì con una codata, facendola precipitare a terra.
Seraphina ansimò per il dolore quando colpì il suono, ma non ebbe nemmeno il tempo di rialzarsi che il drago nero le fu addosso, schiacciandola a terra e stringendole il collo tra le zanne.
"Tu sei la mia compagna."
Seraphina gridò nel sentire la sua voce gelida nella sua mente e lottò freneticamente per liberarsi, anche se fino ad allora non aveva fatto altro che cercare un compagno.
Quel drago nero la terrorizzava e voleva solo allontanarsi da lui.
Scalciò, affondandogli le zampe nel ventre, dove le scaglie erano più tenere, ma lui rispose azzannandole a sangue un'ala.
"Inutile resistere, bella, ti farai solo del male."
"Lasciami! Cosa vuoi?!"
"Voglio te."

Sofia si svegliò e sfiorò il cuscino vuoto accanto al suo. Sorrise un po' tristemente come se quello fosse un presagio di ciò che avrebbe potuto ottenere dalla sua relazione con l'Osservatore: pochi momenti di gioia assoluta e il resto della vita ad attendere un amore che non sarebbe venuto.
"Va bene così." Pensò. "L'ho sempre saputo e lo accetto. Devo solo stare attenta a non dimenticarlo..."
- Sei sveglia. - Disse Giles e Sofia alzò lo sguardo a guardare l'uomo in piedi sulla soglia della stanza. - Dormivi tanto serenamente che non ho voluto disturbati. -
Gli sorrise.
- Mi sembra che tu stia meglio oggi. -
Giles si chinò a baciarla con affetto.
- Solo grazie a te. -
Era vero. Il tranquillo sostegno di Sofia faceva sembrare tutto più semplice e le sue braccia erano state come un porto in cui scampare alla tempesta e riprendere fiato. I problemi non se ne erano andati, ma lui era riuscito a riprendere fiato e ciò gli era bastato per iniziare a pensare che avrebbe potuto farcela anche questa volta.
Un barlume di senso di colpa gli ricordò che non aveva avuto intenzione di fare nuovamente l'amore con Sofia, non voleva ferirla in nessun modo, ma la donna sembrò leggergli in faccia quello che stava pensando e lo zittì prima ancora che potesse dirle qualcosa.
- Anche io lo volevo, Rupert, ed è stato molto bello. Non ti devi preoccupare per me. Ti voglio bene e mi piaci molto, ma sono abbastanza vecchia da non farmi trascinare da sogni e fantasie da adolescente. Quello che è successo stanotte mi ha fatto sentire bene, è stato così anche per te? -
L'Osservatore sedette sul bordo del letto e annuì.
- Allora va tutto bene. - Concluse Sofia con un sorriso, scostando di lato le coperte per alzarsi.
- Ho preparato la colazione, - disse Giles - ma credo che Lyra fosse già uscita quando mi sono svegliato... -
Sofia guardò l'ora e sobbalzò.
- Lyra era in orario per scuola, ma se non mi sbrigo farò tardi al lavoro! -
La donna si affrettò a vestirsi e nel frattempo Giles mise in un sacchetto di carta alcuni dei toast che aveva preparato per la colazione.
Glielo porse e Sofia lo ringraziò con un bacio.
- Mi dispiace non poter mangiare con te, ma in parte è colpa tua se mi sono svegliata tardi. - Gli disse ridendo e corse a prendere l'auto.
Giles la guardò allontanarsi sorridendo e per un attimo pensò che tutto sembrava così perfetto da fargli desiderare di restare con Sofia per sempre.
Avrebbe potuto farlo qualche tempo prima e sarebbe stato così facile... Avrebbe solo dovuto fingere di non aver ritrovato la memoria e la sua vita sarebbe stata tranquilla e normale. Sarebbe stato facile amare Sofia, anche se l'anima di Giles sarebbe rimasta per sempre legata a Xinuxunil, e l'Osservatore sapeva che avrebbe potuto essere felice con lei.
Scosse la testa per allontanare quei pensieri tentatori e si costrinse a ricordare che se lui fosse rimasto con Sofia molto probabilmente il mondo sarebbe stato distrutto senza nemmeno rendersene conto.
Qualcuno doveva restare nell'ombra a proteggere la gente come Sofia e Lyra, qualcuno doveva sacrificarsi per il bene degli altri e quel qualcuno era lui.
Era il suo dovere di Osservatore e Giles sapeva che non avrebbe potuto sottrarsi al suo destino.
Si era scontrato con quella realtà da giovane, aveva dovuto toccare con mano l'oscurità prima di rassegnarsi, ma alla fine lo aveva accettato e ora non doveva dimenticarlo.
Tera, Eudial, Buffy, le Cacciatrici, non si erano arrese e non avrebbe dovuto farlo nemmeno lui.
Un improvviso senso di colpa guizzò nella sua mente nel ripensare a come era fuggito via qualche giorno prima.
Sicuramente le ragazze dovevano essere tremendamente preoccupate per lui.
Si affrettò a prendere il cellulare e notò che c'era una chiamata senza risposta dal numero di Eudial: la ragazza doveva aver telefonato la sera prima, mentre lui era al fiume con Sofia.
Si chiese se la ragazza fosse solo preoccupata per lui o se fosse successo qualcosa.
Preoccupato, la richiamò.