22. Missing Cat

Valerius guardò stancamente il piattino che il guardiano del museo gli aveva posato davanti al muso e addentò svogliatamente un pezzo di carne, più per fare piacere all'uomo che lo stava guardando che per fame.
Il guardiano era stato gentile con lui e lo aveva lasciato rimanere nella portineria del museo anche dopo che aveva smesso di piovere. Gli portava cibo e acqua tutte le sere all'inizio del suo turno e si preoccupava per la sua apatia. Valerius aveva cercato di sforzarsi e di reagire, ma lo shock era stato troppo grande.
Aveva sempre saputo di essere morto, ma della sua morte ricordava solo l'interminabile solitudine prima che Giles risvegliasse il suo potere oscuro riportandolo in vita. I brevi periodi in cui era riuscito a riavere un aspetto umano avevano contribuito a creare l'illusione di poter tornare ad essere lo stesso uomo di un tempo, ma lo scheletro ingiallito chiuso nella teca poche sale più in là aveva spezzato del tutto quella speranza.
Lui era morto.
Di Valerius Da Silva non restava altro che un ammasso di vecchie ossa e una mente nel corpo di un gatto.
Come poteva sperare di recuperare qualcosa che era morto cinquecento anni prima? Quello che aveva già avuto era tanto, anche troppo rispetto a quello che normalmente spettava ai comuni essere umani.
Avrebbe dovuto essere grato di quella seconda possibilità, ma allora perché si sentiva tanto infelice?
Sospirò.
Sarebbe stato più saggio dire addio al suo amore, rinunciare a Tera e accontentarsi di essere un gatto per tutto il resto della sua vita. Si ripeté che avrebbe dovuto muoversi di lì prima che i Lug lo trovassero, ma che importanza poteva avere la sua fuga ormai?
Non poteva avere la donna che amava, non poteva essere più nulla per lei e allora che senso aveva continuare a scappare?
Se doveva restare gatto per tutta la vita, che senso aveva comportarsi da essere umano?
I gatti non si preoccupavano del futuro, si disse, e ritornò a dormire.

Tera sollevò il braccio per accompagnare la partenza del draghetto e lo guardò svolazzare per la strada e poi svoltare in un vicolo.
Le due ragazze si affrettarono a seguirlo ed Eudial si rivolse a Tera con aria scettica.
- Sei sicura che Midnight possa trovarlo? Non è un cane... -
- I sensi dei draghi sono anche più acuti di quelli dei cani, credo. E comunque hai idee migliori? Cosa cambia rispetto al girare a casaccio alla ricerca del fallito? Male che vada gireremo a casaccio seguendo un drago. -
- Sempre che qualcuno non lo veda e chiami la polizia. -
- E chi vuoi che ci creda? "Pronto, c'è un drago che vola per strada a notte fonda, venite subito..." Come minimo li arrestano per ubriachezza. -
Eudial non rispose, in fondo Tera non aveva tutti i torti: se nessuno aveva mai chiamato la polizia mentre combatteva contro i vampiri, perché avrebbero dovuto notare un piccolo drago blu?
Le ragazze seguirono il draghetto per i vicoli e le strade del centro di Roma, poi Midnight emise uno stridio eccitato e sparì dietro un angolo.
Eudial e Tera lo seguirono e trasalirono nel trovarsi davanti la figura di un uomo steso a terra.
- E' solo un vagabondo che dorme. - Disse Eudial dopo aver cautamente esaminato l'uomo, ma Tera la superò, affrettandosi ansiosamente verso il corpo di un altro uomo immobile a terra poco più in là.
- Quello forse, questo è il fallito! -
Eudial si precipitò al suo fianco.
- E' ferito?! - Chiese con la voce che le tremava e impallidì, colta da un timore improvviso. - E'... vivo? -
Tera annuì.
- Respira. - Esaminò velocemente il corpo dell'Osservatore e gli tastò delicatamente la testa con una mani. - E non sembra ferito, a parte questo livido in fronte... -
Lo scosse delicatamente e dopo un po' Giles aprì gli occhi. Le due ragazze sospirarono di sollievo e lo aiutarono a mettersi seduto.
- Stai bene Giles?! -
- Eu, Tera... -
- Ok, ci riconosce, è già qualcosa. -
Giles guardò le due ragazze, ancora un po' confuso, poi si ricordò quello che era successo e balzò in piedi di scatto, ma fu costretto ad appoggiarsi al muro per non cadere.
- Ehi, vacci piano fallito. Va bene che hai la testa dura, ma credo che tu abbia preso un bel colpo... -
- Seihoshi, hanno preso Seihoshi! -
- Chi è stato, Giles? -
L'Osservatore guardò Eudial e rabbrividì nel ricordare quanto era andato vicino a perderla l'ultima volta che li avevano incontrati, poi rispose alla sua domanda.
- I Lug. -
- Cosa?! - Gridò Eudial avvampando di collera. - Che diavolo vogliono da te ora?! -
- Xinuxunil. -
- E hanno scambiato Seihoshi per lei? -
- No, ma credevano che io sapessi dove si trova Xini. Hanno preso Seihoshi in ostaggio per essere certi che io non li ostacolerò. -
L'Osservatore colpì il muro con un pugno.
- Accidenti! L'hanno presa e non ho potuto fare nulla per evitarlo! -
- Non è colpa tua, Giles. -
- Avrei dovuto proteggerla, tentare di combattere, almeno! -
- Ti avrebbero ucciso e l'avrebbero portata via lo stesso. -
Giles sospirò. Sapeva che Eudial aveva ragione, ma non poteva fare a meno di sentirsi in colpa nel ricordare l'espressione spaurita di Seihoshi quando i Lug l'avevano afferrata.
Tera allargò le braccia per permettere a Midnight di saltarle in braccio e guardò Giles ed Eudial: entrambi sembravano preoccupati e furiosi. Dovevano aver avuto a che fare in passato questi Lug e Tera provò una fitta di gelosia al pensiero che Giles ed Eudial dovevano aver vissuto insieme tante esperienze di cui lei non sapeva niente.
- Se ti reggi in piedi e riesci a camminare è meglio tornare in albergo, tanto qui non possiamo fare nulla. - Disse in un tono più brusco di quanto avesse voluto e si incamminò lungo la strada senza aspettarli.
- Che diavolo le prende ora? - Disse Eudial, perplessa.
- Credo che fosse preoccupata per me e non vuole farlo notare ora che ha visto che sto bene. Però ha ragione, meglio andare via da qui. -
La ragazza annuì.
- Ce la fai? Se ti gira ancora la testa puoi appoggiarti a me. -

Sofia aprì il cassetto della scrivania e osservò la pagina di giornale con la foto del gatto smarrito e il numero di telefono. Come mai Shad... Rupert Giles, si corresse, aveva fatto pubblicare un simile annuncio su tanti giornali e riviste? Era forse tornato in Italia? Fece per allungare una mano verso il telefono, poi la ritirò. Se non si era fatto sentire, che diritto aveva lei di interferire nella sua vita?
Richiuse il cassetto e guardò l'ora. Era il momento di tornare a casa.
Tra poco Lyra sarebbe uscita da scuola e Sofia le avrebbe fatto trovare il pranzo pronto. Solo un anno prima la ragazzina avrebbe mangiato un panino da sola e Sofia tornò a pensare a Shad con gratitudine: era solo grazie ai suoi assegni che aveva potuto permettersi di trovare un lavoro meno impegnativo che la lasciasse libera di trascorrere più tempo con la figlia.
Certo, se fosse rimasto con loro sarebbe stato ancora meglio, le mancava molto anche se cercava di non pensare spesso a lui. Credeva di essere riuscita a relegare quello che provava per lui in un angolino della sua mente, ma quell'annuncio sul giornale l'aveva colpita più di quanto si rendesse conto e da qualche giorno il suo pensiero si soffermava spesso sull'uomo di cui si era quasi innamorata.

Eudial sbadigliò e si stiracchiò prima di scostare le lenzuola e alzarsi. Spike non era accanto a lei, quindi doveva essere già sorto il sole e il vampiro doveva essere andato a dormire nelle catacombe e nei sotterranei che a Roma erano un po' ovunque. Non la sorprendeva che fosse tanto tardi: quando erano tornati in albergo era quasi l'alba e si era addormentata quasi subito. Fece una doccia veloce, poi si vestì e andò a bussare alla porta della suite accanto per vedere come stava Giles.
Era preoccupata. L'Osservatore aveva detto di voler restare solo e si era chiuso nella sua stanza. Doveva essere sconvolto e furioso e lei avrebbe voluto poter fare qualcosa per aiutarlo, ma cosa?
I Lug non erano avversari da sottovalutare.
Una mossa avventata avrebbe potuto mettere in pericolo Seihoshi e tutti loro. Inoltre erano in superiorità numerica e a quanto pareva potevano bloccare i loro poteri. E loro non potevano chiedere a Tera di mettere in pericolo il bambino lottando contro i Lug, quindi Eudial, Spike e Giles si sarebbero trovati da soli, senza poteri a combattere una battaglia disperata.
La forza non era una soluzione, dovevano trovare un altro modo di liberare Seihoshi.
Almeno era abbastanza sicura che non avrebbero fatto male alla ragazza. Erano troppo fanatici per rischiare di mettere in pericolo una persona nata dalla loro dea.
Bussò di nuovo alla porta e venne ad aprire Tera, ancora mezza addormentata, con Midnight che le saltellava intorno, cercando di mordicchiarle i lunghi capelli sciolti.
- Ti sembra questa l'ora di svegliarmi? - Si lamentò Tera lanciandole un'occhiataccia. - Che vuoi? -
- Guarda che è pomeriggio inoltrato. -
- Ah si? - Tera guardò l'orologio, stupita. - Mi sembrava di essermi appena addormentata. -
- Anche io ho dormito parecchio. Come sta Giles? -
- Andiamo a chiederglielo. -
La ragazza si fece da parte per far entrare Eudial e insieme andarono a bussare alla porta dell'Osservatore.
Nessuna risposta.
- Forse dorme ancora... - Suggerì Eudial mentre Tera provava la maniglia della porta.
- Qui non c'è nessuno! -
Eudial la seguì nella stanza.
- Credi che abbia fatto qualche stupidaggine?! - Chiese preoccupata.
- Non ne ho idea, stanotte sembrava sconvolto, ma se non aveva reagito quando questi Lug lo hanno attaccato, perché avrebbe dovuto farlo ora? Non avrebbe senso... Guarda! Sul letto c'è un biglietto! -
Tera afferrò il foglio di carta e riconobbe la scrittura di Giles.
- Cosa dice? - Chiese ansiosamente Eudial, avvicinandosi a Tera per leggere anche lei.
Sul cartoncino non c'erano che poche righe di scrittura e le due ragazze le lessero in silenzio.

"Eu, Tera, perdonatemi per aver usato i miei poteri su di voi, ma se foste state sveglie non mi avreste lasciato andare via da solo, perlomeno non senza domande e discussioni, e in questo momento non riuscirei ad affrontarle.
Da qualche tempo non riesco a pensare chiaramente, stanno succedendo troppe cose e nessuna piacevole. So che c'è qualcosa che mi sfugge, che deve esistere una soluzione, ma non riesco a trovarla e ciò mi angoscia.
Ho bisogno di riflettere, di trovare un po' della tranquillità che ho perso quando Xini è svanita. So che vorreste aiutarmi, lo apprezzo e ve ne sono grato, ma in questo momento non potete fare nulla per me.
Non dovete preoccuparvi per me, non ho alcuna intenzione di "fare idiozie", come direbbe Tera, ho solo bisogno di un po' di tempo per me. H
o la sensazione che nel prossimo futuro dovremo essere forti per affrontare i pericoli che ci aspettano e io in questo momento non lo sono. Ho portato con me il telefono cellulare, ma vi prego, chiamatemi solo in caso di emergenza.
Tornerò presto, è una promessa."

- Credi... credi che dobbiamo preoccuparci? - Chiese Eudial, rileggendo con lo sguardo la scrittura di Giles.
Tera rifletté sulle parole dell'Osservatore. - Forse no. Te lo avevo detto che prima o poi sarebbe crollato e forse è meglio che avvenga ora che ancora non c'è un pericolo vero e proprio. -
- Dovremmo essere al suo fianco! -
- Per farlo sentire in colpa? Credo che finora si sia imposto di non abbandonarsi al dolore per non farci preoccupare. Vuole essere lui a sostenere noi, non pesarci addosso con la sua sofferenza. Ora vuole stare da solo per sfogarsi, la cosa migliore che possiamo fare è lasciarlo stare. -
Eudial annuì. Poteva capire quello che intendeva Tera, ma il fatto che Giles non volesse il loro aiuto la feriva un po'.
- In fondo se avesse voluto fare qualcosa di avventato non si sarebbe portato dietro il cellulare... Ma ora noi che facciamo? -
- Odio il pensiero di dovermi avvicinare di nuovo a quel posto, ma l'unica cosa che possiamo fare è andare alla biblioteca del Consiglio degli Osservatori e continuare le ricerche del fallito. -
- Buona idea. Forse potremmo scoprire qualche punto debole dei Lug, non mi dispiacerebbe dar loro un'altra lezione. -
Tera la fissò, incuriosita dall'espressione insolitamente dura che era apparsa sul volto di Eudial.
- Un'altra lezione? Cosa è successo l'ultima volta? -
- Hanno tentato di uccidermi. Ma sono stati loro a morire. -
La ragazza le voltò le spalle e Tera si rese conto che non le avrebbe detto altro.