19. Face the Truth

Valerius, nascosto dietro a una vetrinetta, attese pazientemente che le luci si spegnessero. Entrare nel museo non era stato difficile, ma non avrebbe di sicuro potuto osservare gli oggetti esposti senza farsi notare, così era sgusciato dietro a un espositore e si era steso comodamente ad aspettare la chiusura del museo.
Quell'attesa forzata gli dava tempo per pensare. Era stato strano vedere le rovine della sua vecchia casa, non aveva mai pensato a come doveva essersi ridotta dopo l'incendio e poi il talismano di pietra che ricordava di aver inciso poco tempo prima di morire, ora era levigato e un po' corroso dal passare dei secoli. Chissà cosa avrebbe trovato nel museo, si chiese. Forse altri amuleti, magari parte dei suoi strumenti...
Finalmente i passi degli ultimi visitatori si spensero in lontananza e le luci si spensero. Valerius attese ancora qualche minuto prima di strisciare fuori dal suo nascondiglio.
Attraversò i corridoi deserti in cerca di reperti che lo riguardassero e finalmente arrivò a un cartello che segnalava l'entrata della sala "Da Silva".
"Però, mi hanno addirittura dedicato una sala!" Pensò compiaciuto. "Anche se hanno esagerato con le decorazioni..."
Gli addetti del museo avevano decorato con tende di velluto nero decorate da stelle argentate e imitazioni di cerchi magici e simboli arcani erano disegnati sul pavimento e sulle pareti per dare l'idea dell'antro di un mago. Il gatto passò di vetrina in vetrina, riconoscendo i resti bruciacchiati dei suoi strumenti, ma non aveva trovato nulla di veramente utile. Restava solo l'espositore più grande da controllare, quello nascosto alla vista da una tenda di velluto nero simile a quelle messe alle finestre.
Allungò le zampe anteriori e piantò le unghie nella tenda, tirandola di lato, poi si voltò a guardare l'espositore che aveva scoperto.
In un primo momento non si rese conto di cosa stesse guardando: uno scheletro ingiallito dagli anni, coperto da brandelli di stoffa nera che un tempo erano stati un vestito e accuratamente disposto in una teca.
La realtà gli piombò in testa di colpo come una tegola: quello era il suo corpo!
Non ci aveva mai pensato, non si era mai chiesto che cosa ne fosse stato del suo cadavere. Forse aveva inconsciamente dato per scontato che fosse stato completamente distrutto nell'incendio.
Invece era lì, davanti a lui come per gridargli in faccia che lui era davvero morto. Morto e sepolto.
Il corpo era ancora in quello che restava della bara di legno in cui era stato ritrovato dagli archeologi: intorno al cranio si potevano ancora vedere ciocche di capelli scuri miracolosamente risparmiate dal fuoco.
Valerius trasalì nel sentire un lamento acuto, prima di rendersi conto che quel suono proveniva dalla sua stessa bocca.
Non si mosse quando una mano lo sollevò per la collottola.
- Ehi, era solo un gatto. - Disse il custode rivolgendosi al collega. - Chissà come ha fatto a entrare. -
- Butta fuori quella bestiaccia. Mi ha fatto prendere un colpo miagolando in quel modo. -
Il primo custode spostò lo sguardo da Valerius che restava inerte tra le sue braccia senza accennare a muoversi alla pioggia che cadeva senza sosta fuori dalla finestra.
- Non augurerei a nessuno di restare fuori con questo tempaccio e questa povera bestia non mi sembra tanto in forma. Inoltre ha una specie di collare, forse è di qualcuno. Potrei lasciarlo restare nella portineria per questa notte, deve esserci una scatola di cartone da qualche parte. -
L'altro si strinse nelle spalle.
- Fai come ti pare, ma se grida di nuovo come prima lo caccio fuori a calci. -

Eudial si spostò dalla faccia la coda che Midnight continuava ad agitare e si rivolse a Tera che stava cercando inutilmente di far stare tranquillo il draghetto.
- Non sarebbe meglio rimetterlo in gabbia? Qualcuno potrebbe vederlo. -
- Se lo rinchiudessi continuerebbe a piangere e a gridare, e poi potrebbe spaventarsi quando l'aereo decollerà, in fondo è solo un cucciolo. E poi di che ti preoccupi? Saremo solo io, te, il vampiro e il fallito. Il pilota è già in cabina e ha ordini di non impicciarsi degli affari nostri. Avere a disposizione un aereo privato è uno dei pochi vantaggi nell'avere a che fare con il Consiglio degli Osservatori, sfruttiamolo. -
- Li detesti proprio... -
- Anche di più. Loro volevano solo usarmi e lo hanno fatto in tutti i modi possibili. Non gli importa niente di chi sia la Cacciatrice, loro vogliono soltanto una macchina ammazzavampiri e senza cervello che obbedisca ai loro ordini. Quando sono diventata una Cacciatrice ho fatto tutto quello che potevo per ricambiare il favore. -
- In che senso? -
- Ti ricordi come ero vestita quando sono venuta a Tokyo la prima volta? -
- Con un buco nero in salotto, credo che il tuo abbigliamento fosse l'ultimo dei miei pensieri. Mi aveva colpito molto la tua simpatia invece. -
Tera sogghignò.
- Praticamente non avevo nulla che non fosse firmato addosso. Non che me ne fregasse nulla dei vestiti, ma essendo l'unica Cacciatrice, mi ero accorta che erano piuttosto ben disposti a soddisfare ogni mio capriccio. Così, visto che non potevo fare altro per vendicarmi di come mi avevano trattata, mi sono divertita a pretendere cose sempre più assurde e costose. Volevano la Cacciatrice? Che pagassero. -
Eudial spostò nuovamente la coda di Midnight ed evitò il morso che il piccolo drago aveva tentato di darle sulla mano.
- Spero che non educherai tuo figlio come stai educando questo cucciolo, altrimenti diventerà una peste. -
Tera la fissò stupita.
- Credi che la lucertolona sapesse che aspetto un bambino? E' per questo che si è fidata a lasciarmi suo figlio? -
- E' possibile... Ehi, ecco Giles. Ma non doveva essere solo?! Che ci fa Seihoshi sull'aereo? - Chiese allarmata Eudial e lanciò il suo maglione in testa al draghetto per tentare di nasconderlo. - Tienilo fermo, Tera! -
Seihoshi sorrise divertita, poi si avvicinò alle due ragazze e raccolse il maglione e lo restituì a Eudial, scoprendo Midnight.
- Non c'è bisogno di nasconderlo. L'ho già detto a Rupert: avrò perso la memoria, ma non sono né stupida né cieca. E' vero che sono spesso allo studio di registrazione, ma viviamo nella stessa casa. Pensavate davvero di poter tenere nascosta la presenza di due draghi? -
Tera ed Eudial la guardarono allibite, poi spostarono lo sguardo su Giles, fissandolo come se fosse impazzito.
Seihoshi allungò una mano verso Midnight, canticchiando sottovoce e il draghetto le saltò in braccio come se niente fosse. La ragazza sorrise a Tera.
- Te lo tengo io per un po'. Immagino che voi tre vogliate parlare lontani dalle mie orecchie. Lo porterò a fare un giretto nella stiva così ne approfitterò per fare quattro chiacchiere con Spike. Sono curiosa di fare conoscenza con un vampiro. - Seihoshi toccò appena la spalla di Giles prima di allontanarsi. - Buona fortuna, Rupert. -
L'Osservatore la guardò andare via, poi si voltò ad affrontare lo sguardo accusatorio delle due ragazze.
- Credo che abbiate capito che Seihoshi verrà con noi... -
- Ma sei scemo?! - Sbottò Tera.
- Giles, cosa le hai raccontato?! Perché le hai detto che Spike è un vampiro?! -
- E di Midnight! Che ne sai che poi non lo mostrerà ai giornali per farsi pubblicità?! -
- Io non le ho detto assolutamente nulla! Forse non siamo stati attenti come avremmo dovuto, ma ha scoperto tutto da sola. Ha detto che vuole conoscerci meglio perché siamo noi la sua unica famiglia, per questo mi ha chiesto di venire con noi. Non credo che ci procurerà dei problemi. -
Eudial sospirò e lo guardò con uno sguardo affettuoso e triste nello stesso tempo.
- Giles, ricordati che lei non è Xini. -
- Lo so, Eu, lo so. E più parlo con lei più me ne rendo conto. Però Seihoshi è nata da una parte di Xini. E' diversa da lei, completamente diversa, ma sento che ci possiamo fidare. -

Hope lanciò rabbiosamente lo zainetto su una sedia e Mimete alzò lo sguardo stupita.
- Ehi, che ti prende? -
- Mio padre parte di nuovo. aveva promesso di accompagnarmi a prendere i biglietti per il concerto e invece se ne è scordato completamente. -
- Tipico di Ripper... - Commentò Ethan Rayne avvicinandosi a lei da dietro e mettendole le mani sulle spalle. - Si preoccupa dei problemi del mondo e dimentica chi gli sta accanto. -
- Non è giusto! Si dimentica sempre di me. - Piagnucolò la ragazzina. - Devo restare a casa con Anya e quella lì non mi sopporta. Se fosse per lei dovrei passare tutto il giorno ad aiutarla con quello stupido negozio pieno di roba idiota... -
- Certo che tuo padre avrebbe potuto aprire un negozio di vestiti alla moda, almeno ci avrebbe fatto lo sconto... -
- Conoscendo Ripper ne dubito. - Intervenne Ethan. - A meno che non vi piacciano minigonne in tweed... -
Le due ragazze scoppiarono a ridere.
- Siete pronte a imparare una magia nuova oggi? - Proseguì Ethan Rayne. - Se riuscirete in questo incantesimo ho un bel premio per voi. -
L'uomo mostrò i biglietti per il concerto che Hope avrebbe dovuto andare a comprare con Giles.
- Li hai presi tu, Ethan?! - Gridò Hope.
- E sono posti fantastici! Proprio sotto al palco! - Mimete si unì all'entusiasmo di Hope.
- Davvero possiamo averli? -
- Solo se riuscirete ad attivare il portale descritto in questo incantesimo. -
- Potremmo evocare una balena intera pur di avere quei biglietti! -
- Ottimo. Impegnatevi allora. -
Le due ragazze chinarono la testa sul libro di incantesimi ed Ethan sogghignò compiaciuto.
Sentiva anche lui l'essere oscuro che incombeva sulla città. Anche se le due ragazzine non fossero riuscite a completare correttamente l'incantesimo, qualcosa sarebbe successo. In un modo o nell'altro si sarebbe scatenato il caos.
Era esattamente quello che voleva.
Sarebbe stato divertente.