18. Leaving Again
Giles colpì il tavolo con un pugno, facendo trasalire Tera ed Eudial.
- Come ha potuto?! Come ha osato fare una cosa del genere?! -
Le due ragazze lo fissarono preoccupate.
- Ehi fallito, non vorrai fare qualche idiozia, vero? - Chiese Tera.
L'Osservatore la guardò, stupito dal tono quasi timoroso della ragazza.
- Cosa intendi, Tera? -
- Andare ad ammazzarlo con le tue mani, rischiare di farti uccidere a tua volta, finire in prigione a vita o cose del genere... -
Giles arrossì leggermente nel ricordare il suo comportamento con Diam Kain.
- No, ho imparato la lezione. Non ho intenzione di comportarmi in modo avventato, ma dovrà pagare per quello che ti ha fatto. -
- Ora non possiamo fare nulla però. - Intervenne Eudial. -Senza usare i poteri magici non sono certa di poterlo sconfiggere. -
- Non puoi. Quando mi ha aggredito al cimitero era molto più forte di me. Non è normale, io sono la Cacciatrice, non avrebbe dovuto essere in grado di immobilizzarmi. Forse non è nemmeno umano e se lo è deve essere posseduto. -
- Anche questo è un problema... Se è un comune essere umano posseduto da qualche demone, non possiamo ucciderlo. Prima dovremmo trovare il modo di separare il demone dalla persona. Eu, mi fai vedere l'incantesimo che ha usato su Tera? -
La ragazza gli porse il libro in cui avevano trovato il simbolo magico e l'Osservatore lo guardò perplesso: era un libro rilegato in pelle che conteneva una serie di incantesimi di alto livello annotati a mano in inchiostro nero sui fogli di carta lievemente ingiallita.
Doyle non poteva aver messo le mani su quel libro, non era assolutamente possibile visto che era stato lo stesso Giles ad annotare quegli incantesimi. E lo aveva fatto solo pochi mesi prima, dopo aver visto in sogno il passato di Valerius. Da allora quel libro era rimasto chiuso in un cassetto della scrivania di Giles e solo da pochi giorni lo aveva messo in mezzo agli altri su uno scaffale della libreria!
Eppure Doyle lo aveva usato qualche mese prima per approfittarsi di Tera senza che lei lo sapesse...
Nessuno avrebbe dovuto conoscere quel simbolo magico a parte Giles che lo aveva annotato sul libro e Valerius che lo aveva inventato...
Valerius! Giles non osò alzare lo sguardo dalla pagina per timore che le ragazze potessero leggergli negli occhi il pensiero che gli aveva attraversato la mente.
Durante il combattimento contro le sfere aliene, Valerius aveva effettivamente portato via Tera dal campo di battaglia, Giles lo aveva visto con i suoi occhi, eppure la ragazza non ricordava nulla di quello che era successo e anche le date avrebbero potuto coincidere.
Ma perché Valerius avrebbe dovuto fare una cosa simile? L'Osservatore era convinto che fosse profondamente innamorato della ragazza e non riusciva a credere che avesse potuto approfittarsi di lei con l'inganno. Era per questo motivo che era sparito, allora?
Si chiese cosa fare, non era del tutto certo che Valerius fosse colpevole e in ogni caso Doyle era una minaccia, ma se avesse taciuto sarebbe stato come ingannare Tera.
Però se avesse parlato avrebbe tradito Valerius. Il gatto si era dimostrato un amico e forse le cose non erano come sembravano.
- Tutto bene, Giles? -
L'Osservatore alzò la testa dal libro e annuì.
- Si, Eu. E' solo che questo incantesimo è insolito. Devo studiarlo meglio. -
Non era una bugia, ma nemmeno tutta la verità.
Giles decise di rimandare la decisione, ora era giunto il momento di cercare Valerius e farsi raccontare da lui la sua versione dei fatti.
Prese il telefono e iniziò a comporre un numero.
Tera sbirciò il prefisso del numero composto da Giles e impallidì.
- Fallito, non vorrai raccontare al Consiglio quello che è successo? -
- No, ma devo consultare dei testi che si trovano nella sede di Roma. Dobbiamo anche scoprire cosa è l'essere che abbiamo incontrato in città, forse negli archivi c'è qualcosa... -
- Te li farai spedire qui? -
- Non saprei quali testi farmi mandare, è necessario che io vada sul posto. Anzi, andate a preparare i bagagli, partiamo appena possibile. -
- Ma non possiamo andarcene con quell'abominio in circolazione! -
- Perché no? In ogni caso non abbiamo abbastanza potere per affrontarlo e a stare rintanati qui oppure altrove non cambia nulla. Se posso avere accesso all'archivio del Consiglio, ho qualche speranza di trovare un punto debole o un modo per sconfiggere quel mostro. -
- Non dirgli nulla di Doyle. - Intimò Tera, minacciosa.
- Non sarà necessario. Ora andate, voglio salire sul primo aereo disponibile. -
Le due ragazze uscirono dalla stanza e Giles telefonò al Consiglio, poi compose il numero del guardiano del cimitero che aveva conosciuto durante il viaggio alla ricerca di Xinuxunil.
- Sono Rupert Giles. Si, c'è una nuova minaccia ma non è per questo che ti ho chiamato, mi serve un favore importante. Devi far pubblicare un annuncio su più quotidiani possibili. Si, anche su quelli locali. Ora ti detto il testo... -

Seihoshi attese che la macchina si fermasse davanti al cancello, raccolse i sacchetti pieni di lettere dei suoi fan e scese dall'auto. Hope uscì di casa sbattendo la porta e quasi la travolse, spingendola sgarbatamente da parte per passare.
- Ehi, cosa ti prende?! -
La ragazzina si voltò a fissarla irritata.
- Ma come, il mio caro paparino non te lo ha detto?! Vuole partire di nuovo! -
- E allora? Se deve lavorare non può farci nulla. -
- Potrebbe ricordarsi che ha una figlia ogni tanto! Invece sta sempre con Eudial e Tera! -
- Anche tu non fai nulla per ricordargli che ha una figlia però, sei sempre in giro... -
- E allora? -
Hope le voltò le spalle e si incamminò verso il cancello.
- Dove vai ora? -
- Sono affari miei! -
Seihoshi entrò in casa, lasciò i sacchetti in terra accanto all'ingresso e si diresse in soffitta a colpo sicuro, certa che l'Osservatore fosse lì.
Non si era sbagliata: Giles era in piedi di fronte agli scaffali, apparentemente intento a fissare i titoli dei libri, ma qualcosa nella sua postura le faceva intuire che gli antichi volumi di magia fossero l'ultimo dei suoi pensieri.
- Non è facile trattare con le adolescenti. - Disse Seihoshi, concedendosi un piccolo sorriso nel vederlo trasalire per la sorpresa.
Giles si voltò a guardarla, un po' imbarazzato.
- L'hai incontrata anche tu? -
- Già. -
L'Osservatore sospirò.
- Era così dolce da piccola... Ora sembra che qualunque cosa io faccia sia quella sbagliata... -
- Non te la prendere, le passerà. Anche il mio manager non fa altro che litigare con le figlie. -
- Spero che tu abbia ragione. -
Giles si sentiva un po' a disagio. Da quando la ragazza si era svegliata come Seihoshi, non avevano parlato molto e gli sembrava ancora molto strano rivolgersi a una persona che aveva l'aspetto di Xini, ma non lo era.
- Come... come va il nuovo cd? -
- Bene, se vuoi ti farò sentire le canzoni in anteprima. -
- Si, mi piacerebbe, grazie. -
La ragazza scosse la testa in un gesto spazientito e lo fissò negli occhi.
- Oh, basta con queste chiacchiere educate! Devo chiederti una cosa. -
Giles annuì, un po' sorpreso. Seihoshi arrossì leggermente e distolse lo sguardo.
- Senti Rupert, è da un po' che me lo chiedo... Cosa c'era tra noi? -
- C-cosa intendi? -
- Andiamo, lo sai benissimo. Noi due stavamo insieme? -
L'Osservatore si era aspettato quella domanda prima o poi, ma non era ancora riuscito a trovare una risposta adeguata. Lui amava Xinuxunil e Seihoshi, pur essendo una parte di lei, era una persona diversa, eppure agli occhi di tutti lei era sempre la stessa.
La ragazza attese in silenzio e Giles capì che si aspettava una risposta.
- Si, amavo la persona che eri. -
- Ma ora le cose sono diverse, vero? -
- Mi dispiace... -
- Non devi. Credo che le cose siano cambiate anche per me... -
- Cosa provi? -
- Non lo so. Non ti conosco molto. -
Rimasero entrambi in silenzio per un po', poi Seihoshi gli toccò un braccio.
- Mi dispiace, deve essere difficile per te. -
- Grazie, ma non devi preoccuparti. Avresti potuto morire e invece hai tutta una vita da vivere, sii felice e anche io sarò contento. -
La ragazza annuì, ma rimase pensierosa per un po'.
- Tu non credi che potrò mai ritrovare la memoria, vero? Non ti saresti rassegnato tanto facilmente altrimenti. No, non rispondere, posso leggertelo in faccia. -
Seihoshi respirò a occhi chiusi per un attimo, poi gli sorrise.
- In fondo non mi è andata tanto male, no? Sono viva, sto bene e i miei fan mi adorano. Quello che ho perso non lo ricordo e credo che sia meglio così. Non devo pensare più al passato e vivere serenamente il mio futuro. Come stai facendo tu del resto, ma per me è più facile. Poi un giorno mi racconterai quello che mi è successo per perdere la memoria. -
- Lo sai, hai avuto un incidente... -
- Non sono stupida, Rupert. L'incidente è una buona storia per i giornalisti, ma è appunto solo quello, una storia. Dove sono le ferite, le cicatrici? E come potresti essere così sicuro che io non sono più quella che amavi se non sapessi per certo quello che mi è successo? -
Giles la guardò stupito: fino ad allora non aveva mai pensato a Seihoshi come a una persona indipendente, ma inconsciamente l'aveva sempre vista come una pallida copia, un frammento di Xini rimasto solo per non perdere il ricordo delle sue canzoni...
- Ti farebbe male saperlo ora... -
- Per questo ti ho detto che un giorno me lo dirai. E mi racconterai anche qual è il tuo vero lavoro e cosa sta succedendo nel mondo. Per il momento non ti chiederò nulla, però promettimi che quando lo farò mi risponderai sinceramente. -
Seihoshi gli porse la mano e Giles la strinse.
- Va bene. -
- Ottimo. Allora adesso possiamo essere amici. Oppure per te è troppo difficile? Forse preferiresti non vedermi più se ti ricordo troppo la persona che amavi... -
- No, per me non è un problema. So che tu non sei lei, sei una persona diversa anche se ne hai l'aspetto, ma quello non conta, non è mai contato. -
La ragazza sorrise.
- Perfetto! Allora prenota un altro biglietto. -
- Cosa? -
- Hope ha detto che stai per partire insieme a Eudial e Tera, voglio venire con voi. -
- Ma non sai nemmeno dove stiamo andando... -
- Non importa. Da quando mi sono svegliata, voi siete le uniche persone che mi sono rimaste vicine, in un certo senso potrei considerarvi la mia famiglia eppure vi conosco così poco... Non è normale, no? Voglio conoscervi meglio. Per favore, posso? -
- Come farai col tuo lavoro? -
- Non ci saranno problemi. Sono tutti molto apprensivi dopo aver saputo dell'incidente, continuano a chiedermi se sto bene e dicono di non affaticarmi troppo. Se dirò di aver bisogno di una breve vacanza non protesteranno e poi porterò la chitarra con me e finirò di comporre le mie canzoni. Non ho bisogno di restare a Tokyo per farlo. -
Giles non sapeva cosa risponderle, poi pensò che in fondo non ci sarebbe stato nulla di male nel lasciarla venire con loro. In Italia non avrebbero corso pericoli dopotutto e poi quel nuovo lato di Seihoshi lo incuriosiva.
Le sorrise.
- Cosa aspetti allora? Vai a preparare i bagagli, partiremo presto. Spero che ti piaccia l'Italia. -
La ragazza saltellò di gioia.
- Sarà meraviglioso! - Gridò, e corse allegramente giù per le scale.