16. You Can See Through the Wall

Eudial prese una curva a velocità elevata e il furgone sbandò prima di raddrizzarsi, ma la ragazza non diminuì la pressione sull'acceleratore: tutto quello che voleva era trovare Mimete e farlo in fretta.
Già una volta la sua collega le aveva tolto tutto quello che aveva ed Eudial era sopravvissuta solo per caso, ma ora non le avrebbe permesso di mettere in pericolo le persone che amava.
Doveva trovarla a tutti i costi. Forse era stata sempre Mimete a evocare quei mostri dall'aspetto strano, era il genere di idiozie che ci si poteva aspettare da una come lei!
Eudial rallentò appena nel sentire una lieve manifestazione di potere e si preparò a seguirla con un sorriso di trionfo, quando un potere maligno molto più forte attirò la sua attenzione e la fece frenare di colpo.
Quella non poteva essere Mimete, era troppo potente e inoltre Mimete non era così crudele. Certo, aveva tentato di ucciderla più volte, ma questo era completamente diverso: gelido e spietato e senza alcuna traccia di umanità.
Era agghiacciante.
Uno squillo acuto la fece trasalire. Il cellulare aveva suonato più volte da quando era uscita alla ricerca di Mimete, ma lei lo aveva semplicemente ignorato. Ora invece lo raccolse dal sedile accanto a lei e rispose automaticamente.
- Tera, - disse prima che l'altra potesse parlare - sta succedendo qualcosa... -
- Devi venire subito! Giles è in pericolo! -
- E' vicino a quel potere maligno che sento? -
- Si. Sbrigati! -
Eudial chiuse la telefonata e partì a tutta velocità, dimenticandosi completamente di Mimete.
La voce di Tera era strana, quasi disperata, durante tutta la telefonata non le aveva mai dato della cretina o della mentecatta e aveva detto "Giles" invece di "fallito"...
Non era normale, come non era normale che Tera avesse lasciato Giles da solo e chiedesse il suo aiuto.
Doveva sbrigarsi.

Il terreno ai piedi del picco era verde di erba novella e vegetazione intricata, enorme e completamente deserto. Nessun piede umano aveva di certo calpestato quel suolo da generazioni e forse non lo avrebbe fatto per molto tempo ancora.
Seraphina gettò indietro la testa e lanciò un richiamo potente.
Quello sarebbe stato un posto perfetto come nascondiglio per un gruppo di draghi, ma finora nessuno aveva risposto al suo richiamo.
Spiegò le ali e sorvolò la zona per l'ennesima volta, continuando a chiamare.
Avrebbe aspettato un altro giorno e un'altra notte, poi, se ancora non avesse avuto risposta, avrebbe proseguito il suo viaggio.
Stava iniziando a perdere le speranze e si sentiva sola. Nel periodo che aveva passato con Rupert Giles aveva apprezzato la possibilità di parlare con gli esseri umani, pur sentendo la mancanza degli altri draghi, ma ora era completamente isolata dal resto del mondo.
Il suo uovo si era schiuso e presto avrebbe sentito l'esigenza di trovare un compagno. Di solito succedeva quando il cucciolo era abbastanza grande per cavarsela da solo, perciò Seraphina aveva poco tempo per trovare un altro drago.
Il suo piccolo le mancava moltissimo, ma sapeva di averlo lasciato in buone mani e già poteva sentire nel sangue il preludio alla stagione degli amori.
Aveva fatto bene a partire, anche se aveva dovuto lasciare indietro una parte del suo cuore.
Gridò nuovamente il suo richiamo.

Giles corse lungo la strada cercando di ignorare la presenza opprimente del potere malvagio. Midnight non poteva essere andato molto lontano: era sfuggito a Tera perché si era spaventato, ma non avrebbe avuto il coraggio di allontanarsi troppo.
Probabilmente era nascosto da qualche parte lì intorno, troppo terrorizzato sia per fuggire che per tornare indietro.
La gente per strada non sembrava essersi accorta di nulla se non del presunto attentato alla stazione e solo i curiosi si erano diretti da quella parte per vedere cosa fosse successo. L'Osservatore avrebbe voluto avvertirli di fuggire, di allontanarsi dalla presenza maligna, ma sapeva che nessuno gli avrebbe creduto. Del resto se quell'essere aveva uno scopo preciso, scatenare il panico sarebbe stato inutile e forse dannoso.
- Midnight! Dove sei, piccolo? - Chiamò in tono gentile, come se stesse chiamando un cane o un gatto smarrito e, finalmente, notò qualcosa di blu che sporgeva da sotto a una macchina parcheggiata.
Con un gesto rapido e deciso si chinò e afferrò il piccolo drago, stringendolo a sé per tranquillizzarlo e per nasconderlo sotto la giacca, sottraendolo alla vista dei passanti.
- Va tutto bene, ora torniamo a casa... - Sussurrò e iniziò a tornare indietro cercando di muoversi il più naturalmente possibile.
Aveva fatto pochi passi quando provò la sensazione che uno sguardo gelido lo trapassasse da parte a parte, riempiendolo di un terrore strisciante.
La creatura che possedeva quel potere enorme doveva essere a pochi passi da lui, alle sue spalle.
Giles cercò di costringersi a proseguire come se niente fosse; forse, se fosse riuscito a nascondere il suo potere e a farsi passare per un comune essere umano, il mostro non si sarebbe accorto di lui e lo avrebbe ignorato.
Si impose di andare avanti senza voltarsi, ma era come se il suo stesso corpo si rifiutasse di obbedirgli. Si fermò e, anche se sapeva perfettamente che quella era la cosa più sbagliata da fare, iniziò a voltarsi lentamente. Dietro di lui c'era un uomo vestito di scuro, perfettamente anonimo all'apparenza, tanto che per un istante Giles pensò di essersi sbagliato.
Quando incrociò lo sguardo di quella persona, seppe di aver visto giusto: come poteva uno sguardo essere completamente vuoto e gonfio d'odio, gelido e ardente allo stesso tempo?
Non c'era nulla di umano in quegli occhi.
L'Osservatore non riusciva a muoversi, scosso solo da un tremito irrefrenabile. Pensava angosciato che avrebbe dovuto fuggire il più in fretta possibile, ma quello sguardo lo ipnotizzava.
- Tu sai chi sono. - Disse l'uomo con un sibilo innaturale. - Tu vedi oltre il muro. -
Midnight iniziò a stridere di terrore, cercando di divincolarsi dalle braccia di Giles, ma l'Osservatore lo stringeva talmente forte da impedirglielo e sembrava non accorgersi dei morsi e dei graffi disperati del piccolo drago.
- La domanda è: chi sei tu? - Proseguì la creatura, avanzando di un passo verso Giles. - Non molti possono vedere ciò che sono... Ma non ti preoccupare, lo saprò non appena mi sarò nutrito della tua mente. -
Allungò un braccio a toccare la spalla di Giles e lo ritrasse quasi subito.
- Oh! Che sorpresa, non mi aspettavo un attacco mentale! - Sorrise perfidamente. - E hai bloccato la tua mente... Non basta essere un sensitivo per farlo. No, decisamente non sei una persona comune, ma non temere, spezzare le tue difese sarà un divertimento per me. -
Giles chiuse gli occhi, concentrandosi nello sforzo di tenere quell'essere lontano dai suoi pensieri, ma sapeva che non ci sarebbe riuscito a lungo. Doveva assolutamente riuscire a scappare, ma finché il potere di quella creatura lo teneva bloccato in quel modo non poteva fare nulla se non tentare di resistere il più possibile.
La mente della creatura lo attaccò ancora e ancora e Giles ormai era sul punto di cedere, quando il contatto mentale si spezzò di colpo. L'Osservatore cadde in ginocchio ansimando, ma si rialzò quasi subito per vedere cosa fosse successo.
Un furgone nero, il suo furgone, si rese conto dopo qualche secondo, aveva travolto l'uomo vestito di scuro a tutta velocità e una gran quantità di potere aveva colpito il corpo steso a terra.
Eudial intimò a Giles di salire, poi fece retromarcia e ripartì sgommando dopo aver lanciato qualcosa dal finestrino. Pochi secondi dopo un'esplosione annientò completamente quello che restava del corpo della creatura.
- Sapevo che prima o poi mi sarebbe servita. - Disse Eudial, poi si voltò a guardare Giles. - Stai bene? -
- C-credo di sì... Eu! Ti stavamo cercando, ero preoccupato per te! -
- Non è il momento di parlare, Giles. Disintegrare il corpo che stava usando lo ha fermato per un po', ma non lo ha distrutto. Dobbiamo allontanarci il prima possibile. Dov'è Tera? -
- L'ho lasciata in un vicolo poco distante, da quella parte. -
Eudial frenò di colpo davanti al vicolo e scese dal furgone di corsa dopo aver ordinato a Giles di non muoversi. Era preoccupata per Tera e si chiedeva cosa le avesse impedito di restare accanto all'Osservatore. Era un bene che non lo avesse fatto, perché altrimenti il mostro l'avrebbe sicuramente uccisa, ma Eudial temeva che potesse essere ferita.
La trovò rannicchiata a terra in un angolo del vicolo, in lacrime.
- Tera! - La chiamò preoccupata e la ragazza si alzò di scatto.
- Lo hai trovato? Ti prego dimmi che lo hai trovato! -
- Giles sta bene e anche Midnight, ma dobbiamo andare via in fretta. Ma cosa è successo? Perché Giles ha lasciato che si avvicinasse così tanto? Avrebbe dovuto saperlo che era troppo potente per lui... -
- Lo sapeva. Midnight mi è sfuggito e lui è tornato a cercarlo, - singhiozzò Tera senza riuscire a calmarsi - e io sono rimasta qui invece di restare al suo fianco! E' solo colpa mia, l'ho lasciato solo! -
- Se fossi rimasta con Giles a quest'ora saresti morta e tuo figlio con te. E comunque non avresti potuto fare nulla. -
- Tu ci sei riuscita però... -
- Solo perché era impegnato con Giles e ho potuto coglierlo di sorpresa. Non si aspettava il mio attacco. Hai preso la decisione giusta, se non fossi rimasta indietro non avresti potuto chiamarmi e non sarei arrivata in tempo per salvare Giles. E se io non fossi partita come una pazza in cerca di Mimete, non avreste corso questo pericolo. E' anche colpa mia... -
- Se gli fosse successo qualcosa non avrei potuto mai perdonarmelo... -
- Lo so, nemmeno io. Ora però è meglio allontanarsi da qui. Tu stai bene? -
Tera si asciugò il viso con una mano e annuì.
- Andiamo, allora. -