15. Priority

Valerius si fermò di colpo e strisciò sotto a un cespuglio dove non avrebbe potuto essere visto dai Lug e rimase immobile, cercando di non ansimare per la corsa.
In lontananza sentì i motoscafi che partivano e osò affacciarsi dal cespuglio per controllare se stessero andando via, ma con un gemito di paura tornò a nascondersi.
Alcuni uomini stavano approdando sulla spiaggia con quello che doveva essere uno dei gommoni di salvataggio dei motoscafi.
Il gatto poteva sentire chiaramente il brusio delle voci di quelle persone in basso, mentre tiravano a riva l'imbarcazione.
Cosa avrebbe potuto fare ora? Sapeva che i Lug non si sarebbero fatti scrupoli a eliminare chiunque minacciasse la loro malsana fede nella dea.
Ogni persona sensata sarebbe scappata il più lontano possibile alla velocità della luce, ma Valerius sentiva che qualcosa lo tratteneva in quel posto.
Xinuxunil gli aveva concesso di restare in vita, era vero, ma era anche stata lei a impedirgli di ottenere il corpo di Rupert Giles. E inoltre gli aveva anche detto chiaramente che non poteva fare nulla per farlo tornare umano.
Non era per lei che rimaneva lì.
Era il pensiero di Giles a bloccarlo. Se Valerius fosse fuggito, l'inglese non avrebbe più avuto la minima speranza di rivedere la sua dea e avrebbe dovuto soffrire per tutta la vita di un amore impossibile come il suo per Tera.
Valerius era terrorizzato, ma sentiva che non avrebbe potuto fare una cosa del genere all'unico vero amico che avesse mai avuto.
In silenzio, strisciò tra i cespugli fino a una piccola sporgenza rocciosa che si affacciava qualche metro sopra la spiaggia e si sporse appena per spiare i Lug.
Erano in tre e uno di loro aveva tracciato un piccolo cerchio sulla sabbia con un bastone, l'altro lo aveva completato con un triangolo inscritto al suo interno e l'ultimo aveva aggiunto simboli magici intorno al perimetro del cerchio.
Valerius non riusciva a capire di che incantesimo si trattasse: poteva vedere chiaramente i simboli, ma appartenevano a un tipo di magia che non conosceva.
Uno dei tre Lug prese in mano il medaglione in cui avevano appena imprigionato Xinuxunil e Valerius provò un fremito di speranza a quella vista: se il medaglione fosse rimasto con gli adepti rimasti sui motoscafi non avrebbe avuto nessuna possibilità di recuperarlo.
Il Lug depose il medaglione al centro del triangolo e Valerius vide illuminarsi le linee tracciate sulla sabbia un attimo prima che la sporgenza di roccia su cui era appollaiato cedesse di colpo sotto il suo peso facendolo rotolare sulla spiaggia sottostante.
Fece per rialzarsi in fretta per correre via, ma si bloccò nel vedere la sua mano dove avrebbe dovuto esserci una zampa.
Imprecò fra sé: dopo tutto quello che aveva tentato per tornare umano doveva proprio succedere nell'unico momento in cui gli conveniva restare gatto?
Spostò lo sguardo dai Lug al cerchio sulla sabbia, ancora illuminato. Forse era stato l'incantesimo a farlo ritrasformare.
Di sicuro doveva trovare in fretta un modo per tirarsi fuori dai guai altrimenti non sarebbe vissuto abbastanza da scoprire la verità.
- Ecco qui il nostro spione. - Disse il capo dei Lug estraendo il pugnale. - Avresti fatto molto meglio a restartene a casa questa notte. -
Valerius decise di tentare di disarmarlo, ma prima che potesse muovere un muscolo, gli altri Lug estrassero due pistole e gliele puntarono contro.
- Non pensarci nemmeno, carino. Non so quali poteri magici tu possa avere, ma dopo quello che è successo ai nostri fratelli l'ultima volta non ho nessuna intenzione di correre rischi. Prova a fare il minimo scherzo e ti spareranno. -
- Se invece sto buono mi porterete a fare una gita in barca scommetto... - Disse Valerius sarcasticamente e uno dei Lug lo strattonò e lo tirò in piedi, trascinandolo di fronte al cerchio magico.
- Rassegnati, tu sei morto ormai. Però hai due possibilità: una morte rapida consacrata da un sacrificio alla nostra Sacra Stella oppure una morte lunga e dolorosa. La Dea è misericordiosa con chi le dona la sua vita e non soffrirai, te lo garantisco. Ora inginocchiati. -
- Lei non vuole sacrifici. E credete che sia felice di essere intrappolata come un topo?! -
Uno dei Lug lo colpì alla schiena col calcio della pistola, costringendolo a crollare in ginocchio sulla sabbia e il capo lo afferrò per i capelli puntandogli il coltello alla gola.
- Taci, eretico! Meriteresti la tortura, ma presto i confratelli saranno qui per portare la Dea alla sua dimora e la loro gioia non merita di essere ritardata da un essere insignificante come te. Ora tu morirai. -
Valerius prese in un attimo la sua decisione: non c'era tempo e poteva solo provare la sua unica carta.
I Lug non sapevano che il suo aspetto consueto fosse quello di un gatto e se fosse riuscito a tornare alla sua forma felina forse sarebbe riuscito a coglierli di sorpresa per i pochi secondi necessari a fuggire. Per tornare gatto doveva spezzare il cerchio, ma sarebbe riuscito a farlo prima che il Lug gli tagliasse la gola?
Liberò tutto il suo potere in un colpo solo, senza controllo, lasciando che sollevasse la sabbia intorno a loro e si gettò in avanti, incurante della lama che gli graffiava il collo. Cadde a faccia in avanti all'interno del cerchio e strinse i denti intorno al medaglione, rotolando subito di lato e uscendo dal cerchio mentre i Lug iniziavano a sparare.
Con sollievo si rese conto di essere di nuovo un gatto e corse via con tutte le sue forze, passando tra le gambe degli stupefatti Lug.
Schizzò tra i cespugli senza fermarsi fino a raggiungere la strada e si fermò nel vedere parecchi fari che si avvicinavano: dovevano essere gli altri Lug che dal porto venivano a raggiungere i confratelli.
Si arrampicò su un albero e dai rami più alti saltò su quelli dell'albero accanto, continuando a passare di albero in albero nel tentativo di far perdere le proprie tracce.
Sapeva di doversi muovere il più in fretta possibile per sfruttare quel temporaneo vantaggio e sapeva anche che i Lug non si sarebbero arresi visto che lui aveva portato via la loro dea.
Doveva andare via dall'Argentario il prima possibile e poi via dall'Italia, ma come avrebbe fatto?
Poteva contattare Giles, è vero, ma i Lug lo avrebbero trovato prima che l'Osservatore potesse arrivare...
Un camioncino passò sotto all'albero su cui si trovava e Valerius saltò nel retro, nascondendosi in mezzo al carico e approfittandone per riprendere fiato.

Giles timbrò il biglietto e attraversò il tornello della metropolitana seguito da Tera che lo fissava con aria perplessa.
- Tu credi davvero che troveremo Eudial girando a caso in metro? -
- Questi treni passano in tutta la città, usando il potere dovrei riuscire a sentire la sua presenza nelle vicinanze. Anche se avessimo un'auto non saprei dove cercarla. -
- Ok, ok. Da dove iniziamo? -
L'Osservatore indicò un punto sulla piantina della città.
- Un tempo la sede dei Death Busters sorgeva in questo punto, se fossi in Eudial inizierei a cercare una traccia partendo da lì. -
Tera sbirciò all'interno dello zainetto per controllare che Midnight fosse tranquillo e seguì Giles sul treno.
- Chi ha inventato i lettori mp3 è un genio. E' l'unico sistema per tenerlo buono... Ma è normale che ai draghi piaccia tanto la musica? -
Giles sorrise con un po' di tristezza nello sguardo.
- Anche Seraphina si è svegliata da un sonno secolare grazie alla musica di Xini... -
- Credi che si ricordi ancora di te anche ora che è tornata a essere una dea? -
- Ne sono certo. -
- Sei troppo ingenuo, fallito. Perché non ha fatto nulla per tornare allora? Per lasciarti almeno un segno che si ricorda ancora di te? -
- Se non lo ha fatto è perché non può. -
- O perché non vuole? Non sarebbe l'unica. -
- Cosa intendi, Tera? -
- Non vedi che se ne stanno andando tutti? La tua dea, la lucertolona, il gattaccio e ora anche Eudial. Pure tua figlia fa di tutto per stare alla larga da casa. Per stare alla larga da te. Apri gli occhi, fallito, a nessuno importa davvero di noi. -
- Parli così a causa di Doyle, vero? -
- Te lo ha detto quella pettegola di Eudial, ci avrei scommesso! - Ribatté Tera aggressivamente, chiedendosi quanto Giles sapesse di tutta la storia.
- Può capitare che una relazione non vada bene, guarda cosa è successo con Setsuna, ma non è detto che tutte debbano naufragare... -
- Piantala con queste idiozie! Ti rendi conto che una Cacciatrice non può avere una vita normale? Doyle probabilmente si era avvicinato a me per questo motivo, abbiamo tutti i motivi per credere che sia un nemico... -
- Cosa?! Perché non me lo hai detto? -
- Forse perché qualcuno ha avuto la bella idea di far saltare in aria la macchina... E poi quella cretina di Eudial ha deciso di farsi giustizia da sola e noi dobbiamo cercarla per mezza città in questo modo idiota. -
- Ok, allora parlamene adesso. -
- Bene! - Iniziò Tera irritata, poi si fermò, rendendosi conto che dire a Giles il motivo per cui Doyle si era rivelato un nemico equivaleva a raccontargli quello che le aveva fatto.
- Allora? -
- Credo che abbia usato un incantesimo su di me. -
- Che incantesimo? E per quale motivo? Ti ha fatto del male? -
- Senti fallito, se non la pianti di blaterare non troveremo mai la cretina e lei ne capisce molto più di me di queste cose, quindi chiedi a lei e non scocciarmi! -
L'Osservatore la guardò, stupito per quelle parole rabbiose, ma Tera gli aveva voltato le spalle e stava fissando qualcosa fuori dal finestrino.
Giles si chiese cosa le avesse fatto Doyle e si ripromise di indagare più a fondo, ma per il momento non le avrebbe chiesto altro visto che l'argomento sembrava sconvolgerla tanto.
Forse Eudial sapeva qualcosa di più dal momento che negli ultimi giorni le due ragazze erano rimaste insieme per parecchio tempo, ma prima avrebbe dovuto trovarla prima che si mettesse nei guai.
Chiuse gli occhi, concentrandosi per riuscire a percepire ogni minima traccia di potere intorno a loro. L'assenza di Xini sembrava più pesante ogni volta che cercava di usare il potere: senza di lei aveva l'impressione di essere incompleto e debole, come se si fosse aperto un buco nella sua mente.
Si impose di non pensare ai suoi problemi e di impegnarsi in quello che stava facendo: presto riuscì a sentire qualche debole traccia di potere nei dintorni, probabilmente qualche demone o vampiro minore. Avrebbe dovuto segnalarlo alle sailor, pensò, così le avrebbe distratte da Eudial se non fosse riuscito a trovarla, ma per il momento non era urgente.
In lontananza sentì una fiammata di potere magico, forte ma rapida, che si dissolse in pochi secondi.
Probabilmente un mago inesperto alle prese con un incantesimo troppo difficile. Più tardi avrebbe dovuto controllare, forse era la stessa persona che aveva evocato quei mostri dall'aspetto improbabile negli ultimi tempi... Non era Eudial, comunque.
Improvvisamente il mondo intorno a lui sembrò congelarsi di colpo, mentre una oscurità strisciante gli invadeva la mente, come se avesse voluto strappargli via l'anima.
Giles riaprì gli occhi e spezzò il contatto mentale con quell'orrore prima che potesse accorgersi di lui, poi si guardò intorno, incerto se tirare il freno di emergenza del treno. Quell'oscurità si stava avvicinando, ma se avesse bloccato il treno in quel punto, la gente non avrebbe avuto modo di scendere e fuggire.
L'Osservatore si costrinse ad attendere l'arrivo nella stazione più vicina, anche se il suo istinto gli gridava di fuggire il più lontano possibile.
Si avvicinò a Tera e le prese un polso.
- L'hai trovata, fallito? -
- No, ma c'è qualcosa. E si sta avvicinando. -
- Qualcosa di brutto scommetto. -
- E' agghiacciante. Malvagità allo stato puro. -
- Hai armi con te? -
- Non servirebbero. Non è qualcosa che possiamo combattere da soli. Dobbiamo fuggire, il treno sta andando dritto contro questa cosa. -
- E tutta questa gente? -
- Come arriveremo in stazione tirerò l'allarme. Non c'è molto altro che possiamo fare. Resta vicina a me e stai pronta a correre. -
Tera annuì, preoccupata.
Aveva l'impressione che il treno si muovesse al rallentatore, ma alla fine si fermò in stazione e, appena le porte si furono aperte, Giles tirò l'allarme gridando che c'era una bomba e corse fuori, trascinando Tera per il braccio.
Corsero fuori dalla stazione e lungo la strada, poi Tera si fermò di colpo E Giles si voltò a guardarla.
- Che succede? Sbrigati, dobbiamo allontanarci! -
- E' Midnight! Si sta agitando tantissimo, credo che anche lui senta il pericolo, non riesco a tenerlo fermo! -
Il piccolo drago lacerò con un morso la tela dello zainetto che lo imprigionava e si liberò dalle braccia di Tera mordendo e graffiando. Cadde a terra e si allontanò velocemente svolazzando a pochi centimetri dal suolo.
- Oh no, fallito, dobbiamo riprenderlo! - Tera fece per inseguirlo, ma Giles la bloccò.
- No! Non ti lascerò andare dritta verso quell'abominio! Tu non puoi sentirlo, ti prenderebbe prima che tu possa anche solo provare a fuggire. -
- Ma non possiamo abbandonare Midnight! -
- Andrò io a cercarlo. Tu vai via, io prenderò il cucciolo e ti raggiungerò subito, non credo che si sia allontanato molto. -
- Non posso lasciarti andare da solo, è troppo pericoloso! -
- Proprio per questo è meglio che tu non venga. Ho dei poteri, Tera, e anche se non posso affrontare quell'essere, posso ingannarlo se ce ne fosse bisogno. Nasconditi in quel vicolo e aspettami, se proprio non vuoi fuggire, tu non hai alcun potere magico e non dovrebbe notare la tua presenza. Lasciami andare ora, non possiamo perdere altro tempo. -
Giles corse all'inseguimento di Midnight e Tera si trovò a nascondersi nello stretto vicolo che le aveva indicato l'Osservatore prima ancora di potersi rendere conto di quello che stava accadendo.
Si appoggiò al muro e si lasciò scivolare a terra tremando.
Che diavolo stava facendo? Si chiese rabbiosamente. Perché era lì immobile a non fare nulla mentre Giles rischiava la vita?
Avrebbe dovuto impedirglielo, corrergli dietro e cercare Midnight insieme a lui, si disse.
Ma non poteva, il terrore la paralizzava.
Non per se stessa, era cresciuta con la certezza che sarebbe morta giovane per un motivo o per l'altro e questo non l'aveva mai fermata, ma ora come poteva mettere in pericolo la vita innocente che stava crescendo dentro di lei?
Si sentiva una vigliacca e una traditrice, ma suo figlio era la cosa più importante, più della sua stessa vita e più di quella di Giles.
Non poteva rischiare, proprio non poteva.
Tera nascose il viso tra le braccia e scoppiò in lacrime.