13. Snail Woman

Rupert Giles prese in braccio Lili e la gattina iniziò a fare le fusa e non smise nemmeno quando l'inglese uscì in giardino e fu raggiunto dal cane nero che scodinzolava allegramente.
L'Osservatore allungò una mano a fargli una carezza, e sedette sui gradini davanti alla porta, osservando le linee scheletriche degli alberi del giardino con tristezza. Le foglie ormai erano cadute del tutto e il paesaggio intorno alla casa appariva lugubre e desolato, stretto nella morsa del freddo invernale.
Giles si chiese se fosse solo lui a vedere il giardino così triste e vuoto. In quel momento la casa era deserta: Eudial e Tera erano uscite portandosi dietro Midnight, Spike probabilmente dormiva in cantina, Hope era a scuola e Seihoshi era uscita poco prima per andare in sala prova. L'assenza di Seraphina e Valerius sembrava pesare di più in quei momenti di solitudine, per non parlare dell'assenza di Xini.
Ma quella pesava in ogni momento.
Chiuse gli occhi, cercando di sentire la sua presenza nella mente, ma senza alcun risultato: Xinuxunil ormai non aveva più alcun contatto con lui e Giles si ritrovò a pregare che almeno lei fosse serena. Non aveva dubbi che stesse bene, però era preoccupato per Seraphina e Valerius, soprattutto per quest'ultimo, costretto ad affrontare il mondo in un fragile corpo di gatto.
Grattò Lili fra le orecchie e la gattina socchiuse gli occhi felice.
Giles guardò l'orologio e si riscosse da quello stato d'animo malinconico: Anya lo stava sicuramente aspettando al negozio e di certo non aspettava altro che lamentarsi per i suoi ritardi.
Sorrise pensando alla vivacità della ragazza e fu felice di averla assunta, negli ultimi tempi lo aveva aiutato molto.
Riportò Lili in casa e prese le chiavi della macchina.
Eudial e Tera dovevano aver preso il furgone quando erano uscite e Giles si chiese dove fossero andate tanto presto quella mattina.
Uscì di casa e si avviò verso la macchina, premendo il pulsante dell'apertura a distanza quando ancora era a qualche metro dall'auto: in quel momento la vettura esplose.

Tera rabbrividì leggermente al contatto freddo del gel sulla pancia e guardò Tomoe che stava trafficando con una macchina per le ecografie, poi il professore sorrise e le indicò un monitor.
- Non vuoi vedere il tuo bambino? -
La ragazza lo fissò con un'espressione indecifrabile.
- E' davvero sicuro che non sia un demone? -
- Il suo DNA è umano. Non posso sbagliarmi. -
Solo allora Tera si concesse di guardare la figura confusa sul monitor, una piccola macchia quasi indefinita che però era la prova inequivocabile dell'esistenza di un bambino, di un minuscolo essere umano che viveva e cresceva dentro di lei.
Sembrava impossibile e Tera non riusciva a capire se quello che provava era terrore assoluto o una felicità mai provata prima. Forse entrambi contemporaneamente e per un istante si chiese se anche sua madre avesse provato le stesse sensazioni molti anni prima.
Eudial le sorrise.
- Visto? Te lo avevo detto che sarebbe andato tutto bene! -
- Andrà tutto bene quando avremo scoperto cosa ha a che fare Doyle con la magia. Non mi piace questa storia, potrebbe essere un nemico. -
- Credi che si sia avvicinato a te perché sei la Cacciatrice? -
Tera si ripulì dal gel e scese dal lettino.
- Che altro motivo avrebbe potuto avere? Più ci penso e più mi pare evidente... Come posso essere stata tanto stupida da farmi raggirare così?! Se solo potessi ricordare cosa mi ha fatto...-
- Se vuoi potrei provare a forzare il blocco mentale, ma potrebbe essere pericoloso oltre che doloroso... -
Le due ragazze uscirono da casa di Tomoe e salirono sul furgone. Dopo l'ultima frase di Eudial, Tera era rimasta in silenzio, assorta nei suoi pensieri.
- Era un incantesimo complesso, vero? -
Eudial annuì.
- Si, non sono certa di poterlo annullare, dovremmo parlarne con Giles. -
Tera sospirò.
- Temo di si, ma non vorrei che perdesse la testa come con Diam Kain. -
- Hai ragione, non credo che Giles la prenderebbe bene. -
- Potremmo costringere Doyle a confessare quello che mi ha fatto. Ho giusto in mente un paio di modi per farlo parlare... -
- Proviamo, ma cerchiamo di essere prudenti, non sappiamo quanti e quali incantesimi conosca. Se aspettiamo stasera, Spike potrà venire con noi. -
Tera non era entusiasta all'idea che il vampiro venisse messo a parte dei suoi segreti, ma si rese conto che tanto Eudial gliene avrebbe comunque parlato ed effettivamente poteva essere utile. Sospirò brevemente, poi guardò fuori dal finestrino, preoccupata.
- Ehi, quel fumo laggiù non viene da casa nostra? -
Eudial lo fissò per qualche secondo, e premette il piede sull'acceleratore, ansiosa di controllare cosa fosse successo.
Le due ragazze scesero dal furgone di corsa e si fermarono impietrite davanti alla devastazione che si trovarono davanti: l'auto di Giles era completamente distrutta e i pezzi carbonizzati erano sparsi per parecchi metri. In lontananza si sentiva una sirena che si stava avvicinando, quindi l'esplosione doveva essere avvenuta da poco. Tera gridò nello scorgere il corpo di Giles steso dietro un cespuglio e corse a soccorrere l'Osservatore, subito seguita da Eudial.
Appoggiò a terra Midnight e si inginocchiò accanto a Giles per controllargli il polso.
- E' vivo. -
Esaminò in fretta le sue condizioni trovando solo leggere scottature e ferite lievi e provò a scuoterlo delicatamente.
- Ehi, fallito, svegliati! -
Dopo qualche secondo l'Osservatore aprì gli occhi e le due ragazze sospirarono di sollievo.
- Giles! Stai bene?! -
- Eu... Tera... Cosa è successo? -
- Sei tu che devi dircelo, fallito. Siamo tornate a casa e ti abbiamo trovato mezzo morto in giardino. A proposito, ti fa male da qualche parte? Potresti avere qualche lesione interna. -
- Credo... credo di essere ancora intero... -
- Lo stesso non si può dire dell'auto. Chi credi che sia stato? -
- Chi? -
- Andiamo, non penserai che sia stato un incidente?! Con tutti i nemici che abbiamo credi che sia successo per caso? -
Eudial si chinò a raccogliere un pezzo di carta bruciacchiato.
- Non fate troppe ipotesi. - Disse cupamente e Tera e Giles la guardarono perplessi. Eudial porse loro il pezzo di carta. -Era per me. -
La ragazza rientrò in casa senza dire altro e Tera si affrettò a leggere il foglio.
- "Muori, donna lumaca"? Ma che significa? Nemmeno io sarei riuscita a inventarmi un insulto del genere... -
Giles non le rispose, ma prese il pezzo di carta e se lo infilò in tasca in fretta, notando che i vigili del fuoco e le forze dell'ordine erano arrivati e si stavano affrettando verso di loro.

Gli uomini sulla barca passarono una cassa di legno a quelli che erano sbarcati, non senza difficoltà per i movimenti bruschi dell'imbarcazione sballottata dalle onde.
- Come possiamo essere certi che funzionerà? Avremmo dovuto usare l'inglese come esca. -
- Non dire idiozie! - L'uomo alto e dall'aria ascetica che doveva essere il capo fulminò con lo sguardo il suo compagno. - La Sacra Stella non dovrà mai più incontrare quell'uomo. Insieme sono più forti e inoltre insieme a lui verrebbe la strega dai capelli rossi che ha ucciso i nostri fratelli. -
-E' vero, ma credi che verrà in soccorso di un isolotto? -
- Come pretendi di essere un Lug se non ricordi più la storia della Dea?! Pentiti fratello o la tua mancanza di fede ti trascinerà nel fango! Questo non è un semplice ammasso di rocce, ma una tartaruga di mare creata dalla Sacra. E' una sua creazione, praticamente uno dei suoi figli, se lo sentirà soffrire, Lei verrà. -
Gli uomini che erano scesi a terra tornarono sull'imbarcazione.
- Allora, avete preparato tutto? - Chiese il capo.
- E' tutto pronto. I tre sigilli sono ben nascosti e il medaglione è al suo posto. -
- Ottimo. Ora dobbiamo solo aspettare che le cariche siano pronte e poi la Sacra Stella tornerà da noi per sempre. -
I Lug attesero in silenzio per parecchi minuti finché i sommozzatori non emersero e risalirono in barca.
- Fratelli, avete fatto come vi avevo detto? -
- Si. Le prime cariche non lo danneggeranno molto, ma lo sveglieranno dal suo sonno. Le successive lo faranno soffrire sempre più e prima o poi griderà il suo dolore e Lei accorrerà per soccorrerlo. -
- Perfetto. Agiremo stanotte. -

Giles ringraziò ancora una volta i vigili del fuoco per l'aiuto e finalmente anche l'ultimo automezzo si allontanò.
- Avresti dovuto farti visitare, fallito, hai preso una bella botta. -
- Tera, ultimamente sei troppo gentile, mi fai preoccupare. -
- E' che non ho voglia di portarti d'urgenza al pronto soccorso se tra qualche ora dovessi crollare a terra contorcendoti dal dolore. C'era l'ambulanza qui, potevi sfruttarla. -
- Ti assicuro che sto benissimo. -
- A parte tutti i tagli assortiti che ti ritrovi in faccia, ovviamente... -
- Sono solo graffi. -
- Che vanno disinfettati per bene. Forza, vieni in casa che ci penso io. -
- Perché ho l'impressione che tu ti diverta a usare il disinfettante che brucia di più quando si tratta di pulire le mie ferite? -
Tera sogghignò.
- Forse perché è così? Ora siediti in cucina e aspetta lì che vado a prendere la valigetta del pronto soccorso. -
- Perché in cucina? -
- In salotto macchieresti di sangue il divano. -
Tera salì le scale e recuperò la scatola con cerotti e bende in bagno, prese la boccetta del disinfettante e si apprestò a tornare da Giles, quando sentì rumori che provenivano dalla soffitta. Salì le scale in silenzio e si affacciò alla porta: Eudial era inginocchiata davanti a una delle cassapanche piene di armi e stava frugando al suo interno, mentre diversi libri di magia erano stati tolti dagli scaffali ed erano ammucchiati sul pavimento.
- Che diavolo stai facendo? - Chiese entrando nella stanza. - Ti sembra il momento di fare ricerche? Piuttosto dammi una mano, l'odore del disinfettante mi dà la nausea: o me la fai passare come l'altra notte o il fallito lo disinfetti tu. -
Eudial trasalì, ma non smise di cercare nell'armadio e non si voltò a guardarla.
- Ora non ho tempo, dovrai arrangiarti da sola. -
Tera la guardò perplessa: fino a pochi minuti prima Eudial era stata fin troppo gentile e ora si era rivolta a lei in quel tono gelido e scortese... Forse si era spaventata anche lei per Giles, ma in quel caso perché se n'era andata subito piantandoli in asso non appena aveva visto che lui stava bene?
- Che ti prende, mentecatta? -
Eudial scelse una spada affilata e due pugnali antichi e li appoggiò a terra accanto ai libri di magia, poi tirò fuori dall'armadio un apparecchio strano che poteva sembrare una specie di lanciafiamme fatto in casa.
- Tera, torna da Giles. -
- Hai intenzione di uccidere qualche vampiro o ti stai preparando per dare una lezione a Doyle? Perché in quest'ultimo caso avrei qualcosa da suggerire... -
- Non è un vampiro, non è Doyle e non sono affari tuoi. Stammi alla larga, ok? -
-Ah, ho capito, è qualcosa che ha a che fare con la "donna lumaca", vero? -
La reazione fulminea di Eudial la colse di sorpresa: la ragazza le puntò la spada alla gola e la costrinse ad arretrare verso il muro.
- Ti ho detto di non impicciarti di cose che non ti riguardano! -
- Sei diventata matta di colpo? Più del solito, intendo... -
Eudial abbassò la spada, ma sussurrò qualche parola a bassa voce e Tera si sentì bloccare da legami invisibili che le impedivano di muoversi.
- Che diavolo fai?! Non ti permettere di usare la magia su di me, razza di idiota! -
- Non durerà a lungo, solo il tempo di permettermi di andarmene. -
- Come, andartene?! Cosa vuoi fare? -
Eudial la fissò negli occhi.
- Per il tuo bene, Tera, non mi cercare. E tieni anche Giles lontano da me. Se potrò tornerò io quando tutto sarà finito. -
- Se potrai?! Come "se"?! E piantala con queste frasi idiote da tragedia da quattro soldi! Liberami subito o te ne farò pentire! -
Eudial la ignorò, raccolse i libri e le armi e si teletrasportò via. Pochi secondi dopo Tera sentì il motore del furgone che si avviava e l'incantesimo che la bloccava scomparve di colpo.