12. Innocent Little Light

Valerius scrutò i rami nel tentativo di scorgere qualche traccia della luce che aveva fatto risplendere l'albero fino a pochi istanti prima.
Era comodamente acciambellato sul davanzale della finestra della casa della vecchietta, quando aveva visto l'arancio illuminato a giorno ed era corso in giardino, ma, come si era arrampicato su un ramo, la luce era svanita.
Chiuse gli occhi, ascoltando le forze naturali che si muovevano intorno a lui finché non fu certo che c'era anche qualcos'altro, anche se non poteva vederlo.
- Xinuxunil! - Miagolò. - So che sei lì! -
Silenzio.
Che si fosse sbagliato?
No. Era vicina all'albero, ne era certo.
- Mostrati! Andiamo, dea, non sono stupido. Ho visto questo arancio illuminato come un albero di Natale, so che sei stata tu. -
Ancora silenzio.
- Ok, non vuoi farti vedere, ho capito. Ma scommetto che se io fossi Rupert Giles, ora brilleresti come una supernova... -
Una luce. Piccola e tremolante come una lucciola.
- Non ripetere quel nome, gatto. Mai più! -
- Ah, allora ci sei. -
- No. Non ci sono e non sto parlando con te. Se loro lo scoprissero, morireste tutti. -
Valerius guardò la debole luce palpitante e agitò la coda.
- Cosa intendi? -
- Volevano distruggere ogni mio legame con i mortali, uccidervi tutti per cancellare ognuna delle persone che amo, ma sono riuscita a impedirglielo. Ho promesso di restare con loro senza lottare se vi avessero lasciato vivere, ma non posso avvicinarmi a nessuno di voi oppure vi uccideranno. -
- E non puoi farci niente? Ti lasci intrappolare come un topo?! -
- Ho fatto un giuramento. E' sacro, non potrei mai spezzarlo. -
- Capisco. -
- Perché sei qui? -
- Cercavo te. Puoi farmi tornare umano? -
- Se lo facessi si accorgerebbero di te e ti ucciderebbero. E poi toccherebbe agli altri. Non posso, non posso proprio... -
- Mi lascerai così?! Mi condanni a restare un gatto per tutta la vita?! -
- Non posso... Devo andare via oppure mi scopriranno e sarà tutto inutile! -
- Aspetta! Ne parlerò a Gil... a lui e troveremo un modo per liberarti! Poi potrai esaudire il mio desiderio! -
- Non osare! Non deve saperne nulla! Mai. Tenterebbe di fare qualcosa di avventato che lo porterebbe alla distruzione... Non potrei sopportarlo. L'unica cosa che mi rende felice è il pensiero che lui è al sicuro, che può vivere la sua vita tranquillamente grazie al mio sacrificio. Se gli parli di me, digli solo che sono felice. O ancora meglio, non dirgli nulla. -
- Ma... -
- Puoi ottenere quello che desideri anche senza di me. Mi dispiace... Addio. -
La tenue luce di Xinuxunil scomparve e Valerius seppe di essere rimasto solo.
Agitò la coda, nervoso.
Cosa avrebbe dovuto fare ora?

Midnight mordicchiò appena la mano di Tera per richiamare la sua attenzione, come avrebbe fatto con l'ala di Seraphina se la madre fosse rimasta con lui, ma la ragazza si limitò a tirare via le dita senza accennare a guardarlo.
Il draghetto non capiva. Da quando era tornata a casa, la ragazza era rimasta stesa sul letto a guardare fisso nel vuoto senza dormire e senza muoversi. Midnight sentiva la paura in lei, anche se non riusciva a vedere pericoli imminenti lì intorno, e quella sensazione spaventava anche lui. Tornò a mordere un dito di Tera per cercare conforto o almeno una reazione, ma senza successo.
Si sentiva solo e infelice e iniziò a gridare i versi stridenti che avrebbe emesso un cucciolo di drago rimasto solo lontano dal nido per richiamare la madre.
Tera trasalì: quelle grida sembravano quasi il pianto di un neonato.
Si alzò a sedere sul letto e prese Midnight in grembo per acquietarlo, carezzandogli le scaglie ancora tenere della pancia e della gola. Il piccolo smise di gridare e si appoggiò a lei con abbandono, piccolo e caldo tra le sue braccia.
Tera soffocò un singhiozzo.
Detestava quella debolezza, ma non si era mai sentita tanto terrorizzata in tutta la sua vita.
Nella sua mente continuava a chiedersi come fosse possibile, senza trovare una risposta. E come aveva potuto essere stata tanto cieca da non accorgersene prima?
Ora si spiegavano i malesseri e le nausee che provava da qualche tempo. Li aveva attribuiti a un'influenza o allo stress, ma ora tutto quadrava.
Tutto tranne un piccolo dettaglio.
Come era iniziato tutto? Chi era il padre del suo bambino? Ed era davvero un bambino quello che stava crescendo dentro di lei?
Domande senza risposta continuavano a tormentarla e a terrorizzarla ossessivamente, senza permetterle di pensare ad altro. Tera pensò che ora si sentiva anche peggio di quando vedeva i fantasmi della gente intorno a lei.
Allora se chiudeva gli occhi e ascoltava la musica a tutto volume poteva fingere che non esistessero, ma ora quello che la torturava era dentro il suo stesso corpo, pronto a ricordarle che era lì ogni volta che le tornava la nausea.
Un lieve bussare alla porta la distolse per un attimo da quei pensieri tetri e, prima che potesse rispondere che voleva restare sola, qualcuno entrò nella stanza.
- Lo sapevo che eri sveglia. - Disse Eudial avvicinandosi al letto.
-Oh, che brava. Visto che sei la veggente dell'anno vai a scrivere gli oroscopi per qualche rivista e lasciami in pace. -
La ragazza dai capelli rossi la ignorò e sedette anche lei sul letto.
- Come ti senti? -
- Non sono affari tuoi. Si può sapere che diavolo vuoi da me? ! Fino a ieri eri pronta a prendermi a calci senza rimorsi e ora fai la crocerossina preoccupata?! Non essere ipocrita almeno. -
- Ti sembra tanto strano che qualcuno si possa preoccupare per te? -
- Si. Ora vattene. -
- Sembrava strano anche a me quando ho conosciuto Giles. - Disse Eudial con un sorriso. - E non ho intenzione di andarmene. Certo, se proprio insisti a mandarmi via, potrei chiamare Giles così potresti parlare con lui... -
- Oh, fai come ti pare. Se proprio ci tieni resta pure, ma non aspettarti che ti offra the e pasticcini. -
Le due ragazze rimasero in silenzio per un po', mentre Midnight dormicchiava sul letto in mezzo a loro.
Tera si alzò e si avvicinò alla finestra per guardare fuori. Aveva di nuovo un po' di nausea e sperava che l'aria fredda le avrebbe fatto bene.
Eudial la guardò, preoccupata.
- Un po' inizia a vedersi. Non potremo mantenere il segreto molto a lungo... -
Tera non si voltò a guardarla, ma non riuscì a reprimere un brivido.
Eudial aveva espresso ad alta voce un pensiero che aveva continuato ad affacciarsi insistentemente alla sua mente e ora non potevano più ignorarlo. Per un attimo Tera odiò l'altra ragazza perché la stava costringendo ad affrontare cose da cui avrebbe solo voluto fuggire, ma allo stesso tempo la sua presenza non le dispiaceva.
Eudial la faceva arrabbiare, riusciva a irritarla oltre misura e non sopportava la sua pietà, ma allo stesso tempo riusciva a distrarla per un po' dal terrore che le rodeva l'anima.
- Prima devo sapere cosa è... -
- Domani mattina andremo dal Professor Tomoe e lui ci saprà dire qualcosa di sicuro. -
- Ovvero ci confermerà che è un demone... -
Eudial la fissò, sinceramente stupita.
- Lo credi davvero? -
Tera annuì appena.
Eudial la raggiunse accanto alla finestra, e per qualche secondo la guardò tracciare nervosamente segni sul vetro appannato con un dito. Poi, d'impulso, allungò la mano a bloccare quella di Tera e la tenne stretta fra le sue.
- Chiudi gli occhi. - Eudial li chiuse a sua volta e protese la mente verso quella di Tera, aspettandosi di sentirla ribellarsi con forza, ma la ragazza non reagì.
- Cosa... cosa vuoi fare? - Chiese debolmente.
- Non temere, non voglio entrare nei tuoi pensieri. Non mi importa niente di quello che pensi, credimi. -
Tera sorrise nervosamente.
- E' buffo... -
- Cosa? -
- Il fallito mi ha detto una cosa del genere tempo fa. -
Eudial ridacchiò, poi tornò a concentrarsi su quello che stava facendo. Dopo qualche secondo riaprì gli occhi e lasciò andare la mano di Tera.
L'altra ragazza la guardò, in attesa.
- Non posso vedere cos'è, se sia un bambino oppure qualche altra cosa, ma sono certa che non sia un demone. -
- Come puoi dirlo? - Chiese Tera, cercando di allontanare la tenue scintilla di speranza che le parole di Eudial avevano acceso. - Come puoi sapere una cosa del genere? -
- I miei poteri non sono precisi, ma so che non c'è nulla di malvagio in quello che ho sentito. Quella che sta crescendo in te è una piccola luce brillante, è qualcosa di innocente. Vedrai che domani Tomoe te lo confermerà. -
Tera le voltò le spalle per non farle notare le lacrime di sollievo che ormai non riusciva più a trattenere.
- Se... se ti sei sbagliata ti ammazzo, chiaro? -
- A proposito, va meglio la nausea ora? -
Tera si asciugò gli occhi con un gesto rapido e la fissò stupita.
- E' passata. Sei stata tu? -
Eudial annuì, poi fissò il vetro della finestra.
- Cos'è quello? -
Anche Tera guardò il disegno sul vetro appannato e trasalì.
- Non ne ho idea. Sembra uno di quei simboli che ho visto usare al fallito negli incantesimi... -
- Lo hai tracciato tu prima. -
- Non è possibile! Erano semplici scarabocchi, io non ne so nulla di magia! -
Eudial prese un foglio e copiò il simbolo.
- Vieni, andiamo a controllare i libri di Giles. Ci deve essere sicuramente qualcosa. -
Tera prese in braccio Midnight senza svegliarlo e le due ragazze si diressero in soffitta.
Controllare i vecchi libri di incantesimi era un compito lungo e noioso e lei iniziava a sentirsi stanca, ma a Tera non importava. Le parole di Eudial continuavano a risuonarle in testa e, anche se lei cercava di non crederci per non illudersi inutilmente, non poteva fare a meno di iniziare a sperare.
Si sfiorò leggermente la pancia chiedendosi per la prima volta se avrebbe potuto essere davvero un bambino e non un nemico.
- Ecco! Ho trovato qualcosa! - Gridò Eudial e Tera si affrettò a guardare il libro che la ragazza dai capelli rossi le aveva indicato.
- E' lo stesso simbolo! Sotto c'è scritto "Obliviscere", sai cosa significa? -
- Dovrebbe essere latino, Giles lo conoscera` sicuramente meglio di me, ma da quello che capisco dovrebbe essere un incantesimo per cancellare la memoria. -
Tera si lasciò sfuggire un'esclamazione di rabbia.
- Ecco! Ora è chiaro! -
- Cosa? -
- Non ci arrivi?! Deve essere per questo che non ricordo quando è successo! Qualcuno deve essersi approfittato di me e poi ha usato un incantesimo per farmi dimenticare tutto! -
- Hai ragione! Questo spiegherebbe tutto... Credi che sia stato Doyle? -
- Dopo quello che è successo ieri, credo proprio di si... Ma se mi capita fra le mani come minimo lo ammazzo! Quel porco schifoso! -
La ragazza afferrò una spada di legno da allenamento e iniziò a colpire rabbiosamente il sacco da boxe sotto gli occhi stupiti di Midnight.
Eudial pensò che preferiva mille volte vedere Tera furiosa come in quel momento che non terrorizzata come poche ore prima e sorrise fra sé. Poi tornò seria, colpita da un pensiero improvviso.
- Tera? Puoi rimandare un attimo i tuoi propositi di sterminazione? -
- Che vuoi?! -
- Come mai Doyle conosceva un incantesimo del genere? -
Tera si fermò, colpita anche lei dalla domanda di Eudial e lasciò cadere a terra la spada.
Avrebbero dovuto scoprirlo.