11. Nobody's Child

- Ti senti meglio ora? -
Tera sbuffò irritata.
- Ti ho già detto che non è niente. Sto benissimo. -
- Ha ragione, signorina. - Disse il medico dalla porta e le due ragazze alzarono gli occhi a fissarlo.
- Visto, mentecatta, te lo avevo detto che è solo influenza. -
- Influenza? Non ha nessuna influenza. Come ho detto, lei è in perfetta salute. -
- E' allora perché è svenuta? -
- Può succedere in gravidanza. -
- Cosa?! - Le due ragazze lo fissarono allibite.
- Congratulazioni, lei aspetta un bambino signorina. - Disse il dottore con un sorriso.
Eudial lo guardò incredula e, prima che potesse fermarla, Tera aveva preso il dottore per il camice e lo aveva sbattuto contro il muro.
- Razza di dottorucolo incapace, come ti permetti di prendermi in giro?! Una cosa del genere non è assolutamente possibile! -
Eudial corse a fermarla prima che gli facesse male e il medico le fissò entrambe con uno sguardo gelido.
- Signorina, se non ne è contenta non è affare mio, poteva stare più attenta, ma non ci sono errori e le analisi parlano chiaro: lei aspetta un figlio. -
Il dottore le sbatté in mano una cartellina coi risultati degli esami.
- Qui c'è scritto tutto, ora si tolga dai piedi e se ne ha bisogno si rivolga a un altro medico. Per quello che mi riguarda non voglio avere più nulla a che fare con voi! -
L'uomo uscì sdegnato sbattendosi la porta alle spalle.
Eudial fissò Tera.
- Sei incinta?! -
La ragazza la guardò ed Eudial pensò che non l'aveva mai vista tanto spaventata.
- Non... non è possibile... -
- Il padre è Doyle, vero? Capisco che tu sia sconvolta da quello che è successo stanotte, ma non c'è bisogno che lui lo sappia, ti aiuteremo noi... -
- Piantala di parlare come un'assistente sociale, razza di idiota! Non ho mai fatto nulla con Doyle! -
- Chi è allora? -
- Nessuno! Non può essere nessuno! Lo vuoi capire che non sono stata con nessuno?! Da anni! Deve essere un errore! Non è possibile... -
- Calmati, ora. Puoi rifare i test, forse il dottore si è sbagliato. E se non si è sbagliato, sono certa che Giles saprà dirci qualcosa. -
- No! - Gridò Tera. - Il fallito non deve saperne nulla! -
- Perché no? Sono sicura che ti aiuterà, puoi fidarti di lui... -
- Lo so anche io, ma non è questo. - Tera scoppiò in lacrime ed Eudial si preoccupò sul serio: per mettersi a piangere davanti a lei, doveva essere davvero sconvolta.
- Cosa allora? -
- Potrebbe essere un demone, un qualche essere infernale che si annida dentro di me! Un mostro da distruggere prima che faccia male a qualcuno... Se fosse così... se fosse così... come potrei dirglielo? Forse dovrete uccidere anche me insieme al demone... Finché non lo saprò per certo, come posso parlargliene e farlo soffrire ancora? Non sta già abbastanza male per quella stupida dea?! -
- Ma lui vorrebbe saperlo... -
- Lo so. - Tera si asciugò gli occhi e la guardò. - Prometti che non lo dirai a nessuno. -
- Tera... -
- Devo pregarti? Ti divertirai a vedermi supplicare?! -
- Va bene, sarà un segreto. Ma andremo dal professor Tomoe. Lui saprà dirci qualcosa e non ne parlerà con Giles. -
- Ok. Ora andiamo via di qui. Odio gli ospedali. -

L'uomo incappucciato sfiorò nuovamente lo specchio e guardò la superficie illuminata con un ringhio sommesso.
- Oscuro, mostrati! -
- Sono qui, mio signore. -
- Hai fallito. -
- Ho tentato, mi dispiace. - Disse il viso di Doyle dallo specchio.
- Sei un idiota! Il tuo unico compito era quello di avvicinarti alla Cacciatrice e lei ora ti odia! -
- Se non ci fosse stata l'altra, la falsa Cacciatrice, lei sarebbe stata mia stanotte! -
- Scuse! Solo scuse! -
- Rimedierò... -
- No, ormai è tardi. Lei ora lo sa. Se ti avesse creduto padre di suo figlio, avremmo avuto un enorme vantaggio, avresti potuto manipolarla a tuo piacimento. -
- Mio signore, cosa devo fare ora? -
- Uccidila. Ed elimina anche la falsa Cacciatrice. Devono morire entrambe. -

Eudial e Tera rientrarono a casa a notte inoltrata, cercando di non svegliare nessuno e si sorpresero nel sentire la televisione accesa in soggiorno. Si stupirono ancora di più nel vedere Giles addormentato sul divano e Midnight a pochi centimetri dallo schermo che guardava attentamente un video musicale.
Il draghetto si girò nel sentire l'odore delle due ragazze e tentò di svolazzare verso Tera emettendo strida gioiose che svegliarono l'Osservatore.
- Oh, siete tornate. - Disse vedendo le due Cacciatrici. - Come mai tanto tardi? -
- Uno dei vampiri non voleva farsi uccidere. Lo abbiamo inseguito per ore, ma ci è sfuggito. -
- Non importa. Lo sistemerete domani, oppure ci penseranno le sailor. Ora, andate pure a dormire, dovete essere stanche. -
Tera si chinò a prendere in braccio Midnight che continuava a saltellarle intorno ai piedi e il cucciolo si tranquillizzò subito, affondandole il muso nel maglione.
La ragazza gli carezzò automaticamente la testa e si avviò alla porta.
- Notte, fallito. -
Giles la guardò allontanarsi, poi fissò Eudial.
- Ok, che diavolo ha Tera? -
Eudial guardò Giles e pensò che non poteva negare tutto e dirgli che andava tutto bene perché non ci avrebbe mai creduto. L'Osservatore non era stupido e si vedeva lontano un miglio che Tera era sconvolta, perciò Eudial decise che doveva dirgli almeno una parte della verità.
- Ha mollato Doyle. -
- Doyle? Il ragazzo con cui usciva? -
- Si. Lo abbiamo incontrato al cimitero e si è comportato da idiota. -
Giles si alzò dal divano.
- Forse è meglio che vada a parlarle. -
- Meglio di no, Giles. Credo che le abbia dato già abbastanza fastidio la mia presenza. Lo sai com'è fatta, no? -
- Forse hai ragione, Eu. -

Xinuxunil ascoltò il rumore del vento e lasciò che l'aria fredda divenisse parte di lei e la trasportasse contro le fronde degli alberi e sulla sabbia. Poteva sentire la vita che riposava intorno a lei, gli alberi che sembravano rabbrividire sotto il tocco gelido del vento e il respiro degli animali nelle loro tane. La natura stessa sembrava sospesa in attesa di qualcosa, come lei.
Allizom e Xoferif continuavano a criticarla e a cercare di convincerla che doveva essere una fredda dea, superiore agli esseri mortali, ma lei non si rassegnava. Era stata una di loro e non poteva ignorarlo.
Guardò le case brulicanti di vita, con porte e finestre ben chiuse per non lasciare entrare il freddo, e ricordò nitidamente la sensazione piacevole che si provava scaldandosi accanto a un camino acceso, il sapore della cioccolata calda e delle castagne cotte sul fuoco, il tepore di un abbraccio.
Ripper.
Quanto tempo era passato da quando anche lei poteva provare quelle sensazioni? Da quanto non toccava la pelle calda del suo Ripper? Erano passati pochi mesi, ma le sembravano al tempo stesso un attimo e un'eternità. Solo un momento prima Ripper si stringeva a lei, eppure secoli di solitudine e gelo la separavano da quel tempo.
Avrebbe desiderato anche solo poterlo vedere per un attimo, assicurarsi che stava bene, sfiorare la sua mente per un istante e sapere se stesse pensando ancora a lei, ma una dea dei desideri non poteva averne di propri.
Raggiunse una casa del paese e avvolse l'arancio del giardino con la sua luce, facendo spuntare altri frutti sui rami. Molto tempo prima la proprietaria di quella casa era stata gentile con lei e quello era l'unico modo per ringraziarla che avesse trovato. La vecchietta raccoglieva le arance allegramente, vantandosi con i vicini di quanto fosse rigoglioso quell'albero, convinta che dipendesse dalle sue cure e Xini era felice di poterla fare contenta.
Allizom e Xoferif non avrebbero approvato, ovviamente, e proprio per questo Xini era ancora più determinata a continuare a farlo.
Smise di splendere e osservò i frutti appena maturati sui rami con soddisfazione, poi la sua attenzione fu attratta da una presenza molto vicina a lei e scorse un gatto seduto su uno dei rami degli alberi che la fissava con uno sguardo penetrante.