9. Lighthouse

Hope appoggiò sul tavolo la rivista che stava sfogliando e guardò la nuova arrivata: una ragazza di qualche anno più anziana di lei, con i capelli biondi e mossi che le arrivavano alle spalle e grandi occhiali rotondi.
- Tu sei la nuova compagna di cui mi ha parlato Ethan, vero? -
- Si. E tu devi essere Hope. Mi chiamo Mimet... Mimi. -
- Anche tu studierai magia con me? -
- Proprio così. Ehi, ma su quella rivista c'è l'intervista al mio cantante preferito! Posso leggerla? -
- Piace anche a te? Io lo adoro! -
- Ethan ha detto che potrebbe procurarci i biglietti del suo concerto, se riusciremo a completare un'evocazione perfetta! -
- Dici sul serio, Mimi?! -
- Ti pare che potrei scherzare su una cosa del genere? -

Il mare continuava a gonfiarsi, nero e minaccioso e il vento ululava sferzando la spuma delle onde contro la prua della nave diretta contro gli scogli, poi una luce brillante si accese tra le rocce e i marinai si affrettarono a cambiare rotta.
- Non dovresti farlo. -
- Sei una dea, non un faro! -
- E poi non capisco cosa ti importi di questi miseri esseri umani. -
- Appunto. Non capisci. - La luce brillò di indignazione e si allontanò dalle altre due. - Non sei mai vissuto tra loro, Xoferif, non puoi sapere cosa si prova! -
- Dovresti esserci grata per averti fatto ritornare ad essere quello che eri, Xinuxunil. -
- Non vi ho mai chiesto nulla! -
- Allora sei una stupida. Davvero intendevi gettare via la tua immortalità in questo modo? Per cosa poi? Per passare pochi decenni con un misero umano che probabilmente sarebbe morto prima di te, lasciandoti sola e senza speranza a deperire anno dopo anno e poi svanire nel nulla?! -
- Cosa ne faccio della mia vita sono affari miei e non vi riguarda. -
- Sei una dea come noi, se tu svanisci o diventi un essere umano, la tua scomparsa altera ogni equilibrio. Quello che hai fatto ci ha svegliato dal nostro sonno millenario. -
- Oh, scusate tanto se vi ho disturbati. - Ribatté Xini ironicamente. - Ma se devo essere sincera avrei preferito lasciarvi dormire in eterno. Almeno vi sareste fatti gli affari vostri. -
Xinuxunil schizzò via come una meteora, ma Xoferif e Allizom non la seguirono.
- Sarà andata ad aiutare qualche altro essere umano. - Disse Xoferif con disprezzo.
- Lasciala stare, se salvare qualche nave la farà stare tranquilla per un po', che faccia come vuole, tanto non sarà per molto. -
- Cosa intendi? Non credo che si stancherà tanto presto. Se non è corsa subito a cercare i suoi amici è perché le ho detto che li avrei uccisi se solo si fosse avvicinata a loro, ma non so se questa minaccia potrà trattenerla ancora per molto. Presto si ribellerà. -
- Se i Lug l'hanno imprigionata una volta, possono farlo di nuovo. -
- Quegli umani esaltati che hanno osato vincolare una dea?! Sei impazzita anche tu?! -
- Rifletti, se la lasciamo fare, prima o poi riuscirà a tornare ad essere una mortale, ma se i Lug la intrappoleranno di nuovo, non potrà più fare follie. -
- Non si lascerà imbrogliare tanto facilmente da quella manciata di fanatici questa volta. -
- Oh si che lo farà. Basterà solo usare l'esca giusta. -

Tera lasciò che Doyle la baciasse ancora e chiuse gli occhi nel vano tentativo di provare qualcosa che non fosse un vago senso di ansia.
Eppure il ragazzo le piaceva, stava bene insieme a lui e, quando parlavano, lei si sentiva libera, lontana da demoni e vampiri, come una ragazza normale.
"Forse c'è qualcosa che non va in me..." Si disse. "Forse una Cacciatrice non è altro che una macchina per uccidere, incapace di innamorarsi..."
Doyle le carezzò i capelli con tenerezza.
- Resta con me stanotte... - Le sussurrò e Tera spalancò gli occhi senza riuscire a rispondere nulla.
Aveva sempre saputo che sarebbe arrivato il momento in cui Doyle non si sarebbe accontentato di semplici baci strappati tra una lezione e l'altra, ma in cuor suo aveva sperato che quel momento fosse ancora lontano.
Perché doveva essere tutto così complicato, si chiese, e perché una cosa tanto semplice la terrorizzava in quel modo?
I baci e le carezze del giovane divennero più profonde mentre Tera desiderava solo di essere ovunque tranne che in quella situazione. Stava andando tutto troppo in fretta.
Improvvisamente il cellulare iniziò a squillare e Tera si sciolse dall'abbraccio di Doyle per rispondere.
La voce di Eudial non le era mai stata tanto gradita come in quel momento.
- Si, non ti preoccupare, vengo immediatamente. - Disse e riattaccò prima che Eudial potesse aggiungere altro.
- Mi dispiace Doyle, devo andare, ci vediamo domani. -
Tera corse via e il giovane calciò lontano un sasso, fremendo di disappunto.

- Allora, ti ha detto come tenere buono questo piccolo mostro? - Anya indicò con un cenno del capo il draghetto che stava mordendo un cuscino. - Se continua così del negozio non resterà nulla! -
Eudial scosse la testa e riattaccò la cornetta del telefono.
- Non mi ha dato nemmeno il tempo di parlare e ha detto che sarebbe venuta subito... E' una mia impressione o diventa sempre più strana? -
- Forse sentiva la mancanza del cucciolo. - Ipotizzò Giles tentando di prenderlo in braccio. - Sarà anche pestifero, ma è carino e credo che Tera ci si sia affezionata, anche se non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura. -
L'Osservatore porse un pezzo di carne a Midnight e il cucciolo si tranquillizzò per qualche minuto, impegnato a fare a pezzetti il suo cibo prima di ingoiarlo. - Giles, come mai Seraphina non ti ha detto che voleva andarsene? -
- Vorrei saperlo. Immaginavo che prima o poi sarebbe andata in cerca dei suoi simili, ma non pensavo che lo avrebbe fatto così presto. -
- Forse l'attacco alla Terra l'ha spaventata e ha deciso di non perdere altro tempo. -
- E' possibile... -
- Ah! A proposito, Giles, me ne stavo quasi dimenticando! -
Eudial si frugò in tasca fino a trovare un cristallo e lo porse all'Osservatore.
- Cos'è? -
- Me lo ha mandato Rodoc, contiene le registrazioni delle trasmissioni di Supernova Skylight che parlano della scampata distruzione della Terra! Devi vederlo Giles, ci descrivono come eroi! -
- Come funziona? -
- Basta appoggiarlo su una tv e si attiva automaticamente. -
- Possiamo provare, ce n'è una nel retro. - Suggerì Anya.
Eudial la seguì e accese la televisione su un canale a caso. Midnight spalancò gli occhi e rimase affascinato a guardare le immagini di un video musicale che si muovevano sullo schermo, poi Giles appoggiò il cristallo alla tv e il draghetto iniziò a emettere rabbiosi versi acuti e a tentare di mordere l'Osservatore.
- Cosa gli prende ora? -
Giles fece un passo indietro, staccando il cristallo dallo schermo e il drago si placò all'istante.
- Non voleva che cambiassi canale, credo che gli piaccia la musica... - Ipotizzò Eudial.
- Credo che dovremo rimandare la visione del cristallo. Se la musica lo tiene tranquillo, non ho alcuna intenzione di contraddirlo. -

Valerius sbadigliò stiracchiandosi e trotterellò lungo la banchina in cerca di qualche pesce caduto dai pescherecci.
Non trovò nulla, ma una vecchietta seduta su una delle panchine del porto lo chiamò, frugò nella borsa della spesa e gli porse un pezzetto di prosciutto. Il gatto lo divorò avidamente, poi si strusciò sulle gambe della donna per ringraziarla. Quei mesi di vita randagia gli avevano insegnato che conveniva essere gentili con chi gli offriva del cibo, infatti la vecchietta ridacchiò e lasciò cadere a terra un'altra fetta di prosciutto.
- Ora basta però, altrimenti non ne resterà abbastanza per il pranzo. - Gli disse grattandolo fra le orecchie e Valerius balzò sulla panchina e sedette accanto a lei, godendosi il lieve tepore dei raggi di sole sul pelo.
- Piace anche a te guardare il mare, non è vero? - Disse la vecchietta, contenta di poter parlare con qualcuno, anche se quel qualcuno era solo un gatto. - Da giovane sognavo di girare il mondo, ma poi non mi sono mai mossa da qui. E tu chissà quanto avrai girato, eh, micetto? -
Valerius miagolò e la vecchietta rise ancora.
- Mi hai risposto, non è vero? Meglio che non lo racconti a mio nipote, sennò penserà che non ci sto più tanto con la testa. Figurati che qualche tempo fa ho regalato dei vestiti a una ragazza mezza matta, poverina, e qualche settimana fa ho visto una sua foto su una di quelle riviste con le foto dei cantanti. Mio nipote dice che devo essermi sbagliata, che non può essere lei, ma io ne sono certa... -
Valerius la guardò e rimpianse di non poterle rispondere: era evidente che quella vecchietta si sentiva molto sola se era contenta di parlare con un gatto e anche a lui sarebbe piaciuto poter parlare nuovamente con qualcuno, ma le uniche persone con cui avrebbe potuto farlo erano lontane migliaia di chilometri.
- Sai una cosa, micio? Spero proprio che sia lei, vorrebbe dire che ora sta bene. Pensa che diceva di essere una dea e voleva esaudire un mio desiderio. -
Valerius drizzò le orecchie. Possibile che quella signora stesse parlando di Xinuxunil?
Forse l'aveva incontrata quando era rinata come umana, ma in ogni caso non importava molto: quella donna non immaginava nemmeno lontanamente che Xinuxunil era davvero una dea e di certo non sapeva come contattarla.
Però sapeva come nutrire un gatto, pensò leccandosi una zampa, e aveva bisogno di compagnia. Forse avrebbe potuto restare con lei per qualche giorno.