5. What you really need.

Valerius inarco` la schiena nel tentativo di arrivare al libro sul primo ripiano della libreria: era talmente piena di libri disposti in piu` file che non c'era abbastanza spazio per saltare sugli scaffali.
Finalmente riusci` a conficcare le unghie sul dorso del libro e lo tiro` indietro cercando di non farselo cadere in testa. Non appena fu sul pavimento, il gatto lo apri` con una zampa e inizio` a sfogliarlo.
Certo non poteva sperare di trovare libri di magia in casa di una vecchietta, ma aveva trovato la cosa piu` utile dopo di essi: le pagine gialle!
Lesse attentamente le categorie e imparo` a memoria gli indirizzi delle biblioteche, poi passo` alla categoria ?maghi e veggenti? stupendosi di trovarne tanti.
Ai suoi tempi era estremamente raro trovare un mago, ora i nomi riempivano pagine e pagine dell'elenco. Roma era una grande citta`, senza dubbio, ma erano sempre troppi...
Valerius afferro` il telefono e compose il primo numero senza preoccuparsi della sua forma di gatto: un mago avrebbe certamente capito quello che diceva...
Qualche ora dopo si arrese. Aveva chiamato una buona meta` dei maghi sull'elenco del telefono e tutti gli avevano sbattuto il telefono in faccia, credendo che si trattasse di uno scherzo.
Deluso, fu costretto a rendersi conto che erano tutti ciarlatani e truffatori e che avrebbe dovuto cavarsela da solo. Per un attimo gli baleno` l'idea di telefonare a Giles per chiedergli aiuto, ma la respinse con forza. Aveva giurato di tornare solo quando avesse potuto offrire qualcosa a Tera e ci sarebbe riuscito con le sue sole forze!
Un fremito di orgoglio gli fece capire che era ora di muoversi. Le sue ferite erano guarite e doveva proseguire la sua ricerca da solo.
Si servi` per un'ultima volta alla ciotola dei croccantini, poi balzo` sul davanzale della finestra e, dopo aver armeggiato un po' con la maniglia, riusci` ad aprirla.
Usci` sul sottile cornicione, rabbrividendo leggermente per il vento freddo e vi cammino` per qualche metro fino ad arrivare in un punto in cui gli era possibile saltare su un tetto piu` basso e di li` a terra.
Constato` con soddisfazione che ormai i tempi in cui non riusciva a usare bene quel corpo di gatto erano lontani e si allontano` velocemente dalla casa della gattara dopo essersi impresso nella mente il suo indirizzo: se gli fosse stato possibile, le avrebbe scritto per ringraziarla.
Trotterello` per le strade di Roma, cautamente, cercando di evitare i passanti e si fermo` davanti all'ingresso di una grande libreria. Non era una biblioteca, ma forse avrebbe potuto essergli utile lo stesso.
Entro` in fretta cercando di non farsi notare e cammino` tra gli scaffali leggendo i titoli sul dorso dei libri. Scarto` in blocco i libri del reparto esoterico: gia` dai titoli poteva capire che erano scritti da gente che di magia non sapeva nulla e che voleva solo raggirare i creduloni. In fondo, si disse, le cose non erano cambiate poi molto dai suoi tempi: trovare un mago era sempre difficile. Adesso forse anche piu` di prima.
I romanzi gia` gli sembravano piu` interessanti, ma per il momento non lo avrebbero potuto aiutare e passo` oltre. Sedette un po' sconfortato davanti al settore dei libri di archeologia e stava iniziando a pensare che non avrebbe trovato nulla di utile, quando un titolo attiro` il suo sguardo: "Guida turistica agli antichi luoghi magici di Roma".
Con cautela lo sfilo` dallo scaffale e lo sfoglio` rapidamente: era scritto in modo superficiale e le antiche leggende erano riproposte a titolo di curiosita`, ma di alcuni di quei posti aveva sentito parlare anche lui secoli prima quindi qualche fondo di verita` doveva esserci. E dove c'erano luoghi intrisi di magia, forse potevano esserci anche veri maghi...
Strinse i denti sul libro e lo trascino` fuori dal negozio prima che qualche commesso si accorgesse del suo furto.

La ragazza dai capelli di oro rosso si guardo` allo specchio e sospiro`. Perche` non ricordava nulla? L'inglese, Rupert Giles aveva detto di chiamarsi, le aveva detto che aveva perso la memoria in un incidente, ma lei aveva la sensazione che non fosse del tutto sincero con lei. I suoi occhi sembravano rannuvolarsi ogni volta che la guardava, ma era sempre estremamente gentile con lei, a volte anche troppo.
Accese la televisione e inseri` un dvd nel lettore. Guardo` assorta le immagini sullo schermo: un concerto di Sachino Seihoshi, un suo concerto. Quello lo ricordava.
Ricordava ogni sua mossa su quel palco, ogni singola nota delle canzoni, ogni parola pronunciata al microfono, le grida del pubblico...
Eppure aveva l'impressione che quei ricordi non le appartenessero del tutto, come se fosse stata un'altra persona a cantare al suo posto.
E poi perche` ricordava soltanto cio` che riguardava la musica e assolutamente nulla di tutto il resto?
- Chi sei? - Chiese sottovoce al suo riflesso nello specchio. - Chi sei veramente? -

- Hope, non fai colazione? - Chiese Giles guardando la ragazzina che si era diretta in fretta verso la porta di casa.
- Non posso, sono in ritardo per la scuola! -
- Forse se tornassi a casa prima la sera ti sveglieresti in tempo... - Disse inutilmente l'Osservatore alla porta che si era richiusa con un tonfo alle spalle di Hope.
- Dovresti sculacciarla ogni tanto, Rupert. -
- Spike. -
- Quella ragazzina non ha alcun rispetto per te, dovresti essere piu` severo con lei. -
- Da quando sei diventato un esperto educatore, Spike? -
Il vampiro sogghigno`.
- Andiamo, Rupert, lo sai benissimo che ho ragione, solo che ti da` molto fastidio ammetterlo. -
Giles gli lancio` un'occhiataccia, ma non lo contraddisse. In effetti con tutto quello che era successo negli ultimi tempi, non aveva avuto la possibilita` di seguire Hope con attenzione.
Pero` ricordava bene come era stata da piccola ed era certo che la sua dolcezza e il suo animo gentile fossero solo nascosti da quella ribellione adolescenziale. Aveva fiducia in lei ed era certo che ora che il mondo era salvo avrebbe potuto darle l'attenzione che la ragazzina stava chiedendo con quel comportamento.
- Ciao Giles. - Disse Eudial scendendo le scale, seguita da Sachino Seihoshi e si fermo` a baciare Spike mentre l'altra ragazza proseguiva fino alla tavola apparecchiata.
- Tera non viene a fare colazione? -
- Ha detto che non ha fame. -
Giles ed Eudial raggiunsero Seihoshi in cucina, mentre Spike si gettava sul divano a guardare la tv.
- Sei nervosa Seihoshi? - Chiese Eudial gentilmente. - Stasera tornerai a cantare... -
- No, perche` dovrei? - Rispose l'altra con un mezzo sorriso. Non aggiunse che in realta` era tutto il resto a metterla a disagio e che il pensiero di cantare davanti a un pubblico era l'unico che le desse la sensazione di trovarsi esattamente dove doveva essere. - Verrete ad assistere al concerto? -
- Certamente! -

Valerius si aggiro` silenzioso tra le rovine antiche, tentando di percepire ogni minimo segno di magia. L'aria era immobile e il silenzio quasi irreale, tanto che il gatto poteva sentire i suoi stessi passi sulla pietra fredda. Guardo` le stelle, cercando un messaggio tra le costellazioni, ma non vide nulla.
Sedette su un capitello rovesciato e rimase in attesa.
Era da tanto che non si fermava a riflettere in quel modo, mai da quando era tornato in vita in quel corpo felino. Socchiuse gli occhi come era abituato a fare piu` di cinque secoli prima ed assaporo` quella quiete tanto insolita per una citta` come Roma. In quel momento aveva quasi l'impressione che fosse tutto un sogno e che la magia fosse tornata a scorrergli nelle vene come una volta.
Un chiarore apparso di fronte a lui lo strappo` da quei pensieri facendogli spalancare gli occhi.
Una donna, tutta bianca e dal viso afflitto camminava, o forse fluttuava lentamente, tra le rovine, dirigendosi verso di lui.
Valerius attese senza muovere un muscolo, finche` lo spettro non si accorse della sua presenza.
- Sento la vita in te, ma hai conosciuto la morte, giovane signore. - Sussurro` la donna con una voce che si confondeva con lo stormire del vento.
Valerius si fisso` la punta della coda, poi guardo` lo spettro negli occhi, scorgendovi il suo riflesso in forma umana.
- Quindi tu mi vedi com'ero un tempo. - Sussurro` quasi a se stesso. - Vedi la parte di me che e` morta, ma non ti sfugge quella ancora in vita... Non sono giovane, spettro, ho visto le stelle com'erano cinque secoli fa... -
- La vita mi ha lasciato da molto tempo e ho visto stelle piu` antiche delle tue. Ti riconosco, mago, posso vedere lo spettro del tuo potere oscuro. Hai visto le stelle, ma piu` spesso chiamavi le tenebre per cercare un modo di allontanarle da te per sempre. Ma non capivi che piu` tentavi di fuggirne, piu` esse ti avviluppavano e alla fine non ti hanno lasciato scampo. -
- Vedi nel mio animo? - Chiese Valerius, scosso da quelle parole.
- Questa era la mia magia. Vedere nel cuore e dire la verita`. E anche per me il mio potere e` stato la mia condanna. -
- Perche` sei ancora qui? Non hai trovato la pace? -
- Te l'ho detto. Dire la verita` e` la mia condanna. Ma ormai solo pochi possono ascoltarla e nessuno viene a cercarla. Tu sei il primo da molte lune. -
- Non cerco la verita`, cerco la mia magia. -
- Non ti e` bastato esserne stato consumato una volta? Sei forse folle? -
- Non desidero il potere. Voglio solo tornare com'ero e vivere in pace. -
- L'amore non ha forma. La magia che ti apparteneva non e` piu` tua, non tornera` mai piu` da te. Cercarne una nuova e` un rischio enorme per la tua vita e per la tua anima. Cosa c'e` di tanto importante da indurti a correrlo? -
Un nome si affaccio` alla mente di Valerius, ma prima che potesse pronunciarlo, lo spettro sorrise.
- Capisco. -
- Puoi aiutarmi? -
- Conosci gli incantesimi, giovane mago, ma senza labbra per pronunciarli e mani per tracciarne i simboli, il loro potere e` inerte. Quella magia e` insita nelle parole e nelle forme, non appartiene a nessuno se non a se stessa. -
- Cosa posso fare, allora? Sono condannato a restare cosi` per sempre?! -
- Questo non posso predirlo. -
Il gatto chino` la testa, sconfitto, ma il fantasma continuo` a parlare.
- Quello che so e` che finora hai sempre sbagliato il posto dove cercare la magia. Non e` in un libro e non nelle parole di un altro mago. Non in una reliquia e non in un rudere. -
- Dove allora?! -
- Da nessuna parte. Tu hai gia` quello che ti serve. -
- Cosa intendi?! - Grido` Valerius, ma il suo miagolio disperato cadde inascoltato nel buio della notte: lo spettro era gia` sparito.