3. Just Seihoshi

Pioggia fitta, gocce enormi che si abbattevano con violenza sull'asfalto e il nero e unto sporco della strada che si attaccava al pelo inzuppato come la tristezza si era attaccata al suo animo gia` da molto tempo.
Valerius si infilo` sotto a una macchina parcheggiata sperando di trovare un po' di asciutto, ma senza successo.
- Bella roba l'autunno. - Si lamento`. - E ancora non fa freddo... Come faro` tra qualche settimana? -
Un altro gatto randagio gia` nascosto sotto la macchina gli soffio` minaccioso e Valerius si affretto` a scappare, infilandosi nel portone di un palazzo. Lo avrebbero scacciato sicuramente non appena si fossero accorti di lui, ma non gli importava, sperava di poter restare all'asciutto almeno per qualche minuto. Inizio` a leccarsi stancamente il pelo sudicio e per un attimo rimpianse di non essere tornato a Tokyo con Giles, ma subito respinse l'idea: non avrebbe potuto restare accanto a Tera come se nulla fosse. Si chiese se l'avrebbe mai rivista, ma ormai cominciava a perdere le speranze. La vita di gatto randagio era dura e lui era malconcio e dimagrito, inoltre non era piu` riuscito a tornare umano nemmeno per un breve attimo e temeva che l'incantesimo di Hope si fosse del tutto esaurito.
- Avrei dovuto dirlo a Rupert Giles, ma non ne ho avuto l'occasione e ormai e` troppo tardi... - Penso` tristemente mentre la stanchezza gli faceva chiudere le palpebre.
Si sveglio` poco dopo grazie a una secchiata di acqua fredda che lo inzuppo` completamente. Spaventato, schizzo` via senza guardare nemmeno dove andava e si trovo` tra le gambe di un uomo che lo allontano` con un calcio violento.
Il gatto ebbe l'impressione di volare per qualche istante e quando le sue zampe toccarono di nuovo terra continuo` a correre ignorando il dolore al fianco e non si fermo` finche` non fu certo di essere completamente solo.
Alzo` il muso a guardarsi intorno e si rese conto di trovarsi davanti al cancello chiuso di un cimitero. Con un sospiro di sollievo si infilo` tra le sbarre e stranamente si senti` al sicuro: dopo il tramonto ben poche persone giravano per i cimiteri e i vampiri non erano una grande minaccia per un gatto. Trotterello` tra le tombe in cerca di un riparo ed entro` in una cappella privata chiusa solo da una cancello di ferro battuto. Un mazzo di fiori secchi si sbriciolo` al suo passaggio, sollevando una polvere sottile, ma a Valerius non importava. Il fianco ferito ora faceva molto male e lui si sentiva debole per la stanchezza e per la fame.
- E' cosi` che moriro`? - Sussurro`. - Ancora una volta solo, senza nessuno che lo sappia? -
Guardo` per un po' la pioggia battente che colpiva le lapidi di marmo, lasciandosi cullare dal suono delle gocce sul tetto e dal fruscio dei cipressi agitati dal vento e finalmente scivolo` in un sonno profondo.


Eudial scosse la testa per scuotere via dai capelli le gocce di pioggia.
- Potevamo portare un ombrello almeno. -
- Certo, come no? Tutte le Cacciatrici vanno a cercare i vampiri con l'ombrello, anzi potremmo coprarne uno di legno di frassino cosi` lo usiamo anche come paletto... -
- Peccato che nemmeno i vampiri sono tanto stupidi da uscire con questa pioggia. -
- E tu che ne sai? Te lo ha detto il tuo amichetto non morto? - Chiese Tera ironicamente.
Eudial le lancio` un'occhiataccia.
- I vampiri escono per nutrirsi. Vedi altre potenziali vittime oltre a noi due? La gente non e` tanto stupida da uscire con questo diluvio. -
- Effettivamente non ho mai visto questa citta` tanto deserta... - Ammise la ragazza giocherellando con la treccia. - Forse per stanotte puo` bastare. -
Eudial annui` e le due ragazze si diressero verso casa.
Improvvisamente un essere che sembrava un incrocio tra un cane e un pollo, solo molto piu` grande di entrambi e di un color rosa confetto, attraverso` la strada a pochi metri dalle due ragazze e si dissolse sull'asfalto in una pozzanghera colorata.
- Cos'era quel coso?! -
- Non ne ho la piu` pallida idea. - Rispose Eudial mentre entrambe si avvicinavano alla pozzanghera.- Di certo non era normale. -
- Ma va? Qui comunque non e` rimasto nulla, anche l'acqua ha perso il colore. Pero` proveniva da li`, andiamo a vedere. -
Eudial e Tera si inoltrarono tra i cespugli, ma chiunque avesse evocato quella strana creatura ormai doveva essere lontano: tutto cio` che avevano trovato erano dei simboli tracciati col gesso sul tronco di un albero, che si andavano velocemente scolorendo sotto la pioggia battente.
- Dobbiamo dirlo al fallito, non credo che possiamo fare altro. -
Eudial annui`. - In ogni caso non sembrava pericoloso e non ho sentito un forte potere magico qua intorno. Probabilmente e` qualche aspirante mago inesperto che pasticcia con incantesimi piu` grandi di lui. -
- Il fallito ci dira` cosa fare. Forse potrebbe anche essere una buona cosa: mettersi sulle tracce di un maghetto idiota potrebbe distrarlo un po' da quella specie di morta vivente. -
- Gia`. Pero` e` strano... -
- Cosa? -
- Quella creatura assomigliava a un peluche che ho visto al centro commerciale qualche giorno fa. -
Tera la fisso` come se fosse diventata matta.
- Un peluche?! Mi stai dicendo che quel coso era lo spirito di un pupazzo? -
- No, anche se poi non sarebbe tanto inverosimile. Quando lavoravo per i Death Busters, il professor Tomoe era in grado di creare demoni animando oggetti qualunque. -
- Pensi che qualcuno abbia fatto la stessa cosa? -
Eudial riflette` per qualche secondo.
- No. Tutta l'attrezzatura dei Death Busters e` andata distrutta e voi umani non avete ancora la tecnologia per fare una cosa del genere. -
- E tuo fratello allora?! -
- A parte che lui ora e` tornato a casa, mi spieghi perche` mai dovrebbe evocare un enorme pollocane rosa di peluche?! -

Giles trasali` nel sentire la mano della ragazza stringersi esitante intorno alla sua. Il professor Tomoe aveva detto che era in ottima salute e Giles era giunto alla conclusione che probabilmente era stata Xinuxunil a voler lasciar vivere il suo corpo. Il motivo non riusciva a immaginarlo, forse aveva qualche speranza di poter tornare da lui usando quel corpo? Oppure semplicemente aveva voluto lasciare qualcosa di se` fra gli esseri umani? Solo Xini avrebbe potuto spiegarlo, ma Giles sapeva che non sarebbe tornata.
Si sarebbe preso cura di quella ragazza tanto smarrita e indifesa, decise, anche se cio` avrebbe significato costringersi a ignorare secondo dopo secondo che il suo aspetto era quello della donna che amava.
- Come ti chiami? - Sussurro` pur sapendo che non avrebbe avuto una risposta.
La ragazza lo guardo` incerta e inizio` a canticchiare sottovoce, come se le parole della canzone fossero le uniche che le erano familiari.
In quel momento Giles capi`.
- Ha lasciato la sua musica... Tu sei Sachino Seihoshi, non e` vero? Solo Seihoshi e non piu` la mia Xini... -
La ragazza alzo` la testa, come riconoscendo il nome e sorrise.
- Non ricordi nulla della vita di Xini, se non le sue canzoni, perche` tu sei la sua musica. - Disse, piu` a se stesso che non a Seihoshi. - Amava cantare e non voleva che le sue melodie svanissero con lei, per questo ha lasciato te. -
Seihoshi lo guardo` perplessa, ma Giles si limito` a sorriderle tristemente.
- Non importa. Canta per me ora, ti prego. -

- Mamma! Che ha quel gattino? -
- Lascialo stare! Probabilmente e` malato, non vorrai riempirti di microbi?! -
La madre trascino` via il bambino e insieme proseguirono verso la tomba del nonno per deporvi i loro fiori.
Valerius apri` un occhio e tento` di soffiare in direzione della donna.
- Piena di microbi sara` la tua schifosa pelliccia. -
Pero` doveva ammettere che quella strega aveva ragione su una cosa: era ridotto davvero male.
Il calcio che aveva rimediato il giorno prima doveva avergli rotto qualche costola e si sentiva ardere di febbre e dolore.
Cerco` di alzarsi sulle quattro zampe e si trascino` verso il luogo dove le vecchiette andavano a lasciare il cibo, dietro a due grandi cappelle, ma gli altri gatti non lo lasciarono avvicinare: lui era un estraneo e troppo malridotto per combattere.
Un gatto tigrato gli graffio` una zampa e Valerius non reagi` se non crollando disteso su una pietra tombale. Rimase li` a occhi aperti senza avere la forza di muoversi e non si accorse nemmeno di venir sollevato da terra e portato via.
Si sveglio` solo molto tempo dopo e si rese conto di essere stato deposto in una scatola di cartone foderata con stracci. Il dolore al fianco era ancora acuto, ma sopportabile e si sentiva meglio, anche se ancora molto debole. Tento` di voltare la testa per esaminare la ferita al fianco e con irritazione si rese conto di avere una specie di imbuto di plastica intorno al collo.
Quegli stupidi umani dovevano averglielo messo per impedirgli di strapparsi la fasciatura, non sapendo che lui non era un gatto qualunque. Cerco` di trovare il modo di sfilare la testa da quell'attrezzo fastidioso, ma si acquieto` nel sentire le voci di due donne, una anziana e una piu` giovane, che si avvicinavano.
- Capisci? Il veterinario ha detto che sarebbe morto se non lo avessi trovato. -
- Poverino... Lo hai fatto anche sterilizzare? -
La vecchietta impiego` qualche secondo a rispondere e Valerius si senti` gelare.
- No, era troppo debole e poi mi sarebbe venuto a costare troppo. E poi e` un micio talmente bello che mi piacerebbe fargli fare una cucciolata con la mia Micia. -
- In effetti sembra un gatto di razza, qualcuno deve averlo abbandonato. -
- E poi non e` abituato a cavarsela da solo, i gatti randagi del cimitero lo avrebbero potuto fare a pezzi anche se non fosse stato ferito. -
- Ehi signore belle, io ho combattuto i vampiri! Me la posso cavare benissimo anche da solo! - Intervenne Valerius, pur consapevole che non potevano capirlo.
- Oh, che carino, miagola. Sembra che stia molto meglio adesso. -
La donna piu` anziana lo sollevo` cautamente dallo scatolone e lo depose su un cuscino accanto a una cassetta piena di sabbia, poi gli avvicino` due ciotole piene di acqua e cibo e lo gratto` delicatamente sotto al mento.
- Bravo micino. Ora mangia pure e riposati, tornero` piu` tardi. -
Le due donne se ne andarono chiudendo la porta della stanza e Valerius rimase solo.
Dopo qualche altro tentativo riusci` a sfilare la testa dall'imbuto di plastica e sospiro` di sollievo: gia` andava meglio.
Si sforzo` di mangiare qualcosa, poi si acciambello` sul cuscino con un sospiro. Per il momento non sarebbe morto, ma avrebbe dovuto trovare il modo di scappare non appena guarito.