22. Gathering Clouds

Xinuxunil fissò la scia dell'aereo che si allontanava, diventando sempre più piccolo fino a scomparire.
Sospirò, ma non disse nulla. Eudial era in piedi accanto a lei e teneva in braccio Valerius.
Nessuno dei tre aveva voglia di parlare per timore che esprimere ad alta voce le loro paure le rendesse più reali.
Giles e Tera erano appena partiti per Londra per liberare il consiglio degli Osservatori dall'influsso delle sfere e di lì a poco anche Eudial e Xini avrebbero dovuto combattere per cercare di difendere la Terra.
- Sunnydale o Roma? - Chiese improvvisamente la ragazza dai capelli rossi.
Xinuxunil trasalì appena e guardò Eudial con aria interrogativa.
- Cosa? -
- Di quale sfera preferisci occuparti? Sunnydale o Roma? -
Xinuxunil riflettè per un attimo.
Aveva amato le colline e le spiagge dell'Argentario quando vi era stata vincolata dai Lug e in quei posti era rinata come essere umano, ma ultimamente pensare all'Italia le faceva male. Era a Roma che aveva creduto di aver perduto per sempre Ripper e sempre in Italia lo aveva visto insieme a Sofia, ignaro della sua esistenza e del suo amore.
- Sunnydale. Io libererò Sunnydale. - Disse a bassa voce ed Eudial annuì.
- Allora Roma è mia. -
Le due ragazze si allontanarono insieme, in silenzio.

Tera fissò il contenuto del vassoio che la hostess aveva deposto davanti a lei.
- Questo lo chiamano pranzo? A volte mi chiedo se non abbiano assunto qualche demone per preparare i pasti degli aerei... Persino Eudial cucina meglio di così! -
Giles sorrise.
- Mi fa piacere che siate diventate amiche... -
- Guarda che non era un complimento. -
- Ultimamente non avete più cercato di ammazzarvi a vicenda, direi che è un bel passo avanti. -
- Non ne abbiamo avuto il tempo più che altro, visto che non abbiamo fatto altro che tirare te fuori dai guai. -
Giles sorrise lievemente, poi sospirò.
- Spero di rivederla. Potrebbe morire oppure... -
- Oppure potremmo essere noi a farlo. Non pensarci, fallito. Non serve a nulla. Meglio non pensarci.-
- Già. Meglio non pensarci. -
La ragazza guardò fuori dal finestrino, in silenzio e l'Osservatore si rese conto che non aveva voglia di parlare. Probabilmente Tera era convinta che avrebbero fallito e che sarebbero tutti morti.
Giles avrebbe voluto poterla rassicurare, ma sapeva di non essere in grado di garantirle nulla.
La gente sull'aereo continuava a comportarsi normalmente, come se il mondo non fosse in pericolo e quella serena indifferenza lo terrorizzava quasi di più dell'attacco alieno imminente.
Se lui non avesse distrutto una delle sfere, la Terra sarebbe scomparsa nella totale indifferenza. Il genere umano si sarebbe estinto senza nemmeno rendersene conto. Era un pensiero agghiacciante.

Setsuna si guardò allo specchio e rivolse un sorriso sinistro alla sua immagine riflessa, poi si sistemò una ciocca di capelli e si guardò nuovamente per essere sicura di assumere l'espressione giusta: seria e preoccupata.
Controllò l'orologio: a quell'ora l'aereo di Rupert Giles doveva essere sicuramente partito.
Meglio così, si disse. La tentazione di agire prima della sua partenza era stata forte, ma sarebbe stato troppo rischioso.
Li avrebbe presi uno alla volta.
Ora era il turno di quelle due.

Valerius sedette accanto a Seraphina, arrotolandosi la coda attorno al corpo fino a coprire le zampe.
"So come ti senti, piccolo felino." Disse il drago con un sospiro, guardando Eudial, Xinuxunil e Spike che si preparavano ad aprire i portali. "Anche io vorrei essere con il fratellino, ma l'uovo sta per schiudersi, non posso lasciarlo solo."
Il gatto si leccò una zampa con aria pensierosa, per poi passarsela sul muso.
Si sentiva nervoso e terrorizzato a morte e il pensiero di non poter fare assolutamente nulla lo faceva impazzire.
Voleva combattere al fianco di Giles.
E di Tera.
Nonostante tutto desiderava starle accanto, lottare insieme a lei, proteggerla. Come in Italia.
Non importava se era un gatto o se lei non lo avrebbe mai amato.
Se doveva morire, avrebbe voluto farlo accanto a lei.
Se solo fosse riuscito a riprendere sembianze umane, avrebbe potuto usare la magia...
Ma era inutile pensarci ora.
Tutto il mondo sembrava andare al diavolo a una velocità crescente e lui poteva solo restare a casa con Seraphina e Hope. Forse la situazione del drago era ancora peggiore della sua, si disse notando lo sguardo ansioso negli occhi di Seraphina: il suo cucciolo stava per nascere in un mondo che forse era già condannato.
Valerius si chiese se avrebbe dovuto dirle qualcosa, ma entrambi alzarono gli occhi, distratti dalla donna che stava attraversando il giardino a passo veloce.
Anche Xini ed Eudial si accorsero della sua presenza e si voltarono a guardarla.
- Setsuna. - Disse Eudial, avvicinandosi a lei. - Come mai sei qui? Ci sono problemi con le senshi? -
La donna scosse la testa.
- No, fra poco useranno il teletrasporto sailor per andare a distruggere le sfere, ma sono venuta a portarvi un messaggio del professor Tomoe. Pare che la sfera di Roma sia la principale e la più potente: dovreste andare entrambe a distruggerla e io verrò con voi. -
Xinuxunil la guardò un po' incerta, il pensiero di tornare a Roma non la entusiasmava affatto.
-Ma la sfera di Sunnydale... -
- Secondo il professor Tomoe non è importante, ci penseranno le senshi. -
Le due ragazze annuirono e aprirono il portale.

Valerius e Seraphina le guardarono attraversare il varco, seguite da Spike e Setsuna.
"Qualcosa non va." Sussurrò il drago. "Sento l'oscurità, e non è il vampiro."
Il gatto si alzò di scatto sulle zampe, attento, ma non riusciva a percepire nulla di strano.
Seraphina lo afferrò bruscamente e corse verso il passaggio, ma era troppo tardi, il portale era già svanito e il drago si alzò in volo per accertarsi che quello che aveva sentito non si trovasse nei paraggi.
Valerius si tenne stretto, cercando di non guardare in basso e per una volta non fu sollevato nel notare che le sue unghie feline, le sue SICURE unghie feline con le quali poteva aggrapparsi saldamente, erano sparite, sostituite da deboli e scivolose mani umane.
- Non lasciarmi andare! - Gridò rivolto al drago e Seraphina si concesse una risatina.
"Non è quello che volevi? Ora sei umano, puoi usare i tuoi incantesimi."
-Ma è troppo tardi, come posso raggiungerli ora? -
"Apri un altro portale, puoi farlo, no?"
- Userei troppe energie, tornerei ad essere un gatto in pochi istanti, credo. Ma non potremmo parlarne a terra?! - Aggiunse nervosamente.
"Come vuoi." Disse Seraphina allargando le ali per atterrare.
Valerius rotolò sul prato e le lanciò un'occhiataccia.
- Grazie tanto. - Brontolò, rialzandosi. - Ora che facciamo? -
"Dobbiamo raggiungerle. Ho avuto il presentimento di un enorme pericolo."
- Ehi, carina, il mondo sta per essere distrutto, te lo sei scordato. per caso? -
"Non è questo. Prima non c'era. Deve essere quella donna."
- Credi che sia posseduta? -
"Qualcosa del genere."
-Dobbiamo avvertirle in qualche modo! -
Seraphina lo fissò, assorta.
"Sei davvero il mago che dici di essere?"
- Il potere di Giles e quello di Xinuxunil non esisterebbero se non fosse stato per me. Non ho più quel potere enorme, ma non ho dimenticato gli incantesimi. -
"Vieni con me, allora."
Il drago si allontanò in fretta, dirigendosi verso la sua tana e Valerius la seguì in fretta.
- Cosa vuoi fare? -
Seraphina lo spinse verso l'uovo.
"Io nulla. Tu metterai un campo di protezione intorno al mio piccolo."
- Cosa? -
"Impedirai che si schiuda in mia assenza. Puoi farlo, no?"
- Si, ma... - Valerius spostò lo sguardo da Seraphina all'uovo, sconcertato. - Cosa vuoi fare? -
"Fai la tua magia sull'uovo, poi la farai sulle mie ali."
- Vuoi volare fino in Italia?! -
"Possiamo fare altro?"
Valerius non rispose, ma iniziò a tracciare con un dito simboli magici sulla superficie dell'uovo, concentrandosi sull'incantesimo.
Era perfettamente consapevole che se fosse successo qualcosa all'uovo, Seraphina non lo avrebbe potuto perdonare.
Tracciò l'ultimo segno e si concesse un sospiro di sollievo: l'uovo era a posto. Ora toccava al drago.