12. Dead Inside

Eudial fece sedere Giles in macchina, poi prese il cellulare e avvisò Xini e Tera che l'Osservatore stava bene.
- Arriveranno fra poco. - Gli disse, sedendosi accanto a lui e gli carezzò il viso con delicatezza. - Giles? Vuoi che ti aiuti a rilassarti come ho fatto l'altra notte? Stai ancora tremando. -
L'Osservatore la guardò e si sentì nuovamente prendere dal panico. Non poteva permettere che Eudial si accorgesse di quello che provava, nessuno doveva sapere come si sentiva. Se lei, Xini o Tera avessero saputo che lui non voleva tornare in vita, ne sarebbero state profondamente ferite e Giles non voleva che soffrissero.
- Stai fuori dalla mia mente. - Disse, con un tono più duro di quanto avesse voluto.
Eudial lo guardò incerta per un attimo, poi annuì.
- Eu, scusa, non volevo... -
- Non importa, Giles, davvero. Capisco quello che provi dopo quello che ti hanno fatto. -
L'Osservatore chiuse gli occhi appoggiando la testa al sedile.
?No, Eu. Non puoi capire.?
Eudial vide Xini e Tera che arrivavano di corsa e scese dall'auto per andare incontro alle due ragazze.
- Ripper! Dov'è Ripper?! - Chiese Xini, ansimando.
Eudial indicò l'auto con un cenno della testa, ma fermò Xini prima che si precipitasse da lui.
- Non è ferito, ma è ancora piuttosto scosso. Non entrargli nella mente, due esseri strani, forse dei demoni, gli hanno sottratto delle informazioni a forza e credo che si senta violato. -
La ex dea annuì mentre un lampo di dolore le passava negli occhi e corse verso la macchina. Entrò in silenzio, e scivolò a sedere accanto a Giles, abbracciandolo stretto senza parlare.

Giles sentì le braccia della ragazza che lo circondavano, ma non si mosse. Sentiva il suo amore come aveva sentito la preoccupazione di Eudial, ma quei sentimenti non riuscivano a penetrare dentro di lui. Era come se morire avesse aperto un varco tra lui e gli altri, come se fosse completamente distaccato dal resto del mondo. Era morto. Morto sul serio. Aveva superato un confine da cui era impossibile ritornare e si era sentito bene, ma lo avevano strappato dalla pace eterna a forza ed era stato costretto a tornare in quel mondo di sofferenza. Lo avevano strappato dal Paradiso solo per sfruttarlo.
Se fosse stato un gesto d'amore, una follia nata dal dolore per la sua morte, sarebbe stato meno duro da accettare, ma così non aveva senso. Era stato resuscitato da persone a cui non importava niente di lui se non le informazioni incise nella sua mente. Se avessero avuto la possibilità di carpirle sezionando il suo cervello, lo avrebbero fatto senza troppi problemi, se lo sarebbero preso abbandonando il resto del suo corpo e fregandosene se lui era morto o no.
Quel pensiero gli faceva venire la nausea.

Tera attese che Xini e Giles fossero spariti dentro casa prima di rivolgersi a Eudial.
- Credi che stia davvero bene? -
- Non è ferito. Sono entrati nella sua mente a forza ed è sconvolto per quello, ma non è la prima volta che gli succede e si è sempre ripreso. Xini si occuperà di lui e credo che sia ciò di cui ha bisogno. In un giorno o due sarà come nuovo. -
- La lucertolona ha detto che è caduto, come ha fatto a non sfracellarsi? -
- Probabilmente è riuscito a usare i poteri e il vetro del centro commerciale ha ammortizzato la caduta. -
- Non dovevamo permettergli di fare una cosa del genere, poteva ammazzarsi. Una di noi avrebbe dovuto volare con lui. -
- Pensavamo di poter colpire la sfera da terra con i nostri poteri, ma l'attacco dei demoni ce lo ha impedito. Per fortuna Giles ci è riuscito da solo. -
- A proposito, ho recuperato i rottami di quel coso, se ti interessa puoi venire a guardare mentre lo esamino. -
- Ad aiutarti vuoi dire. -
- Figuriamoci, più che guardare non puoi fare. -

Valerius alzò il muso dal pavimento nel sentire i passi silenziosi che scendevano le scale, poi tornò ad acciambellarsi notando che era solo Giles. Ma quando sentì aprire la porta di casa, si affrettò a seguire l'Osservatore, chiedendosi dove volesse andare nel cuore della notte. E poi sentiva il bisogno di riscuotersi dai suoi pensieri tetri su Tera, una passeggiata nel fresco della notte non gli avrebbe fatto male.
In fretta raggiunse Giles, ma l'Osservatore non si accorse della sua presenza e il gatto lo seguì senza farsi notare.
L'uomo si diresse verso il fondo del giardino, al passaggio che consentiva di raggiungere il mare e Valerius pensò che forse stava andando a controllare le condizioni del drago.
Il cane che avevano trovato qualche mese prima ringhiò minaccioso e il gatto si affrettò a salire su un albero, rinunciando a seguire Giles.
L'Osservatore scese lungo il dirupo, ma non si diresse verso l'entrata della tana di Seraphina, raggiunse la spiaggia e sedette su una roccia a guardare i riflessi della luce lunare sulle onde.
Rimase lì a lungo, non avrebbe saputo dire per quanto tempo, poi si sentì sfiorare delicatamente una spalla e si voltò a guardare il drago.
Seraphina lo aveva raggiunto fuori dalla grotta, ma sembrava abbastanza debole e tutto il suo fianco destro luccicava per il sangue che ancora trasudava dalle ferite aperte.
?Credevo di averti perso, fratellino.?
Giles rimase in silenzio e Seraphina lo attirò a sè con un'ala.
?Sono contenta che non sia così. Devi stare attento ora, con queste ferite non ho la forza per curarti e in ogni caso non potrò più farlo dopo che l'uovo si sarà schiuso. Non fare più stupidaggini come quella di ieri. A proposito, come hai fatto a salvarti??
Giles finse di non aver sentito la domanda e guardò le ferite sul fianco del drago.
- Sono molto gravi? -
Il drago lo guardò per un attimo, poi decise di non insistere e gli leccò il viso.
?Guariranno. Non potrò volare per un po', ma si rimargineranno.?
- Devi riposare allora. -
Seraphina annuì, accucciandosi accanto a lui. L'Osservatore le sembrava un po' strano, ma per il momento lei non aveva la forza di capire che cosa avesse. Era felice che fosse ancora vivo e lo leccò un'ultima volta prima di addormentarsi.
Giles si appoggiò a lei e rimase a guardare il mare. Si sentiva stanco, ma non sarebbe riuscito a dormire in ogni caso.
Dopo qualche minuto si alzò senza svegliarla e tornò verso casa. La vista delle ferite di Seraphina avrebbe dovuto sconvolgerlo, ma non sentiva nulla più di un vago dispiacere e la profonda impressione che ci fosse qualcosa di sbagliato in lui.
Rientrò in casa senza nemmeno accorgersi di Valerius bloccato sull'albero e tornò a letto a stendersi accanto a Xini.
La ragazza si mosse nel sonno e si strinse a lui, ma Giles rimase immobile a fissare il soffitto.

Hope sbadigliò, annoiata; da quando c'era stata quella battaglia, suo padre aveva passato pochissimo tempo con lei e non l'aveva portata in giro con lui come i primi giorni. Ora stava quasi sempre al negozio, oppure a caccia di vampiri e restava a letto fino a tardi, ma Hope dubitava che dormisse molto a giudicare dal suo aspetto stanco.
E quando Xini era al lavoro, le cose sembravano andare ancora peggio. La cantante non le piaceva, le sembrava innaturale vedere Giles insieme a una donna che non fosse Jenny, ma quando lei non c'era, suo padre sembrava tormentato da qualcosa.
Beh, gli sarebbe passata, si disse aprendo un libro di magia, dopotutto anche il Giles dell'altra dimensione era sempre pronto ad angosciarsi per sciocchezze.