7. Not So Strange

- N-non è possibile... Stellina! -
Giles lasciò cadere la spada a terra e strinse la ragazzina fra le braccia.
Aveva la sensazione di sognare.
Quella era Hope, la sua piccola Hope che non aveva sperato di poter rivedere. Era cresciuta, ma in quel momento non era importante, ci sarebbe stato tempo per le spiegazioni, ora voleva solo abbracciarla e convincersi di essere sveglio.
Eudial e Tera si erano avvicinate, preoccupate al comportamento di Giles.
- Ehi, fallito, stai bene? -
L'Osservatore si girò a guardarle con un sorriso commosso e spinse la ragazzina leggermente verso di loro.
- Eu, guarda, è Hope. È tornata da me. -
Le due ragazze la fissarono stupite.
- Vieni dal futuro, Hope? - Chiese Eudial e lei annuì.
- Sono passati otto anni dall'ultima volta che ci siamo visti. -
- Per noi sono stati solo pochi mesi. - Sussurrò Giles.
- Sono contenta di rivederti, papà, mi sei mancato. -
- Davvero ti ricordi ancora di me? Eri così piccola quando ci siamo dovuti separare... -
- Bagnavi ancora il letto, mocciosa. - La informò Tera, ricevendo un'occhiataccia di Hope in cambio di quelle parole.
Eudial guardò Giles, un po' preoccupata.
- Tu stai bene? - Gli chiese. - Quel mostro ti ha attaccato prima, sei ferito? -
L'Osservatore scosse la testa.
- Non mi ha fatto del male, ha solo sfruttato il mio potere per creare quegli esseri. -
- È per questo che attaccavano tutti tranne te? -
- Esatto, gli servivo vivo. -
Hope lo guardò, ma non disse che il demone aveva sfruttato anche il suo potere.
- È proprio come mi ricordavo, papà. Sei forte e mi proteggi sempre. Mi hai salvato la vita. -
- Come mai sei tornata Hope? Credevo che non fosse possibile. - Chiese Eudial.
La ragazzina la guardò con aria irritata.
- Perchè, ti dispiace? -
- Certo che no, ero solo curiosa. -
- Mi hanno mandata qui i miei, ma ora ho fame e sono stanca, non possiamo rimandare a dopo le spiegazioni? -
- Certo Stellina, non c'è fretta. Ora andiamo a casa. - Disse Giles e Hope lo prese per mano avviandosi insieme a lui.

Eudial si stiracchiò e salì le scale, diretta verso la sua stanza. Spike era appena uscito per procurarsi un po' di sangue, ma lei si sentiva troppo stanca per seguirlo, era stata una giornata piuttosto impegnativa.
Guardò un po' stupita la striscia di luce che filtrava sotto la porta della stanza di Giles e si chiese se l'Osservatore fosse ancora sveglio. Bussò discretamente alla porta e dopo pochi secondi l'inglese venne ad aprire.
- Oh, sei tu, Eu? -
- Non riesci a dormire, Giles? Ho visto la luce accesa. -
L'Osservatore sorrise un po' nervosamente e si fece da parte per lasciarla entrare.
- Temo di no. Ti va di parlare un po'? -
Eudial gli sorrise e andò a sedersi sul bordo del letto.
- Certo che mi va. Da quando ti abbiamo ritrovato, tra una cosa e l'altra non ho avuto molto tempo per avere il mio Osservatore tutto per me. -
- È vero. ? Ammise Giles sedendosi accanto a lei ? Sono stati giorni un po' strani. -
- E quando mai abbiamo avuto giorni che non fossero almeno un po' strani? -
- Vero anche questo. Sembra quasi impossibile che siano passate meno di due settimane da quando credevo di essere Shad... Chissà se Lyra è ancora arrabbiata. -
- Le passerà. Sai, Giles? È difficile restare arrabbiati con te molto a lungo. -
- Grazie, Eu, ma non sempre è vero. Guarda Buffy, per esempio. Credo che mi odi per essere andato via. - Disse tristemente ed Eudial lo guardò, stupita.
- Non ti ha più chiamato? -
- No. Willow e Xander mi hanno telefonato quando hanno saputo che non ero morto, ma ho notato i loro tentativi disperati di cambiare discorso ogni volta che accennavo a Buffy. -
Eudial strinse il copriletto con rabbia, ma cercò di non lasciar trapelare quello che provava.
- Mi dispiace, Giles. -
- Già. Ma non possiamo farci nulla, quindi è inutile pensarci. - Disse con un sospiro e rimase in silenzio per qualche secondo. Quando riprese a parlare, la voce gli tremava un po' per l'emozione. - Eu, ti prego dimmi che oggi pomeriggio non ho sognato. Dimmi che è tutto vero, non riesco ancora a crederci del tutto. -
- Non hai sognato, Giles. - Gli disse con dolcezza, felice di cambiare discorso. - Quella ragazzina è Hope ed è tornata da noi. -
- Si ricorda ancora di me, non è incredibile? -
Eudial lo baciò sulla guancia.
- No, non tanto. -
- Ed è tornata apposta per venire a trovare me, te ne rendi conto? E sono riusciti a trovare il modo di bloccare i suoi poteri di Anomalia. Significa che potrà venire qui ogni volta che vuole! Potrebbe addirittura tornare a vivere qui! -
Eudial lo guardò: era contenta di vederlo tanto felice, ma la spiegazione di Hope non la convinceva del tutto. Le sembrava improbabile che il Giles dell'altra dimensione e Jenny la mandassero a spasso tra tempo e dimensioni alternative senza un valido motivo, ma non disse nulla. Non voleva rovinare la felicità di Giles con sospetti che potevano essere infondati.
- È cresciuta molto. -
- Non trovi che sia bellissima? Avrei voluto vederla crescere. Chissà se ha portato qualche foto... Eu, dove pensi che dovrei portarla domani?! Credi che a una ragazzina della sua età piaccia ancora andare al luna park? -
Eudial lo guardò divertita.
- Se non ti calmi almeno un po' domani non ti lascio andare da nessuna parte. - Lo minacciò scherzosamente. - Davvero, Giles, dovresti cercare di dormire un po'. -
- Hai ragione, Eu, ma non ci riesco. Continuo a pensare che Hope è qui e che fra due giorni tornerà anche Xini. E tu, Tera e Spike state bene, il negozio non potrebbe andare meglio. Mi sembra quasi troppo bello per essere vero, ne ho quasi paura. -
- C'è sempre la cometa. Il demone di oggi poi mi sembrava strano. Non ne avevo mai visto uno comportarsi così. -
- Nemmeno io, però è strano che abbia usato il mio potere senza preoccuparsi di bloccare la mia volontà... -
- Forse dipende dal fatto che non riesci più a controllarlo. Probabilmente se avesse sfruttato il mio potere non avrei potuto fare nulla per contrastarlo. -
- Questo è preoccupante. Oggi abbiamo faticato a sconfiggerlo... Dovremmo fare altre ricerche. -
- Ora tu non farai altro se non chiudere gli occhi e dormire. -
- Ma Eu... -
La ragazza gli sfiorò la fronte con una mano e Giles sentì il contatto delicato della mente di Eudial contro la sua.
- Ti sento, Eu. - Sussurrò. - Riesco a sentirti, stavolta. -
- Stai migliorando allora, probabilmente tra un po' riuscirai a usare anche il tuo potere come prima. Ma ora non pensarci. -
La ragazza gli trasmise pensieri rilassanti e l'immagine di un cielo stellato finché non lo sentì scivolare serenamente nel sonno. Con un sorriso chiuse gli occhi e si addormentò anche lei tenendogli la mano.