5. The Shadow of a Smile

Jenny osservò per qualche secondo la luce del portale che si affievoliva fino a scomparire, poi spostò lo sguardo sul marito. Rupert Giles era appoggiato al muro, in penombra e sembrava immensamente triste.
La donna si avvicinò a lui e gli strinse una mano.
- Tornerà, vedrai che lo farà. -
- Come puoi esserne certa? -
- Perchè capirà. -
- Non mi ha neanche salutato... E se avesse ragione? Se l'altro Giles fosse davvero più adatto di me a fare il padre? -
- Rupert, - Jenny gli carezzò il viso con una mano, - ti conosco e conosco lei. Hope ti vuole bene e deve solo capire quanto te ne voglia. -
Giles sospirò.
- Lo spero, ma non posso fare a meno di preoccuparmi. E se il talismano non fosse efficace? -
- Ci hai lavorato per anni, da quando hai scoperto cosa fossero le Anomalie. Sulle altre bambine ha funzionato perfettamente, andrà tutto bene anche per lei. Devi essere orgoglioso di quello che hai fatto, il tuo lavoro salverà molte vite e impedirà che altre bambine debbano rischiare la vita come Hope. E se nell'altra dimensione non dovesse funzionare, lei tornerà qui, semplicemente. -

Giles si appoggiò al bancone del negozio, massaggiandosi distrattamente le costole ancora un po' indolenzite per l'abbraccio entusiastico di Anya e si guardò intorno.
- Hai cambiato un po' la disposizione dei cartelli stradali... - Notò e Anya annuì.
- Si, mi sembra che così abbiano un impatto migliore sui clienti e guarda qui, ho aggiunto una vetrinetta e un espositore. Abbiamo fatto ottimi affari in questi mesi. Poi quando la gente ha sentito dire che eri morto, sono venuti un sacco di clienti. E chissà quanti ne verranno ora che non sei più morto! -
- Uh, non ne dubito, ma spero di non ripetere l'esperienza... -
- Non ci pensare nemmeno a ripeterla! - Lo minacciò Eudial.
- Se posso evitarlo, ne farò volentieri a meno, stai tranquilla. - Rispose Giles, poi alzò lo sguardo verso la porta e sorrise alla vecchietta del negozio di dolci che era appena entrata.
La donna lo fissò per qualche istante poi rispose al sorriso.
- Certo che lei è una persona piena di sorprese, signor Giles! Stavolta ci ha fatto davvero spaventare, ma sono felice di vedere che sta bene. -
Eudial strinse una mano alla signora.
- Ancora non ho avuto modo di ringraziarla per i fiori, erano molto belli. -
- Figurati, era il minimo che potessi fare. -
Giles le fissò senza capire.
- Fiori? -
- Per il tuo funerale. - Disse Anya tranquillamente.
- Oh. Grazie... -
- Su, ora non ci pensi. - Disse la vecchietta amabilmente. - Mi era dispiaciuto molto sapere della sua morte proprio ora che stava superando i suoi problemi... Non si è trattato di... quello... vero? -
- No, no, è stato un incidente, glielo assicuro! -
- Perchè non viene al negozio per qualche minuto? Ho un nuovo tipo di torta che deve assolutamente assaggiare e nel frattempo potrà raccontarmi tutto. -
Afferrò un braccio di Giles con un tono che non ammetteva repliche e iniziò a trascinarlo verso la porta.
L'Osservatore guardò Eudial, incerto, e la ragazza gli sorrise.
- Vai pure, ad Haruka e Michiru ci penso io. Tu resta pure qui, lascerò un messaggio a Tera perché ti venga a prendere più tardi. -
- Ok, a dopo allora. -

Hope si guardò intorno, cercando di svegliare vecchi ricordi. Il portale si era aperto accanto alla vecchia villa che ricordava ancora vagamente, ma non aveva bussato alla porta. Si era avvicinata a una finestra e aveva spiato all'interno, senza però riuscire a vedere nessuno. La villa era molto silenziosa e lei era giunta alla conclusione che Giles non doveva essere in casa. Avrebbe dovuto aspettare che arrivasse qualcuno, ma un moto di ribellione contro le raccomandazioni dei genitori la spinse ad allontanarsi dal giardino.
Avrebbe esplorato la città mentre aspettava, aveva sentito dire che a Tokyo c'erano tantissimi negozi si disse, avviandosi verso la fermata dell'autobus.
Non aveva il biglietto, ma non era importante: si concentrò su un semplice incantesimo di illusione e l'autista la lasciò salire senza obiettare.

Tera lanciò uno sguardo all'orologio e chiuse il libro , poi si alzò e salutò appena con un cenno della testa il ragazzo che si era seduto al tavolo di fronte a lei qualche ora prima.
- Devi già andare? - Le chiese lo studente con aria dispiaciuta e lei annuì, incerta se sentirsi infastidita o lusingata da quelle parole.
Quel ragazzo aveva scelto il tavolo dove stava studiando lei, preferendolo ai tavoli liberi e Tera lo aveva sorpreso più volte a fissarla da sopra il libro.
- Spero di vederti ancora. Sei nuova vero? Piacere di averti conosciuta, io mi chiamo Doyle, il tuo nome è Tera vero? -
La ragazza lo fissò stupita e lui sorrise.
- L'ho letto sulla scheda della biblioteca. - Spiegò e Tera annuì sentendosi un po' stupida per non averci pensato.
Quel ragazzo dall'aria tanto sicura di sé la faceva sentire nervosa, soprattutto quando la guardava negli occhi e lei decise di sbrigarsi ad andare via.
Raccolse i libri in fretta e si voltò per andarsene.
- Credo che verrò più spesso a studiare qui. - Commentò Doyle e il suo tono le fece capire che non sarebbe stato lo studio ad attirarlo in biblioteca.
- Possibile che io debba attirare tutti i rompiscatole? - Disse fra sé a bassa voce, rifiutandosi di ammettere che lo sguardo del ragazzo, fisso sulla sua schiena mente si allontanava, la faceva sentire lusingata.

Giles sorrise ad Anya porgendole un biscotto dal sacchetto che la vecchietta del negozio di dolci aveva insistito per regalargli.
- Hai fatto davvero un ottimo lavoro col negozio in questi mesi, grazie Anya. -
- Mi merito un aumento? - Chiese la ragazza addentando il biscotto.
- Direi di si. Che ne dici di diventare mia socia? -
- Dici sul serio? No, perché ormai lo hai detto, non puoi rimangiarti le tue parole! -
- Tranquilla, sono serissimo. -
Anya lo abbracciò con entusiasmo facendolo inciampare su un cono stradale ed entrambi crollarono in un mucchio di peluche.
- Ehi, calmati. - Disse Giles scoppiando a ridere, poi guardò la ragazza che era appena entrata e si rialzò da terra. - Oh, ciao Tera. -
- Noto che il vostro quoziente intellettivo non è aumentato mentre ero via. - Commentò la ragazza guardando i pupazzi sparsi sul pavimento. - Che diavolo stavate facendo? -
- Festeggiavamo la mia promozione a socia del negozio. - Disse Anya raccogliendo i peluche.
- Già. Vuoi un biscotto, Tera? -
- Contento tu, fallito. - Disse la ragazza affondando la mano nel sacchetto.
- Come è andata all'università? -
- Bene ovviamente, come vuoi che sia andata? - Ripose Tera con indifferenza, ma Giles non potè fare a meno di chiedersi cosa significasse l'accenno di sorriso che era aleggiato sul viso della ragazza per una frazione di secondo.