3. Dance of Dust

Valerius allungò una zampa nel sonno come per accertarsi che Giles fosse ancora lì, poi tornò ad acciambellarsi contro il fianco dell'uomo e a dormire tranquillo.
La sera prima erano rimasti a parlare a lungo, finché non si erano addormentati, entrambi felici di poter nuovamente parlare. Valerius non aveva idea di come fosse possibile, a sentire Xini, il potere oscuro di Giles avrebbe dovuto essere stato completamente distrutto, ma alla fine erano giunti alla conclusione che forse il sangue di drago c'entrava qualcosa.
L'Osservatore si mosse nel sonno, girandosi nel letto, poi aprì gli occhi, svegliandosi del tutto. Si alzò a fatica, aveva dormito a lungo e profondamente, ma non si sentiva affatto riposato, anzi aveva mal di testa e un malessere generale che gli faceva sospettare di aver preso l'influenza o qualcosa del genere. Guardò il gatto che dormiva tranquillo e per un attimo fu tentato di ritornare a letto, ma respinse l'idea con un sospiro, doveva fare troppe cose per poter restare a riposare. Quella mattina doveva affrontare varie procedure burocratiche incredibilmente noiose e lunghe per dimostrare che non era morto e riottenere documenti, patente e conto in banca. Poi c'era l'ennesimo controllo in ospedale e nel pomeriggio avrebbe dovuto spiegare tutto alle senshi. Decise che l'ultima parte l'avrebbe affidata a Tera, Spike o Eudial, ma il resto purtroppo non poteva evitarlo e il solo pensiero gli faceva aumentare il mal di testa.
Finì di vestirsi e raggiunse Eudial al piano di sotto. La ragazza lo stava aspettando per accompagnarlo in auto e lo guardò, preoccupata.
- Tutto ok, Giles? Non hai un bell'aspetto. -
- In effetti no, forse ho preso l'influenza... -
La ragazza gli toccò la fronte.
- Però non hai febbre. Vuoi che rimandiamo? -
- No, no. Voglio ritornare nel mondo dei vivi e prima mi sarò tolto il pensiero, meglio sarà. -
Eudial annuì.
- Come vuoi, ma non stancarti troppo. Vuoi mangiare qualcosa? -
- No, grazie Eu. Penso che prenderò qualcosa per il mal di testa piuttosto. Seraphina come sta? Si è trovata bene nella sua tana? -
- Ho controllato appena mi sono svegliata, era soddisfatta. Ieri notte Spike ha preso accordi col macellaio da cui comprava il sangue per farsi consegnare la carne per nutrirla. Io e Tera ci siamo accordate con altri macellai per lo stesso motivo. Sarà meno sospetto farsi consegnare la carne da venditori diversi piuttosto che sempre dallo stesso tutti i giorni. -
- Buona idea. -
Eudial lo guardò con affetto, poi lo abbracciò e lo baciò sulla guancia.
Giles le sorrise, un po' stupito.
- E questo per che cosa era? -
La ragazza lo tenne stretto.
- Per essere qui. Per essere vivo. Ancora non mi sembra vero, stavolta avevo creduto davvero di averti perso per sempre... Forse è egoista da parte mia, ma sono così felice che ti sia tornata la memoria... -
- Ne sono felice anche io, Eu. Alcune scelte sono state dolorose, ma non ne sono pentito. -
La ragazza gli sorrise e si staccò da lui.
- Se sei pronto possiamo andare. -
- Ah, Eu! Stavo per dimenticarmene... - L'Osservatore si frugò in tasca e le porse due sferette di cristallo leggermente annerite. - Puoi pensarci tu? -
Eudial si lasciò sfuggire un grido di sorpresa.
- Ma Giles, questi sono i due demoni! Li avevi tu?! -
- Si, credevo che fossero portafortuna. - Disse con una risatina. - Ora però non so che farne. Avevo promesso a Gauk il corpo di un golem, ma ora anche volendo non potrei crearne uno. -
- Non vedo perché dovresti volerlo fare, ti ha quasi fatto ammazzare. -
Giles sospirò.
- A modo suo è stato ai patti. Ha catturato Glasya e mi ha lasciato libero... -
- Si, solo perché preferiva che fossi tu a morire bruciato... -
- In ogni caso non me la sento di distruggerlo, anche se lo meriterebbe. -
- Come vuoi. In ogni caso non sei obbligato a decidere ora. Per il momento le metteremo al sicuro,- disse la ragazza prendendo le sfere di cristallo dalla mano di Giles ? e penseremo con calma a una soluzione. Non devi più preoccupartene. -
Eudial chiuse i cristalli in una cassettina di metallo e la nascose in fondo a una solida cassa chiusa a chiave dove tenevano gli oggetti e gli amuleti più pericolosi, poi tornò da Giles e insieme uscirono di casa.

Tera si guardò intorno, un po' disorientata nel trovarsi in una situazione perfettamente normale una volta tanto. I corridoi dell'università erano affollati di studenti spensierati che sembravano non avere altra preoccupazione al mondo oltre agli esami.
Si appoggiò al muro osservando i ragazzi e le ragazze che le passavano davanti e si chiese se qualcuno di loro avesse la minima idea dei demoni e dei vampiri in agguato nella notte, delle centinaia di esseri pronti a devastare le loro vite.
Era la prima volta che guardava i suoi coetanei in quella luce, prima di conoscere Giles gli altri studenti erano solo potenziali rivali da superare e calpestare a suo piacimenti, non le importava nulla di nessuno di loro finché non intralciavano il suo cammino e in quel caso non aveva scrupoli a umiliarli e a dimostrare la sua superiorità. Ma ora era diverso.
Da quando il Consiglio si era lavato le mani di lei, affidandola a Giles, lei non aveva più avuto occasione di continuare gli studi, erano successe troppe cose, ma ora sembrava un buon momento per riprendere a frequentare l'università.
Non aveva avuto problemi a recuperare gli esami, ma si sentiva immensamente a disagio a comportarsi come una normalissima studentessa.
Quando il Consiglio l'aveva portata via dalla guerra, lei aveva preteso tutto quello che potevano darle, prendendo tutto quello che voleva quasi come se fosse stato un risarcimento per quello che era costretta a fare. Si era gettata negli studi e tra le enormi biblioteche del Consiglio e gli insegnanti privati, era riuscita a ottenere una prima laurea in pochissimo tempo e aveva ricominciato subito a studiare per prenderne una seconda, ma non si era mai fermata a guardarsi attorno prima di allora.
E anche se lo avesse fatto, non avrebbe visto il resto degli studenti come persone.
Entrò in biblioteca e, dopo aver recuperato i libri che le servivano, sedette a un tavolo iniziando a leggere. Oltre a lei c'erano solo pochi altri studenti e il silenzio era rotto solo dal fruscio delle pagine. Tera guardò il movimento dei minuscoli granelli di polvere illuminati da un raggio di sole e improvvisamente si rese conto di provare una sensazione che raramente aveva provato in tutta la sua vita: si sentiva serena.

Eudial guardò Giles con un misto di affetto e preoccupazione e gli strinse una mano in un gesto di conforto. Dopo qualche ora che giravano per uffici e firmavano documenti vari, le era apparso evidente che l'Osservatore non stava affatto bene: era pallido e a quanto pareva il mal di testa era peggiorato invece di passare. La ragazza aveva avuto conferma di quanto si dovesse sentire male quando lei aveva suggerito di anticipare la visita in ospedale e lui non aveva protestato.
Ora era steso a occhi chiusi su un lettino dell'ambulatorio, in attesa dei risultati degli esami. Nel leggere la cartella clinica di Giles, i medici erano sembrati preoccupati e temevano che quel mal di testa potesse essere una conseguenza della lesione cerebrale di un paio di mesi prima.
L'Osservatore però aveva escluso quell'ipotesi, Xini gli aveva detto che la sua salute non avrebbe avuto conseguenze da quella ferita e lui si fidava ciecamente di lei.
Una fitta di dolore più forte gli fece stringere istintivamente la mano di Eudial e si pentì immediatamente di quel gesto sentendo che la ragazza trasaliva.
- Fa tanto male, Giles? - Gli chiese preoccupata. - Vuoi che chiami il medico? -
L'Osservatore fece per scuotere la testa, ma rinunciò immediatamente a muoverla nel sentire il dolore che aumentava.
- Non è nulla di grave. Se solo si decidessero a darmi un antidolorifico starei subito meglio. -
- Hai sentito il dottore, no? Non possono darti nulla finché non avranno visto il risultato degli esami. -
Giles sospirò.
- Spero che si sbrighino allora. -