22. Sorry, I am Not Dead

L'inglese la fissò per qualche secondo prima di rendersi conto che Seraphina lo aveva invitato a salirle sulla schiena.
?Avanti, cosa aspetti? Non ti fidi di me??
Giles le rivolse uno sguardo come per dire che era ovvio che si fidava di lei e si arrampicò sul dorso del drago.
Seraphina si rialzò sulle quattro zampe e dopo avergli detto di tenersi forte iniziò a correre. Si sollevò da terra con due o tre colpi delle ali e salì di quota in fretta, superando le cime degli alberi.
Giles si guardò intorno, incantato. Il cielo era tinto di rosa dal sole che nasceva e il bosco in cui si erano fermati sembrava dorato nella luce dell'alba. Tutto sembrava accendersi di luce e scintillare sotto di loro.
?Allora fratellino, ti piace??
- È... è bellissimo. - Sussurrò Giles.
Seraphina volò sopra le cime degli alberi, poi si abbassò lungo il corso di un ruscello, fin quasi a sfiorare l'acqua e dopo un po' atterrò sul prato vicino al furgone.
Aspettò che Giles scendesse, poi guardò la sua espressione e scoppiò a ridere.
?Lo sapevo che ti saresti divertito.?
Giles le circondò il collo con le braccia e appoggiò la guancia alla pelle calda di lei.
- Grazie. È stato incredibile... - Le disse, grato.
Seraphina sorrise e si stese sul prato, sollevando un'ala per abbracciare l'Osservatore che si era seduto accanto a lei, appoggiato al suo corpo.
Il drago sorrise nel vederlo molto più sereno di poco prima e lo leccò delicatamente finché non sentì il suo corpo che si rilassava nel sonno. Quando lo vide tranquillamente addormentato sotto la sua ala, appoggiò il muso a terra e chiuse gli occhi anche lei.

Tera controllò che l'uovo fosse a posto, poi scese dal furgone per andare a cercare Giles, sperando che non si fosse messo nei guai in quelle poche ore. Sospirò di sollievo nello scorgere lui e Seraphina addormentati in un prato non troppo distante dal veicolo. La ragazza si avvicinò a loro e sedette sull'erba aspettando che Giles si svegliasse. Era un po' preoccupata per lui, lo aveva visto piuttosto abbattuto prima e avrebbe voluto poterlo aiutare in qualche modo. Gli ultimi giorni dovevano essere stati abbastanza traumatici per l'Osservatore: da quando aveva recuperato la memoria non era passata nemmeno una settimana e già si era trovato in una situazione assurda.
Seraphina aprì un occhio a guardarla, poi lo richiuse, decidendo che la ragazza non rappresentava un pericolo e svegliò Giles con un colpetto della coda.
L'Osservatore sorrise nel vedere la Cacciatrice e si alzò per andarle incontro.
- Buongiorno Tera. -
La ragazza lo fissò per un attimo.
- Ciao fallito. Mi sembra che tu stia meglio. -
Giles annuì sedendosi sul prato accanto a lei.
- Hai ragione, mi sento più tranquillo adesso. Seraphina aveva ragione, ho tutti i motivi per essere felice di quello che ho. -
- Cosa faremo ora? Come pensi di portarla a Tokyo? -
- Per fare questo dovrete aiutarmi tu ed Eudial. -
- Noi? E come? -
- Vi spiegherò tutto più tardi, non appena Eu ci raggiungerà. -
Tera annuì ed entrambi rimasero in silenzio per un po', poi la ragazza si ricordò di qualcosa e si frugò in tasca, porgendo a Giles una busta spiegazzata.
L'Osservatore la fissò senza prenderla, riconoscendo in un attimo di cosa si trattava.
- Non l'hai letta? -
Tera scosse la testa.
- Quando Eudial me l'ha data sapevo già che eri ancora vivo e non mi è sembrato giusto leggerla. L'hai scritta perché fosse letta dopo la tua morte, non ho alcun diritto di farlo adesso. -
Giles la guardò, colpito e commosso, ma non prese la busta.
- Leggila invece. Non c'è scritto nulla che non potrei dirti anche ora. -
Tera annuì e si rimise la busta in tasca, poi rivolse uno sguardo imbarazzato all'Osservatore.
- Fallito... ancora non ti ho detto quanto mi dispiace per quello che è successo. Se non fossi venuta al concerto di Xini, non avresti rischiato la vita e non avresti perso la memoria. È tutta colpa mia se hai sofferto tanto. Riesco sempre a rovinare tutto, credo che sia nel mio destino... Dovresti odiarmi. -
Giles la fissò sconcertato ricordando improvvisamente quello che le aveva detto Gauk quando lo aveva posseduto e intuendo che Tera stava pensando a quelle parole.
- Non crederai che io possa odiarti? -
- Perchè non dovresti? Sono sempre stata crudele con te e come Cacciatrice sono un fallimento. Ne avresti tutte le ragioni. -
- Tera, stai scherzando vero? Non avrai creduto alle parole di quel demone?! -
La ragazza non rispose.
- Quel mostro voleva solo farti del male e io non potrò mai biasimarmi abbastanza per avergli permesso di possedermi. Se fossi morta per colpa mia non so cosa avrei fatto, credimi. Non sono mai stato tanto grato a nessuno come a Eudial per avermi spezzato un polso impedendomi di ucciderti. Mi sento ancora terribilmente in colpa per quello che è successo. -
- Da quando sei il mio Osservatore ti ho creato un sacco di problemi... -
- E mi hai salvato la vita e mi sei stata accanto quando ne avevo bisogno... Forse non te l'ho mai detto, ma pensavo che lo sapessi... Ti voglio bene, Tera. -
La ragazza chinò la testa per non far vedere che aveva gli occhi lucidi.
- Te l'ho sempre detto che sei scemo... - Disse, ma non si mosse quando Giles la abbracciò con affetto.

Quentin Travers entrò nel locale e si guardò intorno, chiedendosi perché avessero insistito per incontrarlo in un posto del genere. Una cameriera si avvicinò a lui e dopo avergli chiesto il nome lo condusse in una sala privata. La stanza era in penombra, illuminata solo da un candeliere appoggiato al centro del tavolo e le due ragazze che lo stavano aspettando avevano un aspetto quasi spettrale in quella luce.
Sedette al tavolo, accigliato e dopo averle salutate si rivolse a loro.
- Allora, signorine, posso chiedervi perché avete voluto incontrarmi in questo posto quando la sede del Consiglio è molto più comoda e accogliente? Ci sono problemi con le esecuzioni testamentarie del vostro Osservatore? -
Tera ed Eudial lo guardarono.
- Non si tratta di questo. - Disse la ragazza dai capelli rossi
- Però effettivamente c'è un problema. - Continuò Tera.
- Non capisco cosa possiate volere dal Consiglio. Non siete più sotto il nostro controllo da parecchio tempo e abbiamo seguito alla lettera le istruzioni lasciate da Rupert Giles nel suo testamento... -
- Peccato che tanta efficienza debba andare sprecata. - Disse Giles, staccandosi dalla parete in ombra alla quale era rimasto appoggiato non visto fino ad allora e avvicinandosi al tavolo.
Quentin Travers trasalì visibilmente.
- Santo Cielo! Rupert?! -
Giles gli rivolse un sorriso sinistro.
- È questo il problema, Quentin. Non sono morto, mi dispiace. -
L'Osservatore passò vicino al collega più anziano e sorrise leggermente nel vederlo ritrarsi istintivamente, e sedette al tavolo tra le due cacciatrici.
- Come è possibile? - Chiese l'altro sconcertato e Giles appoggiò sul tavolo una cartellina, spingendola verso Travers.
- È tutto scritto nel mio rapporto, ora non sono qui per parlare della mia presunta morte. -
- Cosa vuoi allora? -
- Informazioni sulla cometa che si sta avvicinando alla Terra. E un aereo per Tokyo. -
- Tutto qui? Perchè hai voluto vedermi? Avresti semplicemente potuto chiamare. In ogni caso sulla cometa ancora non sappiamo molto, più tardi la mia segretaria ti fornirà una copia delle informazioni in nostro possesso. Per i biglietti aerei non vedo che problema ci sia, da quando devo essere io a occuparmi di queste cose? Rivolgiti a una delle segretarie, come al solito. -
- Non voglio dei miseri biglietti. Mi serve un aereo. Un cargo, grande e adatto al trasporto di animali. -
- Cosa diavolo ci devi trasportare con un aereo intero?! -
- Questi sono affari miei, Quentin. -
- Beh, scordatelo. -
Giles si alzò, appoggiandosi al tavolo con le mani e fissandolo negli occhi.
- L'ultima volta che ci siamo incontrati mi pareva di averti fatto capire che il Consiglio ha un grosso debito nei miei confronti. Forse devo ricordartelo di nuovo? -
Travers si irrigidì e impallidì vistosamente.
- Mi stai forse minacciando? -
Giles non rispose, limitandosi a guardarlo con aria innocente.
- Oh, al diavolo! Avrai il tuo maledetto aereo, Rupert, spero che dopo sarai soddisfatto. -
L'Osservatore sorrise.
- Ti farò sapere l'aeroporto in cui farmi trovare il cargo. Passerò al Consiglio domani mattina, mi aspetto di trovare tutto pronto. -
Travers gli rivolse uno sguardo gelido e Giles si rivolse a Tera ed Eudial.
- Ragazze, che ne dite di visitare Londra? Quentin, noi andiamo, ma tu prendi pure quello che vuoi, offro io. -
Le due ragazze si alzarono e uscirono dalla sala insieme a Giles, lasciando da solo l'Osservatore più anziano, pallido d'ira.