20. Brother in Blood

Giles si girò nel letto, disturbato dal suono del campanello, poi aprì gli occhi, svegliandosi del tutto. Guardò l'orologio sul comodino e si rese conto di aver dormito tutto il pomeriggio e buona parte della sera. Xini gli era rimasta accanto a lungo, ma ora non era con lui e la sentì aprire la porta di casa. Si alzò dal letto nel sentire le voci di Tera ed Eudial e iniziò a vestirsi, accorgendosi con soddisfazione di sentirsi molto meno debole rispetto a quella mattina.
Si affrettò a raggiungere le ragazze e fu sorpreso di vederle tutte e tre preoccupate.
- Cosa è successo? -
- Giles! Xini ci aveva detto che stavi ancora dormendo. Ti senti meglio ora? -
- Si Eu. Ci sono problemi? -
- La gente del paese vuole uccidere il tuo drago, fallito. -
- Cosa?! Ma non possono fare una cosa del genere! -
- Purtroppo è quello che faranno non appena sorgerà il sole. -
- Torniamo alla grotta, dobbiamo avvisarla del pericolo! -
- Spike è andato a prendere il furgone. Tu sei certo di sentirti abbastanza bene per venire? Possiamo anche andare noi da soli. -
- No, non vi conosce abbastanza per fidarsi di voi. Potrebbe attaccarvi per difendere il suo uovo. E in ogni caso io sto molto meglio. -
- Va bene allora, andiamo. -

Il drago appoggiò il muso a terra, guardando tristemente i frammenti dei gusci rotti ammucchiati in un angolo, tutto quello che le restava di quattro delle sue uova. Strinse protettivamente l'ultimo delle sue uova, pensando che probabilmente avrebbe perduto anche quello se l'umano non lo avesse salvato rischiando la sua stessa vita. Quelle uova avevano dormito per secoli insieme a lei, ed erano quasi mature per schiudersi quando il demone le aveva attaccate. I draghetti erano usciti dalle uova vivi per morire sotto i colpi di quel mostro e lei aveva sentito angosciata le loro grida di dolore, ma era arrivata troppo tardi per salvarli.
Alzò la testa con un ringhio nel sentire un rumore all'entrata della grotta, ma subito dopo arrivò alle sue narici l'odore dell'umano che aveva salvato e si calmò.
Pochi secondi dopo lo vide entrare cautamente, seguito a qualche passo di distanza dalle tre ragazze che aveva visto quella mattina e da un vampiro.
Giles le venne incontro e lei si alzò per salutarlo con un colpetto della coda sulla spalla.
- Sei in pericolo! La gente del paese vuole venire a ucciderti! Devi andare via da qui! - Le disse agitato, ma lei non si mosse, restando a fissarlo in silenzio.
- Hai capito quello che ti ho detto? Devi andare via subito! -
Lei girò la testa a guardare l'uovo con aria triste, poi tornò a rivolgersi verso Giles e gli leccò una mano con gratitudine.
L'Osservatore sospirò.
- Ha capito, ma non abbandonerà l'uovo. -
- Allora cosa facciamo? -
- Non ho intenzione di abbandonarla, a costo di dover combattere contro mezzo paese. - Giles fissò le tre ragazze e il vampiro con decisione. - Non permetterò a nessuno di farle del male. -
Il drago lo fissò intensamente, poi abbassò leggermente la testa come se avesse preso in quel momento una decisione.
?È gentile da parte tua umano.?
Giles, Spike e le tre ragazze trasalirono nel sentire quella voce tranquilla e antica che si rivolgeva a loro.
L'Osservatore guardò il drago, sorpreso.
- N-non credevo che potessi parlare... -
?Non credevi nemmeno che i draghi esistessero se è per questo. Però è vero. È difficile che uno di noi rivolga la parola agli umani. Possiamo parlare alle vostre menti, ma scegliamo di non farlo.?
- Perchè lo hai fatto allora? -
?Non ti saresti arreso altrimenti. Non puoi aiutarmi, ti faresti solo del male. Ora vattene, umano.?
- No. -
?Stupido. Sono in grado di difendermi da sola.?
- Potrebbe essere se non dovessi difendere il tuo uovo. Anche se combatti contro questi umani ne verranno altri con armi più potenti e sarà la fine per te. -
?Non lo abbandonerò, lo sai bene, umano.?
- Non puoi portarlo con te? -
?Non potrei volare a lungo reggendolo e in ogni caso si raffredderebbe.?
Giles rimase in silenzio per un po' e il drago, credendo che si fosse arreso, lo avvolse con un ala.
?Non sentirti triste, non puoi farci nulla.?
L'Osservatore la guardò intensamente.
- E se ci pensassimo noi al tuo uovo? -
Il drago lo fissò negli occhi.
?Cosa intendi??
- Abbiamo un furgone qui fuori, un mezzo di trasporto. Possiamo trasportare noi il tuo uovo dove vorrai e tenerlo caldo e al sicuro. -
?Sei pazzo se credi che affiderei mio figlio a degli esseri umani.?
- Però ti sei fidata di noi per mantenere il segreto sul luogo della tua tana. -
?Avrei dovuto ucciderti, ma tu hai salvato il mio uovo.?
- Sono vivo solo grazie a te, voglio aiutarti. Cosa devo fare perché tu possa fidarti di me? -
Il drago lo guardò come a soppesare quelle parole.
?Non è semplice, umano.?
- Sono disposto a qualunque cosa. -
?Attento a quello che prometti, umano. Queste sono parole pericolose.?
- Dimmi cosa devo fare. -
Il drago guardò le tre ragazze e il vampiro.
?Loro devono uscire.?
- Non se ne parla! - Disse Tera bellicosamente e dalle espressioni degli altri, Giles capì che anche loro avrebbero protestato entro pochi secondi e alzò una mano per bloccarli.
- Fate come ha detto. Uscite. -
- Ripper! Potrebbe essere pericoloso! -
?La sua vita non sarà in pericolo.?
- Avete sentito? Andate. -
Spike fu il primo a cedere.
- Se lo dici tu, Rupert. Ma non voglio sentire piagnucolare la tua dea se ti fai mangiare. -
Il vampiro uscì dalla grotta, seguito riluttantemente dalle tre ragazze.
- Allora? Cosa devo fare? -
?Ma davvero pensate che mangiamo gli esseri umani?? Chiese il drago con aria disgustata. ?Che schifo.?
Giles ridacchiò, poi tornò serio e guardò il drago, in attesa.
?Quello che sto per proporti è un rito antichissimo e segreto, un patto di sangue indissolubile. A memoria di drago è stato offerto a un essere umano solo una o due volte.?
L'Osservatore la guardò, impressionato.
- Ne sono onorato. -
?Porgimi una mano e offrimi il tuo nome.?
- Rupert Giles. - Rispose l'uomo senza esitare allungando una mano e il drago la prese tra i denti, incidendo la pelle con un morso leggero.
?Bene, Rupert Giles. Non ti sei mosso quando ti ho ferito. Sei determinato e coraggioso. Ora è la tua ultima occasione per tirarti indietro. Una volta stretto il patto io e te saremo legati fino alla morte e questo legame potrebbe cambiarti.?
- Cambiarmi in che modo? -
?Non posso saperlo. Il sangue di drago è potente, ma non conosco gli effetti che può avere sugli umani.?
- Non cambierà la mia mente, vero? I sentimenti che provo per gli altri, la mia coscienza... -
?No.?
- Allora vai avanti. -
Il drago gli porse un frammento di guscio affilato.
?Devi ferirmi come io ho fatto con te. Puoi usare questo visto che non hai zanne o artigli.?
Gli porse una zampa e Giles la incise con il frammento affilato.
?Seraphina. È il mio nome e ora appartiene anche a te.?
Il drago avvicinò la zampa ferita alla bocca di Giles e l'Osservatore capì che doveva bere il sangue.
Chiuse gli occhi e accostò le labbra alla ferita, mentre Seraphina faceva lo stesso con la sua mano. Le visioni e le sensazioni che gli inondarono la mente lo colpirono come una scossa elettrica e si dovette appoggiare al corpo del drago per non cadere. In un attimo gli sembrò di aver vissuto la vita millenaria di un drago, di aver provato in sé la fiera esaltazione nella ferocia della caccia, di aver volato intorno alle cime dei monti perennemente innevate e il fuoco non era più una minaccia da temere, ma una parte di sé.
Quando Seraphina gli staccò la zampa dalle labbra, Giles si lasciò scivolare a terra, rannicchiandosi tremando contro il corpo caldo del drago e lei lo strinse a sé avvolgendolo con un ala. Anche il drago tremava e l'Osservatore si rese conto che doveva essere stata un'esperienza intensa anche per lei.
Le mise le braccia intorno al collo e per qualche minuto rimasero immobili, così abbracciati, aspettando che il cuore smettesse di battere tanto forte.
Dopo un po' Seraphina gli leccò una guancia, guardandolo con affetto e Giles la baciò sul muso, impulsivamente.
?Ora sei mio Fratello di Sangue, Rupert Giles. Il nostro legame è più forte di quello che può esserci tra due draghi nati dalle uova dello stesso nido. Lo senti??
Giles sorrise.
- Si. Come potrei non sentirlo, Seraphina? -