17. Warm Like a Dragon's Wing

Lyra aveva corso finché non era stata troppo stanca per continuare e si era dovuta fermare ansimando. Si era asciugata le lacrime e si era guardata attorno, accorgendosi di essere in un punto della campagna che non conosceva bene. Vicino a lei c'era una parete rocciosa coperta di rovi e la ragazzina notò che molti arbusti spinosi erano stati divelti e strappati rivelando un'apertura. Si avvicinò per guardare all'interno della caverna, ma era troppo buio e non si vedeva nulla. Delusa, si allontanò dall'entrata, rivolgendo un insulto al rovo che le aveva strappato la camicia e con un sospiro fece per tornare verso il paese.
Era abbastanza intelligente per sapere che nelle grotte potevano esserci le tane di animali selvatici o cani randagi e non aveva intenzione di mettersi nei guai solo per fare un dispetto a Shad e alla madre.
Passata la rabbia iniziale, ora si sentiva più che altro triste e tradita. Decise che non sarebbe tornata subito a casa, ma sarebbe stata in giro per il paese fino a sera giusto per farli preoccupare un altro po'.

Eudial lanciò un'occhiata alla donna bionda che guidava lungo le stradine di campagna e si chiese quanto fosse innamorata di Giles. Sofia era preoccupata per la figlia, ma quando l'Osservatore era sceso insieme a Xini, gli aveva rivolto uno sguardo triste.
- Credi che Lyra possa essere in pericolo? - Le chiese Sofia, spezzando il silenzio imbarazzato che si era creato tra loro. Si erano separati per cercare la ragazzina e visto che Eudial non l'aveva mai vista, era rimasta insieme a Sofia, mentre Tera e Giles erano andati per conto loro. Spike sarebbe rimasto a casa fino al tramonto, poi li avrebbe raggiunti.
- Non credo, è vero che c'è un drago in giro, ma mi sembra improbabile che sia proprio Lyra a incontrarlo. -
Sofia arrestò la macchina davanti a un centro commerciale.
- Spesso si ferma qui tornando da scuola. Proviamo a chiedere se l'hanno vista. -

Giles camminò lungo la parete rocciosa che formava il fianco della collina e si guardò intorno soppesando il pugnale che aveva in tasca. Avrebbe preferito portare un'arma più pericolosa, ma si sarebbe fatto notare troppo ad andare in giro con una spada o con un'ascia e lui voleva trovare Lyra, non farsi arrestare.
L'aspetto dei rovi in un determinato punto attirò il suo sguardo: qualcosa li aveva spezzati e lasciavano intravedere un'apertura. Un brandello di stoffa gialla attaccato a una spina gli fece accelerare i battiti del cuore: Lyra aveva una camicetta dello stesso colore quando era corsa via! E quell'apertura era abbastanza larga per lasciar passare un drago...
Tirò fuori dalla tasca il cellulare per chiamare Eudial e Tera, ma in quel momento sentì un rumore all'interno della grotta e un grido acuto provenire dall'interno e Giles entrò nella grotta senza riflettere: forse era stata Lyra a gridare e lui doveva aiutarla.
Prese il pugnale con l'altra mano e corse verso il fondo della caverna, inoltrandosi nei cunicoli nella direzione da cui aveva sentito provenire i rumori.
Dopo qualche secondo arrivò in una stanza molto grande, rischiarata da una fenditura sul soffitto e si fermò, stupito: Lyra non era lì e non era stata lei a gridare. Vicino a lui c'era quello che sembrava essere un enorme nido contenente quattro o cinque grandi uova, tutte rotte tranne una. E davanti a lui, sul pavimento i corpi di quattro piccoli draghi non del tutto formati e un demone che si stava nutrendo della carne di uno di essi. Un altro draghetto, orribilmente straziato si muoveva ancora debolmente e Giles si rese conto che era stato lui ad emettere il grido che aveva sentito.
Fece un passo indietro, indeciso su cosa fare, quando il demone lo vide e si avventò su di lui ringhiando.
L'Osservatore lasciò cadere il cellulare e tentò di difendersi col pugnale, ma il mostro era molto più forte di lui e lo gettò contro la parete con una sola zampata. Giles colpì la roccia violentemente e sentì il rumore di ossa che si spezzavano un attimo prima che il dolore lancinante alla parte sinistra del corpo gli facesse capire che erano state le sue ossa a rompersi.
Il demone fu di nuovo su di lui e lo colpì nuovamente lanciandolo verso il nido del drago, sui taglienti gusci rotti, affilati come lame.
Giles guardò il frammento appuntito che gli aveva trapassato la schiena e gli spuntava dal torace e si chiese perché non sentisse dolore, poi crollò a terra mentre il demone si avvicinava per finirlo.
Improvvisamente il mostro emise un ringhio e fuggì via, lasciandolo solo.
L'Osservatore era sotto shock e stordito per il dolore e la perdita di sangue, ma riusciva a rendersi conto che se non fosse stato curato subito sarebbe morto di sicuro, quelle ferite erano troppo gravi e se voleva sopravvivere doveva riuscire a chiamare aiuto in qualche modo. Scorse il cellulare a terra qualche metro più in là e allungò debolmente un braccio cercando di raggiungerlo, ma era troppo lontano. Allora fece appello a tutte le sue forze per cercare di trascinarsi fino a lì. Il dolore al torace e al lato sinistro del corpo era quasi insopportabile, ma Giles riuscì a spostarsi di qualche centimetro. Aveva quasi raggiunto il telefono quando lo vide letteralmente esplodere in mille pezzi sotto il peso di una grande zampa rossa che lo aveva calpestato.
L'Osservatore lo guardò senza capire, poi si sentì prendere dalla disperazione nel vedere gli occhi verdi pieni di furia e di dolore del drago che si fissavano nei suoi.
Era morto, si disse, ogni sua speranza di salvarsi era andata distrutta insieme al cellulare. Era solo e ferito nella tana di un drago a cui avevano appena distrutto le uova e anche se l'animale lo avesse risparmiato, le sue ferite erano abbastanza gravi da ucciderlo nel giro di poche ore. Sentiva il sangue che gli bagnava i vestiti e che stava formando una pozza sotto al suo corpo, mentre il gelo lo invadeva e il suo corpo stava iniziando a intorpidirsi e a diventare insensibile.
Ora il muso del drago era molto vicino, troppo, e Giles chiuse gli occhi sperando che la fine fosse rapida e che mettesse termine al dolore.
Li riaprì di scatto nel sentire una lingua calda e umida che gli leccava la guancia: ora negli occhi del drago non scorgeva più rabbia, ma calore e sofferenza.
Giles si disse che probabilmente stava sognando, era impossibile che un mostro feroce lo stesse leccando come un cagnolino.
Il drago spostò delicatamente i corpi dei draghetti morti e i gusci delle uova rotte e si accucciò tra Giles e l'uovo superstite, avvolgendo entrambi con le ali.
Era caldo, si disse Giles, pur essendo coperto di scaglie come quello di un rettile, il corpo del drago era caldo e la membrana delle ali inaspettatamente morbida. Assurdamente quel contatto lo faceva sentire meglio ed essere leccato dal drago lo confortava. L'animale sembrava volerlo proteggere ed alleviare il suo dolore e L'Osservatore pensò che c'erano modi peggiori per morire.
Si sentiva debole e assonnato, e il battito lento del cuore del drago sembrava cullarlo e rilassarlo, facendo scivolare via la sofferenza. Giles chiuse gli occhi, sperò di scivolare dal sonno alla morte senza altro dolore e si addormentò pensando alle persone che amava.

Xini firmò un autografo e alzò il viso a sorridere alla persona successiva, ma il suo sorriso si spense nel vedere lo sguardo rabbioso della ragazzina bionda di fronte a lei.
- Vuoi un autografo? - Le chiese, esitando leggermente.
- Ti odio. -
- Cosa? -
- Sei venuta a portarmi via Shad, non è giusto. -
Xini la guardò, stupita.
- Tu sei la ragazzina scappata di casa! Sei Lyra, vero?! -
- Si e allora? Cosa te ne importa? -
La ragazza si guardò intorno e fece segno al suo manager che avrebbe continuato a firmare autografi più tardi, poi afferrò Lyra per un braccio e la portò nel suo camerino.
- Hai avvisato tua madre che eri qui? - Le chiese bruscamente.
- Cosa te ne importa a te di mia madre? Era felice con Shad prima che arrivassi tu. Speravo che si sposassero, che lui diventasse il mio papà e invece tu hai rovinato tutto! - Gridò la ragazzina scoppiando a piangere.
Xini la colpì con uno schiaffo e Lyra la guardò allibita.
- Mi hai colpita.... -
- Era ora che qualcuno lo facesse. Sei solo una ragazzina viziata ed egoista. -
- Tu sei egoista! Sei famosa, sei ricca, potresti avere chiunque desideri, e invece vieni a portarmi via Shad! Non è giusto... -
Xinuxunil sospirò, cercando di non prendersela troppo con lei, in fondo la bambina voleva bene a Ripper e gli aveva salvato la vita.
- Io non voglio nessun altro, lui è l'unica persona che amo. Quando l'ho creduto morto, pensavo che sarei morta anche io. E non è colpa mia se gli è tornata la memoria, se non fosse successo, sarei stata disposta a rinunciare a lui e a lasciare che vivesse con voi, se ciò lo avesse reso felice. -
- Non ci credo, perché avresti dovuto voler rinunciare a lui? -
Xini le rivolse un sorriso dolce e triste.
- Proprio perché lo amo. Mi sarei accontentata di saperlo vivo e sereno. -
- Ma fa male, fa così tanto male. - Piagnucolò Lyra.
- Lo so. Ma quando vuoi davvero bene a qualcuno devi essere disposta a soffrire per il suo bene. Tu gli vuoi bene vero? -
Lyra annuì.
- Allora non rendergli le cose più difficili. Per lui non è facile rinunciare a te o a tua madre. -
- Ora mi odierà. Gli ho fatto male e gli ho detto cose orribili... -
- Se ti odiasse non ti starebbe cercando e non sarebbe tanto preoccupato. -
- Dici davvero? -
- Certo. L'ho visto poche ore fa ed era molto in ansia per te. Che ne dici di telefonargli? -
Lyra la guardò per qualche istante, poi annuì di nuovo.