5. Mark of the Black Sun

Eudial guardò il termometro e sedette sul bordo del letto.
- Però! Trentanove... Non male, Giles, ti sei proprio preso una bella influenza. -
- Eu, ti prego dammi una botta in testa e svegliami quando sarò guarito... -
La ragazza gli rinfrescò il viso con un asciugamano bagnato e gli carezzò i capelli con un gesto affettuoso.
- Povero Giles, ti senti tanto male? -
- Puoi scegliere tra mal di testa, nausea, brividi di freddo, dolori muscolari, debolezza e malessere generale, non so cosa sia peggio. -
- E Xini è dovuta andare a parlare con un'altra casa discografica e non può nemmeno farti da infermiera... -
- Quello forse è meglio, non vorrei contagiarla. Anzi, forse è meglio che non resti qui, non voglio che ti ammali anche tu. -
Eudial lo baciò in fronte.
- Non preoccuparti di questo, pensa solo a guarire. Forse dovresti dormire un po', credi di riuscirci? -
- Spero di si. Altrimenti resta aperta l'alternativa della botta in testa.-
Eudial gli sorrise, incoraggiante.
- Vedrai che passerà presto. Ora ti lascio riposare, ma se hai bisogno di qualsiasi cosa chiamami. -

- Allora, come sta? - Chiese Spike.
- Come un Osservatore con l'influenza: febbricitante e di pessimo umore... - Rispose Eudial con un mezzo sorriso. - Ora si è addormentato. -
- Immagino che sia uno degli inconvenienti del lavorare in un negozio a contatto con i clienti. - Commentò Tera affilando un paletto di legno. - Allora stasera resti tu a casa? -
- Se tu ti occupi di mostri e vampiri, si. -
- Io devo andare a fare scorta di sangue, Eu, sei sicura di non avere bisogno di aiuto con Giles? -
- Certo, ha solo l'influenza, niente di preoccupante. Ha ancora la febbre alta, ma mi sembra che stia un pochino meglio rispetto a stamattina. E in ogni caso stasera ci sarà anche Xini. -
- Ok, allora vado. - Disse Tera infilando il paletto nella borsa. - Voglio trovare il demone che abbiamo visto l'altra sera. -
- Quello che stava per infilzare Rupert come uno spiedino? Non siete riuscite a trovarlo? -
- No, purtroppo no. Tera lo ha ferito, forse non si è più fatto vedere per questo. In ogni caso dobbiamo ucciderlo prima che faccia male seriamente a qualcuno. -
- Il fallito è stato fortunato perché l'artiglio si è fermato contro la scapola e quindi lo ha ferito solo superficialmente, ma se non avesse colpito l'osso lo avrebbe potuto trapassare da parte a parte. Stasera devo trovarlo. -
- Ma che tipo di demone era? -
- Non lo sappiamo ancora, Giles stava facendo delle ricerche ma finora non ha trovato niente. -

Giles guardò il paesaggio intorno a lui e lo riconobbe come una strada vicino al suo appartamento di Sunnydale. Il sole batteva sull'asfalto scuro e faceva caldo, ma c'era qualcosa che lo inquietava, come se ai margini del suo campo visivo ci fosse qualcosa che strisciava nell'ombra, qualcosa di brulicante che non riusciva a vedere e che lo riempiva di preoccupazione.
Poi vide due persone che uscivano da un negozio, una donna dai capelli scuri e una bambina che le teneva la mano.
Giles sorrise, dimenticandosi del timore che aveva provato poco prima.
- Hope... Jenny... - Sussurrò, avvicinandosi a loro.
Poi vide il cane randagio e Hope che protendeva la mano per accarezzarlo e seppe istantaneamente quello che sarebbe successo, senza però poter fare nulla per impedirlo e gridò vedendo l'animale che mordeva la bambina.
Si svegliò di colpo e si trovò a guardare negli occhi Eudial che era accorsa sentendolo gridare.
- Stai male, Giles? - Chiese la ragazza ansiosamente.
- Era... era un sogno... -
- Hai avuto un incubo? -
L'Osservatore annuì, iniziando a calmarsi un po'.
- C'era Hope? -
- Come fai a saperlo? -
- Hai gridato il suo nome. E poi non parli mai di lei, ma so che ti manca. -
- C'era un cane... le ha morso una mano. Forse è stupido da parte mia, ma mi sembra di sentire ancora il suo pianto e il solo pensiero mi fa stare male. -
Eudial gli sorrise, comprensiva.
- Sei solo preoccupato per lei, ma è in buone mani, lo sai anche tu. -
- Vorrei solo essere certo che stia davvero bene... -
- Beh, volendo potresti saperlo. Possiamo usare il proiettore per aprire una finestra e vedere come vanno le cose nell'altra dimensione. Non appena sarai guarito potremo dare un'occhiata così starai più tranquillo. -
- Forse è meglio di no. -
- Perchè? -
- Muoio dalla voglia di sapere come sta, mi manca da morire, ma se dovessi rivederla ora... non so se ci riuscirei, Eu. Devo andare avanti senza di lei e non è facile, se mi lasciassi tentare dal proiettore non potrei più farne a meno, passerei la mia vita a osservare la sua senza fare nulla, senza poter intervenire in nessun modo e senza che Hope lo sappia. Sarebbe sbagliato e doloroso, troppo doloroso. -
Eudial gli strinse una mano in silenzio. Da quando Hope era andata via, quella era la prima volta che Giles lasciava trapelare il suo dolore.
- Facciamo così, Giles, - gli disse dolcemente - guarderò io e ti dirò soltanto se va tutto bene. E poi non ne parleremo più. -
- Grazie, Eu. -
- E di cosa? - Sorrise la ragazza. - A proposito, come ti senti ora? -
- Meglio, non ho più mal di testa. Ho dormito molto? Che ore sono? -
- Quasi tutto il giorno, sono quasi le dieci di sera. Xini dovrebbe tornare fra poco. -
Eudial gli toccò la fronte.
- Non hai più febbre per fortuna. Vuoi mangiare qualcosa? -
- Vorrei fare una doccia prima. -
Eudial gli sfiorò la fronte con un bacio.
- Ok, ma non prendere freddo. -

Xinuxunil rientrò in fretta a casa e guardò ansiosamente Eudial.
- Come sta?! -
La ragazza sorrise.
- Molto meglio, stai tranquilla. A vederlo ora non si direbbe che stamattina aveva la febbre tanto alta. Ora sta facendo una doccia, perché non vai da lui? - Aggiunse sorridendo maliziosamente.
Xinuxunil annuì e corse su per le scale senza nemmeno cogliere l'allusione di Eudial.
- Ripper! - Esclamò, quasi scontrandosi con Giles che era uscito dal bagno in quel momento. - Stai bene? -
Giles le sorrise, abbracciandola.
- Come nuovo. Stamattina credevo di morire, ma adesso mi sento davvero bene. -
Xini gli passò una mano tra i capelli umidi.
- Ne sono felice, ma non prendere freddo e non stancarti. Voglio che il mio Ripper stia bene. -
Giles la seguì in camera e lasciò cadere a terra l'accappatoio, iniziando a vestirsi, mentre Xini si cambiava. La ragazza indossò un vestito più comodo degli abiti che metteva per lavoro e si voltò a sbirciare Giles che si vestiva. Gli guardò la schiena nuda e impallidì.
- Ripper! Che hai fatto alla schiena?! - Gli chiese in tono ansioso.
L'Osservatore la guardò un po' confuso.
- Uh? Cosa intendi? Non ho fatto nulla... Ah! Ma forse ti riferisci al graffio che mi ha fatto quel demone un paio di giorni fa? Non è nulla, non preoccuparti, me ne ero addirittura dimenticato. -
- Ripper, quello non è un normale graffio! Guarda! - Gli porse uno specchio e Giles spalancò gli occhi, sorpreso.
Intorno al graffio del demone erano apparse decine di venature scure, di un colore che andava dal nero al viola scuro e che si allungavano per parecchi centimetri lungo la sua schiena come i raggi di un sole nero.
- Che diavolo è quella roba?! Che demone era quello che ti ha ferito?! -
Giles scosse la testa, preoccupato.
- Non lo so, non l'ho visto. -
Xinuxunil lo fissò, tremando, poi corse a chiamare Eudial.