22. In Another Dimension

DAL DIARIO DI RUPERT GILES

"Sono stanco.
Forse "stanco" non è la parola che descrive esattamente il mio stato d'animo, ma è una di quelle che ci si avvicina di più.
Faccio fatica a eseguire le azioni più banali, il solo trascinarmi in biblioteca giorno dopo giorno, mattina dopo mattina, riesce a prosciugarmi di ogni energia e ogni giorno è sempre più difficile. Fisicamente sto bene, anche se da quando Buffy è andata via non faccio più molto esercizio. La stanchezza che mi opprime è mentale, ne sono perfettamente consapevole, eppure non riesco a combatterla, forse non ne ho più la volontà.
Anche scrivere il mio diario sta diventando sempre più difficile, ora mi rendo conto del motivo per cui nei diari dei miei predecessori la morte della Cacciatrice è appena citata.
Buffy non è morta, è solo andata via, eppure è così doloroso pensare a lei che non oso pensare cosa debbano aver provato i miei colleghi.
Ma non è questo quello che mi impedisce di dormire la notte, l'assenza di una Cacciatrice da addestrare mi rende solo più consapevole dell'assenza di un'altra persona nella mia vita.
Jenny.
Domani notte saranno tre anni che è morta, eppure non riesco a smettere di pensare a lei, a quello che sarebbe stata la mia vita se avessi avuto lei al mio fianco. Ora che la Bocca dell'Inferno è chiusa avremmo potuto avere una vita normale, una famiglia, forse addirittura dei figli...
Perchè continuo a tormentarmi pensando a quello che sarebbe potuto essere? È stupido.
Eppure non posso farne a meno.
Stupido, patetico e solo. Ecco quello che sono.
Mi manchi, Jenny. Mi manchi così tanto..."


DAL DIARIO DI WILLOW ROSENBERG

"Ieri sono rimasta a parlare con Xander fino a tarda notte mentre mangiavamo una pizza davanti alla tv. Anche lui la pensa come me, ma non sappiamo come comportarci.
Giles sta male, sta soffrendo così tanto, ma non riusciamo ad avvicinarci a lui per aiutarlo. È gentile come sempre se gli rivolgiamo la parola, ma in un certo senso è come se non fosse davvero lì. Ha eretto un muro intorno a sè e non permette a nessuno di avvicinarsi.
E in questi giorni sta anche peggio. Stamattina sono passata davanti alla biblioteca ed era lì, immobile, a fissare nel vuoto. Lo sguardo che aveva mi ha spaventata, era come se lì non ci fosse stato nessun Giles, ma solo un guscio vuoto...
Più tardi proverò a parlargli di nuovo, non credo che otterrò molti risultati, ma non voglio smettere di provare, sarebbe come ammettere che è perduto per sempre, che non c'è più speranza per lui.
Buffy, se solo fossi qui, forse le cose sarebbero diverse...
Ma non è giusto pensare queste cose, ora Buffy è felice, finalmente è libera, non devo sperare che tutto torni come prima. Insomma, ora le cose sono migliori: la gente non muore più, non ci sono vampiri in giro, Sunnydale è di nuovo una città normale.
Mi ripeto che devo esserne felice e so che ho tutte le ragioni per esserlo, ma quando vedo Giles così triste proprio non ci riesco."


Jenny Calendar si guardò intorno, un po' disorientata: quando aveva attraversato il portale, a Tokyo era notte, ma ora il sole rischiarava il cielo di Sunnydale. Era inverno, ma lì faceva molto meno freddo che in Giappone e la ragazza si trovò a sudare nei vestiti pesanti che indossava. Hope dormiva con la testa appoggiata alla sua spalla e non si era accorta di nulla, ma iniziava a pesare.
Jenny si chiese cosa fare, non poteva presentarsi a casa di Giles così all'improvviso, come minimo gli avrebbe fatto prendere un colpo, si disse, ricordando come era svenuto nel vederla entrare nel negozio. Figuriamoci se gli fosse apparsa davanti con una bambina in braccio!
Inoltre Hope era stanca e aveva bisogno di dormire tranquilla dopo gli eventi del giorno prima. Jenny fermò un taxi che passava e si fece portare in un motel non troppo lontano dall'appartamento di Giles, per fortuna Eudial e Tera avevano pensato a fornirla di contanti e di tutto quello di cui poteva avere bisogno, almeno per i primi tempi.
Prese una camera e mise a letto Hope, restando a guardarla mentre dormiva. Le voleva già bene e sospirò pensando a quanto dovesse aver sofferto Giles nel separarsi da lei.
Scosse la testa, scacciando quel pensiero. Rupert sarebbe stato bene, era circondato da persone che gli volevano bene e lo avrebbero aiutato, lei ora doveva pensare a questo Rupert, al Rupert infelice che aveva visto grazie al proiettore di Tera, e a Hope. La bambina avrebbe sentito la mancanza di Eudial, di Spike e di tutti gli altri, ed era compito di Jenny fare in modo che fosse serena e felice.
Hope si svegliò piangendo e Jenny corse accanto al letto.
- Papà! Il mostro vuole mangiarti! - Gridò piangendo e Jenny la strinse per consolarla.
- No, Hope, non ci sono mostri, era solo un brutto sogno. -
- Mamma! - Disse la bambina rasserenandosi e svegliandosi del tutto, poi tornò seria e riprese a piangere.
- Che succede, Hope? Perchè piangi? L'incubo è andato via. Non avere paura, ci sono io qui. -
- Ho fatto la pipì a letto. - Singhiozzò la bambina e Jenny la prese in braccio e le asciugò le lacrime.
- Non importa, Hope, può succedere. Non è nulla di grave, vieni, ora ti cambio. -
La bambina si aggrappò alla camicetta di Jenny, appoggiando il viso contro la sua spalla.
- Anche papà dice così. - Commentò, consolandosi. - Dov'è papà? Non siamo a casa? -
- Ora non c'è, ma presto andremo da lui, te lo prometto. -

Willow si affacciò alla porta a vetri della biblioteca, senza però osare entrare e guardò la schiena curva dell'Osservatore chino sulla scrivania. Stava scrivendo qualcosa, forse il suo diario.
Willow sospirò, avrebbe voluto poter leggere quello che scriveva, così forse sarebbe riuscita a capire quello che pensava Giles, forse avrebbe potuto trovare un varco per ritrovare il suo cuore e la sua anima e alleviare il suo dolore.
Xander la raggiunse e, dopo averle sfiorato le labbra in un rapido bacio, sospirò anche lui.
- Povero Giles. È oggi, vero? -
Willow annuì.
- Probabilmente passerà di nuovo la notte al cimitero, come l'anno scorso. -
- Forse dovremmo seguirlo, senza farci vedere... per... per essere sicuri che stia bene... -
Xander la guardò preoccupato.
- Pensi che potrebbe... -
La ragazza scosse la testa, sconsolata.
- Non lo so, non riesco più a capire cosa potrebbe fare, ormai. -
Entrambi lo guardarono tristemente, poi la loro attenzione fu attirata da una ragazzina del primo anno che chiamava Willow .
- Ehi, Rosenberg! - Disse la ragazza avvicinandosi e porgendole un foglio di carta piegato in quattro. - Una donna mi ha chiesto di darti questo. -
La ragazza aprì il biglietto e lo lesse.
- "Vieni appena puoi. È importante. Porta anche Xander." Non è firmato, ma c'è l'indirizzo di un motel... Chi te lo ha dato? - Chiese alla ragazza.
- Era una donna, abbastanza giovane, con i capelli scuri e teneva per mano una bambina piccola. Prima mi ha chiesto se Rupert Giles lavorava ancora qui e poi mi ha chiesto se ti conoscevo e se potevo darti un suo messaggio. Non ha detto altro, solo che era importante. -
La ragazzina li salutò e corse in classe sentendo suonare la campanella.
Xander guardò Willow.
- Che ne pensi? -
- Non lo so, forse un messaggio da parte di Buffy? -
- Ma Buffy non ha i capelli scuri, né una bambina. E se fosse una trappola?! Forse è tornata qualche vampira! -
- Una vampira che va in giro di giorno con una bambina? -
- Forse dovremmo parlarne con Giles. -
Willow guardò di nuovo l'Osservatore dal vetro della porta e scosse la testa.
- Oggi lasciamolo stare. Andiamo al motel e vediamo di cosa si tratta. Se ci sono problemi gliene parleremo domani. -

I due ragazzi bussarono prudentemente alla porta della stanza segnata su un foglio. Almeno era un motel decente, non uno di quelli malfamati e squallidi dove si riunivano i peggiori elementi di Sunnydale, si consolò Willow, chiedendosi chi le avrebbe aperto la porta, ma né lei né Xander erano preparati a vedere la donna che apparve sulla soglia.
Entrambi balzarono indietro, spaventati e Xander estrasse una croce.
- Lo avevo detto che era una vampira! Cosa vuoi da noi, essere demoniaco?! -
- Già, cosa vuoi?! Non... non avvicinarti, guarda! Ho un paletto in tasca e non mi farò scrupoli a usarlo! -
Jenny sospirò. Si era aspettata una reazione del genere, per questo aveva preferito contattare i due ragazzi prima di farsi vedere da Giles. Fece un passo verso Xander e gli sfilò la croce dalla mano.
- Non sono un vampiro. Vedi? Non mi brucia la mano. E no, non sono un fantasma, un demone, uno zombie o niente altro del genere, sono solo io, Jenny Calendar. -
- Ma lei è morta! Giles ha trovato il suo corpo nel letto, ha detto che aveva il collo spezzato... Non può essersi sbagliato su questo! -
- Entrate. Vi spiegherò tutto. -
I due ragazzi esitarono, ma alla fine la seguirono all'interno.

- È incredibile. - Disse Willow continuando a spostare lo sguardo da Jenny a Hope.
- Già, sembra impossibile che in un'altra dimensione esista un Giles che vive a Tokyo e ha una storia con una ex dea che è anche una cantante famosa... -
Jenny e Willow gli rivolsero un'occhiataccia.
- Ehi, Giles non mi sembra un tipo da sushi. - Si difese Xander.
- Sono contenta che sia tornata, signorina Calendar! - Disse Willow abbracciandola. - Non vedo l'ora di vedere cosa dirà Giles! Sono troppo felice per lui, non meritava di soffrire tanto! -
- Non so come fare... Non vorrei spaventarlo. -
Willow sorrise.
- Forse uno spavento è proprio quello di cui ha bisogno. A quest'ora sarà sicuramente al cimitero a tormentarsi sulla sua tomba. Corra da lui, sono certa che sarà felicissimo di essere spaventato. Resteremo noi con Hope. -
Jenny la guardò, dubbiosa, poi sorrise.
- Grazie Willow. -

DAL DIARIO DI RUPERT GILES


"È difficile credere a quello che è successo ieri notte. Anche adesso, con la luce del sole, fatico a convincermene sebbene i miei occhi mi dicano che è tutto vero. A meno che non sia impazzito del tutto, ovviamente. Non mi sento pazzo, però. Ma quale matto crede di esserlo? In ogni caso non importa, se ho perso la ragione, meglio così, non curatemi.
Ero solo, seduto sull'erba umida che cresce sulla tomba di Jenny e l'aria era diventata quasi fredda dopo il tramonto. Il marmo della lapide era ghiacciato, ma non mi importava, anche la mia anima sembrava congelata e vuota. Ero lì da qualche ora, con la fronte appoggiata alla lapide, e la mia memoria mi costringeva a rivivere il ricordo della sera orribile in cui l'avevo persa, la sera in cui Angelus ha distrutto la mia vita, quando una voce mi ha chiamato.
Rupert.
Ha detto il mio nome, una sola parola, sei lettere, ma ho avuto l'impressione di essere stato colpito da un fulmine. Quella voce, quell'intonazione... L'ho riconosciuta immediatamente, era la sua voce, la voce di Jenny.
Sono rimasto lì come uno stupido, col viso contro la lapide, senza riuscire a trovare il coraggio di voltarmi. Se sentivo quella voce dovevo essere morto, oppure stavo sognando o forse ero impazzito. Non riuscivo a muovermi, e non sapevo nemmeno se avevo più paura di scoprire che quella voce era stata un'illusione o che era una cosa reale. Se era un sogno, avevo paura di svegliarmi, se non lo era avevo il terrore di trovarmi davanti un vampiro. In entrambi i casi sentivo che il mio cuore si sarebbe spezzato del tutto.
Poi un tocco leggero sulla spalla mi ha costretto a guardare.
Lei era lì, china su di me, e il calore della sua mano non era quello di un vampiro.
Doveva essere un sogno, pensai e lo dissi ad alta voce, allora lei si allontanò senza dire una parola, prese un vaso dalla tomba accanto, tolse i fiori delicatamente e li depose sulla lapide, poi tornò da me e mi rovesciò l'acqua fredda in testa.
- Ora ci credi? - Mi chiese con un sorriso divertito.
In quel momento decisi che non me ne importava nulla se era un sogno, un vampiro o un'allucinazione: era Jenny e tanto mi bastava.
L'ho abbracciata e sono scoppiato a piangere tenendola stretta.
Non so quanto tempo siamo rimasti così, ricordo solo le sue mani che mi carezzavano i capelli e la sua voce che sussurrava che non mi avrebbe più lasciato solo.
Più tardi abbiamo parlato, a lungo e mi ha spiegato tutto. Mi ha dato una lettera scritta dal Rupert Giles di un'altra dimensione e mi ha parlato di Hope, della bambina che mi crede suo padre. È tutto così assurdo che può solo essere il prodotto della mente di un pazzo oppure la verità.
Willow e Xander giurano che ho ancora "tutte le rotelle a posto", parole loro.
Adesso, guardando Jenny e Hope che dormono serene, prego che non sia un sogno.
E se lo è non voglio svegliarmi.
Per la prima volta, dopo tre anni, mi sento felice. "