18. A Place She Could Call Home

Hope si staccò dalla mano di Giles nel vedere Jenny per la prima volta da quando la donna era tornata in vita e corse da lei con un gridolino di gioia.
- Mamma! Sei tornata! -
Jenny accolse la bambina tra le braccia, dapprima a disagio, poi il suo sorriso si allargò e la strinse con affetto sincero. Era facile volerle bene e la ragazza si rese conto che, se Hope credeva che lei fosse sua madre, a lei non sarebbe pesato fingere di esserlo davvero. E quel sentimento non aveva nulla a che fare con i sentimenti che provava per Rupert Giles, ma le era ispirato da Hope, dalla sua innocenza, dalla sua fragilità...
Jenny alzò lo sguardo a incontrare quello di Giles e capì che in quel momento stavano pensando la stessa cosa: come poteva una creatura tanto innocente minacciare il mondo? E come avrebbero potuto ucciderla se quella fosse stata l'unica soluzione?
Giles si costrinse a distogliere lo sguardo da Hope e sedette al tavolo della cucina cercando di concentrarsi sul piatto. Ancora non erano riusciti a pensare a una soluzione valida e se pensava al pericolo incombente, Giles si sentiva prendere dal panico. Negli ultimi tempi aveva sempre l'impressione di essere sull'orlo delle lacrime e doveva costringersi a restare calmo. Sapeva che quello stato d'animo era in parte causato dai poteri di Hope, ma non cambiava molto: aveva la sensazione di affogare e poteva aggrapparsi solo alle persone che amava.
Eudial gli servì la colazione e lo baciò sulla guancia con affetto prima di sedersi accanto a lui. Giles le sorrise, grato, e si dedicò alla colazione: negli ultimi giorni aveva mangiato poco e male e si sentiva affamato.
Xinuxunil era seduta tra lui e Anya e le due ragazze si guardavano male, intente a bisticciare per l'ultima fetta di torta.
- Sei sempre la solita avida egoista, Anyanka. Non capisco come mai Ripper ti abbia assunta. -
- Ma tu non eri quella che esaudisce i desideri? Io desidero quella fetta di torta, ecco! E ora dammela! -
- Hai detto bene: ero. E la torta la prendo io! -
- Ma voi due vi conoscevate già? - Chiese Tera sedendosi a tavola anche lei.
- Purtroppo sì! - Dissero entrambe contemporaneamente.
- Quando vivi per migliaia di anni, prima o poi conosci le altre creature millenarie, anche se ne faresti volentieri a meno. -
- Ehi! - Gridarono Anya e Xini vedendo che Tera aveva preso lei l'ultima fetta di torta.
- Beh? Che c'è? Se la volevate voi dovevate svegliarvi prima. - Disse la ragazza tranquillamente iniziando a mangiare ignorando gli sguardi furiosi delle altre due.
Giles sorrise, desiderando che quella serenità durasse per sempre. Sembrava una mattina così normale... come se il mondo non fosse in pericolo, come se Hope fosse una normalissima bambina che faceva colazione con la sua famiglia. Giles si chiese se esistesse una dimensione in cui tutto quello poteva essere vero e quasi si soffocò con il suo toast, colto da un'idea improvvisa.
- Xini! - Gridò alzandosi di scatto e tutti si girarono a guardarlo.
La ex dea smise di guardare male Tera e lo fissò interrogativa.
- Si, Ripper? -
- Cosa mi puoi dire delle dimensioni alternative?! Esistono, vero? -
- Si, certo. -
Anya annuì anche lei.
- Ce ne sono di tutti i tipi: alcune molto simili a questa, solo con alcune piccole differenze, altre completamente diverse. A volte mi è capitato di mandare qualche marito infedele in dimensioni dove gli uomini erano schiavi... Un'altra volta... -
- Risparmiaci i dettagli sulle tue stupide vendette, Anyanka. -
- Dici così solo perché eri invidiosa ed eri costretta a esaudire gli stupidi desideri altrui, come una schiava degli umani. -
- Sempre meglio che essere ossessionata dal tuo odio per gli uomini. -
- Ragazze, potremmo tornare al discorso sulle dimensioni alternative? -
- Cosa vuoi sapere, Ripper? -
Giles lanciò un'occhiata alla bambina che si era alzata da tavola e stava cercando di far mangiare un biscotto a Valerius.
- È possibile che esista una dimensione simile a questa dove Hope non sia l'Anomalia? -
Gli altri lo guardarono sorpresi, poi Xini annuì.
- Si è possibile. Se fossi ancora una dea potrei confermartelo subito. -
- Possiamo trovarla lo stesso, vero? -
- Si, credo di si. Non sarà facile, ma dovrebbero esistere incantesimi in grado di aprire finestre sulle altre dimensioni. -
- Bene, i libri di magia sono di sopra. Mettiamoci subito all'opera! Eu, puoi chiedere a Usagi di venire a tenere d'occhio Hope oggi? Ho bisogno dell'aiuto di tutti voi per le ricerche. Dobbiamo muoverci in fretta. -
L'Osservatore si alzò da tavola e si chinò su Hope che aveva versato il latte nella ciotola dei gatti e si stava divertendo a guardarli bere.
- Stellina, ti dispiace se prendo Valerius? Tu puoi giocare con Lili e fra poco arriverà Usagi con Luna. -
La bambina prese in braccio il gatto e lo porse a Giles.
- Fai il bravo con papà, Val. Se lo graffi di nuovo, niente latte. -
Giles sorrise, cercando di contenere l'ondata di amore per la bambina che gli aveva riempito il cuore, minacciando di commuoverlo fino alle lacrime. L'avrebbe salvata, giurò a se stesso. Ora iniziava a intravedere una possibilità e non si sarebbe fermato fino al successo.
Prese Valerius e, dopo aver ringraziato Hope, uscì in fretta dalla stanza.

- Ehi! Mi fai male, vuoi stritolarmi per caso?! - Si lamentò il gatto e Giles lo guardò per un attimo prima di rendersi conto che lo stava stringendo troppo.
- Oh. Scusami. -
Allentò la stretta e Valerius ne approfittò per arrampicarglisi sulla spalla.
- Non fa niente. Però potevi lasciarmi finire il latte. -
- Se mi aiuti avrai tutto il latte che vuoi, mi serve la tua conoscenza, Valerius. -
- Ti aiuterei in ogni caso. Mi piace quella bambina, è sempre gentile con me, a volte anche troppo: l'altro giorno mi ha messo il vestito della sua bambola... -
Giles ridacchiò.
- Sono convinto che eri molto carino. -
- Io sono sempre carino! Puoi chiedere a una qualunque delle gattine del quartiere se non ci credi!- Protestò Valerius.
Giles osservò i libri di magia e ne scelse due o tre.
- Oh, ne sono certo, ma adesso che ne dici di aiutarmi? -
- Nessuno mi prende mai sul serio! - Si lamentò il gatto, ma si mise al lavoro, sfogliando un libro.
Dopo qualche minuto anche gli altri li raggiunsero in soffitta.
- Eu, è arrivata Usagi? - Chiese Giles e la ragazza sedette in terra accanto a lui, accendendo il portatile.
- Si, lei e Minako stanno giocando con Hope. Era contentissima che avessero portato Luna e Artemis. Possiamo lavorare tranquilli. -
- Bene. Devo ringraziarle per tutto quello che stanno facendo. -
Eudial scrisse due o tre parole chiave nel motore di ricerca e lo avviò.
- Giles? Cosa pensi di fare una volta trovata la dimensione giusta? Ci manderai Hope? -
Giles annuì brevemente.
- Si, la porterò lì. -
- La porterai? Significa che anche tu andrai con lei?! -
- Solo finché non troverò un modo per poterle togliere i poteri. Ho bisogno di tempo e questo è l'unica possibilità. -
- Ma cosa farai se non dovessi trovarlo? E se non potessi più tornare indietro?! Come faremo noi senza di te? -
Giles sospirò.
- Non posso accettare che muoia. Non voglio lasciarvi, mi addolorerebbe moltissimo non potervi rivedere, ma per salvare Hope sono disposto a tutto. Ti prego, cerca di capire, Eu. -
La ragazza lo abbracciò.
- Lo so. Moriresti per lei. Ma vedrai, troveremo il modo di farvi tornare indietro. Ci riusciremo, te lo prometto. -